Libri > Twilight
Ricorda la storia  |       
Autore: Tati Saetre    19/09/2010    9 recensioni
L’ho sognato, un’altra volta. Ho sognato il giorno del mio matrimonio, ho sognato Edward. Sono più di due mesi che Jacob ha chiesto la mia mano, ed io ho acconsentito. Da quel giorno, non faccio altro che rivivere il mio matrimonio. Ogni santa notte
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“E tu, Isabella Marie Swan, vuoi prendere come tuo legittimo sposo il qui presente Edward Anthony Cullen, per amarlo, onorarlo e rispettarlo per il resto della tua vita

“E tu, Isabella Marie Swan, vuoi prendere come tuo legittimo sposo il qui presente Edward Anthony Cullen, per amarlo, onorarlo e rispettarlo per il resto della tua vita?”

Lo sto per fare, sto per sposarmi. Con Edward. Dovrei essere felice – ed in fondo lo sono, moltissimo -, ma a me i matrimoni non piacciono. E per questo motivo, ora ci troviamo al Comune. Davanti a noi il Sindaco di Forks, dietro i miei genitori. Charlie è felicissimo, soprattutto perché mi sto sposando con Edward Cullen. Carlisle è uno dei suoi più grandi amici, ed anche di buona famiglia. Insomma, i soldi di certo ai Cullen non mancano. Poi c’è Renèe. Per lei, è stato un trauma sapere che mi sposavo, al Comune. Da quando si è fidanzata con Phil è diventata una patita di moda. Non riconosco più la mia vecchia mamma, quindi, sapere che sua figlia sarebbe arrivata ‘all’altare’ senza nemmeno un abito da sposa… inutile raccontarlo. Dall’altra parte ci sono i genitori di Edward. Esme e Carlisle, con un sorriso stampato sulle labbra. Dietro di loro c’è Alice, Emmett e Jasper. In tutto, siamo dieci, in quella saletta. Ecco, il mio matrimonio perfetto. Lo stretto necessario, per essere felice. Davvero, felice.

Stringo la mano di Edward, e poi sorrido.

Si, lo voglio”. Sussurro, prima di baciare mio marito.

 

Mi sveglio ancora più assonnata di prima, con la fronte imperlata di sudore. L’ho sognato, un’altra volta. Ho sognato il giorno del mio matrimonio, ho sognato Edward. Sono più di due mesi che Jacob ha chiesto la mia mano, ed io ho acconsentito. Da quel giorno, non faccio altro che rivivere il mio matrimonio. Ogni santa notte.

Mmh… Isabella, vieni a letto”. Jake si stropiccia gli occhi, voltandosi dalla mia parte. Abitiamo insieme da più di un anno. Io me ne sono andata da Forks da tre. Da quando ho lasciato Edward, da solo. Sono andata a Phoenix, da mia madre. E lì, ho conosciuto Jacob Black, figlio di un amico di Phil. All’inizio sembrava spocchioso, vanitoso e pieno di soldi. Poi ho avuto modo di parlarci. Non è spocchioso, e nemmeno vanitoso. Un po’ viziato, quello sì. Ed è strapieno di soldi. Ha una concessionaria di auto, che suo padre gli ha lasciato in eredità. E’ simpatico, da morire. E mia madre è stata felicissima, quando le ho detto che mi sposavo con Jacob.

Si. Vado a prendere un bicchiere d’acqua”. Mi alzo, dirigendomi al piano inferiore. Quella casa, è enorme. Nulla, in confronto alla piccola casa che avevo in campagna con Edward. Era di due piani anche quella, isolata dal Forks. Costruita da Edward in persona. Con l’aiuto di qualche abitante della città, ovviamente. Tutta di legno, era la casa che sognavo fin da bambina.

Lentamente scendo le scale, arrivando in cucina. Nemmeno accendo la luce, visto che l’enorme frigorifero illumina tutta la stanza. Prendo una bottiglia d’acqua, e torno a letto. Devo riposare, dopodomani mi sposo.

 

Non mi era mai capitato, di fare due sogni identici la stessa notte. Mai, tranne questa notte.

“Isabella, domani ti sposi. Ti decidi a dormire un po’, per togliere quelle occhiaie?” Mia madre mi sgrida, come se fossi una bambina piccola. Sospiro, guardando l’enorme salone. “Questa sala è davvero bellissima. Non vedo l’ora di fare la cena per la prova!” La guardo, e sorrido. Un sorriso tirato, per niente felice. Se fosse stato per me, mi sarei sposata di nuovo al Comune. Invece no. Questa volta le cose le hanno organizzate alla grande. La chiesa più grande di Phoenix è stata prenotata per il grande giorno. L’Hotel più lussuoso, per il pranzo. Un abito bellissimo, che indosserà la sottoscritta. Sono felice, con Jacob. Ma non volevo che esagerassero in questo modo. Soprattutto mia madre, che si è fatta prendere la mano insieme a Rosalie.

