Film > Alice nel paese delle meraviglie
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Autore: DolceRosellina    15/09/2010    2 recensioni
"Hai solamente tre sorsi a disposizione. Stà bene attento a ciò che fai...„
Genere: Romantico, Dark, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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CAPITOLO 9

 

 

…Tic…Toc…Tic…Toc…Tic…Toc…

 

Alice…Alice!

 

…Tic, Toc, Tic, Toc, Tic, Toc…

 

Did someone pull you by the hand…?

 

…Tic-Toc, Tic-Toc, Tic-Toc, Tic-Toc…

 

How many miles to Wonderland…?

 

…Tic Toc Tic Toc Tic Toc Tic Toc…

 

Please tell us so we’ll understand…

 

…TicTocTicTocTicTocTicToc!!

 

Oh, Alice!

 

 

Twinkle…Twinkle…Little Bat…

 

How I wonder… where you’re at…

 

Up above the world…you fly…

 

Like…a tea tray in the…sky…

 

 

 

Se per il Cappellaio fosse esistito il Tempo, esso si sarebbe fermato.

 

Morto.

 

In un lucente lago di rubino.

 

In un lucente lago.

 

Un lago rosso scarlatto.

 

 

Un urlo. Un semplice urlo, come ce n’è tanti. Ci sono le urla liberatorie. Le urla di terrore. Le urla di gioia. Le urla di dolore. Quell’urlo, non era tra questi. Quello era un urlo diverso.

 

Quello era l’urlo d’un Cappellaio Matto.

 

Cercatelo, se volete. Sui vocabolari, sui libri. Chiedete in giro, semmai. Oppure provate a immaginarlo, se proprio avete voglia. Ma posso affermare con certezza che sarà una cosa vana. Perché non potrete mai neanche sfiorare l’idea dell’urlo d’un Cappellaio Matto.

 

Eppure, vi dico, è più straziante d’una carestia.

 

Più doloroso d’una malattia.

 

Più disperato, forse, della Morte stessa.

 

Urla d’un Cappellaio Matto.

 

Continue, imperterrite, rinnovate.

 

Un uomo consunto dalla disgrazia.

 

Un uomo usurato dalla follia del dolore.

 

In un gesto completamente manovrato da quella che poteva, forse, essere chiamata disperazione, l’uomo premette con violenza il suo fianco al nudo pavimento in pietra, schiacciando quella maledetta fiala a cui s’era affidato. La frantumò convulsivamente, logorandosi il cappotto fino a squarciarsi la pelle, bagnandosi delle ultime goccie della pozione che ora si congiungevano al suo sangue. Eppure, sapeva che la colpa non era della pozione. Sapeva che non era colpa della Regina Bianca. Sapeva che non era colpa del Destino. L’unica persona ad esser stata causa di tutto quello non era che lui. La colpa era la sua e del suo inammissibile, intollerabile, imperdonabile egoismo.

 

 

Urla d’un Cappellaio Matto.

 

 

 

***

 

 

La Regina Bianca scese rapida dal suo cavallo opalino non appena lei e il suo esercito non furono giunti davanti all’imponente dimora della maledetta sorella. Il Bianconiglio le strattonò un’angolo dell’abito lattescente, per poter attirare la sua attenzione.

 

  -Vostra Maestà, come dobbiamo agire…?-

 

La sovrana si voltò verso l’esercito, pronta a comandare. Chinò il capo per qualche istante, come per trovare il modo giusto di enunciare i suoi ordini. Fece poi per aprire la bocca e parlare, pronta a informare il suo seguito del suo piano, ma qualcosa di inspiegabile, qualcosa di veramente insolito le bloccò le corde vocali. Qualcosa che le faceva raschiare la gola. E faceva male.

 

  -Vostra Maestà, noi siamo pronti a…-

 

  -Shhhh, hai sentito anche tu, McTwisp…?-

 

  -Oh, mia Regina, le chiedo perdono, ma non ho prestato attenzione a…-

 

  -McTwisp…-

 

  -Cosa succede, Altezza?!-

 

  -S…state qui….-

 

  -Com…?! Vostrà Maestà! Dove correte, oh Cielo!-

 

  La Regina Bianca afferrò due lembi della sua gonna, per poter facilitare la corsa. Attraversò il ponte levatoio che collegava il sentiero al Castello dei Iracebeth. Un violento fastidio alle tempie l’accompagnò per tutto il percorso, chiedendosi istericamente perché non ci fossero guardie a controllare l’entrata, né a sorvegliare l’interno del palazzo. Seguì quel suono frustrante che solo lei sentiva, che le pugnalava con mille lance il cuore e glielo apriva in due come una noce. Non passarono che pochi minuti, prima che la donna giungesse nell’arena, entrando dalla cancellata riservata ai sudditi. La plebe s’accorse in pochi attimi di quella presenza completamente fuori luogo e inaspettata: non c’era una sola persona a cui non tremasse almeno una parte del corpo o che non avesse gli occhi velati dall’orrore. La Regina Bianca manteneva altezzosa il suo autocontrollo che sentiva schizzare via dalla sua pelle, la folla che le liberò un passaggio per poterla far avanzare.

