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Autore: Simphony    16/09/2010    2 recensioni
[Partecipante al "The One Hundred Prompt Project" con la raccolta "Stagioni"] Cosa dire e cosa non dire per ferire le persone che ami. E non sai perché, ma puntualmente, in ogni occasioni dici sempre la cosa sbagliata.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Raccolta "Stagioni"'
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Piccola Shot facente parte della serie “Stagioni”. Questa e le altre fic di questa serie partecipano alla “The One Hundred Prompt Project” rimandabile al banner posto qua sotto.

Spero vi piaccia

Simphony


*°*


The One Hundred Prompt Project

Raccolta n.° 1 – Stagioni 02


Inverno


Prompt 37 – Inverno


24 Dicembre 2003


(P.O.V. Ohno)


Sono passati tre anni dal nostro debutto.
Gli Arashi sono sempre pieni di impegni.


E questo mi rende felice. Sono contento di aver accettato, 3 anni fa, di far parte degli Arashi.


La mia vita da allora è decisamente più movimentata.


Live, concerti, PV, talk show, registrazioni. Tutto si concentra in un mix di attrazione e stanchezza, di adrenalina e demoralizzazione.


La strada è sempre in salita. Ma non ci facciamo abbattere. Andiamo avanti. Andiamo dritti. Andiamo per la nostra strada.


La neve è alta lungo i marciapiedi e il freddo è pungente.


E io mi chiedo perché ogni anno, puntualmente, mi ritrovo a fare i regali di Natale all'ultimo giorno.

Le strade sono piene di gente, di coppiette, di amici e di schiamazzi. Cerco di riscaldarmi le mani con il fiato e le rimetto in tasca.


Mi guardo intorno, cercando i regali per i ragazzi. Finora con i Matsumoto, Aiba e Sho me la sono cavata. Non per niente, ma è dalla mattina che giro per tutta Tokyo come un perfetto imbecille.


Perché Nino deve essere così complicato?


In tutto. Anche nei regali.
Se non gli regali qualcosa di azzeccato, è capace di tenerti in muso a vita.

E sinceramente, è l'ultima cosa che voglio in questo momento.


Cammino velocemente, facendo uno strano slalom fra la gente indaffarate.


Sorpasso un negozio di musica, ma poi torno indietro, colpito come da una folgorazione.

Di certo a Nino non mancano i soldi per comprarsi gli spartiti nuovi, ma essendo notoriamente tirchio va sempre in giro con il suo vecchio spartito scritto in ogni millimetro disponibile.


Mi chiedo come faccia a comporci le sue canzoni.


Entro. Compro uno spartito, un plettro nuovo e delle corde per la chitarra. Quelle che ha adesso sono piuttosto nuove, ma lui è famoso per rompere spesso quelle maledette corde.
E i miei timpani ne sanno qualcosa.


Mi faccio incartare tutto dalla commessa e poi scappo a casa.


*°*


Manca poco tempo all'incontro con i ragazzi del gruppo. Ci siamo dati appuntamento a Shibuya, davanti alla statua.

Ricontrollo un'altra volta di aver comprato tutto. La mia famiglia, i miei nipoti, i miei amici.


Il regalo per Nino spicca in cima alla montagnola di regali. La carta è verde, il fiocco è blu. I suoi colori preferiti.

Iniziano a tremarmi le mani dall'emozione. Chissà se gli piacerà.


Fa freddo anche a casa, nonostante il riscaldamento acceso e il maglione pesante.


Continua a nevicare. Chissà se gli altri usciranno.


Probabilmente Jun romperà le scatole perché le sue preziosissime scarpe di pelle vera si rovineranno con un tempo simile.


Sho, che spesso in inverno è sempre malato e 20°C per lui sono inverno, borbotterà per tutto il tempo possibile e disponibile.


Aiba... boh, probabilmente lui riderà, dirà qualche battuta e tirerà fuori il bento con il pollo fritto, il suo cibo preferito.


Nino invece rimarrà in silenzio. Arriverà in ritardo perché sarà rimasto incollato davanti ad un GDR. Anche se, seduto sulla panchina davanti alla statua, alzerà lo sguardo verso il cielo e fisserà la neve.


A Nino piace la neve. Piace il freddo.


A scuotermi dai miei pensieri è uno dei miei nipoti. Mi salta addosso, urlando qualcosa che non comprendo.

