/1. Scuola
- La mattina dopo quando andai a scuola non facevo altro
che pensare a due occhi castani.
- Mi ero sognata due occhi castani quella notte e no, non
erano gli occhi del protagonista del film che ero andata a vedere ma erano gli
occhi del ragazzo che stava seduto al fianco di Serena.
- Gli occhi di quel
Fabrizio.
- Non lo avevo visto bene ma quel ragazzo mi era entrato
nell’anima. Dentro.
- Come un proiettile, come un piccolo minuscolo imbecille
proiettile.
- E io, più imbecille del proiettile, mi ero fatta colpire.
- Non avevo sentito nemmeno il timbro della sua voce ma
quella sera, nel mio letto, dormendo, lo avevo sognato.
- Avevo sognato le sue labbra: belle, carnose, larghe,
- Avevo agognato la sua fronte scoperta e soffice, senza
imperfezione.
- E poi avevo amato i suoi occhi.
- Castani.
- Con la testa poggiata sul palmo della mano e gli occhi
socchiusi stavo in classe a seguire le lezione.
- Avevo due occhiaie madornali e mamma, vedendomi la
mattina stessa, mi aveva anche consigliato di non andare a scuola ma io,
risoluta, mi ero fiondata fuori dalla porta.
- Io amavo la scuola.
- Non ero una secchiona ma trovavo gratificante quando i
professori mi guardavano commossi per la mia genialità.
- Non avevo mai preso un voto inferiore all’otto e ne
andavo fiera.
- «Venezi»mi chiamò la professoressa di matematica
«potresti venire alla lavagna a svolgere l’equazione?»
- Scuotendo la testa mi alzai sotto lo sguardo della classe
avvicinandomi al patibolo senza la
minima paura.
- Sapevo di essere in grado di svolgere qualsiasi cosa in
quanto ero preparata in quella
materia ma rimasi scandalizzata quando i numeri disegnati con il gesso bianco
iniziarono a ballare la samba davanti a me.
- Che roba era quella?
- La studiai vagamente prime di prendere il gesso che la
prof mi porgeva e iniziare a scrivere quello che la mia mente mi suggeriva.
- Una volta tornata a posto, con la mano nuovamente sul banco
e la testa sopra di essa, maledivo la matematica.
- «Avanti Eva, non ti demoralizzare. Doveva capitare anche
a te di andare male una volta nella tua vita a scuola» mi sussurrò Maria.
- Io brontolai un «lasciami in pace» poco convinto mordendo
la penna con cattiveria.
- Essere stata chiamata dalla mia professoressa preferita “asino” devo dire che non era stato molto
gratificante come mi aspettavo.
- E tutto a causa di quel maledetto moro del cavolo che mi
aveva incantato il giorno precedente senza farmi dormire e venire a scuola
riposata.
- Il mio sguardo si voltò automaticamente verso Serena che,
alla fila opposta alla mia, messaggiava con il cellulare senza curarsi nemmeno
di nasconderlo dall’occhio dell’insegnate.
- Ghignai.
- Il sorrisino scomposto che la bionda tinta aveva tra le
labbra mi faceva saltare i nervi in quanto sapevo che stava sicuramente
spettegolando di qualcuno con qualcuno.
- Chissà di chi e con chi!
- Forse con una di quelle che lei reputava amiche o forse …
forse parlava con il bel moro?
- Gli occhi mi si dilatarono e iniziai a fare muovere la
matita avanti e indietro in una lenta carezza.
- «Eva?»mi chiamò Maria«Eva, sei strana da stamattina. Cosa
è successo?»
- «Come?»
- «Dicevo che appunto sei strana.»mi disse« E’ tutta la
mattina che non presti attenzioni alle lezioni e questo non è da te. Per di più
stavi guardando la Denti con … interesse ecco»
- «Cosa vorresti insinuare?»
- «Niente» soffiò«ora non metterti a fare la suscettibile
ma voglio sapere solo che ti succede. Sono o non sono la tua migliore amica?»
- La guardai staccando lo sguardo da Serena e fissandolo in
quello di Maria; valutandola.
- Potevo veramente dirle che avevo incontrato un ragazzo,
probabilmente il fidanzato di Serena, e che mi aveva incantato senza motivo?
- Potevo dirle tale cosa senza cadere nel patetico.
- Sbuffai; anche se Maria mi voleva bene e io ne volevo
tanto a lei la situazione sembrava irreale anche a me stessa e allora le
sorrisi «niente Mary, sono solo stanca»
- Ero sempre stata una brava studente, una perfetta amica e
una geniale attrice per questo non dubitò di me.
- Che poi, cosa c’era da dubitare?
- All’intervallo me ne uscii fuori dalla classe perché
sentire gli schiamazzi di Serena che si vantava con le sue amiche – non so di che, non mi importa sapere di cosa- mi
mandava in bestia.
- Mi appoggiai alla finestra del corridoio facendomi
invadere dalla aria fresca.
- Non facevo altro che pensare alle parole di Maria, quelle
dove mi diceva che ero strana.
