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Autore: Lumik Lovefood    13/09/2010    3 recensioni
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Il Villaggio della Sabbia. Quanto le era mancato.
In due anni d'assenza, aveva sempre sognato di poter rivedere e riattraversare quel crepaccio di roccia rossa che circondava la città che le aveva dato natale, aveva sempre atteso il momento in cui le sue narici potessero sentire l'odore caldo ed arido della sabbia e che la sua pelle potesse scontrarsi con il Sole giallo alto nel cielo.

Nel Villaggio della
Sabbia fa ritorno una ragazza del clan della Sabbia Rossa.
La ragazza ha viaggiato
per due anni e si troverà di fronte a se numerosi
combiamenti, primi fra questi:
La nomina di un nuovo e
giovane Kazekage.
La perdita di un
famigliare.
Riprendere il normale
ritmo di vita cui lei aveva spezzato sarà dura.
Prima fic che scrivo su questo fandom.
Accetto consigli/critiche/pareri/ecc... ^_-
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Matsuri, Nuovo Personaggio, Sabaku no Gaara
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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Akai suna no sabaku

Salve salvino, popolo del fandom di Naruto.
Navigo da poco in questo fandom, come questa idea che ho messo per iscritto di getto, in ragion per cui non so quanto abbiano senso questo agglomerato di parole e parole.
Vorrei precisare che, è la prima volta che scrivo su Naruto, perciò dovrei prendere un po' confidenza con questi personaggi a me nuovi e chiedo venia se li rendo snaturati. Se in caso non riuscissi nel mio intento di tenerli il più strettamente IC, siete liberi di farmelo sapere che lo aggiungo immediatamente negli avvertimenti.
Il titolo è in giapponese e significa "Sabbie Rosse nel Deserto", penso che si possa capire già da questo quale sarà il fulcro della storia ma comunque dirò qualcosa, dato che l'indroduzione fa abbastanza schifo, visto il mio scarso modo di riassumere o di incuriosire il lettore.
Questa fanfic tratterà maggiormente del Villaggio della Sabbia ed in particolare di un suo clan, ovvero quallo della Sabbia Rossa. Che dire se non che questa famiglia mi ha affascinato molto? Oltre ad essere una fan di Gaara, lo sono anche di Sasori (avrò un debole per i Rosso Malpelo?? XD) e devo dire che la Saga del rapimento del Kazekage è una delle mie preferite in assoluto. Qui, entrerà in scena un nuovo menbro del clan, ma le sue parentele verranno esposte già nel prossimo capitolo (che spero ci sarà!). Non credo che ci saranno SPOILER, visto che mi trovo molto indietro con i capitoli manga ma, in caso questa fic continuerà e ci saranno situazioni da spoiler, ve lo farò sapere, oltre che a segnalarlo negli avvertimenti. Per ora il rating sarà verde, ma non sono ancora sicura delle situazioni che si verranno a creare, in caso io debba alzarlo, ve lo farò sapere! ^^

Preciso anche un po' di nomi che appariranno in questo capitolo:
Hanako: deriva da "Hana" (fiore) e da "Aka" (rosso).
La Locanda Sunaka: deviva da "Suna" (sabbia) e da "Aka" (rosso).
Asashi:  è uno "storpiamento", se così si può dire, del nome del geniale mangaka che ha inventato Naruto, ovvero Masashi Kishimoto.

Ovviamente, derivano tutti dal giapponese. ^^

Bene, dopo queste ciance (che vi avranno  sicuramente annoiato e desistito nel leggere), passo direttamente al cap., non dopo avervi avvisato che, dato l'ora ed i controlli che ho fatto, ci saranno sicuramente degli errori e se qualcuno di voi, anima pia, vorrà recensire per farmi sapere un suo parere e per sapere se continuarla, vi pregerei anche di segnalarmi eventuali errori se ne avete voglia...
Ora vi lascio veramente alla lettura!
Buona lettura! ^*^




Ãḳäĭ Ṡųṅã Ŋō Șẫƃáĸǘ




introduzione e titolo
Odore di Sabbia, odore di Casa.