Rose, è l’organizzatrice del matrimonio, in tutta la sua bellezza. Inutile dire che lei è una dea, felicemente single.

E’ bionda, alta, occhi celesti. Bellissima, come ho già detto. E lei, ha organizzato il mio intero matrimonio, insieme a mia madre.

“Già. E’ davvero tutto stupendo”. Commento, guardando l’immenso tavolo. Non riesco a crederci. Quel tavolo conterrà almeno duecento persone? Già, gli invitati sono duecento. Ed io, ne conosco soltanto un terzo. Mia madre, Phil, i genitori di Jacob e Rosalie. Charlie non viene. Ha preferito non venire, al secondo matrimonio di sua figlia. Lui non è il tipo di persona che ama questi eventi, proprio come me. Alice invece era indaffarata con il lavoro, a New York. Ha lasciato Forks proprio quando me ne sono andata io, per lavorare da Vogue. La sua smisurata passione per la moda finalmente le era servita a qualcosa. E lei adorava lavorare lì. Poi c’è stata la chiamata di Jasper, scusandosi per il comportamento di Alice. Non è venuta non perché è impegnata con il lavoro, ma per fare un favore a Edward. L’avevo capito, fin dall’inizio. Continuo a guardare l’enorme tavolo, e le prestigiose posate, quando il mio Blackberry inizia a squillare.

Ce ne vuole, prima di trovare il tasto per rispondere.

“Pronto?” Mi affretto a dire, sperando che non abbiano attaccato.

Hey, Isabella! Senti, puoi venire in ufficio? Devo parlarti di una questione molto urgente”. Angela richiede la mia presenza nel suo ufficio. Spero soltanto che siano buone notizie. Attacco, e spiego a mia madre che l’avvocato Weber mi sta aspettando. Lei non dice niente, anche perché sa di che cosa si tratta. Non dice niente, quando lascio la sala e salgo sulla mia Lamborghini. Angela oltre ad essere il mio avvocato è anche una mia fidata amica. La adoro. E così colta e educata che qualche volta mi sento uno scalino inferiore a lei, quando stiamo insieme. Me l’ha presentata Rosalie. Dicendo che una organizzatrice di matrimoni deve avere sempre contatti con un avvocato. Non si sa mai. E così ho conosciuto Angela, che in quel momento mi serviva come l’acqua nel deserto. Io e Edward eravamo separati da tre anni, e quindi potevo ottenere facilmente il divorzio. Il vantaggio era stato il matrimonio al Comune. Però non avevo avuto il coraggio di far recapitare io stessa le carte a Edward, e nemmeno di fargli una telefonata. Quindi, Angela l’ha fatto per me, il giorno dopo che Jacob ha chiesto la mia mano. Doveva essere una cosa veloce, indolore. Ma proprio indolore non è stata, perché per bene tre volte le carte non sono arrivate a Forks. Prima ho dubitato della competenza di Angela, poi mi sono ricreduta. Lei, è davvero un bravo avvocato.

Così, per farsi perdonare ha portato lei stessa le carte a Edward. E’ andata a Forks, lasciando tutti i suoi impegni ed il suo lavoro per tre giorni.

Parcheggio nell’enorme sotterraneo dell’edificio, e mi dirigo al sesto piano. Lì, c’è l’ufficio Weber. Vedo Angela ancor prima di entrare, dalle enormi vetrate di vetro che ricoprono l’intera stanza. Quando entro, mi fa un cenno del capo “Forks fa schifo”. Dice, non alzando nemmeno lo sguardo.

Io sorrido, alla sua affermazione. Per una persona che è nata a Phoenix, o in una città viva, andare a Forks può essere un vero trauma.

“Non la fare difficile, com’è andata?” Ora alza lo sguardo, e indica la sedia davanti a lei. Mi siedo, posando la borsa sul tavolo.

“Ho alloggiato in un motel squallido. Era addirittura a Port Angeles. Dio, venti minuti per arrivare a casa di Cullen! E non capisco come fa ad abitare in quella casetta minuscola, in mezzo al bosco! Ti rendi conto? In mezzo al bosco? Fra la natura, dove il cellulare nemmeno prende!” La mia casetta. Edward ancora vive lì. Pensavo che fosse tornato dai suoi.

“Angela, per favore! Non voglio sapere questo”. Si passa una mano fra i capelli, sistemandosi gli occhiali neri sul naso.

“Appunto. Isabella, il cellulare lì non prende. E quindi non ho avuto modo di chiamarti, ed è una questione piuttosto… come dire… grave. Sgrano gli occhi, mentre la paura invade il mio piccolo corpicino.

E’ successo qualcosa a Edward?

Non ha avuto modo di firmare le carte, perché è in Ospedale?

Forse sta male? “Calmati, non è poi così grave.” Odio quando fa così.

Odio quando Angela fa giri immensi intorno alle parole, senza arrivare alla conclusione. Non mi piace, giocare agli indovinelli.

