Cap 18:
L’arte è un’esplosione
L’intero
villaggio era stato messo in allerta di una probabile invasione da parte dell’Akatsuki.
Ogni
giorno si tenevano varie esercitazioni di evacuazione, per far si che la
maggior parte della gente, venisse messa al sicuro il prima possibile.
Ognuno
dava una mano come poteva.
I
nascondigli erano già stati preparati per ogni evenienza, con scorte di cibo e
di acqua.
Naruto e Gaara,
da quando erano venuti a conoscenza, che il momento di incontrare i loro
assalitori si stava sempre più avvicinando, cominciarono ad allenarsi
incessantemente, facendo solo qualche pausa per mangiare. A volte ricorrevano
anche al chakra dei bijuu
pur di continuare, quando erano ormai ai limiti e inutili furono i rimproveri
da parte dell’hokage.
Essa
temeva che potessero perdere il controllo e creare più problemi di quanti
avrebbe potuto causarne l’Akatsuki.
L’hokage era tremendamente arrabbiata con il figlio, essa non
voleva assolutamente che il biondo ricorresse a una fonte di potere malvagia
come quella di Kyuubi.
Aveva
fatto promettere a Naruto, che non avrebbe fatto più
ricorso a quel chakra maligno, ma esso non era stato
disposto a mantenere la promessa fatta.
“Mi
avete costretto tu e papà a promettere di non usarlo, ma sia che vogliate o
meno, Kyuubi fa parte di me e come tale, in caso di
bisogno utilizzerò i suoi poteri!”
Tsunade inveì contro il figlio
“Tu non puoi permetterti di perdere il controllo, né tanto meno fare solo
affidamento su quel potere!”
“Oh
avanti, non crederai davvero che durante l’attaccò dell’Akatsuki,
io non ricorra ai poteri di Kyuubi? Negli miei
allenamenti con Kisame e Itachi
ho spesso fatto ricorso al suo potere, dato che senza il suo ausilio, non avrei
avuto molte speranze di batterli e anche se ora sono migliorato, non credo di
essere ancora forte abbastanza fa poterli sconfiggere con le mie sole forze. Ti
ricordo che la parte dell’Akatsuki che mi cerca, è
più forte dei miei amici e quindi sono senza speranze se non ricorro ai poteri
del bijuu. Inoltre sia io che Gaara,
siamo perfettamente in grado di controllarli!” disse determinato il ragazzo.
Sta
volta la madre non l’avrebbe avuto vinta.
“Vedi tu cosa vuoi fare. Prima dici di volermi
difendere da quei pazzoidi, poi mi impedisci di ricorrere al potere che meglio
mi proteggere..certo che ti contraddici così!”
Tsunade sospiro “Non voglio che
ti accada niente di male…voglio solo questo. Che non
accada niente a te e al villaggio!”
“Allora
lasciami usare quel potere. Sono addestrato ad usarlo. Non libererò la volpe,
se è quello che temi!”
Naruto non mise la donna al
corrente di tutto. Era vero che chakra di Kyuubi lo aiutava molto durante le battaglie difficili, in
cui lui difficilmente sarebbe uscito vincitore, ma allo stesso tempo, quel chakra era quasi come una droga. A volte sentiva proprio il
bisogno di richiamarlo a sé per sentirsi rassicurato. Lo faceva sentire bene,
come se i suoi problemi non esistessero. Esso lo avvolgeva riscaldandolo,
proprio come un piumone fa d’inverno. Aveva bisogno di quel contatto che gli
dava una sensazione del tutto simile a quella che provava, quando da piccolo,
aveva paura e si rintanava nelle braccia della madre.
Quel
potere lo rendeva sicuro di sè e anche se era la
causa della sua sofferenza, non avrebbe rinunciato a lui tanto facilmente.
Sapeva che anche Gaara infondo si sentiva così, per
quanto la sua infanzia fosse stata peggiore della sua.
Il chakra del demone e il bijuu in
sé, era l’unica certezza che i due ragazzi avevano nella vita, dato che la
paura di provare ancora la solitudine era sempre nei loro cuori. Invece il Kyuubi e lo Shukaku, qualsiasi
cosa fosse accaduta loro, non si sarebbero mai separati da loro fino alla
morte.
Nel
covo dell’Akatsuki, si era appena conclusa
l’estrazione dell’otto code e tutti i membri andarono a riposare nelle apposite
stanze.
Kisame, Itachi,
Sasori e Deidara erano
quasi giunti nell’ala dove si trovavano le loro camere, ma durante il tragitto
si persero in chiacchiere.
“Il raikage è un vero idiota!” cominciò Kisame
“Era talmente sicuro di sé e della forza della sua forza portante, che ha
disdegnato aiuto esterno!”
“La
presunzione porta spesso alla morte! Ricordatelo Kisame!”
disse Itachi.
