Serie TV > Merlin
Ricorda la storia  |      
Autore: emychan    21/09/2010    15 recensioni
One-shot,Arlin.
« Vorresti dire che il tuo gatto si chiama come me? » gli chiese con un tono che rifletteva quanto poco credesse ad una simile coincidenza.
« Se ti chiami Arthur, direi di sì »

Il gatto di Merlin non vuole scendere da un albero!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cats


« Arthur! Scendi subito da lì! »
Il diretto interessato si limitò a  voltarsi dall'altra parte, completamente indifferente alle grida del ragazzo dai corti capelli neri che tentava inutilmente di farlo scendere dall'albero su cui si era appollaiato piú di mezz'ora prima.
« Se non scendi ti lascio lì, dico sul serio. Guarda che me ne vado. »
Merlin, questo il nome del ragazzo poco piú che ventenne intento a gesticolare come un folle nel cortile di un condominio privato, cercò di fissare il suo piccolo arrogante amico con uno dei suoi sguardi piú severi, uno di quelli che dicevano chiaramente: Con me non si scherza.
Forse, se lo spaventava a sufficienza, Arthur avrebbe finalmente ubbidito.
Quello sì, sarebbe stato un miracolo.
Purtroppo incutere timore non era proprio uno dei suoi doni migliori, con quegli zigomi alti e le labbra rosa piú adatte ad immensi sorrisi che a bronci arrabbiati.
Arthur, che ormai lo conosceva da quasi quattro anni e non aveva la minima paura di lui, si limitò a fissarlo coi suoi enormi occhi azzurri sbadigliando vistosamente prima di mettersi a suo agio, lungo disteso su quel dannato ramo di platano...
« Arthur! » sbottò il ragazzo ormai esasperato passandosi una mano fra i capelli.
« Si può sapere cosa vuoi? »
Merlin si guardò intorno alla ricerca del proprietario di quella nuova voce, piuttosto seccata, che aveva invaso il cortile.
Proprio vicino al ramo su cui il suo gatto aveva deciso di addormentarsi beatamente, un ragazzo, che dall'aspetto doveva essere suo coetaneo, con i capelli biondi e gli occhi azzurri, se ne stava affacciato alla finestra guardandolo come se fosse pazzo .
E probabilmente non aveva tutti i torti...
« Allora? Si può sapere che vuoi, è mezz'ora che ce l'hai con me! »
Merlin sbatté le palpebre confuso, che diavolo diceva quel tipo?
« Io non chiamavo te...» rispose come istupidito dall'intera situazione « Ce l'avevo con Arthur »
Nel dirlo scoccò un'occhiata furiosa verso la stupida palla di pelo arancione che ronfava tranquillamente a una decina di metri di distanza dal suolo.
Il ragazzo alzò un sopracciglio, passando lo sguardo da lui al gatto un paio di volte prima di sogghignare malizioso « Vorresti dire che il tuo gatto si chiama come me? » gli chiese con un tono che rifletteva quanto poco credesse ad una simile coincidenza.
« Se ti chiami Arthur, direi di sì ».
« Beh comunque è chiaro che non ha la minima voglia di scendere da lì, solo uno stupido si metterebbe a gridare a quel modo. Come se il tuo gatto potesse capirti » nel dirlo la sua voce assunse una strana intonazione.
Come se parlasse a qualcuno di piuttosto lento e imbecille.
Per qualche motivo Merlin trovò l'intera situazione piuttosto familiare.
« Se sai fare di meglio, perché non ti accomodi? » rispose sentendosi improvvisamente ferito nell'orgoglio.
Chi era quel babbeo arrogante per dirgli come trattare il suo gatto?
Senza scomporsi minimamente, l'altro Arthur sorrise gongolante... come se si aspettasse una sfida del genere e fosse preparato a vincerla.
 « Aspetta solo un secondo » gli rispose sparendo nel suo appartamento.