 

Non lo avessero mai fatto.

 

  -Benvenuta, Mirana.-

 

La Bianca dovette deglutire almeno una decina di volte e sgranare gli occhi fino a farsi male per non crollare a terra. Tuttavia, non avrebbe resistito ancora per molto davanti a quello spettacolo raccapricciante. Fine dei giochi.

 

  -Era….necessario arrivare…a tutto…a tutto questo…-

 

  -Bene, molto bene, a quanti pare la mia sorellina non ha più assi nella manica.-

 

  -Era solo una…una…-

 

  -UNA COSA? UNA RAGAZZINA?-

 

  -Iracebeth…-

 

  -Anche io ero una ragazzina, allora, proprio come te, disgraziata!-

 

La Regina Rossa, oltre alla ragione, perse totalmente anche il controllo di sé stessa, iniziando a bagnarsi le guancie di lacrime come mai, mai aveva pensato di poter fare. Il trucco le colava sotto agli occhi, facendo scivolare scie d’acqua nere che le macchiavano il volto corrotto dalla malizia.

 

  -Ero una ragazzina anche io, Mirana. E’ vero, tu eri più piccola, ma ero pur sempre una ragazzina. E la maggiore per giunta… perché hai dovuto rovinare tutto!?!-

 

Grida. La Rossa tremava come un albero nel mezzo di una tempesta, gli occhi e le guancie gonfie e rosse. Le mani persero ogni genere di forza, lasciando rovinare a terra la grossa ascia imbevuta di sangue. Iracebeth piangeva frustrata, stringendo i denti con violenza.

 

  -Se non fossi arrivata tu… se solo non fossi arrivata tu…-

 

La sovrana Rossa cadde in ginoccho, lo sguardo puntato sulle goccie di liquido rosso che indisturbate sembravano divertirsi ad intingere le pietre grige.

 

  -Se non fossi arrivata tu…non sarebbe…successo…-

 

  -Questo…è senso di colpa, Iracebeth…?-

 

Un’affermazione che violò con troppa aggressività l’orgoglio della Rossa. Una frase che fece scattare un allarme troppo violento da poter sovrastare ogni vaga emozione.

 

  -Guardie! Tagliategli la testa!! Anzi, no, uccidetela, non m’importa come!!-

 

Le Guardie s’affrettarono ad obbedire agli ordini della loro Regina, ma non appena furono lì lì per afferrare la Bianca e infilzarla con le loro lance acuminate, una di esse si bloccò all’istante: dapprima si portò le mani ferree alla pancia, per poi cadere in ginocchio in preda a violenti conati.

 

  -Che scherzo è questo?!-

 

Stayne sgranò gli occhi alla visione delle Guardie Reali che, lentamente, iniziavano a liberare goccioloni dal loro intero corpo, quasi…come se si stessero fondendo. Il Fante di Cuori piegò la bocca in un’espressione a dir poco drammatica quando disgraziatamente la sua testa volle andare a parare su quell’ipotesi terribile. Si voltò di scatto verso la Regina di Cuori, ma a quanto pareva la sua sovrana pareva aver già capito da tempo ciò che stava accadendo: senza riuscire ad interrompere i singhiozzi disperati, la Rossa iniziò ad avvertire un violento bruciore  dapprima sulle mani. Poi alla pancia, sulle gambe, alla testa. E con i suoi occhi, rossi come il sangue che le macchiava le vesti, vide la fine di tutto.

 

 

“Se la beata mente Creatrice

 

terminasse di brillare,

 

il vento vitale

 

di Wonderland

 

mai più potrebbe soffiare….„

 

 

 

  -Proprio così, Racie… vedo che ricordi l’avvertimento che ci dava sempre nostra madre. Quello che chiamavi “frottole”.-

 

  -Sme…smettila, Mirana… ti prego…-

 

  -Ci hai condannati tutti…-

 

Come acqua fresca su un dipinto meraviglioso appena terminato, il cielo di Wonderland iniziò a sciogliersi. Così come anche i suoi abitanti, i suoi animali, i suoi alberi. Così come il Cappellaio. Così come le Sovrane.

  -No…no…NO!! Non può essere! Avevo vinto!! Avevo…vinto…-

 

Goccie di colore indefinito, figure in movimento, immagini confuse e astratte di ciò che rimaneva di quello che era Sottomondo. Poi, il nulla.

