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Autore: Heven Elphas    20/09/2010    5 recensioni
Seduto ad un tavolo, con un giornale nella mano sinistra e una tazzina nell’altra, vestito come uno dei peggiori teddy-boy in circolazione negli anni Settanta –cazzo, ma non siamo nel 2010?- e con un portamento da padre di famiglia di quei tempi andati…
Ecco, in quest’assurdo atteggiamento c’è –chi altri potrebbe esserci, d’altronde?- Ryan Ross, il re degli hippie.
Storia scritta a quattro mani con Chemical Lady! Enjoy it!
Genere: Comico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Brendon Urie , Ryan Ross
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Brendon: Heven Elphas

Brendon: Heven Elphas

Ryan: Chemical Lady

 

Nails for Breakfast

And

Tacks for snack

 

 

 

V CHAPTER

 

 

Due settimane senza Ryan… Sembra di essere tornato allo stesso punto in cui mi trovavo prima. Seduto sulla panchina all’ultima ad una fermata di una vecchia ferrovia in disuso, osservo i binari distrutti su cui non passerà mai un treno per portarmi via. In qualche altra stazione so che dev’esserci pure Ryro, accomodato a leggere un giornale mentre la gente gli corre attorno frenetica per prendere treni che lui snobberà. Dovrebbe stare tranquillo e salirci, nessuno di questi tanto potrebbe portare da me…

Mi alzo dal letto e decido di andare a vedere chi bussa, dopo aver passato cinque giorni senza muovere il culo o metter fuori il naso dalla porta. Shane se n’è andato non so dove e starà via per ancora una settimana, così che nessuno ha potuto dirmi cosa fare della mia inutile vita. Nessuno tranne Spencer, ovvio… è lui che ha lo sbatti di bussarmi per venti minuti prima che mi degni ad aprirgli e farlo entrare. Che deve dirmi, poi?

-Che ci fai qui a quest’ora?-

-Oggi vieni a fare colazione con me… Ti voglio presentare un mio amico. Devi uscire da questa casa… Dio, Brendon! Che puzza, da quanto non apri le finestre per far cambiare l’aria?-

Si ritrae verso la veranda con il naso arricciato e lo guardo socchiudendo appena le labbra. 

-Non m’interessa del tuo amico. Se vuoi far colazione mi sta scadendo lo yogurt e bisogna finirlo.-

Dico indicando la cucina, ma lui non si muove e si limita a fissarmi.

-E dallo al cane… Fatti trovare a quel nuovo bar dove siamo stati con Pete. Presente? Lì troverai me e questo mio amico… Ti assicuro che ti piacerà! Anche lui sta cercando qualcuno dopo aver rotto tragicamente… E penso proprio che potreste trovarvi bene insieme!-

Sì… Come se qualcuno potrebbe fare da sostituto a Ryan, figuriamoci. Non potrei mai trovarmi bene con nessun altro, perché i miei pensieri tornerebbero di certo a lui. Ci ho già provato a stare con altri… Ma ogni volta che incrociavo i loro occhi mi accorgevo che non erano quelli di Ryro e non riuscivo più nemmeno a parlarci.

-Urie…  Alle nove e mezza là… Se non vieni è la volta buona che i Panic at the Disco si trasformeranno in una one-man-band.-

Minaccia, prima di girare sui tacchi ed andarsene alla macchina. Lo guardo sparire per la strada e poi chiudo la porta, accorgendomi che la casa davvero puzza di chiuso. Sospiro e decido che qualcosa dovrò pur fare, non posso restare tutta la vita sdraiato sul letto a morire asfissiato nell’attesa che Ryro si presenti sulla soglia.

Così eccomi uscire dal vialetto venti minuti dopo in sella alla mia nuova Vespa rossa fiammante, vestito alla meglio per fare bella figura con questo amico di Spencer. Passo a velocità moderata davanti a casa di Gabe, dove c’è William sulla veranda che sta sbattendo la tovaglia scazzato e quando mi vede alza il braccio per salutarmi. Poi ecco che è il turno di casa Wentz, dove Pete sta annaffiando i fiori sbadigliando mentre Patrick strappa qualche erbaccia. Suono il clacson e loro mi guardano passare, così Pete mi segue voltando il busto senza smettere di agitare la mano come un’ossesso e sorridere. Finendo però col bagnare il suo ragazzo che inizia ad urlare… Nell’ossevare la scena voltato indietro rischio di schiantarmi contro una station-wagon parcheggiata. Mi riprendo e questa volta cerco di guidare dritto senza trovare più distrazioni, allora inizio a cantare in mezzo al traffico di Los Angeles.

