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Autore: EclipseOfHeart    11/09/2010    5 recensioni
Era questo il grande potere di Goro, lei sempre fredda, rigida, polemica, davanti a lui si scioglieva diventando dolce e tenera. Ancora a distanza di anni, le faceva lo stesso effetto di quando era più giovane. Quando lo amava. Oh, si rimproverò mentalmente, perché mentirmi da sola? Io non ho mai smesso di amare questo idiota.
Eccomi con la Eri/Goro come promesso ;) Buona lettura!
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Eri Kisaki, Kogoro Mori
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Una birra, grazie

 

Only you, Kisaki

 

 

 

- Una birra, grazie. -

Non le ci volle che un istante per riconoscere quella voce e per girarsi verso di essa. Ed infatti vide esattamente chi aveva pensato: il suo ex-marito con i gomiti appoggiati al bancone e in attesa della sua ordinazione.

Eri provò una strana sensazione come ogni qualvolta che lo vedeva, anche se non riusciva a spiegarsi perché. Lei lo detestava quel detective da quattro soldi, odiava il suo vizio di bere, odiava il suo essere così Don-Giovanni con tutte – per quanto non l’avesse mai realmente tradita, a onor del vero -, odiava gran parte del suo carattere.

E allora perché l’aveva sposato?

Ancora si chiedeva cosa l’avesse spinta a dirgli “Sì”, cosa l’avesse spinta a desiderare una figlia con lui.

Se lo continuava a chiedere ma in fondo la risposta la sapeva, ed era per lo stesso motivo per cui, anche dopo averlo lasciato, non era riuscita a trovare nessun altro da amare.

Non era neanche un problema di non essere ricambiati o amati, era lei che non era più riuscita a provare più amore per nessun altro, quel brivido che l’aveva colta quando aveva sentito la sua voce, non era mai riuscita a sentirlo con nessun altro.

Si avvicinò al bancone, anche se aveva pensato che forse era meglio uscire ed evitare di incontrarlo. Erano le 11 di sera, avrebbe fatto volentieri a meno della sicura litigata che avrebbero fatto.

Ma, quando si trattava di Goro, la sua mente faceva decisamente a pugni con la ragione.

Lui, intanto, aveva ricevuto la sua birra, che lei aveva già capito essere solo la prima, non era per niente alticcio.

- Non ti ubriacare, Goro. Ricordati che hai una figlia. – iniziò Eri, decidendo di cominciare subito a rimbrottarlo.

Goro sobbalzò tanto che la birra gli fuoriuscì dal bicchiere per poi girarsi verso Eri.

- Eri! Mi hai fatto prendere un colpo! Non è modo di comparire! – si lamentò lui posando il bicchiere sul bancone, mentre lei rideva piano.

- Volevo solo avvertirti. Come sta Ran? –

A volte Eri aveva paura che l’unico motivo che la tenesse ancora debolmente legata a Goro fosse soltanto Ran, ed ecco perché era la prima cosa che gli ricordava.

Che poi avrebbe dovuto veramente essere solo quello il motivo. Lei lo aveva lasciato, non lo sopportava più e allora perché temeva che lui la dimenticasse?

Chissà con quante donne era stato dopo di lei. Ma d’altronde mica poteva fargliene una colpa, non stavano più insieme. Scosse la testa, non capiva perché proprio in quel momento le venissero tutti quei pensieri.

- Sta bene. E’ casa con quel moccioso, Conan-kun. -

Eri annuì non sapendo più cosa dire, ecco, non avevano più alcun punto di contatto a parte Ran.

- Bevi qualcosa, Eri. – le disse Goro, invitandola a sedersi.

- Lo sai che non bevo. – tentò quella risposta benché sapesse che non era quello il vero motivo. Non sapeva se dire sì o no.

- Una birra non ti ucciderà. E poi proprio me vuoi prendere in giro? Tu bevi, eccome! – replicò Goro tirandola per un braccio e facendola sedere nella sedia accanto alla sua, annullando qualsiasi sua scelta.

- Non è vero. E’ stata sempre e solo colpa tua se io bevevo. –

- E continua ad essere così. – confermò Goro ordinando un’altra birra per lei.

Lei annuì lanciandogli un’occhiataccia e rimproverandosi mentalmente per quanto non riuscisse a fare ciò che credeva giusto in compagnia di Goro.

Perché, in fondo, quella situazione non le dispiaceva affatto. Anzi, le sembrava di essere tornati ai tempi andati, quando le bastava stare con lui per sentirsi felice.