Inizio a ridere e a farlo divertire.

Così il tempo passa e devo uscire.


Sono in anticipo all'appuntamento con i ragazzi.

Come pensavo il primo ad arrivare è Matsumoto. E borbotta.


Accenno un sorriso. Mi piace pensare che nonostante tutto fra di noi sia rimasta una cerca prevedibile quotidianità.


« Riida, aspettiamo gli altri da un'altra parte. Ho le scarpe di pelle! » esclama senza nemmeno salutare.


« Buongiorno Jun. Buon Natale. » commento solo.


Lui non fa in tempo a rispondere che sentiamo delle risatine provenire dalla nostra destra.

Arrivano insieme Sho e Aiba. Il primo trema per il freddo, è incappucciato con la sciarpa che gli ricopre quasi interamente la faccia. Il secondo ridacchia, ha fra le mani il suo prevedibile bento.

Adesso arriverà e...


« Riida, mia madre mi ha cucinato il Karanage per Natale. Vuoi un po' di pollo? » esclama casinista come sempre allungando il bento verso di me.


« No grazie. Buon Natale ragazzi. » saluto.


« Nino? » chiede tremante Sho, con gli occhi a malapena visibili.


« E' in ritardo. » dico solo « Magari sta giocando. »


« Ho freddo. Non posso stare qua ad aspettare lui. » batte i denti dal freddo. E' veramente infreddolito.


« Sicuramente fra poco arriverà. » tento di dire.


« Non credo di sopravvivere qua al freddo per altri dieci minuti. » borbotta « Mandagli una mail. Andiamo a quel bar, per favore! »


Mi guarda con gli occhi quasi supplicanti indicando un bar all'angolo.

Sospiro e gli do retta. Tiro fuori il mio cellulare e gli mando una mail. Gli dico che ci allontaniamo dalla statua e raggiungiamo un pub qua vicino.


Subito dopo mi arriva una risposta.


Riida, mi sono svegliato ora. Che ne dite se ci vediamo dopo cena, così stiamo tutti insieme al caldo? Scommetto che Sho ha già iniziato a battere i denti e che Jun si è già lamentato almeno una volta per la neve... Aiba non so che sta facendo. Ma almeno lui è tranquillo. Insomma, fammi sapere.


Sospiro. Infilo il cellulare e le mani in tasca e raggiungo gli altri ragazzi. Sho si è tolto il cappello e la sciarpa e ha assunto un colorito simile a quello che conosco.

Jun sorseggia una bibita. Aiba non si è ancora staccato dal suo bento. Allucinante.


« Nino è nascosto dietro di te, mi auguro. » commenta Sho guardandomi.


« Si è svegliato ora. » rispondo « Se vogliamo possiamo andare da lui dopo cena. » alzo le spalle.


« Perché no? » dice Sho guardandomi « Ci troviamo da lui? »


« Si. » confermo.


Aiba si limita ad annuire con foga mentre continua a mangiare, senza degnarci di attenzione. In questo momento avremo potuto proporgli un piano kamikaze e lui avrebbe accettato.


Osceno.


Guardo i miei compagni, rimasti in silenziosi. Jun e Sho si guardano. Il primo sbuffa, il secondo accenna un sorriso.


« Si veniamo, veniamo. » borbotta Matsumoto « Allora a che ora intendiamo vederci a casa di Nino? » chiede continuando a bere la sua bibita.


« Diciamo intorno alle 10? » propone Aiba allungando la mano per prendere il suo bicchiere colmo di coca cola.


« Coca cola? » domanda invece Sho quasi disgustato « Cosa ti salta in testa? »


« Beh, è un sacco di tempo che non la bevo. E poi con il karanage ci sta bene no? Pollo fritto e coca cola, il menù tipico di un qualunque fast food. »


Il compagno storce ancora di più il naso e si avvicina alle labbra la sua tazza di thè verde.


« Mi rifiuto di sapere le condizioni in cui versa il tuo stomaco. » commenta solo.


« Karanage!!!! » esclama Aiba sorridendogli.


Sho arrossisce. Io alzo un sopracciglio, guardandolo. L'altro china subito lo sguardo, tornando a bere il suo thè verde.


Matsumoto ridacchia di fronte a quello scambio di battute. E da lì l'atmosfera si rilassa, iniziando a divertirci come sempre.


