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Autore: Rota    18/09/2010    6 recensioni
Grell sbuffò, in maniera forse troppo accentuata perché il suo risultasse un gesto casuale.
Grell sbuffò sonoramente, poggiando il mento affilato sulla mano dalla pelle candida e dalle lunghe unghie curate.
La noia – palese, profonda – era dipinta negli occhi chiari.
-Will, non ti stai stufando?-

[WillGrell, shonen ai]
Genere: Comico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Grell Sutcliff, William T. Spears
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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assolutamente noioso Immaginate Spears in un ambiente moderno, Direttore di qualche ufficio importante. Immaginate Grell la sua segretaria.
Immaginateli seduti l’uno di fronte all’altro, l’uno pieno di fogli l’altro che si sistema le doppie punte.
Immaginateli così.
Ecco. Questa è una AU su questa riga. La prima WillGrell che io abbia mai fatto.
Temo di essere andata molto OOC, e questo perché Will non è tanto semplice da gestire – come in realtà non lo è Grell.
Beh, ogni commento e critica sono ben accetti (L)
PS: Il titolo del capitolo è "In ufficio" in quanto è mia intenzione fare una piccola serie (L)



A mia moglie (L)







Assolutamente noioso





Grell sbuffò, in maniera forse troppo accentuata perché il suo risultasse un gesto casuale.
Grell sbuffò sonoramente, poggiando il mento affilato sulla mano dalla pelle candida e dalle lunghe unghie curate.
La noia – palese, profonda – era dipinta negli occhi chiari.
-Will, non ti stai stufando?-
Il Direttore fermò qualche secondo le mani efficienti – giusto quel momento necessario per alzare lo sguardo dal suo lavoro e rivolgere un’occhiataccia alla propria “segretaria” – per poi riprendere laddove aveva interrotto, senza sentire la necessità di aggiungere un qualche commento in più.
Ma Grell parve fin da subito convinto a non assecondare le sue evidenti intenzioni.
-Will, sei assolutamente noioso…-
Si avvicinò col viso all’uomo, puntandogli lo sguardo addosso, invadente.
E si ripeté, nel caso fortuito di non essere stato sentito dall’altrui orecchio.
-Assolutamente noioso!-
Spears non si scompose, anzi, arretrò appena perché l’irritante viso di quell’individuo uscisse dal suo campo visivo. Si sistemò appena gli occhiali sul naso, prima di pronunciare poche, secche parole.
-Il tuo concetto di divertimento è alquanto discutibile, Sutcliff…-
Grell si allungò ancora, Will arretrò nuovamente – ma forse con troppa lentezza, dacché nonostante tutti i suoi sforzi la chioma rossa fece comunque capolino davanti a lui.
Resistette a stento dal sedarlo con un pugno ben assestato.
-Esattamente, cosa vuoi?-
Vide un sorriso vittorioso piegare le labbra dell’altro, mentre questo, convinto di una vittoria fin troppo facile, si avvicinava ancora di più alla sua persona.
-Quanto sei rude con me, Will! E dire che io mi preoccupo per te e per il fatto che stai sempre rinchiuso nel tuo ufficio a lavorare, da mattina a sera! Non pensi che ci siano cose ben più divertenti da fare, a questo mondo?-
No, Will non lo pensava e no, Grell non aveva risposto alla sua domanda.
Will si limitò a fissarlo, aspettando quanto gli era dovuto. Con una smorfia irritata, Grell gli fece infantilmente il verso.
-Non si può neanche scherzare, con te!-
Si imbronciò, arretrando e lasciandolo finalmente libero di finire il suo lavoro – cosa che Spears fece, immediatamente.
Ma non passarono neanche cinque minuti che Grell tornò all’attacco, giocando con una penna trovata lì, sulla scrivania dello studio. Quando il piccolo cilindro scuro gli cadde dalle dita per la quinta volta, Will glielo prese con la forza e lo sistemò in un cassetto, al sicuro e ben lontano dall’uomo molesto.
Altra smorfia, altro sbuffo di Sutcliff.