Il Villaggio della Sabbia. Quanto le era mancato.
In due anni d'assenza, aveva sempre sognato di poter rivedere e riattraversare quel crepaccio di roccia rossa che circondava la città che le aveva dato natale, aveva sempre atteso il momento in cui le sue narici potessero sentire l'odore caldo ed arido della sabbia e che la sua pelle potesse scontrarsi con il Sole giallo alto nel cielo.
Sorrise tra se, si aggiusto il coprifronte sul braccio e cominciò ad avanzare verso il varco con decisione finché non incontrò due ninja sentinelle.


Passeggiava per le strade di Suna e nel frattempo guardava quegli edifici rossi ed imponenti che le erano tanto mancati. Più di due anni d'assenza erano veramente tanti e se ne rendeva conto solo ora!
“Oh guarda chi si vede! Ma sei proprio tu, Hanako?” una voce femminile la fermò e le si avvicinò una donna sorridente avanti con l'età e piuttosto minuta.
“Hm?” fece stupita la ragazza non ricordando quel volto.
“Ma sì! Hanako! Che bello rivederti, sei diventata grande e soprattutto molto carina!” continuò l'anziana prendendole le mani e indietreggiando per osservarla meglio “Oh, non coprirti troppo, cara!” continuò l'anziana. La ragazza indossava una larga felpa azzurra con i risvolti alti e blu che le arrivava fino a metà cosce con dei pinocchietti aderenti neri ed i soliti calzai da ninja. Il coprifronte era cucito sul braccio destro mentre sul fianco sinistro pendeva una sacca bianca.
“Ma lei è... La signora Yoko! La trovo in forma!” rispose la ragazza stringendo le mani della signora e sorridendo felice.
“Ma vieni, vieni a casa mia a prenderti qualcosa... E' da tanto che non ti si vede!” le propose l'anziana gentilmente.
“Vorrei ma non posso! Sono appena arrivata al Villaggio e vorrei vedere la mia famiglia... Sarà per un'altra volta.” sorrise Hanako e si congedò dalla signora, proseguendo il suo cammino ed imboccando una piccola stradina.
Mentre camminava, nelle sue narici si fece spazio un odore nostalgico ed invitante di uova e fritto, era segno che casa sua era vicina e sentì traboccare il cuore di gioia e d'impazienza.
Una piccola locanda, con le imposte e l'entrata in legno chiaro e l'insegna rossa e bianca. Eccola, casa sua, dopo tanto tempo era riuscita a tornarci per poter rivedere la sua famiglia.
Entrò e assisté ad una scena familiare che aveva visto tante e tante volte quando era più piccola.
“Asashi? Un okonomiyaki alle verdure ed una alle seppie!” gridò un uomo sedutosi su un tavolo della piccola locanda Sunaka poco distante dal bancone.
“Arrivano subito.” rispose cordiale la donna a cui era rivolto l'urlo e si affrettò a versare l'impasto di uova, acqua e farina sulla piastra bollente ed a lavorarlo insieme agli altri ingredienti con le sue palette di ferro. Oltre al sfrigolare delle frittate c'era anche il brusio delle poche persone che sedevano nei tavoli della locanda e che chiacchieravano del più e del meno.