« E' tutta colpa tua, stupido babbeo di un gatto! » sibilò al felino che in tutta risposta miagolò seccato da tutta quella confusione che gli disturbava il sonno.
Poco dopo Arthur tornò alla finestra posando un piattino di chissà che cosa sul davanzale e fischiò.
Per supremo stupore ( e anche un filo di orrore) di Merlin, la traditrice palla di pelo rossa si gettò come un fulmine sul contenuto del piatto, facendo le fusa all'altro ragazzo.
Le fusa.
Arthur non faceva mai le fusa.
Gonfiava il pelo.
Soffiava minaccioso.
Graffiava.
Guardava Merlin con aria di superiorità per metà del tempo e lo ignorava completamente per l'altra metà.
Al massimo qualche volta giocava con una palla di gomma, ma il ragazzo aveva la sensazione che lo facesse solo per pietà, per compiacerlo e non certo perché volesse davvero farlo...
Ma di certo, Arthur non si abbassava mai a fare le fusa.
Tranne che per il suo odioso omonimo sembrava...
Adesso i babbei sono in due... pensò guardandoli con astio Merlin.
« Non è la prima volta che viene qui. » Gli spiegò l'altro ragazzo accarezzando distrattamente la testa del piccolo traditore rosso « Pare che gli piaccia fare il bullo col mio gatto. »
« Cosa? Mi dispiace! » si affrettò a scusarsi Merlin senza mettere in dubbio nemmeno per un istante che dicesse il vero... in fondo conosceva bene il caratteraccio di Arthur.
« Fino ad oggi non sapevo nemmeno che scappasse, in genere a quest'ora lavoro. »
« Oh non preoccuparti. Il mio gatto è un tale idiota che non gli farà male imparare un po' di lotta. »
Merlin non commentò la totale mancanza di cura del ragazzo per il proprio gatto.
Poteva solo compatire il povero animale finito nelle sue grinfie.
« Posso salire a riprendermelo, allora? »
Arthur smise di accarezzare il micio che saltò giù dal davanzale per sparire nell'appartamento, probabilmente per andare a molestare questo fantomatico gatto.
A Merlin già faceva pena... non doveva essere facile sopportare le angherie di ben due Arthur.
« Non lo so...» rispose il ragazzo portandosi un pugno chiuso alle labbra e fissandolo con diffidenza
« Chi mi assicura che tu non sia una specie di maniaco? Potresti aver addestrato il tuo gatto per venire in casa mia e trovare un modo di conoscermi. Davvero spaventoso, lo
sai? »
Merlin lo fissò a bocca spalancata ed occhi sgranati.
Questo tizio era tutto fuori!
« Sei matto? » gli chiese di getto ottenendo solo un piccolo broncio in risposta.
Broncio che non era assolutamente adorabile sia ben chiaro...
« Non sono io quello che ha dato al gatto il nome dello sconosciuto che ovviamente gli piace. E come sapevi il mio nome? Non avrai frugato tra i miei rifiuti per scoprirlo, spero » sogghignò l'altro scostandosi i capelli dalla fronte con aria decisamente arrogante.
Merlin balbettò a vuoto un paio di volte prima di riuscire a rispondergli con qualcosa che avesse senso.
« L'ho chiamato cosí in onore di re Arthur! Non certo per te! Non ti conosco neanche! E giusto perché tu lo sappia, sei un babbeo arrogante ed egocentrico! »
In tutta risposta l'altro gli scoccò uno strano sguardo, quasi ferito, prima di scuotere le spalle e tornare a fissarlo con superiorità « Quando uno ha la mia faccia non ha certo bisogno di essere umile. E va bene, sali su. Ma se speri di allungare le mani sappi che posso ucciderti in solotre mosse. »
A quel punto Merlin si chiese se non fosse meglio lasciare il gatto al suo destino, qualunque esso fosse... in fondo entrare in casa di uno psicopatico, quando nessuno sapeva che era lì, non poteva certo essere una buona idea.