- Strana. Io?
- Cosa c’era di strano nel mio comportamento?
- Era vero, avevo due occhiaie da far paura ma apparte
quello ero la stessa Eva di sempre.
- La stessa Eva che andava bene a scuola ( sorvoliamo su
questo punto) e che si innervosiva quando i primini passandole accanto
cercavano di rimorchiarla.
- Ero la stessa Eva di tutti i giorni.
- «Ciao!»una voce dolce, una voce da bambina mi fece girare verso destra.
- Una mora ragazzina che sembrava appartenere al primo
massimo secondo anno ma che conservava ancora le fattezze infantili mi
sorrideva tutta rossa in volto.
- Le sorrisi.
- «Ciao»
- «Sono Tiziana»mi porse una mano calda e piccola «e faccio
parte del corso di recitazione. Noi
del corso vorremmo chiederti una cortesia; sempre se tu sei disponibile.»
- Aggrottai le sopracciglia «corso di recitazione?»
- «Sì» si animò« sai, quel corso che si tiene nel
pomeriggio nel auditorium. Bhè, visto che sei una delle ragazze più ricercate
della scuola vorremmo chiederti se sei disponibile a entrare a far parte della
squadra. Sarebbe un onore per noi»
- La mia faccia era sbigottita, non riusciva a credere a
quello che stava dicendo.
- «So che sarai sicuramente impegnata »riprese Tiziana « ma
ci saresti veramente utile perché … vedi» divenne rossa«non sono molti quelli
che si prestano a venire a vedere la recita di fine anno ma se ci sarà anche la
“più bella dell’istituto” forse, chissà, almeno i ragazzi verranno»
- Divenni furiosa ma anche lusingata.
- «Ho capito bene?» le chiesi «vorresti usarmi come “carta vincente?” come “premio “ o peggio come “oggetto del desiderio?”» la guardai
dall’alto in basso «dovrei essere “ l’esca?”»
- «Sì» divenne rossa«cioè, no, però sai, s’intende, noi
saremmo contenti se tu … cioè, loro, VOI vorreste a vederci. Ci stiamo
impegnando tanto nella recita.»
- Mi sarei dovuta arrabbiare, profondamente, ma invece
qualcosa in lei mi fece pena.
- Tenerezza.
- E allora seppi cosa fare …
- Anche se Tiziana mi aveva pregato per più di dieci minuti
per farmi andare nel loro “ cast” mi ritrovai risoluta a negarle la cortesia.
- In compenso, però, le promisi che qualche altra ragazza
del quinto anno avrebbe preso parte alla recita: Maria.
- Maria era sempre stata una patita per i film e per le scene romantiche quindi si
mostrò più che entusiasta a rendersi disponibile.
- Il resto dell’intervello lo passai in compagnia di Maria
e di Tiziana che parlavano e discutevano sulla recita che si sarebbe tenuta a
fine Maggio.
- «Sai»mi disse Maria mentre rientravamo in classe«è stata
una bella cosa quella che mi hai proposto di fare. Grazie»
- «Di niente» le sorrisi sedendomi al mio banco« sapevo ti
avrebbe fatto contenta»
- «Perché tu non vuoi partecipare, Eva?»
- «Come?»
- «Mi ha detto Tiziana che vorrebbe che anche tu recitassi
con noi» le si illuminarono gli occhi«perché non lo fai?»
- Sbuffai e poggiai la mia dorata mano sul banco «perché lo
sai che io non sono brava a recitare. Non mi piace tanto come piace a te fare
queste cose. Io preferisco ricoprire il tempo libero in altri modi.»
- «Hai ragione»rise«la secchiona preferisce studiare»
- La guardai storto prima di farle segno di tacere per
seguire la lezione.
- Non volevo beccarmi altri brutti voti in quanto,dopo
avere speso sette euro in caffè alla macchinetta giù al primo piano, mi
ritenevo abbastanza sveglia da seguire le lezioni attentamente.
- E da prendere un bel nove!
- Una volta che la scuola ebbe fine, almeno per quel
giorno, me ne uscii di classe tutta contenta per il nove che avevo preso ad
inglese.
- Sorrisi mentre mi mettevo la cartella in spalla e
sistemandomi i capelli riavviandoli sulla fronte.
- «Venezi» la voce di Serena che continuava a smanettare
con quel suo telefonino mi fece saltare i nervi « o forse dovrei dire
“secchiona” »
- «Cosa vuoi?» la guardai dalla testa ai piedi « e se mi
dici niente giuro che le mie unghie troveranno sul tuo viso una superficie
sulla quale limarsi»
- Maria, dietro di me, rise cercando invano di non farsi
sentire dalla potente arpia.
- «Ho visto che come una
degna secchiona anche oggi hai preso il tuo abitudinale nove, eh?»
- «E ho visto che anche tu, da somara della scuola, oggi
hai preso il tuo agognato tre, eh?»
la ripagai con la stessa moneta.
- Lei sbuffò riavviandosi i capelli tinti che avevano,
sinceramente parlando, bisogno di essere ritinti in quanto le si vedeva la
ricrescita sulla cute.