Il cameriere portò il bicchiere ad Eri e lei lo prese e avrebbe iniziato a berlo se Goro non l’avesse interrotta dicendo: - Brindiamo. –

Lei lo guardò stranita, non c’era proprio niente da brindare: - E a cosa, scusa? –

- Mmh, beh al fatto che siamo insieme da 5 minuti e non abbiamo litigato! – esclamò lui ridendo e facendo tintinnare il suo bicchiere con quello di Eri.

Lei sorrise, ricambiando il brindisi. Le mancavano davvero tanto quei momenti con lui.

Goro…

 

Contro ogni aspettativa di Eri rimasero in quel bar per altre due ore. Tutta la stanchezza che aveva accumulato durante la giornata si era sciolta in quel piccolo angolo di mondo. Con lui che mai l’aveva fatta arrabbiare, che non aveva bevuto eccessivamente, che non aveva degnato di uno sguardo nessuna ragazza nel bar.

Usciti dal bar, lui aveva proposto di accompagnarla. Ed Eri aveva accettato gioiosa, pur dimostrando scarso entusiasmo, non doveva far capire a Goro tutta quella esaltazione.

La luna bianca li guardava camminare vicini ma con il timore di creare un qualsiasi contatto e li vedeva arretrare arrossiti quando le loro mani si sfioravano per sbaglio.

Eri non si sentiva così bene da tempo, forse da quando lo aveva lasciato. Nel suo cuore sentiva mescolarsi l’amarezza insieme ad un po’ di malinconia, anche se non si pentiva della sua scelta.

… O sì?

 

Arrivarono davanti al portone del condominio di Eri e una sorpresa attendeva entrambi. Sopra la fila delle buche delle lettere, esattamente sopra quella di Eri c’era un mazzo di rose rosse, con un bigliettino.

Per Eri Kisaki.

Eri restò molto stupita da quelle rose e, anche se per poco, sperò fosse stato Goro a mandargliele, ma bastò uno sguardo al suo viso sorpreso per capire che lui non c’entrava nulla.

Si avvicinò e tirò il biglietto, mentre lui restava indietro ancora a fissarla. Eri, letto il biglietto, si tranquillizzò. Era soltanto un cliente un po’ troppo gentile che la ringraziava per aver vinto la sua causa. Certo però è che la sua tranquillità durò poco, visto la domanda inattesa che le arrivò da Goro.

 

Goro era rimasto semplicemente sconvolto quando vide quelle rose. Non aveva mai pensato – davvero non gli era mai passato per la testa – che Eri potesse avere qualcun altro. Quella eventualità – che era probabilissima – non l’aveva mai presa in considerazione.

Che un altro uomo prendesse quello che era stato il suo posto, che la potesse toccare, abbracciare, baciare, guardarla mentre si arrabbiava, mentre sorrideva. Che qualcun altro potesse fare l’amore con lei e guardare la sua meravigliosa espressione al mattino dopo, quando era ancora addormentata.

Questa consapevolezza lo colpì come un pugno dritto nello stomaco.

Aveva inconsapevolmente continuato a considerare Eri come sua; era pur vero che lui girava dietro a mille gonnelle ma alla fine l’unica donna che l’avesse mai realmente conquistato era stata solo Kisaki.

Ed il fatto di litigarci in continuazione alla fine era diventato quasi un’abitudine.

E’ vero, metà delle volte lui non la sopportava. Si comportava da presuntuosa, da saccentona, da testarda. E poi lo rimproverava sempre ed erano effettivamente di più i giorni che litigavano che quelli felici quando erano sposati.

Perché ora c’erano solo le litigate.

Però anche quell’aspetto era una cosa che apparteneva solo a loro, il pensiero che Eri litigasse con qualcun altro – per una qualsiasi sciocchezza della vita di coppia – lo fece fremere di gelosia.

Bastò quello per fargli capire che mai aveva smesso di amarla.

Ci sono momenti, durante la nostra vita, in cui l’amore per una persona sembra affievolirsi, sparire e noi crediamo che sia finito. Che quell’amore sia veramente spento e ne siamo fermamente convinti.

A volte succede veramente.

Ma altre volte, come Goro poté ben constatare, l’amore non si spegneva. Restata lì a brillare fiocamente ma mai cessava di ardere.

E bastava poco per farlo ricominciare a fiammeggiare, più ardente di prima.

Non sarebbero bastate effettivamente le litigate e nemmeno quell’uscita così piacevole, quelle emozioni le avevano già provate, ma la gelosia era un aspetto totalmente nuovo per Goro.

Se infatti Eri si era ritrovata più di una volta ad essere gelosa, lui non l’aveva mai sperimentata quella particolare sensazione.