 

***

 

  -Alice, Alice! Per l’amor del cielo, svegliati!-

 

Ma gli occhi della fanciulla cominciarono pian piano ad inumidirsi, le palpebre che non ne volevano sapere d’aprirsi, avendo già intuito cosa stava accadendo.

 

  -Svegliati, ALICE!-

 

  -NO! NON VOGLIO! LASCIAMI IN PACE!-

 

Cessarono immediatamente i tentativi di richiamo di quella che era una voce severa di donna. Mentre la giovane Alice, singhiozzando, si portò il cuscino alle orecchie, nel disperato tentativo di far di nuovo suo quel regno meraviglioso, convincendosi che fosse tutto reale. Certo…certo che lo era! Doveva esserlo..! Doveva…altrimenti…questo voleva dire che…

 

  -Alice, tesoro, che ti prende…?-

 

Questa volta la fanciulla sentì il calore della mano di sua madre premere sul suo braccio freddo e sudato. Alice si sentì costretta ad aprire i suoi dannati occhi, che desiderò più che mai che gli venissero strappati dal volto. Mise a fuoco la nuda realtà, portandosi una mano sul viso, piangendo e piangendo ancora.

 

  -Mamma…ho avuto u-un altro dei m-miei incubi…-

 

All’apparenza nessuna reazione, poi un abbraccio caldo e amorevole si concretizzò sul corpo della giovane. Un bacio si posò sulla sua spalla, dove pochi istanti dopo trovò posizione la guancia della signora Kingsley.

 

  -Oh, piccola mia, deve essere stato terribile, ma… la mamma è qui con te, lo sai. Lo era quando eri una piccolo bocciolo appena germogliato e lo è ancora adesso che sei il fiore tra i più belli. E lo sarà sempre.-

 

  -Questa volta è diverso, mamma…-

 

  -In cosa è diverso, tesoro..? Intendi che finalmente sei riuscita a sognare qualcosa che non fosse un gatto parlante e un bruco tutto blu?-

 

Un sorriso venne strappato dalle labbra di Alice.

 

  -No, il sogno è sempre lo stesso. Ma questa volta è più grave…-

 

  -Di cosa parli, piccola mia?-

 

  -Questa volta…-

 

Alice strinse gli occhi, la voce disturbata da quell’inconfondibile tono che caratterizza una persona che sta per scoppiare nel più tragico dei pianti della sua vita.

 

  -…questa volta mi sono innamorata.-

 

 

FINE CAPITOLO

 

 

 

 

 

E dopo un mese d’attesa (come sono andate le vacanze, ragazzi? *-*) Ecco l’ultimo capitolo della mia Fanfic!!!! *applausi* Uahhaha, manca solo l’epilogo, anche se sinceramente, ho paura di scriverlo…sapete, essendo una Fic drammatica, di conseguenza lo è anche la fine della storia, solo che….ho paura di deludervi!! Però o, che ci volete fare? Tanto, più di così, il film non poteva deluderci =ç= (ancora rosica per il fatto del bacio >.<)! Comunque, nella speranza che non vi siate dimenticate di questa ficcy, mi auguro con il cuore che vi sia piaciuto anche questo capitolo! Devo ammettere che a me non convince, ma soprattutto per il fatto che l’ho scritto con TOTALE ASSENZA d’ispirazione. Giuro, non sapevo cosa far succedere. Per un semplice motivo: volevo che alice morisse, perché altrimenti il classico colpo di scena di qualcuno che la salva non sarebbe stato affatto originale. Ma il problema era….e DOPO?!? Quindi vi chiedo perdono se dopo un mese d’attesa vi siete ritrovati con questo misero capitolo privo d’ispirazione divina *0* Spero che comunque sia leggerete almeno l’epilogo (E’ cavolo! xD) e che seguirete le mie storie future! Un grazie di cuore per avermi sostenuta fino ad ora! Un bacio a tutti!

 

PS: Perdonatemi se non vi rispondo uno per uno… ma prometto che sazierò ciascuno di voi con le mie risposte (come se a qualcuno interessassero LoL =D) nel prossimo capitolo!! Intanto, un caloroso grazie a ciascuno di voi, ovvero:

 

- sakura2480

- sevichan

- PikkolaBimbaSognatrice

- 881

- RainbowFairy

- Euridice Volturi

- RenesmeePotter

- LazioNelCuore 1711

- Angorian

- chichi77

- Lady__Beatles

- Meryl Strofe

- ZexionAngel94

- amelia spider

- duedicoppe

- lovedance

- GaaRamaru

- Selena Moon

- thislove

- VesiSchwartz

- xLostMemoryx

  
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