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Autore: Parsifal    11/09/2010    1 recensioni
Dunque, questa è un'interpretazione del legame che unisce i due fratelli Bronze, Shun e Ikki. Ce ne sono molte e tutte sofferte perchè il loro legame è così. Qui ne analizzo una soltanto. Perchè ikki va via sempre quando termina una battaglia? Perchè non riesce a stare accanto a Shun? Ecco, qui cerco di dare una risposta...nela fanfic successiva c'è l'altra riposta...diversa da questa. Dedicata a tutti quelli che si ritrovano in queste righe, Un bacio Parsy
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Andromeda Shun, Phoenix Ikki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Santo o Demonio?
 
L'alba mi sorprende mentre finisco la stretta stradina che sembra eterna... eccolo il mare, appare in tutta la sua bellezza e, per un attimo, resto senza fiato:
Questo spettacolo vale la fatica di arrivare fin qui.
Senza dubbio.
Questo paese sembra davvero dimenticato da tutti gli Dei ed è proprio per questo che l'ho scelto, qua nessuno mi cercherà e nessuno saprà mai che io sono venuto fin qui per pensare, in pace, a Shun.
Per tutti sono un bastardo insensibile che se ne va e lo lascia solo...
Ma si!
Che lo pensino, mi va bene così, che credano che me ne vado chissà per quali motivi assurdi ed incomprensibili, meglio che sapere che lo faccio perché amo mio fratello.
Amo mio fratello...
Il cielo è completamente rosa... non un parte sola ma tutto, assolutamente tutto.
Ogni più piccola nuvola è rosa e rossa... uno spettacolo così non l'ho mai visto prima in tutta la mia vita.
Mi lascio cadere sulla sabbia ancora fredda e mi stringo la leggera giacca, siamo ai primi di Settembre e qui, a Santorini, è ancora piena estate ma, come in tutte le isole, la notte e la mattina sono fresche... anche troppo.
I muri bianchissimi delle case si sono colorati di rosa... accidenti, Shun sarebbe entusiasta di uno spettacolo del genere.
Se chiudo gli occhi riesco a vederlo perfettamente.
Il viso piccolo.
Semisepolto da quei capelli splendidi, sottili, miele dorato, sono così morbidi e sanno di shampoo dolce.
Gli occhi verdi come il sottobosco, caldi e ridenti... o seri e appassionati, che farebbe davanti a uno spettacolo del genere?
Sgranerebbe gli occhi stupito, estasiato, mentre il sole si rifletterebbe sul suo viso splendido, accendendolo ancora di più.
Mi stendo sulla sabbia con un gemito.
Lo amo.
Semplicemente.
Come può essere semplice un amore come il mio.
Un amore maledetto.
Oggi è il nove Settembre.
Oggi è il suo compleanno.
E io non sono accanto a lui, non sono a casa a fargli gli auguri, non andrò alla festa che, quasi sicuramente, gli altri ragazzi gli faranno.
Immagino i commenti.
Immagino perfettamente quello che penseranno e quello che diranno.
Un bastardo insensibile.
Senza cuore e senza sentimenti.
Senza nulla.
Mi rimetto a sedere.
Il mare è calmo e piatto, nessuna increspatura lo turba, nulla.
Ripenso al sorriso di Shun quando l'anno scorso l'ho portato fuori per festeggiare noi due da soli.
La sua felicità assoluta, il suo candore che me lo rende così caro, così meravigliosamente genuino e semplice allo stesso tempo.
Facevo finta che andasse bene così.
Mi facevo bastare i suoi sorrisi, i suoi abbracci e i suoi sguardi adoranti... e conservavo tutto nel mio cuore.
Senza rendermi conto che sarebbe arrivato il momento in cui tutto questo sarebbe stato insufficiente.
Assolutamente insufficiente.
Non mi basta più essere il suo sole... il suo adorato fratello.
Non mi bastano più gli abbracci dolcissimi o i baci casti sulle guance.
Ultimamente poi, quando tornavo alla villa, veniva a dormire con me e io non sapevo dirgli di no.
Difficilmente riuscivo a negargli qualche cosa, ma così le mie notti diventavano un inferno... goccia dopo goccia il mio sangue mi abbandonava e il mio istinto mi urlava di afferrarlo e di farlo mio.
Sporcando così un sentimento meraviglioso e puro.
Quanto di più innocente ci sia nell'universo.
Sono sempre stato convinto che l'amore tra due fratelli vada al di là di ogni cosa.
Al di là dell' amore fisico, del desiderio, della passione.
Di tutto.
Abbraccia l'universo e si fonde con esso.
Sono sempre stato convinto di tutto questo... e ne ho perfino parlato con lui.
Con lui che anticipava le mie parole, che sorrideva convinto, come se gli leggessi nel cuore dicendo quelle verità che anche lui pensava.
Quando è saltato il coperchio del mio vaso?
Quando mi sono reso conto che non sarei più riuscito a nascondere, un minuto di più, quello che realmente provo per mio fratello.
Mio fratello.
Il sole si alza lentamente, mi stendo completamente sulla sabbia e fisso lo sguardo nel cielo che si sta schiarendo sempre più.
