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Autore: NonnaPapera    15/09/2010    6 recensioni
I passi lenti risuonano nuovamente per la grande dimora, vuota ormai da tempo immemore.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Partecipante al contest Six Months Parole chiave: Villa, Sole

L’ATTESA

 

“Non so dove trovarti
Non so come cercarti
Ma sento una voce che
Nel vento parla di te
Quest' anima senza cuore
Aspetta te

Adagio”

 

I passi lenti e stanchi, lo strascico ormai logoro di quel vestito ricamato per la festa.

Ogni stanza viene passata al settaccio, senza lasciare nulla di intentato, di incontrollato.

La speranza è sempre quella che lui appaia così, come dal nulla.

Che una volta almeno una, aprendo la solita porta, lui sia lì dietro a quel battente –logoro quanto le sue vesti- ad aspettarla, come faceva sempre.

Ci sono momenti in cui la sua voce ritorna.

Rincorre la mente, tarlata dagli anni e dalla sofferenza, e si appropria delle orecchie come se fosse lì nuovamente al suo fianco, per sussurrarle parole d’amore e di conforto.

Allora la frenesia prende il sopravvento, inizia correre per quelle stanze vuote e senza luce, urlando il suo nome… invocando anche solo un segno della sua presenza.

Sono i momenti peggiori quelli, i momenti nei quali si rende conto di essere semplicemente sola, di dover ancora attendere il cambiamento.

Un cambiamento che forse mai avverrà.

Il cuore è fermo, non batte più –anche se non per sua volontà-.

I passi si trascinano per l’ennesima stanza polverosa –lenti ed incessanti-.


“Le notti senza pelle
I sogni senza stelle
Immagini del tuo viso
Che passano all' improvviso
Mi fanno sperare ancora
Che ti troverò
Adagio”

 

La mano accarezza il viso smunto, che si rispecchia su quella superficie sporca.

Nulla è più come prima –prima che la vita l’abbandonasse-.

Neppure la notte allevia il dolore, non esiste più lo scorrere del tempo –almeno non per lei-.

Non è concesso, ad anime erranti come la sua, di trarre sollievo dalle stelle.

Però il ricordo rimane, l’amore persiste immutato.

E’ questo che la distingue da tutti gli altri.

Poveri spiriti errabondi, persi nella nebbia dei loro inconfessabili limbi.

Solo pochi hanno la fortuna del ricordo.

Ricordo di ciò che è stato, speranza per ciò che sarà.

Questo porta maggiore sofferenza, ma permette di non impazzire.

Il bel volto giovane e sorridente, si affaccia alla mente nei momenti più impensati, proprio quei momenti in cui la speranza è sul punto di svanire.

Eccoli lì, gli attimi di quella sua vita ormai lontana –vita vissuta tra feste, balli ed amore-.

Amore per lui, che ancora non riesce a trovare… ma che continua disperatamente a cercare.


“Chiudo gli occhi e vedo te
Trovo il cammino che
Mi porta via
Dall' agonia
Sento battere in me
Questa musica che
Ho inventato per te”

 

Un gesto che faceva nei suoi tempi passati, un movimento abituale.

Le palpebre, corrose dalla morte e dal tempo, si serrano su quelle orbite ormai vuote di vita e di luce.

In quel gesto del tutto superfluo, ritrova la vista dell’uomo che ha tanto amato.

In quegli attimi pare di scorgere, la via.

Quella strada luminosa e ben segnalata che la porterebbe da lui.

La felicità è come in crescendo, in quei dolci momenti di pura letizia.

Per brevissimi e labili istanti, riesce perfino a sfiorargli le mani, a toccargli il volto ed a baciargli quelle calde labbra.

Il cuore, spento da secoli, ricomincia a battere, al ritmo di una strana musica sconosciuta.

Il suono degli angeli.

Però poi, tutto svanisce, l’unica cosa sensata da fare è continuare a vagare in cerca di lui.

In attesa del loro ricongiungimento, per l’eternità.


“Se sai come trovarmi
Se sai dove cercarmi
Abbracciami con la mente
Il sole mi sembra spento
Accendi il tuo nome in cielo
Dimmi che ci sei “

Le labbra si muovono, rattrappite –non più abili a proferire parole- in una disperata preghiera.

La speranza, che lui la senta e la venga a salvare, da quella morte senza pace… da quella vita senza respiro.

Lo sguardo attraversa una delle grandi finestre alla ricerca del cielo.

Quella grande casa vuota è la sua prigione.

Non potrà mai lasciarla, da sola non troverebbe l’uscita.

Solo lui può salvarla, solo lui può abbattere quelle barriere invisibili, che oscurano il sole alla vista.

Il calore di quell’astro luminoso ormai è solo un vago sentore di un tempo che fu.

Non ci sono più desideri da esprimere, niente più che valga la pena chiedere… eccetto una cosa.


“Quello che vorrei
Vivere in te
Il sole mi sembra spento
Abbracciami con la mente
Smarrita senza di te
Dimmi chi sei e ci crederò
Musica sei
Adagio”

 

Ricongiungersi a lui.

Essere una cosa sola, così come lo sono stati un tempo.

Tu puoi vedere brillare il sole amore?

Da lassù ne senti il calore?

Io qui intrappolata in questa mezza esistenza errante, non sento più nulla.

Il destino –crudele, crudele, crudele- gioca con le anime mortali, come una bambina con le sue bambole.

Strappa teste, con il sorriso sulle labbra, e poi perde i pezzi per la strada della vita.

Lei a vagare per la casa che doveva ospitare il loro amore.

Lui salito al cielo, dopo anni passati a rimpiangere di averla persa, così giovane e pura.

I passi lenti risuonano nuovamente per la grande villa, vuota ormai da tempo immemore.

Lo spirito cammina -ipnotico e raccapricciante- tra quelle stanze in decadimento, muovendosi al ritmo di una danza silente -per tutti fuorché per lei- .

Aspettando, aspettando, aspettando…

 

End

 

Piccolo spazio privato:

Ok per chi non l’avesse capito, la storia parla del fantasma di una giovane donna, che non è salito al cielo perché attendeva l’amato.

L’attesa si è rivelata infinita quando lui, una volta morto è asceso al paradiso, lasciandola ad aspettare un evento che non si verificherà mai (cioè il ricongiungimento delle loro due anime in quel limbo nel quale è lei).

Si lo so è decisamente triste, malinconica, deprimente… chi più ne ha ne metta!

Ma che volete quando ho letto la canzone mi è venuto in mente solo questo.

Dimenticavo la canzone è “Adagio” di Lara Fabian.

Alla prossima!

P.S. naturalmente mi piacerebbe sapere cosa ne pensate!

Partecipante alla challenge The One Hundred Prompt Project 12° Argomento: Tempo 60. Senza Tempo
   
 
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