Arrivo in questo bar famoso, ricordando quando Pete mi ci aveva portato con Spencer dopo che eravamo rimasti soli nella band. Era un pomeriggio nuvoloso e ci rifugiammo qui a parlare sul destino della band… Posto davvero buffo per farmi incontrare con un ragazzo. Ma se era stato l’inizio di un nuovo percorso per i Panic, lo poteva essere anche per l’Amore. Così entro e vedo Spencer seduto ad un tavolo appartato, che immediatamente si sbraccia per farmi sedere sulla piccola panchina.

-Il tuo amico?-

Gli chiedo, facendo cenno alla cameriera di portarmi un caffè. Lui sorride e guarda nervoso la porta.

-Deve ancora arrivare… E…- Il cellulare inizia a squillargli e si alza di scatto. –Oh! Questo è lui! Corro subito a prenderlo!-

Dice, scattando come un maratoneta verso la porta ed uscendo. Io rimango da solo a guardare la ragnatela sopra la mia testa con crescente interesse. Sembra di essere nel vecchio west, in uno di quei bar polverosi dove i cowboy fanno colazione con whiskey e sigari. Diciamo che è particolare e scenografico… Per questo piaceva sia a me che a Pete. Certo, ho frequentato posti migliori… Però nonostante tutta quest’atmosfera, non si puo’ negare che far colazione qui forse fa un po’ schifo.

Continuo a fissare la polvere sul bancone, convincendomi che forse dovevo ritirare fuori le mie camice da cowboy e venire qui a cavallo con un banjo in mano, altro che completo elegante. Ecco, potrei anche mettermi a cantare I Have Friends in Holy Spaces senza esser preso per pazzo da nessuno…

-You remind me of a former love…-

Sussurro appena, tenendo il ritmo con le dita, quando sento qualcuno spostare una sedia. Mi volto ed ecco che vedo Ryan in piedi davanti a me con la faccia bordeaux e stravolta, vestito come al solito da hippie. Ma stamattina non mi interessa quanti fiori astrusi ci siano disegnati su quel foulard… Perché il suo viso è troppo bello per far caso a qualsiasi altra cosa. L’osservo, sentendo le lacrime formarsi di nuovo per la gioia di poterlo rivedere.

Solo dopo qualche istante che sembra interminabile, così titubante decido di parlare.

-Sono con Spence.-

-Sono con John.-

Diciamo in contemporanea, come  se il destino ci stesse tirando brutti scherzi. Lui fa una faccia strana, prima di prendere posto di fronte a me e sorridermi.

 

 

Se la mia vita fosse un film ora apparirebbe la scritta ‘due settimane dopo’.
Due settimane dopo cosa? Beh, dopo l’ultima volta che ho visto Brend, perché se la mia vita fosse un film lui sarebbe il protagonista assoluto e io una semplice quanto anonima comparsa.
Se la mia vita inoltre fosse un film non vorrei mai che fosse un banale film d’amore, ne uno splatter… vorrei che fosse un film introspettivo, che parla di un ragazzo dai grandi occhi neri e dalla voce profonda che però è troppo stupido per mandare a fanculo un ragazzo forse troppo hippie che potrebbe tranquillamente essere il suo antagonista….
E poi, se davvero la mia vita fosse un film, sarebbe girato da un sadico regista che non vuole girare un lieto fine, ma qualcosa di tragico e struggente che lascia l’amaro in bocca.
Non c’è posto per il lieto fine nella mia vita, ma solo compromessi.
-Non voglio sentire scuse Ryan, tu sei seriamente represso! Ti presento questo mio amico che è quasi nelle tue stesse condizioni, smettila di far storie!-
Lottare alle otto di mattina con un John deciso porta solo a una sconfitta “John non so se è il caso…”
-Taci, bestia! Ti passo a prendere per le nove e un quarto, se non ti trovo pronto entro usando uno dei due Nick a caso come ariete e abbatto la porta!-
Potevo solo acconsentire no? “Ok amico mi faccio trovare di sotto pronto”
-Bravo Ryro! Fatti bello e fatti la doccia mi raccomando! Potrebbe essere la volta buona che trovi l’amore della tua vita, non credi?-
L’amore della mia vita già ce l’ho avevo, grazie John, e l’ho rifiutato. Adesso voglio solo morire solo con i miei gilet e la mia cagnetta.
Eppure ora sono qua, con le mani in tasca, ad aspettare John che è in ritardo.
È sospetto questo ritardo perché John è la puntualità personificata di solito… e se…
No! Non è possibile quindi non devo nemmeno pensarlo…