Will scribacchiò sulle proprie importantissime carte per un altro quarto d’ora, almeno finché il silenzio di Sutcliff non divenne quasi sospetto. Alché alzò gli occhi, posandoli sull’uomo.
Questi ricambiò lo sguardo, per qualche lungo, lunghissimo minuto, poi portò il palmo della mano alle labbra e gli rivolse un bacio con tanto di occhiolino da accompagnamento.
Will tornò subito al proprio lavoro, evitando di commentare la cosa onde evitare di usare parole degne del peggior turpiloquio.
A quel punto, però, Grell ricorse all’ultimo suo asso nella manica.
Ghignò e, come il perfetto segretario che era, si ricordò improvvisamente della cosa tanto urgente che avrebbe dovuto dire al suo Direttore.
-Sai, Will, oggi abbiamo ricevuto una telefonata…-
Si sentì solo la voce di mister Spears, gli occhi rimasero incollati là dove erano.
-Perché non l’hai detto prima?-
Grell ghignò ancora, prendendosi una ciocca di lunghi capelli tra le dita e cominciando a guardarsi le doppie punte.
-Mi parevi tanto impegnato, così stavo aspettando il momento giusto per riferirtelo…-
Nessuna reazione da parte dell’altro, solo un silenzio carico di attesa.
-Ha telefonato Michaelis, della ditta Phantomhive…-
Grell si fermò, resistendo alla tentazione di rivolgere lo sguardo al proprio capo – fin troppo sicuro della reazione che questi aveva avuto al solo sentire nominare quell’uomo da lui tanto odiato.
Prolungò appena la pausa, giusto per avere tutta l’attenzione che aveva desiderato, facendosi desiderare enormemente.
Con ogni probabilità, fu incautamente troppo coinvolto nel parlare, cosa che Will non mancò di registrare.
-Dice che il suo principale vuole parlare con lei riguardo un certo affare…-
Will ascoltò in silenzio, memorizzando ogni dettaglio – uccidere Michaelis, parlare col signorino Phantomhive, sedare una volta per tutte Sutcliff, farlo tacere e specialmente levargli quel tono estasiato mentre parlava di un altro uomo – fermando senza rendersene conto ogni cosa attorno a lui.
Grell, però, fu più crudele che mai.
-Poi si è dilungato enormemente sui dettegli che questo affare dovrebbe avere. Ha detto che Phantomhive preferisce un appuntamento di pomeriggio, piuttosto che la sera. Magari davanti a una buona tazza di thé, giusto per rendere la cosa più piacevole. Inoltre, ha aggiunto che…-
-Stasera. Va bene alle nove.-
Will fu telegrafico, come suo solito.
Ma, dopotutto, il sospetto che Grell fosse così fastidioso per un motivo preciso gli era balzato in mente alla seconda parola di quel discorso sconclusionato e melenso. Indi, tanto valeva accontentare quel bambino cresciuto e finire il proprio lavoro.
Grell, da canto suo, fece l’offeso.
-Oh, quanto sei gretto e rude, Will! Mettici almeno un poco più di calore!-
Will lo fissò, senza dire una sola parola.
E Grell non poté fare altro che esplodere dopo pochissimi secondi.
Con gli occhi che brillavano di felicità, mentre si allontanava dall’uomo e si avviava alla propria scrivania – appena fuori quel maledetto ufficio – gli mandò una serie di baci con la mano che Will preferì assolutamente ignorare.
-L’aspetto sotto casa, signor Direttore!-
La porta fu chiusa e un discreto quanto rilassante silenzio cadde sulla scena.
Finalmente.
Tornò alle sue carte, dopo essersi sistemato per bene gli occhiali sul naso.
No, non volle pensare che – dopotutto – quella si sarebbe presentata davanti agli occhi di una persona normale come una clamorosa sconfitta. Così come non volle pensare al probabilissimo sorriso beffardo che avrebbe avuto Grell durante la loro serata e in seguito.
Si concentrò sul suo lavoro, senza pensare al resto che sarebbe stato.
Dopotutto, Grell non aveva poi così errato nel giudicarlo un uomo assolutamente noioso.
   
 
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