Purtroppo la razionalità doveva essere un'altra delle sue doti mancanti, perciò pochi minuti e due piani di scale dopo, lo videro nell'appartamento del ragazzo.
A vederlo da vicino Merlin lo trovò stranamente familiare, eppure era certissimo di non averlo mai visto prima di allora.
Cosa ancora piú disturbante era che lo trovava... attraente... o forse bello da togliergli il fiato sarebbe stato piú appropriato...
Ovviamente stava impazzendo.
Parlare a lungo con i sociopatici faceva quell'effetto, in fondo...
« Allora? Sei uno di quegli idioti fissati con le leggende di Arthur e i suoi prodigiosi cavalieri? Non sei un po' troppo cresciuto per guardare la spada nella roccia? »
Peccato che avesse anche una bocca con cui parlare...
Cercando di mantenersi calmo e ripetendosi che picchiare il babbeo mentre era suo ospite non era educato, Merlin gli sorrise.
« Posso riprendermi il mio gatto o hai altre pillole di saggezza da rifilarmi grande uomo maturo? »
Infilandosi le mani nelle tasche dei jeans, Arthur gli fece cenno di seguirlo in casa.
L'appartamento era molto luminoso con le pareti tinte di bianco e le numerose finestre spalancate.
Il ragazzo lo condusse in una sala spaziosa arredata in modo essenziale, ma elegante, con un enorme schermo piatto appeso ad una parete ed un lungo divano in pelle nera dalla parte opposta.
Al centro, su un morbido tappeto bianco, stava un basso tavolino di vetro e sotto di questo Arthur, il suo gatto, se ne stava sdraiato allegramente su un altro gattino un po' piú piccolo di lui e dal pelo nero come il carbone.
«Arthur! Lascialo stare » lo sgridò Merlin preoccupato per il povero micio che emetteva  strani lamenti gutturali sotterrato sotto il peso dell'altro.
Trovandosi ad essere nuovamente ignorato dal suo peloso amico, Merlin fece per afferrarlo dalla collottola, ma in tutta risposta questi arruffò il pelo minaccioso e gli soffiò contro.
« Lasciali stare, stanno solo giocando » intervenne l'altro ragazzo che nel frattempo si era seduto sul divano.
« Giocando? » chiese incredulo Merlin guardando con diffidenza il suo gatto che aveva cominciato a mordicchiare l'orecchio dell'altro. « Sei sicuro che non gli faccia male?»
« Certo » gli rispose Arthur e dalla sua espressione era chiaro che fosse abituato a conquistarsi la fiducia di chiunque con quel sorriso.
Merlin poteva capirne il perché, ma nonostante il bel visino d'angelo che gli mostrava, non si sentiva affatto rassicurato dalle sue parole, c'era qualcosa di decisamente losco in quel tipo...
« Ti va un caffè? »
Merlin annuì distrattamente guardando Arthur alzarsi per sparire oltre una porta scorrevole che doveva portare in cucina, per un attimo rimase a fissare i due gatti indeciso se seguirlo o rimanere lì per assicurarsi che il piccolo gatto nero non finisse soffocato... o peggio.
« Vuoi stare tranquillo, Merlin? Sei peggio di una ragazzina. Ti ho detto che fanno sempre cosí! » gli arrivò poco dopo la voce di Arthur dalla cucina, Merlin sobbalzò confuso.
A parte l'averlo letto con tale facilità, che di per sè era già abbastanza inquietante, l'aveva chiamato per nome.
Merlin era certo di non essersi ancora presentato...
« Come sai il mio nome? » chiese entrando in cucina.
Arthur aveva la testa nascosta in uno sportello, probabilmente alla ricerca del famoso caffè.
« Cosa? » chiese senza nemmeno guardarlo o interrompere per un secondo la sua ricerca.
« Il mio nome, come fai a saperlo? » ripeté seccato Merlin.