Era un giorno normalissimo e io avevo la febbre abbastanza alta.
Quello che non era riuscito a nessuno l'aveva fatto un minuscolo e invisibile virus.
Stavo malissimo e non avevo voluto nessuna delle medicine che, con molta attenzione, cercavano di propinarmi.
Pur nell'incoscienza della febbre volevo rimanere lucido e sentire il mio corpo.
Sempre.
Chi mi curò con attenzione vegliando il mio tormentato sonno e passando le ore al mio capezzale?
Shun chiaramente, che non aveva voluto nessuno al suo posto.
Nessuno.
Mi svegliai al mattino, dopo una notte terribile, tutto ammaccato e sudato ma... finalmente lucido e libero dalla febbre.
Shun era li, seduto su una poltrona accanto al letto, con una mano sulla mia.
Che dormiva.
Il sole che entrava dalla finestra illuminava il suo volto stanco, distrutto dalla fatica di una notte insonne.
Mi alzai sui gomiti per guardarlo meglio e mi chinai su di lui... il mio meraviglioso Shun.
Che rischiai di perdere per sempre.
Qualcosa lì si spezzò.
Definitivamente.
Sentii chiaramente in me salire il desiderio, dirompente.
Lui sembrava un angelo che riposava, le ombre delle ciglia a velargli lo sguardo innocente.
E io mi sentivo il demone che voleva strappare per sempre quel velo dalla fronte.
Farlo mio fino a sentirmi, finalmente, appagato.
Felice.
Completo come mai in vita mia.
Era come se mi stessi sdoppiando.
Mi vidi cmentre mi chinavo sul suo corpo e lo stringevo a me.
Pur nella debolezza della malattia lo trascinai nel mio letto e affondai con il viso sul suo collo, baciando la pelle delicata sotto l'orecchio, mormorando il suo nome come in una litania.
Il mio adorato Shun fra le mie braccia.
Finalmente.
Aprì gli occhi lentamente... confuso.
- Ikky...fratello...ma che...-
Non lo feci parlare, mi stesi su di lui e affondai con la lingua nella sua bocca, un gemito che si ruppe sulle sue labbra, un gemito che era soltanto una minima parte di quello che stavo provando.
Non mi resi conto subito che non mi rispondeva.
Continuai a baciarlo come impazzito mentre le mie mani lo accarezzavano... senza tralasciare un centimetro della sua pelle.
Quando mi fermai?
Quando mi resi conto che lo stavo perdendo se continuavo così?
Quando lasciai le sue labbra gonfie, quando abbandonai quella bocca dolcissima per salire sulle guance, sugli occhi, baciando piano quella pelle calda e meravigliosa.
Le lacrime.
Le lacrime che mi entrarono nelle labbra riuscirono a fermarmi.
Non mi respinse, non fece nulla per trattenermi.
Anzi... ad un certo punto alzò le braccia per circondarmi la schiena.
Mentre stava continuando a piangere.
Chiudo gli occhi per non vedere quel cielo così azzurro...
Non sono lacrime quelle che mi pungono gli occhi.
E' sabbia, certo che è così.
E' assurdo adesso piangere... la mia decisione l'ho presa quando ho capito quello che stavo facendo.
Quello che lui stava facendo.
E' meglio così.
Cerco di convincermene mentre risento la sua voce che mi chiama, implorante.
Andai via senza dire una sola parola, senza guardarlo.
Se lo avessi fatto non avrei più avuto la forza di tornare indietro.
Di fermarmi.
Lasciai la villa quella sera stessa ma prima... prima dissi tutto a Shun.
Come può essere una dichiarazione d'amore?
In quale modo trovi le parole per dire alla persona che ami che lo stai per lasciare perché lo ami troppo?
Le sue lacrime... ognuna lasciava ferite di fuoco nella mia anima, ferite che non si sarebbero più cicatrizzate.
Capii che non mi avrebbe fermato mai perché per lui io ero, sono e sempre sarò tutta la sua vita
Ma questo non voleva dire che anche lui mi voleva come lo volevo io.
Si sarebbe dato a me per amore mio... ma non quell'amore che io volevo da lui.
Quello che gli avrei dato e che mi sarei preso senza le sue lacrime.
Non mi disse nulla.
Piangeva e non mi disse" resta fratello... farò tutto quello che vuoi ma resta..." perché allora non sarebbe più stato il mio Shun dal cuore puro e dall'animo nobile.
Il suo era ed è un amore innocente, il mio un amore maledetto.
E finché avrò vita, fino a che il sangue continuerà a scorrere nelle mie vene rivedrò il mio amato fratello mentre si alzava dal letto, si avvicinava a me e mi baciava sulla guancia.
Un bacio umido, pieno di lacrime, di dolore... di amore.
Lo strinsi a me per un attimo, un solo secondo.
Il tempo di respirare il suo respiro, di sentire ancora il profumo dei suoi capelli.
Poi me ne andai e non lo vidi più.
La spiaggia inizia ad affollarsi, troppo per i miei gusti.
Mi alzo in piedi e tolgo la sabbia dai jeans, mi volto verso le case e torno da dove sono venuto.
Auguri fratellino.
Auguri amore mio.
Tornerò quando non farà così male... te lo prometto.
Lasciami ancora un po' di tempo... ancora un po'.
Ancora un po'.

   
 
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