Serie TV > Glee
Ricorda la storia  |      
Autore: ChelseaH    21/09/2010    3 recensioni
Qualcuno avrebbe potuto dire che stava agendo come un perfetto calcolatore, lui preferiva pensare che stava solo cercando di procacciarsi un’occasione, che male c’era in questo?
Genere: Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

DISCLAIMER: Glee e i suoi personaggi non mi appartengono, sono proprietà della Fox e degli aventi diritto.


NOTE.

Per chi non ha visto la seconda parte della prima stagione, potrebbero esserci degli spoiler. Ho messo anche l'avviso spoiler proprio perché mi pare che le ultime puntata non siano ancora state mandate in onda in Italia.

L'avvertimento slash invece non indica che la presenza di scene slash ma essendo Kurt gay mi sembrava giusto metterlo.


Stasera incomincia la seconda stagione e quale occasione migliore di questa per postare la mia storia in questo meraviglioso fandom!

E' una oneshot di pochissime pretese, scritta di getto e che vuole immortalare un pezzetto del rapporto fra Kurt e Finn, di com'era, di com'è e di come potrebbe essere.

Spero possa piacervi almeno un pochino ^____^


Nothing but friends.

Kurt sapeva che non avrebbe mai potuto avere Finn ma era più forte di lui, non riusciva a smettere di sperarci.

Paradossalmente, avrebbe preferito che l’ostacolo fra loro due fosse stato di natura più personale, qualcosa del tipo non mi piaci affatto come persona e non voglio avere nulla a che fare con te, e invece ciò che rendeva impossibile che fra loro due nascesse qualcosa era la loro sessualità.

La sessualità di Finn, per essere precisi.

E questo lo faceva impazzire, perché non poteva avere la sua chance solo per colpa di stupide etichette?

Perché Finn non poteva essere aperto alla sperimentazione come lo erano Santana e Brittany?

Oltre a ciò, Finn era anche decisamente monogamo, il che rendeva le sue possibilità ancora più inesistenti dal momento che ora stava con Rachel. E tutto questo era tremendamente atipico per un quarterback, sia la monogamia sia lo stare con una ragazza come Rachel Berry, ma del resto anche far parte del Glee club era atipico per la star della squadra di football.

In fondo avrebbe dovuto esserne contento, lui era un outsider per colpa di stupidi pregiudizi e pessime etichette, era bello vedere che c’era qualcuno in grado di romperle tutte queste etichette e di fregarsene dei pregiudizi. Certo, per arrivare a quel punto Finn aveva impiegato quasi nove mesi e spesso lungo il suo cammino era inciampato facendo soffrire Kurt per primo e, alla fine, non si era nemmeno liberato della cosa più importante, ovvero la sua eterosessualità convinta. Ma tutto ciò era storia vecchia, la scuola era finita, Finn e sua madre non si erano ancora trasferiti in pianta stabile a casa sua – più Finn che sua madre – e lui temeva di non rivederlo per tutta la durata delle vacanze, mandando definitivamente all’aria quell’opportunità, che Kurt sapeva benissimo di non avere ma nella quale continuava a sperare, di approfondire il loro rapporto.

“Prove straordinarie? – gli aveva chiesto Rachel con entusiasmo. Sapeva che proporle degli incontri estivi per il Glee club sottolineando i benefici che ne avrebbe tratto il loro rendimento, l’avrebbe scatenata. – Ci penso io ad avvisare tutti gli altri.” si era subito offerta.

E così si erano ritrovati lui, Rachel, Finn, Puck e Mercedes in camera sua, per il primo di tali incontri. Naturalmente lui sapeva che tutti gli altri non si sarebbero presentati: Sue Sylvester aveva praticamente rapito le Cheerios per allenamenti supplementari pre-stagionali, il che eliminava Santana, Brittany e Quinn, che aveva indossato nuovamente la divisa subito dopo il parto. Artie era partito per non ricordava bene quale località vacanziera, Tina era occupata a tentare di tenere a bada i bambini che le erano stati affidati al campo estivo nel quale lavorava, mentre Mike e Matt... beh, probabilmente Rachel si era semplicemente dimenticata di avvisarli, non ritenendoli fondamentali per la sua crescita all’interno del Glee club.

Al secondo incontro diede buca Puck, al terzo anche Mercedes, lasciandolo solo con Rachel e Finn.

Naturalmente Kurt aveva previsto anche questo, aveva immaginato che data l’inutilità effettiva di quelle riunioni a cui mancava più di mezzo club, Puck e Mercedes sarebbero durati poco, così come sapeva che Rachel al contrario non avrebbe mollato nemmeno se fosse rimasta sola e che avrebbe costretto Finn a seguirla a ruota fino alla fine.

Qualcuno avrebbe potuto dire che stava agendo come un perfetto calcolatore, lui preferiva pensare che stava solo cercando di procacciarsi un’occasione, che male c’era in questo?

“Posso farmi un panino?” gli chiese Finn, entrando in cucina.

“è anche casa tua.” gli ricordò Kurt.

“Non ancora.” rispose l’altro aprendo il frigorifero e soffermandosi a ponderare cosa poteva tirarne fuori.