“Cosa
vorresti insinuare?” disse Kisame, fulminando il
compagno con lo sguardo.
“Non
c’è molto da capire! È il modo di dire di Itachi, che
anche tu finirai come una sardina sott’olio a causa della tua arroganza e
presunzione!” disse Deidara divertito, il quale poco
dopo si prese una gomitata nello stomaco.
“La
prossima volta assaggerai i miei denti!”
“Ecco
che rincominciate! Mi sembra che abbiamo qualcosa da svolgere, invece di
perdere tempo a litigare tra noi!” disse Sasori.
I due
si calmarono.
“Non è
il caso di parlarne qui fuori! Ormai dovreste sapere che anche i muri hanno
orecchie! Entrate nella mia stanza!” disse Itachi,
aprendo la porta.
“è la
prima volta che entro qui dentro…bhe la tua camera è davvero…uguale a tutto il resto!” sbuffò Deidara, poi accorgendosi delle occhiatacce dei compagni,
cambiò argomento dicendo “Dobbiamo aiutare Naruto, ma
come facciamo? Pain si è occupato della cattura
dell’otto code e nonostante esso avesse il pieno controllo del bijuu e abbia dato non poco filo da torcere al capo, ha
perso. Cosa ci fa sperare che Naruto possa avere
qualche punto a favore contro di lui?” chiese Deidara.
“Niente,
infatti non ha speranze!” disse tagliente Itachi “Anche
con l’intero aiuto di Konoha e dello Shukaku, avrà vita dura. Quei due jinchuuriki
sono ancora troppo inesperti, per un pieno controllo dei loro bijuu e quindi per riuscire ad annientare Pain!” disse Itachi mettendo bene in chiaro le cose.
“Non
dimentichiamoci poi del fatto che non combatte con il vero corpo!” disse Sasori “Sapete che ho mandato una marionetta a seguire lo
scontro contro l’otto code e, se cinque dei sei corpi sono abbastanza semplici
da eliminare, il sesto Pain, quello che compare a noi
come nostro capo, è praticamente impossibile da scalfire!”
“Dobbiamo
comunque riuscire a mettergli i bastoni fra le ruote!” disse Deidare “Potremmo eliminare i 5 Pain
tanto per prendere tempo.
“Non
servirebbe, verrebbero risistemati in un batter d’occhio! Dobbiamo prendere una
decisione…decidere da che parte stare realmente!
Finirla con il doppio gioco. Solo così potremo
dare una mano a Naruto. Dunque vi chiedo di scegliere:
Naruto o l’Akatsuki!” disse
Itachi facendola semplice.
“Bhe in entrambi i casi ci spetta la morte. Se scegliamo Konoha, il capo ci uccide, se invece scegliamo l’Akatsuki, Konoha non sarà più
magnanima!” disse Kisame appoggiandosi alla spalla la
sua Samehada.
“Silenzio.
Qualcuno ci sta spiando!” disse Itachi azionando lo sharingan.
La
porta si spalancò e vi entrò Pain, il quale, con aria
tranquilla, li osservò uno ad uno con il suo rinnegan.
“Dunque state finalmente per decidere. Ero piuttosto
stanco dello continuo cambio di lettere tra voi e Konoha
a mia insaputa!” disse l’uomo facendo sussultare i presenti, ma non Itachi.
“Mi
sembrava strano che non te ne fossi accorto!” disse l’Uchiha.
“Molto
perspicace!” disse Pain.
“Ma se
lo sapevi, perché non ci hai riferito niente!” chiese Sasori.
“Perché
siamo solo delle pedine e il fatto che non ci abbia ostacolato fino ad ora, lo
dimostra. Non teme una nostra rivolta!” disse serio l’Uchiha,
non staccando gli occhi da Pain.
“Esatto!
Peccato che tu sia contro di me. Sei molto sveglio Itachi,
ma non abbastanza da scegliere la parte giusta a quanto pare. So già quale sarà la tua scelta, ma ora
chiedo a voi altri da che parte state. O meglio volete vivere o morire?” chiese
Pain non facendo trasparire la ben che minima
emozione.
“Non è
la morte che ci spaventa!” disse Deidara, mettendosi
davanti ai suoi tre compagni dicendo loro di andarsene alla svelta e di dare
man forte a Naruto.
I tre
non se lo fecero ripetere due volte e uscirono dal covo, lasciandosi alle
spalle il compagno, che nel frattempo aveva ingaggiato una lotta contro il capo
dell’Akatsuki.
Anche
a distanza di vari metri si sentivano le numerose esplosioni e crolli, causati
da Deidara, ma per quanto il biondo potesse essere
potente, i tre traditori erano certi di quale sarebbe stato l’esito dello
scontro.
