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Autore: BluCobalto    18/09/2010    1 recensioni
Immaginate un ragazzo che aspira ad una vita perfetta cadere vittima degli scherzi del destino e veder sfumare poco a poco ogni sua certezza. Questa è una storia divertente ma triste, un racconto di sincerità ed amicizia, un racconto di disperazione e amore...
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nico si svegliò di buonumore la mattina dell’1 novembre, la sua giornata perfetta era ormai giunta ed egli avrebbe dato il massimo per sortire un’impressione positiva di se ai giudici dei concerti. Nico si era allenato duramente nel canto studiando le possibili sfumature del suo già energico timbro vocale e ci teneva a far sì che quel giorno sarebbe stato la sua svolta per cambiare istituto e abbandonare quelle mezze calze che lo popolavano.

Nico aspirava a qualcosa di più, cercava un liceo che riconoscesse i suoi meriti e lo ponesse dinanzi a nuove opportunità; è risaputo che per contare qualcosa, bisogna prima di tutto avere buone conoscenze, e il conservatorio di Flemmingtown appariva al top delle classifiche nazionali per le scuole di canto e recitazione. Da quando la sua passione per la musica lo assalì tempo addietro, non volle porsi scuse: doveva necessariamente entrare in quell’istituto, e tutto se lo giocava quel giorno.

<<1 Novembre, festa di tutti i santi… mi piace questo giorno, mi ascolteranno anche da lassù… Chissà se anche mio padre assisterà al concerto..per come lo conosco, si apposterà negli ultimi sedili a destra sperando di non essere visto.>> Il ragazzo non riusciva a comprendere la fobia sociale del padre e da cosa essa sia potuta nascere. E’ fin da bambino che fugge dalla società appostandosi negli angolini più bui delle stanze. Mio padre non ha mai preso in considerazione l’idea della relazione con la mamma, che già dai sedici anni gli correva dietro stracotta com’è tuttora di quel bell’uomo moro e alto, dagli occhi grigi e dai capelli che fluenti ondeggiavano mentre si spostava. Nico era tutto suo padre, sennonché egli invece adorava stare in primo piano, gli piaceva discorrere da solo col primo gruppetto di ragazze che incontrava per strada e conosceva e dialogava ogni giorno con ogni suo coetaneo dei quattro paesi limitrofi alla sua cittadina.

Ma da quel giorno si cambiava strada, Nico avrebbe abbandonato quel sudicio ghetto e si sarebbe unito ai grandi del mondo, era destinato a diventare una star, e nulla lo avrebbe ostacolato.

Nico aveva scelto con cura la sua orchestra, dai due grandi violoncelli alla sua sinistra, fino al geniale pianista perito alla destra. Nulla sarebbe andato storto quel giorno, Nico sarebbe spiccato per la sua voce al vertice delle considerazioni. E si sarebbe anche divertito a vedere tutti i suoi amici, e i suoi concittadini applaudirlo e votare affinché lasciasse la loro città.

<> si ripeté Nico mentre pedalava allegro fino al Liceo;

Chiuse un attimo gli occhi e li riapri per vedere un’auto sfrecciare nella sua direzione e svoltare giusto in tempo per evitare l’impatto. Per poco non capitombolò giù dalla bici rimettendosi a fatica in marcia col cuore a mille senza nemmeno voltarsi.

La Lamborghini rossa invece si voltò eccome! In un attimo era dietro Nico e dal finestrino dell’auto il ragazzo dovette sorbirsi un inferno di tribolazioni e insulti fino a quando il tipo si rimise in moto avviandosi per la sua stessa strada.

Maledetto vecchiaccio, per poco non m’investivi e devi anche farmi la predica? Non passarono che due minuti e Nico agganciò la bici al parcheggio per dirigersi verso l’entrata. Si fermò un secondo per voltarsi e scorgere con orrore la Lamborghini rossa parcheggiata vicino alla sua bici.

<> Imprecò in ragazzo, quello doveva essere il suo giorno perfetto, e quel vecchio sarebbe capace di tutto vedendomi come solista al concerto, potrebbe fischiarmi addosso, urlare o….

Calmati Nico, ti fai troppi problemi, magari è qui per discutere col preside. Che motivo avrebbe di essere qui se no? Oggi c’è solo il concerto.

Dentro all’aula magna si era già riempita metà platea e continuava a entrare gente. I violinisti e il pianista lo aspettavano ansiosi nel retroscena e Nico non tardò per farsi vedere. La sua ragazza lo fermò un attimo per augurargli buona fortuna e stampargli un bacio sulle labbra più forte che poté. Nico stette al gioco ma doveva DAVVERO muoversi, indossare il suo vestito di scena e schiarirsi la voce prima del concerto, così salutò Martina e si vestì in tutta fretta per raggiungere la sua orchestra.

Appena arrivato, un professore lo avvisò che era venuto il preside della Flemmingtown a vedere il concerto e che voleva scambiare due chiacchiere con voi quattro, disse indicando Nico e la “band”.

Secondo il pianista la faccia di Nico e dell’anziano direttore appena entrato nella stanza, divennero simili come una cosa sola e tutti e cinque rimasero senza parole, muti per qualche secondo.

Secondo il violinista Nico aveva cominciato a tremare di punto in bianco e le sue mani ticchettavano scoordinate sulla sedia vicina.

L’altro violinista che invece osservò il preside della Flemmingtown lo vide sgranare gli occhi per un attimo e l’attimo dopo puntare, minaccioso, l’indice della mano verso il loro solista.

Non c’era dubbio, da quel momento, le cose si sarebbero messe male per tutti quanti…

  
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