Brendon.
Cazzo! Non dovevo pensarlo!
Inizio a darmi pacche in fronte per punire la mia stupidità. Ryan Ross sei un idiota! Smettila di pensare a quell’altro idiota!
“Ehy bello smettila di darti delle botte in testa” mi dice John accostando con la macchina accanto a me “Sei già scemo a sufficienza senza infierire!”
Io mi infilai in macchina arrossendo per la figura di merda che avevo appena fatto “Allora dove andiamo?”
“In un bar che mi ha consigliato Pete” mi disse alzando le spalle mentre io alzavo gli occhi al cielo. L’ultima volta che ero andato in un posto raccomandato da Pete mi ero ritrovato addosso tre ragazzi cubani che ballavano in perizoma e ricoperti di olio per la pelle.
Non mi era dispiaciuto, ok, ma era stato imbarazzante.
E poi di certo non ho più il fisico per far certe cose, sto invecchiando “Non è un Night Club vero?” chiedo un po’ preoccupato facendolo ridere.
“Certo tutti vanno in un Night Club a fare colazione la mattina Ryro! Cosa prendi oggi? Un Mojito? Un Cosmopolitan?”
“Vaffanculo Walker”
“Ma sei tu che spari cazzate!”
“Pete mi ha traumatizzato” dico semplicemente alzando le spalle.
“Devi smetterla di frequentare quel monellaccio di Gabe Saporta” mi disse con lo stesso tono di un padre di famiglia “Se continui così diventi più deficiente di lui…”
“Difficile man…”
“Ma se ti applichi lo superi!”
“Beh si se mi applico…”
Per il resto del tragitto in automobile rimango in silenzio, come un manichino. Ho una strana sensazione ma so che rimarrà tale.
“Parlami del tuo amico” dico a un certo punto mentre John svolta in una laterale un po’ stretta.
Lui mi guarda un po’ titubante poi dice “Beh ecco… lui… lo vedrai tra poco” dice fermandosi davanti a un piccolo bar anonimo “scendi ed entra! Io cerco parcheggio”
“Vengo con te dai”
“Ma oggi giochi a fare il contrario di quello che ti dico, Ross?”
Sbuffo scendendo dalla macchina “Ti ordino una camomilla ok?”
Ma non mi risponde nemmeno, partendo alla ricerca di un parcheggio. Io mi avvio verso il bar a passo spedito, certo che poteva scaricarmi un po’ più vicino eh…
La porta si spalanca mentre ci sono davanti e rischio di lasciarci il naso.
Spence, dalla porta esce Spence…
Ci guardiamo per un attimo in silenzio, dopotutto non ci vediamo da mesi...
“Ehy ciao” dico imbarazzato grattandomi la testa sotto la matassa di capelli ricci, sperando che il foulard si espanda coprendomi tutto e rendendomi invisibile. Bella invenzione, il foulard dell’invisibilità.
Sto iniziando a delirare, non è un bel segno.
Lui sorride appena “Ciao Ryan, come va? Tutto apposto?”
“Si dai, me la cavo” rispondo ricambiando il sorrisetto “e tu?”
“Bene, grazie” chiude la porta alla sue spalle “ora scusami ma ho una fretta del diavolo, ci si becca prossimamente!” e detto questo se ne va mentre io lo guardo stranito.
Prossimamente? Ma se ci siamo visti due volte nell’ultimo anno… se non stesse con John non avrei nemmeno sue notizie certe…
Sospiro guardando il mio ex migliore amico svoltare l’angolo prima di entrare nel bar.
Che topaia.
Tolgo gli occhiali da sole pulendoli nel foulard blu come se il solo guardare quel posto me li avesse sporcati.
Una signora anziana si sorride dal bancone prendendo la tazzina sporca di un uomo che sta uscendo e riutilizzandola subito per una ragazza che sta parlando all’amica. Senza. Lavarla.
“Una lattina di cocacola chiusa” dico sottolineando l’ultima parola “e una camomilla per favore” lei annuisce mostrandomi ancora il sorriso sdentato e io mi avventuro alla ricerca di un tavolino.
Che posti del cazzo che sceglie sempre Wentz, mamma mia.
Sto ancora pensando alla totale stupidità di quel uomo inutile quando davanti a me vedo Brendon Urie e penso che se è un incubo allora non voglio svegliarmi proprio ora.