Nonostante
il loro compagno si fosse sacrificato, i tre si allontanarono a passo spedito,
in modo tale da non essere più rintracciabili, anche se erano a conoscenza del
fatto che Zetzu avrebbe potuto ritrovarli facilmente.
“Devo
dire di essere sorpreso!” disse Pain schivando una
bomba “Non avrei mai creduto che voi foste in grado di sacrificarvi per il bene
dei compagni!”
Deidara afferrò dell’altra creta
“Tsè, non mi
importa niente di quei tre perdenti, se mi sono messo contro di te è solo per
impedirti di fare del male a Naruto!”
“Perché
ti interessa tanto quel moccioso?” chiese Pain.
“Perché
è mio amico ed è il primo che non mi abbia visto come un mostro e che mi abbia
voluto bene, nonostante fossi un criminale!” disse Deidara
lanciando una decida di palline di creta che andarono a colpire le pareti in
modo tale che cadessero addosso al nemico.
Le
pareti crollarono come previsto, ma lo Shinra tensei di Pain, impedì che
quest’ultimo venisse sepolto dalle macerie.
“Se
vuoi eliminarci dovrai fare molto più di così!” disse Pain
preparandosi a rispedire indietro un’altra bomba che andò a colpire in pieno Deidara.
Nonostante
fosse la sua arma, il biondo non era immune alle sue bombe e lo dimostrava il
fatto che era rimasto seriamente danneggiato dall’esplosione.
“Mi
sembra che il tuo braccio sinistro sia fuori uso!” disse il possessore del rinnegan.
“Non
per questo ho finito di combattere. Forse non sono abbastanza potente da
ucciderti, ma ho un’arma che ti trascinerà nella tomba insieme a me!” disse Deidara spogliandosi, in modo tale da rimanere a petto nudo
e attivare una bomba autodistruttiva di potenza micidiale.
“Devo
ammetterlo, molto coraggioso e molto stupido da parte tua!” disse Pain intuendo cosa stesse per compiere l’ex componente
dell’Akatsuki.
Naruto e Gaara
stavano nuovamente combattendo tra di loro, sotto lo sguardo vigile di Kakashi, che li teneva sott’occhio per far si che i due non
compissero qualche sciocchezza e per allenare gli altri membri del team. Il
loro aspetto era più demoniaco che umano e i loro chakra
scontrandosi, avevano creato non poche esplosioni, ma presto i ragazzi
dovettero cedere alla stanchezza e caddero a terra cercando di riprendere
fiato.
Anche
Sakura e Sasuke decidero di
prendersi una pausa e raggiungendo i ragazzi, offrì loro delle polpette di riso
che lei stessa aveva preparato.
Mangiatono tutti insieme, ma quel
momento di relax durò poco.
Un
enorme esplosione si potè vedere inalzarsi
nel cielo.
Era a
chilometri di distanza, ma non per questo meno visibile e percepibile.
Una
leggera scossa di terremoto, senza ripercussioni, si fece sentire su tutta Konoha, la quale venne messa in allerta.
“Kakashi, cosa sta succedendo?” chiese Sakura intimorita.
Kakashi non seppe dargli una
risposta, ma quell’esplosione sapeva bene che non era un buon segnale.
In
tutta Konoha si era scatenato il caos e la gente
correva ovunque potesse andare, convinta
che quell’esplosione fosse opera dell’Akatsuki,
pronta ad attaccare.
Le esercitazioni
di evacuazioni erano servite a poco, dato che nessuno rispettava le indicazioni
date nei giorni passati.
Ci
volle non poca fatica per calmare tutti.
Tsunade aveva mandato dei ninja
a controllare il luogo dove era avvenuta l’esplosione e dopo un paio d’ore
ricevette un resoconto della situazione.
“Hokage-sama, avete saputo qualcosa?” chiese Kakashi vedendo la donna raggiungere il figlio.
“Si,
l’esplosione è avvenuta a dieci 50 chilometri da qui a nord est!” lo informò la
donna.
Naruto si irrigidì “cosa? ma…ma li è dove si trova il covo dell’Akatsuki!”
“è
stato trovato questo sul posto!” disse la donna porgendo un pezzo di stoffa nera,
con un pezzo di nuvola rossa.
Naruto la prese in mano e la
osservò. Non avrebbe saputo dire a chi appartenesse, ma aveva una brutta
sensazione.
“Qualunque
cosa ci fosse in quel poso, ora non era altro che un enorme cratere!” disse la
donna.
Naruto sussultò a quelle
parole.
“Non
si sa cosa ne sia la causa?” chiese Sakura.
Tsunade scosse la testa e mise
le mani sulle spalle del ragazzo “Solo tu poi dirci cosa potrebbe essere successo,
se realmente è colpa dell’Akatsuki!”