- Evitai di dircelo ma feci vagare lo sguardo per la classe
distratta.
- «Non so cosa tu debba fare questo pomeriggio, Venezi, ma
io ho da fare. Quindi saresti pregata di farmi passare. » il mio sopracciglio
scattò in alto arrivando all’attaccatura dei capelli.
- La feci passare facendo schioccare la lingua sul palato e
osservandola camminare tutta rigida sui suoi tacchi da dodici centimetri.
- «Come è patetica» mi sussurrò Maria all’orecchio.
- «Sì, Mary» la guardai ancora pregando che un tacco si
rompesse sotto il suo peso «non sai quanto … »
- La patetica ero io perché una volta arrivata fuori nel
cortile della scuola mi crogiolai sbarrando gli occhi notando che Serena si
sbaciucchiava il moro dagli occhi stronzi e indifferenti davanti a tutti.
- Mi cadde un mito.
- «Che guardi Eva?» mi chiese Maria affacciandosi oltre la
mia spalla.
- «Niente»risposi senza riuscire a staccare lo sguardo su
quel ragazzo.
- Vederlo al sole, e non in una stanza buia di un cinema,
era molto meglio.
- Era alto, come avevo pensato, magro e fascinoso.
- Sembrava uno di quei ragazzi fanatici, perfetti per Serena
ma qualcosa mi spinse a pensare che lui era troppo per lei.
- «Andiamo» mi disse Maria prendendomi per mano «sennò
perdiamo la corriera»
- Lo guardai un ultima volta, non seppi perché come se
sperassi che lui staccasse lo sguardo e le labbra da Serena e così fu.
- I nostri sguardi si incontrarono non seppi come, non
volli sapere perché ma alzando le sue iridi dalla testa bacata della bionda
tinta, Fabrizio, incontrò il mio sguardo.
- E fu davvero come uno di quei film che tanto criticavo.
- Sentii qualcosa dentro di me rompersi, frantumarsi e
distruggersi.
- Come se il cordone ombelicale si rompesse solo ora, come
se il mondo iniziasse solo quando, guardandomi, mi sorrise di sbieco.
- «A chi sorridi?» la voce di Serena gli fece staccare gli
occhi da me e, cosa che apprezzai molto, si staccò anche dal corpo di lei che
continuava a cingerlo possessivamente.
- « A nessuno» fu la sua laconica risposta mentre lei,
stupida, annuiva slacciando le braccia dal suo corpo e avvicinandosi alla sua
Ferrari rossa fiammante per salirci sopra.
- Mi ero scordata di dirlo ma Serena era anche ricca in
quanto i suoi genitori erano padroni di una linea di moda.
- Bah, patetica al cubo!
- A riportarmi nel paese dei vivi lasciando “ pateticoLand”
fu il sorriso che Fabrizio mi rivolse prima di raggiungere Serena salutandomi
con la mano.
- Mi aveva riconosciuto.
- Lui aveva riconosciuto in me la ragazza che il giorno prima gli era caduta ai piedi e, cosa che mi fece sorridere sadicamente e soddisfatta fu che quando raggiunse Serena, mentre lei cercava le sue labbra Fabrizio , invece, cercava i miei occhi.
'Giorno a tutti. Eccomi qui, anche se in ritardo, con un'altro capitolo.
Spero di vedere altre recensioni e in quanto alle vecchie veramente non so cosa dire in quanto mi hanno fatto piacere moltissimo *_*
In questo capitolo Eva si scopre un pò di più "Intessata" a Fabrizio.
Vi avverto: questo NON è un colpo di fulmine, il suo è SOLO interesse ma chissà, forse .... magari ... xD
Grazie tantissime a:
SugarLudo=Ciao, come sempre, grazie. Sei troppo gentile Ludo. *_*
Mi piace scrivere originali perchè posso creare miei personaggi senza paura di sbavare oltre i confini dei personaggi credibili. ;) Grazie mille per i complimenti e in quanto alla storia spero che ti soddisfi. Un bacione!
music_dreamer= Ciaooo! Grazie mille. Eva si è molto simpatica, lo devo ammettere, ed è una di quelle ragazze che non si fanno mettere i piedi in testa.
Molte volte orgogliosa, iperattiva e ... arrogante ma anche simpatica, dolce, gentile e, ahimè, studiosa.
La sua passione per lo studio le rovinarà la vita ... * sisi*
Spero che anche questo ti sia piaciuto, un bacione =)
Angolo Spoiler:
- «Come sei bella» la voce di Maria mi fece schioccare la
lingua infastidita sul palato «dovrei fare la stilista da grande!»
- La guardai con fastidio prima di voltarmi verso lo
specchio«Mary, non credi di aver giocato troppo di … ehm … fantasia?»
- «No»scattò all’erta, offesa«perché dici una cosa simile?
Sei perfetta!»
- Indossavo un jeans nero attillato che più che un
pantalone sembrava una seconda pelle e una maglietta rossa scollatissima.
- «No Mary» ribattei« sono patetica!»