Hanako si avvicinò al bancone dove Asashi stava preparando da mangiare e si mise in piedi di fronte al capo cremasi chino della donna, salutandola.
“Ciao mamma.”
La donna alzò lo sguardo e sgranò gli occhi marroni segnati da lievi rughe e borse violacee. Non riuscì a dire niente, solo a lasciare cadere a terra i suoi arnesi culinari e correre al di là del bancone per riabbracciare la figlia.
“Hanako! Hanako sei tornata!”. gli occhi castani della donna si riempirono presto di lacrime e strinse forte a sé la ragazza fino a toglierle il fiato “I tuoi capelli sono lunghi! Li hai legati!” finì la donna passando una mano sulla crocchia che legava i capelli castano-rossicci della figlia.
“Mamma? Mamma, mi stai soffocando...” replicò la ragazza cercando di togliersi di dosso la presa ferrea della madre, ma non ottenendo i risultati sperati. Nel frattempo l'okonomiyaki continuava a sfrigolare sulla piastra bollente ed a far propagare un odore tutt'altro che invitante.
Improvvisamente, Asashi tornò in sé e fece ritorno al suo posto borbottando “L'okonomiyaki è bruciata! Bruciata!” e Hanako si ritrovò a sorridere: sua madre era rimasta la solita sbadata ed impulsiva di sempre.
“Mamma, lascia che ti aiuti.” disse improvvisamente la ragazza posando la borsa e mettendosi in vita un grembiule.
“Oh ecco, brava! Servi i tavoli due e cinque.” le ordinò la donna buttando la frittata bruciata e preparandone una nuova.
“Agli ordini!” replicò scherzosa la ragazza dirigendosi verso i clienti che attendevano di essere serviti. Le sembrava di essere tornata piccola e di quando passava le mattinate ad aiutare la madre con la locanda, certo prima non poteva fare molto ma, ora che era grande, era tutto un altro discorso e poteva ripagare come si deve, i sacrifici che sua madre aveva fatto per lei dopo la perdita del marito.
Finito di lavorare Hanako e sua madre stavano mettendo in ordine la locanda.
“Come è andato il viaggio? Hai tanto da raccontarmi...” irrompette Asashi continuando a passare minuziosamente un panno umido sulle piastre ormai fredde.
“Bene, grazie! Non puoi capire che bello viaggiare, mamma! Appena finito qui vorrei fare un giretto ed incontrare un po' di gente.” rispose Hanako interrompendo momentaneamente il suo lavoro con la scopa.
“Mi... Mi sembra un'ottima idea... Anzi, perché non vai ora? Finisco io qui!” le disse la madre un po' esitante e deglutendo a fatica e capendo le intenzioni della figlia.
La ragazza non se lo fece ripetere due volto, mollò scopa e grembiule su un tavolo ed agguantò la sua borsa per uscire in fretta e salutando la mamma con un striminzito “A dopo!”, non pensando troppo all'esitazione nella voce della madre. Forse avrebbe voluto che il suo primo giorno di ritorno lo passasse con lei... Sbatté la porta e si precipitò per le strade del villaggio.
La donna sospirò rassegnata e continuò a pulire.