Kurt aveva rinunciato da tempo a creare la stanza perfetta per loro due, aveva capito – o per meglio dire, Finn gliel’aveva fatto capire senza mezzi termini – che sarebbe solo servito a fargli passare del tutto la voglia di trasferirsi. E anche se gli scocciava ammetterlo, comprendeva anche perché il ragazzo non ne volesse sapere di mettere tutte le sue cose in uno scatolone e cambiare vita. Non poteva nemmeno lamentarsi più di tanto perché era stata proprio la sua insistenza sul voler a tutti i costi riarredare la camera a far scappare Finn a gambe levate, proprio quando sua madre l’aveva quasi convinto. In fondo era solo questione di tempo, presto quella casa non sarebbe più stata di loro proprietà e Finn non avrebbe più avuto scelta, ma lui avrebbe preferito che il trasferimento fosse qualcosa di voluto, non imposto da cause di forza maggiore. Il filo dei suoi pensieri venne interrotto dalla voce di Rachel che stava facendo degli esercizi di riscaldamento e per un istante – un brevissimo istante – gli balenò per la testa che potessero essere ben altro genere di motivazioni quelle che spingevano Finn a rimanere così morbosamente attaccato a un’abitazione nella quale ormai viveva praticamente da solo e dove i tre quarti dei mobili erano già scomparsi, ovvero che quella sistemazione gli poteva garantire intimità.

Intimità con Rachel.

“Credo che questi gorgheggi siano un velato invito a non farla aspettare oltre.” sospirò Finn, richiudendo il frigorifero e rinunciando all’idea di farsi uno spuntino in quel momento.

No, era un’idea assurda.

Finn e Rachel non potevano essersi spinti tanto oltre e aveva ben due ottimi elementi a sostegno della sua tesi: innanzitutto Finn aveva preso lo spavento del secolo, seguito dallo smacco del secolo, con la gravidanza di Quinn e Rachel era capace di qualunque cosa pur di tenersi stretto ciò che voleva anche se pensare che sarebbe arrivata a farsi mettere incinta forse era un po’ eccessivo. Secondariamente se fosse successo, se avessero fatto sesso, la ragazza non ci avrebbe pensato due volte a renderlo noto al mondo, la discrezione non era esattamente uno dei suoi maggiori pregi.

“Non vieni?” gli chiese Finn, già avviato verso l’uscita della cucina.

“Sai, non sei costretto a tornare subito di la, fossi in te mangerei.”

“Per farla piombare qui come una furia strepitando che stiamo facendo i lavativi e che di questo passo non ci qualificheremo mai per solo lei sa cosa, dato che mancano ben due mesi al ritorno a scuola? No, grazie.” così dicendo le labbra gli si incresparono in un sorriso e Kurt capì che per quanto Rachel potesse essere pesante, opprimente, ossessiva, compulsiva e molte altre cose irritanti, Finn probabilmente non avrebbe provato nulla per lei se lei non fosse stata esattamente così.

“Andiamo?” lo incitò il ragazzo.

“Arrivo, prendo da bere e arrivo.” rispose lui, lasciando che Finn se ne andasse da solo.

Si ricordava benissimo quando aveva iniziato a sentirsi attratto da lui, un giorno che – come in tanti altri giorni – Puck stava espletando il suo rito mattutino di buttarlo nel cassonetto e qualcuno era intervenuto per salvare quantomeno la sua giacca firmata da un tuffo nei rifiuti.

Quel qualcuno era Finn e da quel momento era diventata una tradizione: Puck lo braccava e Finn salvava i suoi vestiti da centinaia di dollari. Sapeva che un cavaliere senza macchia e senza paura avrebbe salvato lui piuttosto che dei capi d’abbigliamento ma, per quanto infantile suonasse, Finn Hudson ai suoi occhi aveva comunque assunto le fattezze del principe azzurro.

Alla voce di Rachel si aggiunse quella di Finn e d’un tratto Kurt non riuscì più a ricordare come mai si trovasse lì, a casa sua con Rachel e Finn a far finta di provare cose non meglio precisate per il Glee club, quando nessuno dei loro compagni era presente.

Perché aveva cercato per l’ennesima volta di tentare l’impossibile con Finn, ecco perché.

Non poteva semplicemente arrendesi all’evidenza della sua eterosessualità e smetterla di tramare cose per avvicinarsi a lui in maniere che Finn non avrebbe mai voluto e che l’avrebbero solo spinto sempre più lontano?

Era poi così tragico essergli soltanto amico?

No, non solo non lo era ma l’amicizia era qualcosa che andava ben oltre a ciò che avesse mai osato sperare ai tempi in cui Finn lo degnava di attenzione solo quando doveva fare il paladino dei suoi vestiti.

Era bello potersi considerare suo amico.

Era bello sapere che Finn suo malgrado ci sarebbe sempre stato per lui.

Non aveva bisogno di combinare appuntamenti al buio al padre o di entrare nelle Cheerios solo per passare del tempo con lui, non aveva bisogno di macchinare stupidaggini come quella degli incontri estivi del Glee club per una piccola cerchia di eletti, solo per tentare di convertirlo al lato gay della forza. Gli sarebbe bastato comportarsi normalmente, da amico, e avrebbe avuto da lui più di quanto non avesse mai avuto in tutti quei modi.

E chissà, magari era anche tempo di passare oltre a Finn, di cercarsi qualcuno che avrebbe potuto ottenere senza sotterfugi di alcun genere, qualcuno che potesse essere davvero il suo principe azzurro.

Prese una bottiglietta d’acqua e si avviò verso la propria stanza, dalla quale provenivano ancora le voci di Finn e Rachel.

Sorrise fra sé e sé, magari se avesse fatto capire a Finn che non voleva null’altro che amicizia lui si sarebbe perfino deciso a trasferirsi lì. No, non era per niente male come prospettiva.

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: ChelseaH