I pugni, già stretti fino a far diventare bianche le nocche, caddero poi fievolmente sui fianchi.

Lui non poteva dire nulla a Eri, né poteva distruggere la faccia del damerino che le aveva spedito quei fiori.

Eri non era più sua, l’aveva persa quando aveva firmato quel contratto di divorzio. Non poteva reclamare, arrabbiarsi, anche perché Eri l’aveva lasciato. Lei aveva smesso di amarlo, se mai l’aveva mai amato, pensò amaramente.

Tuttavia non riuscì ad impedire che quella domanda gli fluisse dalle labbra – complice forse l’alcool e la gelosia –.

- Eri, ma tu ci pensi mai a noi due? -

A lei, per poco, non caddero le rose dalle mani.

Che diavolo di domanda era?

- Che vuoi dire Goro? Non ho capito bene. -

- Se pensi mai a noi due, come sposati intendo. Se mai ci ripensi a quello che eravamo. –

Lei arrossì leggermente.

Sì che ci pensava. Più di quanto fosse normale per una divorziata. Ci pensava quando guardava un uomo e inconsapevolmente cercava in lui qualche sfumatura di Goro, ci aveva pensato anche per tutta la sera.

- Certo che ci penso. Ma ormai è acqua passata, noi rappresentiamo un matrimonio finito. - concluse Eri stringendo più forte le rose e mentre la sua mente lanciava segnali d’allarme.

Ma che diamine stai dicendo?

Perché non gli dici quello che realmente pensi?

Ed il perché era semplice in effetti, aveva paura. Paura di scoprire che ciò che credeva estinto, sepolto sotto una montagna di cenere potesse risorgere come una fenice.

Goro incassò il colpo di Eri, dandole ragione ed allontanandosi. Dovevano salutarsi, quando si sarebbero rivisti avrebbero ricominciato a litigare come sempre, non sarebbe cambiato nulla.

- Buonanotte Eri. Sii felice con il tuo amico delle rose. – le disse Goro con malriuscita ironia.

Eri sollevò lo sguardo di colpo, non poteva credere alle sue orecchie! Lui aveva pensato che quelle rose fossero di qualcuno che lei amava…

- Non c’è nessuno, Goro! Queste rose… me le ha mandate un cliente, cui ho fatto vincere la causa qualche giorno fa. Non c’è mai stato nessuno, dopo di te. – finì Eri con la voce che era diventata un sussurro.

Goro si bloccò a quelle parole per osservare il viso di Eri, che ora era rivolto verso le rose.

- So che sono sciocca a dirti questo, chissà quante altre donne avrai avuto dopo di me, però davvero queste rose non significano nulla per me. -

Eri avrebbe continuato la frase se l’abbraccio improvviso di Goro non l’avesse bloccata, spostò la mano con le rose per poi lasciarle cadere a terra a ricambiare l’abbraccio, anche se era ancora basita.

La testa di lui era appoggiata sopra quella di lei mentre l’abbracciava.

Eri arrossì così tanto che il suo viso divenne di color vermiglio e il suo cuore cominciò a battere forte.

Era questo il grande potere di Goro, lei sempre fredda, rigida, polemica, davanti a lui si scioglieva diventando dolce e tenera. Ancora a distanza di anni, le faceva lo stesso effetto di quando era più giovane.

Quando lo amava.

Oh, si rimproverò mentalmente, perché mentirmi da sola? Io non ho mai smesso di amare questo idiota.

- Eri, non dire sciocchezze simili. Tu sei sempre stata l’unica per me, Kisaki. La mia adorabile secchiona che ama gli spaghetti con il ragù.* -

Eri si morse un labbro, ma perché Goro diventava dolce così di colpo? In quel modo non avrebbe saputo più come resistere.

- Ti amo, Eri. E’ dalle superiori che non faccio altro e lo so, ho un pessimo carattere. Alcool, troppi sguardi alle altre donne, lo so. Ma l’unica donna del mio cuore sei sempre stata tu e mai nessuna ti ruberà quel posto. -

Al “ti amo” tutti i neuroni di Eri avevano deciso di andarsi a fare una bella vacanza, alla fine della frase avevano deciso di non tornare più, per quella sera.

Non ci mise molto per baciare Goro e sentire quel fuoco dentro che da troppo spegneva.

Perché neanche lei aveva mai smesso, anche lei, per quanto ogni volta che lo vedeva non faceva che insultarlo e denigrarlo, lo amava e riusciva a sopportare pure i duemila difetti di Goro.