*°*


Arriviamo a sera che ci ritroviamo tutti e quattro davanti alla casa di Nino. Alzo lo sguardo verso il piano superiore. La luce della camera di Nino è accesa e sul soffitto si proiettano ad alternanza altre luci di diverso colore.

Forse sta ancora giocando o sta guardando un film.


Entriamo, salutiamo la famiglia, facciamo gli auguri, ci scambiamo i regali e finalmente riusciamo a raggiungere l'Esiliato.


Bussiamo. In realtà nessuno sta giocando, ma il disordine regna sovrano nella camera. Le magliette sono ammucchiate un po' dappertutto, i pantaloni sulla scrivania, le scarpe infilate malamente sotto al letto e il futun è aperto al centro della stanza dove vi è scompostamente sdraiato il padrone di casa.


In un mano stringeva un joystick, nell'altra una penna. Davanti alla sua bocca socchiusa si trovavano dei biglietti scarabocchiati, scritti velocemente.


Non è da Nino un comportamento del genere. Di solito è molto più ordinato, molto più rispettoso delle proprie cose.

E io so che, sebbene sia in vacanza, Nino mantiene sempre la stanza e i vestiti in ordine.


Jun si avvicina al giovane addormentato e lo scuote leggermente con la punta del piede.


« Nino, svegliati. E' arrivato Babbo Natale. » lo prende in giro


Il ragazzo si alza di soprassalto, pulendosi la bocca.


« Siete già qua. » constata aprendo lentamente gli occhi. Inghiottii a vuoto guardandolo.


Nino era bello. Forse troppo per uno come me che non è mai rientrato nei canoni estetici standard degli idol. E io non sapevo come riuscire a comportarmi.


E' adorabile.


*°*


Abbiamo scartato tutti i regali. Io sono l'ultimo e devo dare il mio a Nino.


Mi rigiro il pacchetto fra le mani. A differenza degli altri costosissimi regali dei miei amici, il mio sembra quasi quello di un pezzente.


Sospiro. Non c'è altra soluzione, dopotutto.


« Accidenti. » esclamo sconsolato « Ho sbagliato pacchetto. E' quello per mia sorella. » commento guardandolo.


« Riida, come hai fatto a sbagliarti? » esclama lui ridendo.


« Hanno entrambi la stessa carta da regalo. » mi lamento « Mi dispiace. Te lo porto domani. »


« Tranquillo. » ridacchia ancora « L'importante è il pensiero, no? » commenta « La cosa più importante è che tu sia qua con me... con noi, no? » chiede un po' imbarazzato.


« Certo. Te lo porto domani. » metto velocemente il pacco nella busta e abbozzo un sorriso tirato.


« Stiamo lentamente diventando una vera famiglia! » esclama Aiba abbracciandoci entrambi.


Sussulto quando mi trovo guancia a guancia con Nino, mentre Aiba straparla, Sho cerca di staccarlo e Jun ride in un angolo.


In definitiva, è stata un bellissimo Natale.


Auguri Nino.


*°*


Dopo un paio d'ore andiamo via. I ragazzi sono stanchi, Sho deve guidare anche se non sembra molto entusiasta dell'idea.


Non capisco perché ha preso la macchina se non gli piace.


I misteri di un rapper. Mah. A volte credo che il mondo giri all'incontrario.


Sho si offre di riportarmi a casa, ma declino l'offerta.


« Preferisco andare in treno. Così prendo un po' d'aria fresca. »


« Farebbe più caldo al polo Nord. » ringhia infreddolito l'altro « Odio questa stagione. »


« A me piace. Non posso andare a pesca perché rischio il congelamento, però a

volte la preferisco all'estate. Non so, mi dà una sensazione di tranquillità il freddo. »


Lui alza le spalle, raduna Jun e Aiba e, dopo esserci salutati, si avviano dalla parte opposta alla mia.


Sto per avviami anche io quando mi vibra il telefono. Lo prendo, incuriosito.


E' una mail di Nino.


Riida, se non fai molti drama è proprio perché non sai recitare. Ora torna in camera e dammi quel regalo, che tu ti vergogni o meno.


Sospiro, alzando la testa verso la sua finestra. Lui è li. A braccia conserte, quasi con un cipiglio cattivo, come se avessi ucciso qualcuno invece di dirgli una piccola bugia.


Rientro in casa. I suoi genitori mi salutano di nuovo e io, di nuovo, salgo le scale.


