Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: bubblin_    13/09/2010    1 recensioni
"Lo amavo e mio zio aveva torto. Poco importava che lui fosse un vampiro e io un umana. Poco importava che io fossi la Cacciatrice e lui il demone da distruggere. Lo amavo e non c’era altro modo di sfuggire a ciò che provavo per lui. Chiedermi di rinunciare a quella parte di sentimenti era come chiedermi di rinunciare a una parte di me stessa, come chiedermi di tagliarmi a metà. Il solo pensiero mi causava tanto dolore da procurarmi conati di vomito. Non potevo tornare dietro, neanche a volerlo. Ora mai c’era troppo dentro. Ero sua, gli appartenevo, come le stelle appartengono al cielo."
Genere: Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Al Calare delle Tenebre



Come uno che, per strada deserta
cammina tra paura e terrore
e, guardandosi indietro, prosegue
e non volta mai più la testa
perché sa che un orrendo demonio
a breve distanza lo insegue.
[S.T Coleridge]


13 Maggio 1992

Caro Richard,
stiamo partendo.

Io e tua figlia abbiamo preso questa decisione dopo che hanno bruciato la casa, con noi dentro. Sono sicuro che siano stati loro. Non c’è altra spiegazione, i vandali che si vogliono divertire non vengo nel pieno del bosco per dar fuoco a case. Sono loro. Probabilmente stavano escogitando questo piano da un po’ quindi cerca di non giustificare l’accaduto con frasi tipo: “ è stato fatto per ripicca” perché sapevano che noi eravamo lì dentro. Hanno solo atteso il momento giusto è tutto è esploso nel fuoco. È da quando i bambini sono nati che tentato in qualche modo di ribellarsi e io non posso di certo rimanere qui, aggiungermi agli altri Cacciatori con la speranza di calmare la rivolta con il rischio che Wendy e i piccoli vengano uccisi. L’idea che, presto o tardi, ci saranno due Cacciatori in più a dare la caccia a tutti loro, deve avergli dato alla testa e hanno scelto il modo più facile per toglierseli dai piedi: ammazzarli. Il fuoco deve esser stato appiccato dalla stanzetta di Lucy. Non so neanche chi e come sia riuscito ad entrare in casa, sta di fatto che la bambina non è stata toccata, semplicemente è stato dato fuoco alla sua camera con lei nella culla. Il fuoco è divampato in un attimo e non ho idea di come, grazie a Dio, non sia morta. Wendy ha portato David e Andrew verso il bosco mentre io sono entrato nella stanza per prendere Lucy ma è stato come trovarsi davanti alla bocca dell’inferno. C’èra fuoco e fumo ovunque, non riuscivo nemmeno a respirare. Non sentivo nemmeno Lucy piangere, per un momento ho creduto che fosse morta, e quando è crollato il soffitto ho pensato che fosse la fine. Ma in verità il cemento e i mattoni mi hanno aperto un varco nel fuoco e sono riuscita a prenderla e portarla via, al sicuro. Era viola in faccia, non respirava nemmeno più, poi improvvisamente si è ripresa. Meglio così. A neanche tre mesi di vita ha rischiato di morire mentre i suoi fratelli l’hanno scampata per un pelo. Capisci ora perché partiamo? Ne io ne tua figlia vogliamo far crescere i nostri figli in un luogo così, dove a ogni movimento nell’ombra, la paura che qualche demone sputato dall’inferno venuto a far del male ai nostri figli ci assalga. Sai bene che dare la caccia a vampiri, demoni e altri mostri non mi ha mai attratto e sebbene sia stato educato così fin da piccolo, non voglio far lo stesso con Andrew e David. Il gene del Cacciatore è qualcosa che hanno nel sangue sia da parte della mia famiglia che da quella di Wendy, la tua, è qualcosa che fa e farà parte di loro per sempre , per questo una volta cresciuti abbastanza non intendo nascondergli niente di questo segreto, saranno sempre al corrente di tutto. Ma, da padre, non posso chiedergli di rinunciare alle loro ambizioni per impugnare paletti in legno e d’argento. È come ordinargli di stare dietro una grande vetrata trasparente a osservare i sogni degli altri avverarsi, mentre i loro rimangono dietro a guardare. Saranno loro a scegliere il loro futuro.
Ora siamo diretti verso la mia vecchia casa in Irlanda, dai miei. Reputo che sia un posto molto più sicuro, sebbene anche i demoni del posto non tardino a reclamare l’attenzione dei Cacciatori locali. Avrai capito perché non ti ho detto tutto questo tramite chiamata: qualcuno di loro avrebbe potuto sentire e non voglio rischiare.

Wendy ti vuole bene, e spero che non ti rammaricherai per questa decisione. Avrò cura di lei, non temere.

Con stima,

Thomas.

Quando Richard Anderson lesse le ultime parole di quella lettera, scritta con calligrafia disordinata, fu colto da un impeto di rabbia e dolore così potente da farlo cadere per terra, in ginocchio, proprio davanti al camino. Ignorò il male alle ginocchia, coperto da un altro tipo di cruccio molto più forte. Si sforzò di non far traboccare le lacrime che rischiavano di scendere lungo le guance e con un urlò disperato appallottolò la lettera, gettando la pallina di carta nel camino. Il foglio di carta prese fuoco in un attimo, passando velocemente dal tipico color bianco a un giallo sbiadito fino al marrone e poi al grigio, sgretolandosi in cenere e mischiandosi con i carboni ancora ardenti della legna che scoppiettava. Solo dopo aver colto l’ultimo granello di cenere che spariva tra le fiamma si portò le mani tremanti sul viso, piangendo sommessamente.

La scena, per tutto il tempo, venne osservata da un giovane ragazzo, seduto aggraziatamente su un ramo di un albero poco lontano da casa, ai margini del bosco. Dopo aver socchiuso gli occhi, riducendoli a due fessure, si guardò intorno circospetto, assicurandosi che nessuna delle case vicine avesse luci accese poi, ignorando i quindici metri di altezza su cui era sospeso, si buttò giù senza timore, atterrando in modo spaventosamente aggraziato e disinvolto sulle punte dei piedi, senza produrre nessun rumore , sul prato secco e gelato. Quasi come fosse un animale predatore, si acquattò un poco e respirò a pieni polmoni l’aria fredda della notte, in cerca di qualche odore. Non captò nulla di anomalo, se non un gruppo di cervi a qualche chilometro di distanza, verso il William River. Soddisfatto di ciò che aveva appena osservato nella casa, sorrise, poi sbuffando – nessuna nuvola di fiato gli usci dalla bocca – si incamminò con una camminata flessuosa e sicura di sé verso il bosco nero, sparendo nel buio.

Ooook, se siete arrivati fino alla fine senza avere attacchi di vomito, conati di nausea, giramenti di testa e nei casi peggiori attacchi al vostro apparato crasso, è un buon segno. =)

Questa sarà una long - fic.

Come prologo è penosissimo e probabilmente poco chiaro e confuso ma da una parte volevo che fosse proprio così. L’ho scritto in un momento di fantasia e dopo che ho riletto tutto, l’idea di scrivere qualcosa mi è piaciuta più di quanto immaginassi.

Se tutto questo può interessarvi fatemi sapere che magari posto il seguito. =)

Mi raccomando, recensite. Please?


Bacio.

Bubblin_

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: bubblin_