Non ci misero neanche molto ad arrivare all’appartamento di lei in effetti. Chiusa la porta, Goro le sciolse i capelli sempre chiusi in quella capigliatura così austera e le tolse gli occhiali dolcemente.

Dio, ma quanto le era mancata? Era sempre così bella.

Fecero l’amore piano, lentamente e fu come sentirsi a casa, un luogo ospitale che non avevano smesso di desiderare.

Accompagnati dalle romantiche parole di Goro – che grazie ad Eri riusciva a tirare fuori la sua parte più romantica. -.

- Solo tu, Eri… Solo tu… -

 

- Goro? -

Eri toccò leggermente la spalla di Goro per constatare se fosse sveglio.

- Mmh. – ottenne un mugolio come risposta.

- Ti amo anche io e scusami; anche io ho un carattere insopportabile a volte. –

Goro la baciò abbracciandola, così che la testa di Eri fosse vicino al suo torace.

Eri non era una donna che aveva bisogno di essere protetta, era indipendente, capace di risolvere le situazioni più difficili da sola e nessun uomo aveva mai dovuto proteggerla.

Però… si sentiva così bene in quel momento, protetta da Goro. Quell’abbraccio le dava un tale senso di protezione che non aveva mai sentito e che la faceva stare benissimo.

 

La mattina dopo la prima a svegliarsi fu Eri. I suoi neuroni, tornati dalla vacanza, la fecero arrossire paurosamente e si alzò dal letto istantaneamente.

Guardò Goro che dormiva – russando – e le scappò un sorriso.

Andò in cucina per preparare la colazione e preparò delle uova, prese l’aceto e gli altri condimenti e stava per versarli su quando la voce di Goro si fermò.

- Lo sai che non mi piace l’aceto sull’uovo.* -

- Non è vero, ti piace! Non capisco perché continui ad insistere che lo odi, solo per andarmi contro! – sbottò lei per poi mettersi a ridere.

 

Certe cose non sarebbero mai cambiate e, tra queste, c’era anche il loro amore.

 

 

 

Fine!

Vi avevo avvertito! xD L’idea mi vorticava in testa e ha preteso di essere scritta! E poi perché ce ne sono davvero pochissime in giro ç_ç Ed è un peccato, scriviamo Eri/Goro!! xD

Adoro Goro/Eri, davvero, per quanto litighino è palese quanto ancora si amino.

E no, non credo di essere stata frettolosa. In fondo parliamo di due persone adulte, già sposate e poi ho sempre pensato che le durissime litigate fossero anche un modo per sfogarsi perché non potevano fare pace xD (Sì, spiegazione pessima ma passatemela.)

So che qui Goro non è quello che siamo abituati a vedere, ma ho quest’idea che Eri riesca a tirare fuori il suo lato romantico come lui riesce a fare con lei del resto! Ce la vedo una tenera Eri che si fa dolcemente coccolare da lui u.u

Il fatto che la chiami per cognome non credo sia vero ò.ò Ma ci stava bene e poi lo fa solo due volte xD.

 

Passiamo all’*: Allora quelle cose che ho scritto, non le ho inventate xD Sono prese dagli episodi 323-324 “Sospetto invisibile”: in questi si afferma come ad Eri piacciano gli spaghetti con il ragù mentre a Goro gli spaghetti con la soia (questo era diventato motivo di litigio xD).

Per quanto riguarda l’uovo, a Goro piace con l’aceto, ma per andare contro Eri quando è in sua presenza dice che non gli piace XD

 

PS: so che si chiama Kogoro, ma a metà fic avevo sempre usato Goro quindi perdonatemelo xD

Spero vi piaccia e grazie mille per i commenti nell’altra fic *_* Approfitto qui per ringraziarvi:

- avalon9: oh ma grazie mille *-*! Addirittura la pellicola che ricominciava a girare, mi imbarazzi >/<. Sì, Heiji è troppo tonto xD

 

- TITTIVALECHAN91: grazie mille Vale *_* E’ un onore che tu legga le mie fic e che ti piacciano xD Sìsì, Heiji è orgoglioso ma ripeto anche tonto xD

(A me Shino/Shinici non piace molto xD però sono gusti :D)

 

- Kara96: grazie tante :D Contenta che ti sia piaciuta!

 

- Thaila: io lo amo quel film *_* Grazie della recensione ;) Sì, infatti, entrambi due tonni -.- Povere Ran e Kazuha! Ehh “splendida lettura” non esageriamo xD Grazie, grazie grazie! ^^

 

Ok, finito! Un bacio! E voglio tanti commentini XD

 

 

Marty De Nobili

 

 

   
 
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