Questa volta, a differenza di prima, Nino è sulla soglia che mi attende. Entro nella sua stanza e mi chiude la porta alle spalle.


« Allora, si può sapere perché mi hai mentito? » chiede.


Io girello un po' per la stanza, mi appoggio al davanzale della finestra, senza guardarlo.


« Non è all'altezza di quelli dei ragazzi. Il mio al confronto è quasi inutile. » indico i suoi giochi, i suoi libri.


« Non sei il tipo che pensa a queste cose Riida. » alza le spalle « Perché ti sono venute queste paranoie? »


« Ecco... Io volevo che questo regalo fosse diverso dal solito videogioco o dal solito libro. Volevo che fosse.... speciale, ecco. »


« Ma perché? Tutto quello che mi regali è sempre speciale. »


« Nino, non credo che tu abbia compreso quello che io sto cercando di dirti. » commento esasperato « Ma non fa niente. Io... non credo che dire tutta la verità sia utile. Io... non credo in questa cosa. »


Mi volto vero la finestra, fissando la strada deserta. Serro i pugni. Vorrei parlargli, ma non posso.


Per il contratto, per i miei sentimenti, per i suoi, per il gruppo.


Non posso. Tutto qua.


Non posso dirgli quanto lo amo. Quanto sia attratto da lui. Quanto ogni suo gesto mi ipnotizzi. Quanto per me sia speciale.


« Non prendermi per uno stupido. » sbotta lui « E trova il coraggio di dirmi la verità per una buona volta. »


« Non ti ho mai mentito. » esclamo a voce alta girandomi nuovamente verso di lui, arrabbiato.


« Lo hai fatto oggi pomeriggio. Con quella penosa scusa del regalo di tua sorella. »


« Ehi, il fatto che voi due avete la stessa carta da regalo è vero. » cerco di difendermi.


In fondo, ho solo detto una mezza verità. Non è proprio mentire, no?


« Oddio Riida, cosa mi trattiene dal tirarti una scarpa non lo so nemmeno io. »


« Nino, non so cosa vuoi sentirti dire. »


Sento qualcosa che sfiora la mia guancia e mi volto, dove l'oggetto che mi stava per uccidere colpisce il muro.


E' una scarpa. Anzi, uno scarpone. Pesante. Insomma, diciamo che non mi avrebbe fatto del tutto bene.


« Ma sei impazzito? » urlo « Potevi farmi male. Si può sapere che ti è preso? Tutto questo per uno stupido regalo di Natale? »


« Voglio che tu mi dica che mi ami. Voglio che tu mi dica che mi starai sempre accanto. Voglio che tu mi dica che non ti preoccupi dei pregiudizi della gente. Ecco cosa voglio da te. »


Lo guardo. Lui è arrabbiato. Ha gli occhi lucidi. Probabilmente vorrebbe tirarmi un pugno.


« Mi dispiace. Ma non posso. Nino, io per te provo qualcosa di più di un'amicizia. Ma non possiamo. Abbiamo... dei doveri nei confronti del gruppo. E non possiamo mettere a repentaglio la carriera di Masa, Sho e Jun solo per un nostro capriccio. »


« Ma loro... sarebbero contenti... » si avvicina, ha gli occhi lucidi, mi prende la mano e la stringe fra le sue « Satoshi, se anche tu mi vuoi... più bene di quello che è concesso, perché tutto questo problema? »


« Non è solo questo il punto. Noi non sappiamo. E poi, dovremo pensare alla casa discografica. E loro si che non ci accetteranno. Abbiamo un contratto Nino. »


« Non mi interessa. Io voglio stare con te. E basta. Lo faremo di nascosto se proprio vuoi. Ma ti prego. Non andartene via così. »


Lo stringo a me, con forza, come se fosse l'ultima volta che lo vedo in queste vesti. Forse è proprio così. Forse non ci sarà mai più una cosa del genere fra me e lui.


« Mi dispiace. » ripeto « Nino, mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace. » ripeto al suo orecchio.


Lo lascio a fatica. Lui non si muove.


Recupero il mio cappotto. Lui non si muove.


Esco dalla stanza. Lui non si muove.


Scendo le scale, esco dalla casa, alzo lo sguardo verso la sua finestra. Lui non c'è.


E' così, torno a casa. Da solo. Senza Nino. Senza nulla.


Fine

   
 
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