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Autore: april88    15/09/2010    6 recensioni
Sono qui… seduta a ripensare alle cose che ho perso il giorno prima: mio padre… poi Andrè… e infine Caesar.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Oscar François de Jarjayes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nell'attesa del prossimo capitolo di:
Nelle mani di Dio, pubblico questa storia.
Buona lettura!


Ultimi istanti di vita

Ho vagato tutta la notte.
Non sapevo, dove stavo andando. Solo… non ce la facevo più a stare seduta davanti alla Chiesa.
Mi risveglio in un piccolo vicolo. Sulla strada, vedo delle persone correre… stavano dicendo qualcosa, ma non voglio sentire niente. Sono qui… seduta a ripensare alle cose che ho perso il giorno prima: mio padre… poi Andrè… e infine Caesar.
Riprendo il mio pianto. Credevo di aver pianto abbastanza, ma non era così.
Sento la voce di Andrè e alzo lo sguardo: si è proprio Andrè. Gli corro incontro e lo abbraccio forte.
Ma mi accorgo che l’uomo che stringo è Alain. Mi stringe tra le sue braccia. Mi permette un altro pianto poi mi chiede di seguirlo. Bernard e un gruppo di parigini, sono davanti alla Bastiglia. Hanno dei cannoni. Ma nessuno li sta usando.
Realizzo in quel momento che devo fare: aiutare il popolo ad abbattere quella fortezza, il simbolo della Monarchia.
Con uno scatto, mi pongo in prima linea ed estraggo la spada.
I soldati dietro di me mi seguono.
Cominciamo a sparare.

Mi vergogno quasi di me stessa… non sono durata a lungo sul campo di battaglia… pochi minuti… e sono stata buttata a terra. Intorno a me, ci sono fumo e fiamme. Il petto mi brucia… a causa di tutte le pallottole che ho in corpo.
I miei soldati mi hanno presa e portata al riparo.
Sono sdraiata in un vicolo buio e sudicio… anche le coperte in cui mi hanno avvolta sono sudice.
Ho ordinato ad Alain di assumere il comando. Io non ho la forza per continuare a lottare a malapena sono riuscita a dir loro: “Sparate… continuate a sparare!” con quel poco fiato che mi resta in corpo.

I miei soldati non accennano a muoversi. Non ho neanche la forza per urlargli di eseguire gli ordini.
È stato Alain a dar loro la forza per uscire là fuori in quell’inferno e buttare giù a cannonate la fortezza.

Ora sento il rombo dei cannoni e le grida di rabbia dei miei uomini: si stavano scagliando contro l’edificio per vendicarmi. Rosalie e Bernard, mi sono vicini, mi tengono la mano, come se non volessero lasciarmi andare.
So che non rimarrò con loro a lungo. Io non voglio neanche lottare: Andrè mi sta aspettando. Il medico cerca di aprirmi la giacca: un ultimo disperato tentativo di salvarmi. Fermo le sue mani prima che con un bisturi tentasse di estrarre i proiettili.
“No… non lo fate per favore! Andrè mi sta aspettando… lasciatemi andare da lui”.
Rosalie inizia a piangere come una bambina. Io l’avevo salvata da una vita di stenti… e di certo l’ultima cosa che avrebbe voluto era vedermi morire.

I suoi pianti, mi hanno sempre fatto uno strano effetto… mi mettevano tristezza… mentre io voglio essere felice perché Dio mi concede di raggiungere il mio compagno. Se non lo raggiungessi adesso, quanto sarei potuta stare ancora su questa terra? Forse Dio mi avrebbe concesso altri cinquanta anni di vita. Ma sarebbe stata vita senza il mio Andrè? Ecco… le immagini attorno a me, si stanno offuscando.

Rosalie e Beranard ormai sono ombre. Alzo gli occhi al cielo e l’ultima cosa che vedo è una colomba.
Rosalie, capendo cosa succede, piange più forte.
È un attimo poi… chiudo gli occhi per sempre.

FINE

Spero di non avervi rattristato la giornata con la mia storia.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Ciao a presto!

  
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