“I-io…io non lo so!” rispose il ragazzino non guardando la
madre e continuando a stringere quel pezzo si stoffa nelle mani.
“Noi
si!” disse una voce conosciuta ai più.
Tutti
si girarono verso la loro destra e videro tre figure sbucare fuori.
“Kisame, Itachi, Sasori!” disse Naruto felice e
correndo loro incontro.
Kakashi, Sasuke
e Sakura si misero in posizione di allerta. Alleati o meno, la prudenza non era
mai troppo.
“Cosa
diavolo ci fanno dei traditori come voi a Konoha?
Solo perché ho deciso di concederci una tregua, non avete il permesso di venire
al villaggio come turisti!”
Itachi osservò la donna “Siamo
qui in veste di alleati di Konoha. Pain attaccherà presto e noi vogliamo aiutarci a
combatterlo!”
La
donna sgranò gli occhi sorpresa. Non si sarebbe mai aspettata una piena
collaborazione da parte del nemico.
“Questo
ovviamente se ci viene concesso!” disse Sasori.
Tsunade li fissò attentamente,
mentre Naruto guardava la madre supplichevole, come a
convincerla di accettare il loro aiuto.
“Non
lo so. Aiuto in più fa sempre piacere, ma…”
“Pain non attaccherà adesso, hai qualche giorno per
decidere!”
“Decidere
cosa? Non sarà un capo villaggio a impedirmi di distruggere Pain!”
disse Kisame stringendo l’elsa della sua spada.
Itachi lo fulminò per farlo
tacere.
Sasuke decise di smettere di
assistere a tutto quello che stava accadendo e facendo un passo avanti e
lanciando uno sguardo arrabbiato al fratello, gli disse “Tu ed io dobbiamo parlare…adesso!”
Itachi lo guardò con aria
fredda. “Ora non mi sembra proprio il momento
di chiacchierare” Lanciò uno sguardo al biondino “So di cosa vuoi parlare e lo faremo, ma
quando le acque cominceranno a calmarsi!”
Naruto si guardava intorno. Era
contento di rivedere i suoi amici, ma qualcosa non andava.
“Dov’è
Deidara?” chiese, guardando Kisame dal basso verso l’alto.
Sasori abbassò la testa, mentre
Kisame continuava a fissarlo con uno sguardo serio,
pronto a parlare.
Itachi però, con un segno di
mano, disse al compagno di tacere. Dovevano dare la notizia a Naruto, ma l’uomo pesce era il meno indicato, dato la sua
mancanza di tatto.
L’Uchiha si avvicinò al biondo e inginocchiandosi, per
raggiungere l’altezza del ragazzo, gli mise le mani sulle spalle e con aria
dispiaciuta disse “Naruto, quello che sto per dirti
non è facile da accettare. Ti chiedo di mantenere la calma e…”
Naruto si liberò dalla sua
stretta e cominciò a piangere intuendo cosa era accaduto e chi era l’artefice
di quella esplosione.
“Smettila
di trattarmi come un bambino piccolo e dì quello che devi dire. Tirarla per le
lunghe non lo renderà più semplice!” disse, facendo poi calare un silenzio carico
d’ansia.
“Credi
che non l’abbia capito? Non sono stupido Itachi.
Dillo ,se hai il coraggio!” gli urlò in faccia.
Itachi sospirò e alzandosi in
piedi e distogliendo lo sguardo ammise “Deidara è
morto!”
******
Ecco
il diciottesimo capitolo, molto prima di quanto mi aspettassi.
Ammetto
che è stato difficile per me eliminare Deidara.
Infatti sono un po’ pentita, ma tanto ormai ho deciso la sorte di ogni singolo
personaggio e non potevo cambiare idea.
Non
sono molto convinta del risultato..non so, mi sembra che ci sia qualcosa che
non va. Forse non sono riuscita a trasmettere esattamente quello che volevo.
Spero
però di riuscire a farlo nel prossimo, dato che in teoria dovrebbe essere un
capitolo piuttosto tormentato.
Speriamo.
Intanto
fatemi sapere il vostro parere, mi raccomando.
Ringrazio
Vaius e Vix per i commenti.
Killer
Bee non sarà presente per due motivi. Primo ci sono
talmente tanti personaggi da gestire, che ho paura di perdermene qualcuno per
strada e secondo…non sono capace a creare rime e il
tipico linguaggio di Bee poteva crearmi non pochi problemi
e se si inserisce un personaggio, bisogna cercar lodi renderlo il più possibile
IC…tranne se c’è una motivazione per il cambio di
carattere.
Vix, hai visto? Non ti ho fatto attendere
molto. Non è propriamente una pausa, dato che posso aggiornare il giorno dopo o
dopo un mese, tutto dipende. Ti chiedo solo di aver pazienza.
Al
prossimo capitolo
Ciao
Neko =^v^=