« Ah... me l'avrà detto il gatto. Ci vuoi il cacao nel caffè? A me piace il cacao » ribatté l'altro senza scomporsi.
Merlin si sentì decisamente sul punto di esplodere per la rabbia.
« Non crederai di cavartela cosí? Non sono mica stupido! » nel dirlo lo afferrò per il braccio, tirandolo verso di sè per costringerlo a voltarsi.
Finalmente Arthur tirò fuori la testa da quel suo stupido sportello per rivolgergli un'occhiata che sembrava dirgli Sì, in effetti penso che tu sia il re degli idioti...
« Merlin, chiaramente il cervello non è uno dei tuoi punti forti, perciò non volevo sconvolgerti con la notizia, ma in effetti io e te ci conosciamo. »
« Non è vero » ribatté Merlin decisamente seccato dalla testardaggine di questo tizio.
Se fosse stato vero se lo sarebbe ricordato, no? Incontrare qualcuno di cosí irritante non era certo un'esperienza che si scordava facilmente...
« Sì, invece » si limitò a controbattere Arthur imbronciando le labbra come se Merlin negasse di conoscerlo solo per fargli un dispetto.
« Se ti conoscessi me lo ricorderei, non pensi? »
« Sì , se non fossi irrimediabilmente idiota. »
Merlin sbuffò irritato, questo ragazzo lo stava prendendo in giro. Era ovvio.
Arthur sbuffò incrociando le braccia sul petto « Tu vivi a due isolati da qui e al mercoledì sera ordini cibo pronto dal ristorante La Fay... e ogni dannato mercoledì sera non solo hai da ridire sulle tue ordinazioni, ma sei anche troppo spilorcio per mollare un'adeguata mancia al povero fattorino di turno. »
« Come... » Merlin si bloccò a metà frase.
Sei davvero spilorcio, lo sai? Tutte le schifezze che mangi devono averti rosicchiato il cervello...
« Tu sei quel tizio maleducato delle consegne! » esclamò puntandogli contro l'indice.
Al mercoledí pomeriggio il suo turno di lavoro durava piú del solito, cosí si risparmiava la fatica di cucinare ordinando qualcosa dal ristorante La Fay, il suo preferito.
La proprietaria era Morgana, una sua compagna del liceo che gli faceva sempre un mucchio di sconto e si assicurava che ricevesse i piatti migliori.
Purtroppo ultimamente l'enorme mole di lavoro l'aveva costretta ad assumere nuovi ragazzi part time per effettuare le consegne, uno di questi era proprio Arthur.
Che portava sempre le sue buste con un'ora di ritardo.
Gli consegnava le ordinazioni sbagliate e per di piú ghiacciate.
E aveva anche la faccia tosta di chiedergli mance piú ricche.
Senza la divisa rossa del ristorante non lo aveva riconosciuto.
Arthur sbuffò passandogli una tazza di caffè bollente « E tu sei il cliente piú stupido e spilorcio che abbia mai avuto il dispiacere di incontrare. »
Merlin digrignò i denti profondamente seccato « Ti odio, lo sai? »
In risposta Arthur lo afferrò dalla maglia avvicinandolo a sé e chiudendogli la bocca con la propria
« No, non mi odi affatto » gli soffiò a un centimetro dalle labbra riprendendo a baciarlo con trasporto.
Merlin avrebbe voluto protestare.
Davvero.
Non era certo una situazione normale quella.
Avrebbe dovuto quantomeno picchiarlo e scappare dall'appartamento...
Ma in fondo Arthur baciava davvero bene.
E forse... solo forse ben inteso... poteva ammettere almeno a se stesso che tutte quelle ordinazioni del mercoledì non erano dovute solo all'orario di lavoro...
Nessuno mangiava polpette per cinque settimane di seguito senza secondi fini, giusto?
Al diavolo... pensò quando le braccia dell'altro lasciarono andare la maglia e si infilarono tra i suoi capelli... No, non lo odio affatto...

