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Autore: Ezrebet    20/09/2010    3 recensioni
Emma è una ragazza fragile e disturbata. Chi o che cosa riuscirà a scuoterla dalla tristezza in cui è scivolata? Una storia d'amore e di rabbia.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La porta si aprì improvvisamente, lasciando entrare un po’ di luce. Sulla soglia c’era suo padre, che la fissava con aria grave. Emma alzò il mento, in un tentativo di sfida che s’infranse subito quando lui disse “Quello che hai fatto è imperdonabile. Tua madre ha avuto un collasso quando ha letto il biglietto che hai lasciato. E per che cosa, poi? Per quell’americano senza arte né parte” la fulminò con lo sguardo “ Tutta questa confusione che hai messo su non servirà a niente. Il fidanzamento si farà e tu dimostrerai un po’ di buonsenso e di lealtà verso la tua famiglia”.

La ragazza strinse la mascella e mormorò “Non intendo sposare quel Moore”.

“Oh, mia cara, tu lo farai. Lo farai a settembre, come è stato deciso, e ti fidanzerai con lui domenica prossima, durante la festa che tua madre ha preparato per te” ribadì scandendo bene le parole. Poi, si voltò per uscire e prima di chiudersi la porta alle spalle, fece “Fino ad allora, non uscirai da questa casa”.

Rimasta di nuovo sola, Emma chiuse gli occhi, tentando di non piangere. Non l’aveva ancora fatto, neanche quando i carabinieri avevano sorpreso lei e Tyler nel motel vicino all’autostrada, riportandoli indietro. Le proteste di lui e le sue urla non erano servite a convincerli. Li avevano caricati sulla volante e li avevano scortati in caserma, dove  i rispettivi genitori li avevano prelevati e portati a casa.

Era successo tutto solo due ore prima e sapeva che rivedere Tyler sarebbe stato impossibile chissà per quanto tempo. Il tentativo di fuga era stata un’idea pazza, certo, e disperata ma l’unica che erano riusciti ad elaborare in poco tempo. La festa di fidanzamento si avvicinava e per allora, se tutto fosse andato per il verso giusto, sarebbe stati lontani, liberi di stare insieme..

Si rannicchiò sul letto, stringendosi le ginocchia al petto e affondando la testa nelle braccia con l’immagine di Tyler che inondava ancora i suoi pensieri. Lui era la sua ancora di salvezza, lui solo avrebbe potuto salvarla portandola via.

Ma ora l’avevano strappato dal suo abbraccio e la piccola Emma era di nuovo sola e disperata, scagliata a cento all’ora verso un destino che non si era scelta e al quale non si sarebbe mai e poi mai piegata.

 

La mattina dopo, quando la cameriera aprì la porta del bagno per iniziare le pulizie, dovette reggersi allo stipite della porta per non cadere alla scempio che si trovò davanti. Emma giaceva nell’acqua ormai fredda e completamente rossa del sangue che fuoriusciva dai suoi esili polsi, su cui spiccavano profondi tagli irregolari.

 

“La ragazza si riprenderà presto. Abbiamo effettuato la trasfusione e suturato le ferite. Col tempo, le cicatrici spariranno. Emma ha bisogno di riposo e di tranquillità e dovrà essere seguita da uno specialista. In questi casi, la psicoterapia è obbligatoria”.

Il giovane medico scrutava il gruppetto di persone che aveva davanti. Erano tutti evidentemente scioccati ed esausti per le ore trascorse in ospedale ad aspettare. Aveva abbastanza esperienza clinica per affermare con un certo margine di sicurezza che il conflitto che aveva portato Emma a quel gesto disperato aveva radici profonde in lei e che non le sarebbe stato facile superarlo.

Tuttavia, tenne per sé quelle considerazioni e si limitò ad informarli della prognosi.

“Potrà essere dimessa nei prossimi giorni, se reagirà bene alle cure”.

 

Emma sedeva per ore nel giardino di casa. Se ne stava all’ombra del pergolato e leggeva, lasciando che il tempo scivolasse. Matilde le portava da mangiare e lei sbocconcellava senza appetito qualcosa, ma il più delle volte non mangiava per niente e la donna riportava in cucina il vassoio intatto.

Si alzava da lì al tramonto e rientrava in camera, dove, con la supervisione della governante, prendeva le pastiglie che il medico le aveva prescritto. Erano piccole e ovali e le permettevano di addormentarsi senza sogni fino al mattino successivo.

Nessuno aveva più parlato dell’episodio. La festa di fidanzamento era stata rimandata a data da destinarsi e il mese di luglio trascorse lento e caldo, la casa immersa in un’atmosfera di silenzio quasi irreale, che sembrava tuttavia aiutare Emma.

 

Ciao a tutti!

Questa è la prima ff originale che scrivo. Una storia triste e romantica.. Spero vi piaccia. Se volete, commentare, accetterò critiche e suggerimenti..

Ezrebet

   
 
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