“Allora?” Domando, spostando la testa di lato. Angela fa un bel respiro, prima di far scoppiare la bomba.

“Edward non ha voluto firmare le carte del divorzio, di sua spontanea volontà. Ha detto che se vuoi il divorzio, devi andare lì. Tu, devi andare a Forks.” Guardo Angela un po’ stranita, sperando che mi stia prendendo in giro. Ora, la paura si trasforma in rabbia. Una rabbia così forte che non riesco nemmeno a dominare.

Uno scellerato! Ecco cos’è Edward. Ha sempre avuto quel suo modo bizzarro di scherzare, quando non doveva farlo. E questo, non è proprio il momento adatto. Mi devo sposare, domani! “Se vuoi possiamo aprire un processo. Lui avrà il suo avvocato, tu avrai me. E vinceremo, stanne certa. Però… Isabella, i tempi sono lunghi. Variano dai due hai tre mesi. Ti conviene andare a Forks, se vuoi sposarti con Jacob al più presto”.

Dai due hai tre mesi. Jake mi ucciderà, ne sono certa. Non posso aprire un processo. Di certo i soldi non mi mancano, ma il tempo è troppo. Ed io ne ho pochissimo. Se vado a Forks, massimo due giorni e sono a casa, con le carte del divorzio firmate. Sposteremo il matrimonio di tre giorni. Nulla di più, nulla di meno.

“Vado a Forks. Parto a stasera”. Prendo la mia borsa, salutando Angela con un cenno della mano.

E’ la decisione più giusta che tu abbia mai preso, Isabella”. Peccato che Jacob, non la pensava così.

 

“Oh, tu non vai proprio da nessuna parte. Io! Vado a Forks, e spacco la faccia a quel cretino! Come si permette? Il vostro matrimonio è finito da tre anni, non c’è mai stata una telefonata ed ora… ed ora eccolo, che spunta fuori come i funghi! Non va affatto bene”. Le moine, non sono servite a nulla. Di solito, riuscivo sempre a calmare Jake con qualche bacetto, una carezza sul viso e via. Ma niente. Segno che la questione è più grave di quanto pensassi.

“Amore, shhh. Saranno soltanto tre giorni, e Rosalie già si sta occupando di tutti gli invitati. E’ più importante il nostro matrimonio, vero? Non diamo vinta a Edward. Non apriamo un processo. Andrò a Forks, gli farò firmare quelle carte e tornerò qui. Nemmeno sentirei la mia mancanza”. Jake sbuffa, continuando a camminare su e giù per la stanza.

“E se venissi con te?” No, quella non è affatto una buona idea. Io posso litigare con Edward, e fargli firmare quelle carte. Jacob potrebbe litigare con Edward, e poi spaccargli la faccia, visto che è alto e grosso il doppio.

“No. Anche tu devi occuparti di alcune cose, qui. Devi parlare con i tuoi genitori, di certo non apprezzeranno questa decisione. E poi ho l’aereo tra meno di due ore. Accompagnami all’aeroporto, e poi torna immediatamente qui”. Da dolce, sono diventata protettiva ed anche gelosa. Jake continua a fare lunghi respiri.

“Va bene.” Afferma, dopo un ultimo e lunghissimo sospiro. Si passa una mano tra i capelli neri, abbracciandomi.

Mi perdo in quel corpo enorme. Per quanto è alto nemmeno arrivo al suo mento. Quindi, appoggio la testa sul petto muscoloso, circondandogli la vita con le braccia.

“Ti amo”, dice, baciandomi dolcemente sulle labbra.

“Anch’io”.

 

 

Edward e Bella si sono sposati a ventidue anni. Lei ha ventitré anni l’ha lasciato (capirete il perché seguendo la storia). Ora ne hanno ventisei. Bella vive a Phoenix, e sta per sposarsi con Jacob Black. Ma Edward non ha firmato le carte del divorzio, quindi lei torna a Forks.

Piccola spiegazione della storia :D

 

Nah, non chiedetemi perché sono qui. Ho concluso appena cinque giorni fa Io e Te, ed ora sono qui. E sì, ho anche Coinquilino da portare avanti. Non preoccupatevi, non mi sono dimenticata di nulla.

Chi mi segue da molto, sa che questa fanfiction era stata già pubblicata, e poi eliminata. Era diversa, da quella pubblicata oggi. Quindi, l’ho rivisitata. E mi sono decisa a pubblicarla, finalmente! Visto che ben 105, e dico centocinque persone mi hanno messa tra gli autori preferiti *--* voglio sentirvi tutti!! Dal primo all’ultimo, intesi?

Perdonate la mia creatività (lo so, che molti di voi mi ucciderebbero per pubblicare fanfictions allo sfinimento) ma non posso farne a meno :P

Un bacio :*

 

Per la fanfiction ho preso spunto da un film, visto a dodici anni. Inutile dire che non ricordo né attori né il nome. Chi vuole illuminarmi si faccia avanti.

   
 
Leggi le 9 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Tati Saetre