Poche ore dopo i due se ne stavano placidamente abbracciati sotto le coperte del letto di Arthur.
I due gatti erano riusciti ad entrare nella stanza poche ore prima e adesso se ne stavano raggomitolati ai loro piedi.
O meglio... Arthur se ne stava raggomitolato al centro del letto mentre il piccolo gatto nero stava sdraiato a pancia in sù con le zampe per aria e la testa penzoloni dal materasso.
Non appena si mosse nel sonno, come Merlin aveva temuto sarebbe accaduto, il piccolo felino cadde rovinosamente a terra... chiunque aveva detto che i gatti cadono sempre in piedi ovviamente non aveva mai visto questo gatto...
« Merlin, sei un vero idiota » sibilò al suo fianco Arthur.
« Che ho fatto adesso? » si lamentò il ragazzo spostando lo sguardo sul volto esasperato del suo amante.
« Non tu, il gatto » mormorò questo sporgendosi dal lato del letto per controllare che il micio non si fosse fatto male.
« Hai chiamato il gatto Merlin? »
« Certo »
« Non era una cosa infantile essere fan di Arthur e i suoi prodigiosi cavalieri? »
« Infatti... » rispose voltando gli occhi al cielo l'altro
« Ma io non l'ho chiamato così per il mago. »
Merlin aggrottò la fronte confuso, ma Arthur lo distrasse baciandolo sulla punta nel naso e poi sulle labbra.
Nel frattempo anche il gatto rosso era stato disturbato dalla rumorosa caduta del suo compagno e, stiracchiandosi ancora assonnato, era saltato giú dal letto per andare in suo soccorso....
Sempre che miagolargli contro in modo decisamente arrabbiato fosse considerabile come aiuto.
Sembrava piuttosto che gli stesse dando dell'idiota.
« Aspetta un attimo... hai dato al tuo gatto il mio nome? »
« Certo...» rispose Arthur stringendolo nel suo abbraccio e scendendo a baciargli il collo « E non sai quanto mi ci è voluto per addestrare il tuo orrido animaletto rosso a venire da casa tua fino a quello stupido albero e in casa mia. E' davvero antipatico, non faceva che graffiarmi. Ho dovuto scoprire che scatolette mangiava per comprarne la fedeltà... a proposito, i tuoi rifiuti sono davvero disgustosi Merlin, dovresti proprio mangiare meglio. »
Ci fu un minuto di silenzio mentre Merlin, completamente allibito, cercava di dare un senso alle parole dell'altro « Arthur... Hai frugato tra i miei rifiuti? » chiese infine sotto choc.
Invece di rispondergli l'altro scese a baciargli l'addome facendolo sussultare, sapeva cosa stava facendo... voleva distoglierlo dal fatto che fosse un completo folle 
« Ma come hai fatto ad addestrare Arthur? »
« Che vuoi che ti dica... non si sa mai che tipo di maniaci si possono incontrare in giro...» gli sussurrò l'altro all'orecchio per poi scendere a dedicare attenzioni a cose molto più importanti...

End.

Ecco la mia ultima fatica.
Questo è quello che succede quando vado nei negozi di animali a guardare i cuccioli!!
Sono cosí adorabili!!XD
Ad ogni modo non mi sembra ci siano in giro storie simili a questa, se ci fossero mi scuso per eventuali somiglianze! Credetemi, non erano volute!!
Mi scuso per eventuali errori, ma non sono in forma, sono due giorni che imperversa la febbre e scrivo per tirarmi su!:P
Devo dire che mi è uscita molto piú ironica del previsto ( come al solito...) e che all'inizio Arthur non doveva essere apparire così folle... ahahah! Però ce lo vedo a frugare tra i rifiuti di Merlin per ordire strani complotti per conoscerlo!!!XDD

Detto questo... ditemi cosa ne pensate voi!!!







   
 
Leggi le 15 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Merlin / Vai alla pagina dell'autore: emychan