Sto ancora pensando alla totale stupidità di quel uomo inutile quando davanti a me vedo Brendon Urie e penso che se è un incubo allora non voglio svegliarmi proprio ora.
Lui sta guardando verso il bancone tamburellando il tavolo con le mani e sembra tranquillo, sereno. Forse aspetta qualcuno…
Più lo guardo più mi convinco che sia sempre più bello. I capelli si stanno allungando di nuovo e non sembra nemmeno stempiato adesso, il completo grigio sembra che sia stato dipinto sul suo fisico snello eppure perfetto e le sue labbra sono sempre le più belle che abbia mai baciato.
Cerco di defilarmi senza farmi vedere ma cazzo, sono proprio di fronte al suo tavolo e quando urto una sedia con il ginocchio facendomi anche male lui si volta di scatto incontrando i miei occhi. Merda.
E rimane zitto e serio, immobile come una statua di cera a guardarmi, solo i suoi occhi si inumidiscono appena, diventando più belli e brillanti.
Rimaniamo a guardarci in faccia per alcuni minuti fino a che non sento in dovere di giustificarmi “Sono con John” dico indicando la porta, ma proprio nello stesso istante Brendon fa la stessa cosa dicendo “Sono con Spence”
E io che sono intelligente capisco tutto.
Ci sorridiamo appena e io mi siedo davanti a lui, tanto ormai il piano malvagio di quei due infami è saltato.

 

 

-Ti vedo in forma…-

Sentendolo cerco di sorridere, ma so che non lo pensa davvero. So che parla solo perché ci siamo incrociati qui e si sente in dovere di farlo… Poi appena Spence ed il suo amico arriveranno se ne andrà e mi dimenticherà un’altra volta.

-Sai, ho un appuntamento… E tra l’altro dovrebbe anche arrivare questo tizio, con Spence.-

Gli sussurro, per non far sapere gli affari miei all’inquietante barista che tende l’orecchio verso di me. Lui per tutta risposta tira una testata alla superficie lercia del tavolo –scommetto che ora ha i pidocchi- e poi sgrano gli occhi pensando che forse ci è rimasto male. Insomma, forse non gli va di sapere che io esco con altri…

-Sì ma ho intenzione di mandarlo via!-

Gli dico sbracciandomi. Nonostante tutto, voglio che sappia che io per lui manderei via chiunque…

-Brendon, non esiste…-

Afferma lui, prima di guardarmi negli occhi un po’ geloso.

-Ti sei fatto così bello per conoscere uno?-

Annuisco e mi guardo la giacca, facendo anche caso che forse mi sono pure profumato troppo. Per un ragazzo sconosciuto, sì…

-Senti, Brendon… Spence e John si sono messi d’accordo per farci incontrare. L’hai capito?-

Di nuovo muovo la testa acconsentendo e lui sbuffa passandosi una mano sul viso.

-E, malgrado ciò… Tu ti sei tirato a lucido per un altro?-

Sorrido appena e mi attacco al suo braccio.

-Sì ma… dentro di me sentivo che saresti stato tu!-

Cazzata… Però tanto vale la pena di giocare la carta del “Destino che ci vuole insieme”. Lui comunque si alza e cerca di staccarmi, ma io gli sto più addosso che mai.

-Io me ne vado! Lasciami… Fai in fretta a trovarti qualcun altro, eh?-

Geme mentre cerco di trascinarlo di nuovo a sedere.

-Ryro! Non potrei mai volere nessun altro!! Sei tu che mi hai detto di dimenticarti!! Resta qui con me e non lasciarmi!!-

Mi ritrovo ad urlare melodrammatico, mentre tutti si girano verso questa scenetta patetica. Lui si lascia trascinare giù e subito dopo viene a sedersi al mio fianco. Sì, dev’essere un buon segno se resta qui…

-Ti prego…-

Resta qui, Ryro. Non andare via, io non ho mai voluto chiudere con te o dimenticarti. Lui sembra intenerirsi e piano fa passare un braccio sulle mie spalle, per poi appoggiare il viso al mio. Il profumo del suo balsamo è sempre lo stesso, delicato e buono come la prima volta che l’ho annusato sul casco che gli avevo prestato…

-No, non me ne vado da nessuna parte Brendon… Basta scappare…-

Sussurra, facendomi venire i brividi. Dio Ryan, sei tornato da me…?

