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Autore: WordsLinger    31/10/2005    2 recensioni
I primi due capitoli insieme, vi prometto un nuovo capitolo ogni due settimane.
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cosa importa avere una bella casa, una bella moglie, un'auto sempre pronta a portarti verso le mete da te più ambite? Cosa conta essere sempre sicuri della propria vita, cosa conta svegliarsi ogni mattina, mangiare, bere, cosa conta vivere in una perfetta monotonia quotidiana, quando poi tutto ciò che hai costruito con tanta cura sembra essersi sgretolato, in un solo battito di ciglia, in un attimo talmente duraturo che sembra non voler mai finire? O forse non è lui quello che non vuole finire, sei tu che cerchi di prolungarlo all'infinito. Sì, perchè senti la vita che sta scappando via, e capisci che non puoi sopportare tutto questo.  

Un attimo, soltanto un attimo, ancora un attimo. Quanto dura un attimo? Cosa sta succedendo? Cosa ancora dovrà succedere? Ma soprattutto... cosa è successo in tutto questo tempo? Quanto tempo è passato?

Non ero proprio io quello che credeva in tutto, nei folletti, in babbo natale, nella befana? Ero solo un bimbo. Vorrei esserlo ancora, per poter non rendermi conto dell'orrore che mi circonda. L'orrore. Non quello fittizio del cinema e della letteratura, ma quello di tutti i giorni. Quanti orrori ho visto? Contro quante bestie ho dovuto combattere fin dalla mia nascita?

L'adattarsi al mondo esterno dopo aver passato nove mesi nel caldo liquido amniotico è un vampiro pronto a succhiarti il sangue.

Le prime esperienze scolastiche sono zombie sanguinari, che ti seguono ovunque, di cui hai paura. Sono lenti ma possono raggiungerti. Hanno molti anni di tempo. Vogliono la tua carne.

I primi amori sono bestie innominabili, nate per il solo scopo di rompere il tuo fragile cuore, non ancora pronto a tutto ciò. Non si è mai pronti.

Diventi maggiorenne e diventi, per la società, bestia a tua volta. I tuoi atti non saranno più giustificabili. Le tue azioni riprorevoli e non innocenti. Non sei più un bambino, sei un mostro.

Lo guardo, ora, e non so cosa dire. La guardo, e non so cosa pensare. Canzoni dalla mia adolescenza. Musiche perdute, profumi morti. Un cimitero di emozioni. Vado a celebrarli, di tanto in tanto, accendo un cero alla loro memoria, penso a come sarebbe bello averli ancora qui con me.

Un solo altro bacio, mio amore da sedicenne, un solo altro bacio prima di lasciarti. Me lo concedi, prima di lasciarti per sempre. Voglio toccarti ancora e voglio averti ancora qui con me, ti prego, non te ne andare. Perchè? Dove ho sbagliato? E' tutta colpa mia, è tutta colpa mia. Dannandomi per te. Morendo per te. Per te. La mia vita per te. Non la abbandonare.

Una solo altra parola.

Solo un altro cero da accendere. Solo un altro fiammifero da buttare. Profumo di fiori. Profumo di morte.

Una porta, mentre non riesco a guardare, mentre non riesco a pensare. Una porta dimenticata, una porta serrata, una porta inutile ed una porta indispensabile.

Tante porte si aprono, sempre.

Un amico morto in quel cimitero. Morto davvero, oltre che nella mia mente anche nella vita reale. Posso vedere attraverso i suoi occhi da ventenne la finestra che l'ha portato sull'asfalto freddo di una serata non ancora primaverile. Accendo un certo anche per te. Sentendomi morto ma sperando di essere ancora vivo.

Ed ora la pioggia sta per scendere sul mio cimitero. Ma non laverà via tutti i miei ricordi. Non li purificherà. Non sarà niente di utile. O forse no. Forse sarà solo l'inizio di tutto, solo l'inizio di una nuova vita. Guarderò le tombe e mi chiederò se è servito a qualcosa vivere per poi morire così. Morire fisicamente o morire dentro? Non posso ancora saperlo. Non posso ancora.

Non posso chiederti di più, mi disse il mio amore da sedicenne. Non posso chiederti di più perchè le nostre vite sono troppo distanti e ti ho chiesto fin troppo. Chiedere o non chiedere. Perchè allora me lo stai chiedendo? L'impossibile, l'abbandonarti, il non vederti mai più. Il non vederti mai più come ciò che amo di più al mondo, perchè non ce la potrò più fare. Non così. Non chiedermelo. Non farmi soffrire. No.

Le nuvole si stanno gonfiando ed i miei occhi cadono sempre su quella tomba. Quella del mio amore perduto. Ne dovrò aggiungere un'altra? Dovrò aggiungere la mia? La sua ? Perchè mi faccio tutte queste domande, quando so che in quest'attimo non posso cercare risposte?

Un attimo è una vita, una vita è un attimo. Voglio tornare indietro e voglio rinascere e non voglio diventare il mostro che la società mi ha imposto di essere. Voglio essere libero, ma so che non è possibile. Ora non voglio essere libero.

Devo ripararmi da questa tempesta in arrivo, ma le tombe sono all'aperto. Dovrò bagnarmi, dovrò sentire il gelido dell'acqua piovana sulla mia pelle.

Le prime gocce sulla mia pelle. Sono gelide, non riesco a resistere, ho bisogno di qualcosa per ripararmi, ma cosa? Ho perso tutto, ormai, non ho più niente. Non posso più.

Allora addio mia sposa mai promessa, addio mio sogno mai realizzato, addio ceri spenti e mai più accesi, addio ceri sempre accesi e mai spenti, addio ai nuovi ceri, addio al mio cimetero personale.

Un attimo, soltanto un attimo, ancora un attimo.

Dopo, ci sarà soltanto il buio.

  
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