Hanako camminava per le strade spensierata e sorridente con una destinazione ben precisa: il Palazzo del Kazekage.
Sapeva che lì vivevano due persone a lei importanti e che le sarebbe tanto piaciuto rivederle, le erano mancate tantissimo, ed è solo grazie a loro che riuscì ad apprendere le basi per essere ninja di valore durante l'assenza, del tutto motivata: la voce che le diceva continuamente di viaggiare sia era fatta troppo forte e non riuscì a farla smettere, così, non essendo nemmeno quattordicenne e dopo aver superato l'esame per diventare chunin, partì alla volta dell'ignoto lasciando la madre in un mare di lacrima ma con la consapevolezza di seguire il proprio sogno. Vagabondare per il mondo era stata un'ottima scelta per la sua cultura, visto che era molto allergica ai libri ed alle dicerie del villaggio.
Mentre passeggiava, molte persone la salutavano dopo averla riconosciuta oppure la fermavano per congratularsi dell'ottima crescita che era avvenuta. Lei, gentilmente, si fermava lo stretto necessario per non offendere nessuno e per non rubare troppo tempo al suo obbiettivo principale.
Le era mancato un po' il calore dei suoi compaesani: la sua infanzia l'aveva passata tra le strade di Suna insieme alla sua amica più piccola e la locanda della mamma, e così aveva conosciuto un po' di persone veramente simpatiche e gentili.
Arrivata finalmente di fronte al palazzo del Kazekage, si aggiustò la felpa che le stava larga ed i capelli e si presentò ai due ninja di guardia, chiedendo udienza con le persone richieste.
Dopo che le ebbero indicato la via, Hanako attraversò un largo piazzale con la testa rivolta verso l'alto ad ammirare l'architettura caratteristica dell'edificio più importante di tutto il Villaggio della Sabbia, ma dovette smettere immediatamente.
Un oggetto si stava avvicinando verso di lei a gran velocità, si voltò di scatto verso la sua destra e lo afferrò con l'incide ed il medio prima che potesse trafiggergli l'occhio dalla strana iride verde cerchiata di nero.
Mise l'oggetto sotto i suoi occhi indagatori e scoprì che era un semplice kunai, un semplicissimo kunai che stava per cavargli l'occhio. Sentì un leggero nervoso pervadergli il corpo quando sentì una voce femminile strozzata dalla corsa che si stava avvicinando verso di lei e si scusava.
Alzò lo sguardo dal kunai ed incontrò una ragazzina minuta con gli occhi ed i capelli castani che correva verso di lei, farfugliando delle scuse, seguita da una ragazzo dai strani capelli rosso fuoco.
“Mi scusi, mi scusi infinitament-eh? Hanako?”
La ragazza parve un attimo spaesata e si soffermò a guardare la ragazza davanti a sé. Sgranò gli occhi quando la riconobbe.
“Matsuri? Sei proprio tu?” chiese la chunin indicandola con un dito.
“Hanako, sei tornata!” la ragazzina squittì felice prendendole la mano libera e stringendola tra le sue. “Quando, quando sei tornata?”
“Questa mattina. Ma tu cosa stai facendo?” le chiese Hanako restituendole il kunai “Fa' più attenzione la prossima volta!”
Nel frattempo, il ragazzo le aveva raggiunte e si apprestava a scusarsi.
“Scusami, è colpa mia. Ho evitato il kunai e ti è venuto addosso.”
Hanako osservò tra le sue ciglia quello stano individuo: non metteva in dubbio la sua bellezza “esotica” con quegli occhi di un acquamarina magnetica, ma c'era qualcosa che la intimoriva. Ma era solo una voce tra le tante che cantavano la sua bellezza.
“Non fa niente.” rispose la ragazza sorridendo e poi si rivolse verso la sua amica “Ancora mi dici cosa stai facendo, Matsuri...”
“Mi sto allenando con il Kazekage!” rispose entusiasta la ragazza, piena d'orgoglio.
“Davvero?” la castana si ritrovò a sgranare gli occhi per la seconda volta in quel giorno e la sua curiosità fu ulteriormente stuzzicata “E chi è?” chiese poi con un sorriso.
“Ce l'hai di fronte! E' il Nobile Gaara del Deserto!” rispose la ninja indicando il ragazzo accanto a lei.
Hanako dovette fare una fatica enorme per far si che la sua mascella non cadesse a terra insieme agli occhi, che erano praticamente fuori dalle orbite. Un ragazzo, così giovane, era il Kazekage?
Guardò per un interminabile minuto il Kazekage tanto da metterlo lievemente in imbarazzo. Cercò di trovare le parole per rispondere ma riuscì solo a muovere le labbra senza emettere alcun suono e decise di inchinarsi per rimediare alla brutta figura.
“Mi... Mi scusi, nobile Kazekage!” si scusò Hanako, rialzandosi dall'inchino e grattandosi imbarazzata la nuca “Solo che... Sono appena ritornata al Villaggio dopo un'assenza di più di due anni e mi sono persa un po' di cose...”
“Dove sei stata?” chiese un interessato Gaara.
“In giro per i vari paesi assieme al mio maestro...” spiegò la ragazza, abbassando lo sguardo per non incontrare gli occhi freddi del suo capo, gli facevano un certo effetto tutt'altro che piacevole.
“Nobile Kazekage, Hanako fa parte del clan della Sabbia Rossa.” s'intromise Matsuri informando il suo maestro.
Gaara sgranò gli occhi sorpreso e notò l'aria farsi pesante. Forse... Forse doveva informare quella ragazza di un grave fatto avvenuto e che ha coinvolto la sua famiglia.
“Hanako?” esordì serio il ninja del Deserto “Penso che tu debba prima sapere una cosa...”
La ragazza sussultò impercettibilmente e notò una leggera ombra nello sguardo di Gaara e, quando volse i suoi occhi verdi verso lo sguardo castano dell'amica, notò che era basso e mortificato.
Deglutì a fatica e l'impazienza di sapere si tramutò presto in paura di scoprire e soffrire troppo.
Non si prospettava un discorso molto piacevole.








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