-Questo vuol dire che..?-

-Sì. Ti amo Brenny.-

Alle sue parole inizio a piangere, non riuscendo più a trattenermi. Ho sognato che mi dicesse questa cosa per mesi, ho sperato che tornasse da me ed ora non posso quasi crederci…

Lui mi sorride passandomi un dito sulla guancia per asciugare quelle stupide lacrime.

-Non ti ho mai dimenticato… Non ho mai smesso di amarti, Ryro.-

-Nemmeno io amore…-

A quella parola mi sento saltare il cuore e nel mio petto si riaccende quel calore.

-…anche io penso di non aver mai smesso di amarti nonostante la mia stupidità… Puoi perdonarmi?-

Preso dall’agitazione e dalla gioia gli salto al collo e lo stringo forte, urlandogli dritto nell’orecchio come un pazzo.

-Sì! Io non ti porto rancore, Ryro!-

Lui sorride e mi abbraccia di rimando, così affondo il viso nei suoi capelli e gli lascio un bacio.

-Ti piace come frase? L’ho sentita in un film western che passavano sulla via cavo l’altra sera…-

Gli accarezzo la schiena, così felice di sentire il suo calore sotto il palmo della mia mano.

-Certo che tu sai sempre come uccidere il romanticismo… ma ti amo lo stesso.-

-Me lo hai già detto che mi ami…-

Lo sento ridacchiare nella mia presa e mi rilasso. Niente al mondo… niente… Mi rende così felice e sereno come il suono della sua risata.

-D’ora in poi penso che lo dirò continuamente, Brendon Urie…-

-E io ti risponderò che ti amo anche io, Ryan Ross…-

Gli dico guardandolo dritto negli occhi. Com’è ancora bello il mio Ryan… Bacio le sue labbra e sento scorrermi di nuovo energia nelle vene, mentre il cuore mi batte all’impazzata come se questo fosse il primo bacio…

 


“Ti vedo in forma” dico con un altro sorriso fissando il tavolo prima di alzare un occhio su di lui che sorride anche se con meno entusiasmo del solito, forse ripensando alle ultime cose che ci siamo detti l’altra volta.
“Sai ho un appuntamento…” dice sottovoce facendomi sorridere ancora di più “E tra l’altro ora dovrebbe anche arrivare questo tizio, con Spence….”
Sento un tonfo e solo dopo mi accorgo che a provocare il rumore è stata la mia testa che si è schiantata contro al tavolo. Dio ma si può essere così ottusi??
“Si ma io ho intenzione di mandarlo via!!” si affretta a dire continuando a non capire.
“Brendon non esiste…” poi un altro pensiero si fa largo nella mia testa “Ti sei fatto così bello per conoscere uno?” chiedo con una punta di fastidio nella voce.
Lui si guarda come se non ricordasse come si è vestito quel mattino, senza contare i due litri di dopobarba che si è dato per profumare così tanto… questo profumo è così buono, vorrei prenderlo per le spalle, sdraiarlo sul tavolo e… No! Concentrazione Ross! Tu sei incazzato perché questo piccolo stronzo è in cerca di un altro!
“Senti Brendon… Spence e John si sono messi d’accordo per farci incontrare. L’hai capito??” chiedo senza la minima traccia di pazienza nella voce. Lo guardo mentre annuisce ancora come un cazzo di ebete e, al limite, mi passo una mano sul viso iniziando seriamente a rassegnarmi. È troppo stupido per essere vero. Come cazzo fa a farmi saltare i nervi così? “E malgrado ciò… tu ti sei tirato a lucido per un altro?” chiedo acido.
Lui però sorride allegro abbracciandomi e stringendo il braccio mentre la sua testa si appoggia al mio braccio “Dentro di me lo sentivo che saresti stato tu” dice candidamente. Certo, come se io ci credessi.
Mi alzo in piedi ma lui resta attaccato al mio braccio come una cozza allo scoglio, cercando di staccarmelo penso “Io me ne vado! Lasciami…” Niente da fare sembra attaccato con la colla “Fai presto a trovarti qualcun altro eh?”
Innamorato di me certo, lo sapevo che sarebbe finita così me lo sentivo.
“Ryro!” oddio inizia ad urlare, che imbarazzo “Io non potrei mai volere nessun altro!! Sei tu che mi hai detto di dimenticarti!! Resta qui con me e non lasciarmi!!”
Ci guardano tutti ma ora non mi importa più. Dopo quello che ha appena detto non posso fare altro che permettergli di ritrascinarmi a sedere, ma appena mi molla mi rialzo e mi siedo sulla panca, accanto a lui.
Si ha ragione lui. Cosa cazzo voglio?? Gli ho chiesto di dimenticarmi… che non saremmo mai più tornati assieme… io stesso ero li per un altro appuntamento. Devo smetterla assolutamente di prendermela con lui per i miei errori, l’ho fatto anche troppe volte… ferendo così entrambi.
“Ti prego” mi sussurra disperato, come se lo stessi condannando a morte togliendogli l’aria, come se davvero fossi importante come mi ha sempre detto… come lui è sempre stato per me.
Gli passo un braccio attorno alle spalle appoggiando la mia tempia alla sua fronte “No, non me ne vado da nessuna parte Brendon… basta scappare…”
“Questo vuol dire che…” La sua voce trema per l’emozione mentre gli prendo la mano.
“Si. Ti amo Brenny”
Guardo le lacrime calde che gli scorrono sul viso e inizio a raccoglierne alcune, con la punta di un dito mentre anche dai miei occhi piccole gocce cristalline scende dono silenziose, ma sono così poche che non le nota nemmeno. Sono troppo felice anche per piangere “Non ti ho mai dimenticato… non ho mai smesso di amarti Ryro”
“Nemmeno io, amore” dico facendolo sussultare per quel nomignolo affettuoso, era da tanto che non lo chiamavo così “anche io penso di non avere mai smesso di amarti nonostante la mia stupidità… puoi perdonarmi?”
“Sì! Io non ti porto rancore Ryro!”
Sorrisi, per davvero con le labbra che arrivavano da un orecchio all’altro abbracciandolo e avvetendo le sue labbra che mi lasciavano un bacio delicato sulla testa “Ti piace come frase?” mi chiede accarezzandomi la schiena “L’ho sentita in un film western che passano l’altra sera sulla tv via cavo….”
“Certo che tu sai sempre come uccidere il romanticismo… ma ti amo lo stesso”
“Me lo hai già detto che mi ami…”
“D’ora in poi penso che lo dirò continuamente, Brendon Urie…”
Lui mi guarda felice, per davvero, mentre i suoi piccoli occhi neri scintillano “E io ti risponderò che ti amo anche io, Ryan Ross…” termina, prima di lasciare che le sue labbra si congiungano alle mie… ed è come se non fossero passate nemmeno due ore dall’ultima volta…

 

* * *

 

Non avevo mai chiuso la porta di casa mia da quando Ryan ne era uscito, perché sapevo che era da qualche parte dell’America senza le chiavi per poterla aprire… Ogni notte correvo a controllare che Shane non avesse girato le chiavi o messo l’allarme. Volevo che -se avesse deciso di tornare da me- Ryro trovasse ancora la porta aperta e la luce in veranda accesa… D’altronde lo sapeva che un posto dove tornare e da chiamare casa l’avrebbe sempre avuto.

Ed ora che è al mio fianco e lo sento chiamarmi dalla stanza posso finalmente chiudere la serratura e spegnere la lampada esterna.

Sono solo felice che tu abbia finalmente trovato il coraggio di seguire la strada di casa, Ryan…

D’ora in poi non perderti più.

 

Io non sono un uomo che crede nel destino, in quanto sono convinto che il futuro ognuno sia libero di plasmarlo a suo piacimento.
Per questo ho sempre pensato che la mia vita potesse essere un film, dove ogni personaggio si è scritto da solo la propria parte, intrecciandola con gli altri protagonisti del racconto, ridendo assieme e avvolte litigando, gioendo e piangendo. Odiandosi e amandosi.
Sarò schifosamente romantico ma adesso che me ne sto nel mio letto, nella mia stanza, nell’appartamento che condivido con Brendon che ora dorme appoggiato al mio petto inizio a pensare che la mia vita si, è un film, perché qui c’è il lieto fine….
E lo abbiamo scritto insieme, Brend….

 

* * *

 

La sola cosa certa però resta questa: Non possiamo più entrare in metà dei bar di Los Angeles senza vergognarci a morte.

 

* * *

 

 

 

 

 

The end…

 

…?

 

 

 

 

 

 

 

-------------------------------

 

Ecco finalmente la fine!!!!

Grazie a chi ha letto tutto quanto!!!

Prossimamente ci sarà uno Spin-Off di questa storia a cui stiamo lavorando… Sarà una one!

 

E a chi è interessato, stiamo producendo una long sui Panic! che posteremo presto!!!

Stay tuned!!!! XD

 

Gre, sorry…. Ma amaci lo stesso!

 

 

XOXO

Miky&Jess

 

 

 

 

 

 

   
 
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