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Autore: Shichan    24/09/2010    8 recensioni
[50 frasi HotsumaShuusei]
«Perché sembri aspettare qualcuno che non sono io, Shuusei?»
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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50; strada

Disclaimer: i personaggi utilizzati sono copyright di Odagiri Hotaru.

Prompt: i 50 temi della raccolta fanno parte del set alpha della community 1frase

Note: la prima volta che ho scritto sui 50 temi di questa community erano frasi singole che non erano collegate. Stavolta mi sono detta di provare a far sì che lette in sequenza avessero almeno la parvenza di una storia unica: ci sarò riuscita? XD

Per una nota esplicativa sui riferimenti alla vita precedente di Hotsuma e Shuusei (lasciati un po’ vaghi per non fare spoiler), c’è una nota in fondo per chi fosse interessato :3

 

 

 

50; strada

La prima volta Hotsuma l’ha osservato quasi per caso, passando per il corridoio vicino alla sua classe e fermandosi a metà strada: ritrovandosi nel pressi dell’aula, lo ha visto lì in mezzo alla stanza, circondato dai suoi compagni, sulle labbra un sorriso che ricordava quello degli adulti – si è fermato a metà strada senza un reale motivo, se non il pensiero che il sorriso di quel tipo non gli è piaciuto affatto.

 

2; Seconda volta

La seconda volta Hotsuma l’ha incrociato in corridoio, anche se sarebbe più corretto dire che in realtà gli è finito addosso; la scatola che aveva lui e i fogli che portava Usui sono caduti a terra e hanno finito per guardarsi istintivamente: Hotsuma era sicuro che essere scontroso sarebbe stato naturale visto che quello lì proprio non gli andava a genio, ma poi Shuusei aveva sorriso con dolcezza quasi – non falsa cortesia, e Hotsuma era semplicemente rimasto a fissarlo.

 

14; Indifferenza

Si era detto che, in fondo, Usui Shuusei non aveva nulla di particolare né nell’aspetto, né in altro: era un ragazzino come tanti nella loro scuola, con atteggiamenti uguali agli altri, e movimenti identici a tutti, così come le espressioni – e lo irritava tanto, tantissimo, il fatto che nonostante fosse banale da ogni punto di vista mandasse a monte tutti i suoi tentativi di indifferenza nei suoi confronti.

 

39; Speranza

Il motivo per cui non era affatto contento di non riuscire ad essergli indifferente era banale e infantile, e al tempo stesso la paura più vecchia del mondo: lentamente una piccola speranza si era accesa da qualche parte, flebile come la luce delle lucciole, e involontariamente veniva alimentata ogni volta che lo guardava e pensava  «Voglio essere suo amico» - e dentro di lui qualcosa sussurrava: «E se lui non volesse?»

 

43; Facile

Ma l’incertezza non era adatta ad uno come Hotsuma; perciò un giorno aveva preso il coraggio a due mani e si era diretto verso il gruppo in cui stava lavorando Shuusei: «E’ facile» si era detto «Vai e glielo chiedi!» si era auto incoraggiato – però di fronte a lui aveva farfugliato qualcosa di poco comprensibile, e Shuusei sembrava perplesso, e tutti lo guardavano, e Hotsuma non aveva mai avuto l’istinto di allontanarsi dalle persone come in quel momento.

 

46; Risposta

Era in silenzio, lì ad aspettare qualcosa, qualsiasi cosa, ma Shuusei non parlava quasi a farlo di proposito; Hotsuma stava prendendo in considerazione di allontanarsi, quando la voce di Shuusei lo aveva raggiunto con un «Sì»: lui aveva alzato lo sguardo sorpreso, farfugliando un “cosa?” e il sorriso di Shuusei stavolta era sincero, divertito - «La risposta alla tua domanda, intendo.»

 

48; Insieme

Da quel giorno, per un motivo o per un altro avevano finito con lo stare sempre insieme, ed era una sensazione strana quella che provava Hotsuma: quando guardava Shuusei, a prescindere da cosa l’altro stesse facendo, aveva sempre l’impressione di essere felice e tranquillo, come se la sua presenza fosse sempre stata importante e il “prima di essere amici” fosse stata una lontananza forzata da chissà chi.

 

31; Barca

Un giorno avevano fatto un gioco così, tanto per passare il tempo: «Shuusei, se potessi costruire qualsiasi cosa con qualsiasi materiale, cosa costruiresti?» aveva domandato; Shuusei aveva preso un foglio semplice, l’aveva piegato fino a formare una barchetta di carta, e quando Hotsuma aveva obiettato cosa ci si potesse fare con una di quelle, Shuusei aveva guardato semplicemente fuori: «Vorrei andare via ma non posso, e la barca potrebbe galleggiare, ma… è di carta, perciò non andrà tanto lontano.»

 

38; Promessa

Hotsuma forse non aveva davvero capito cosa intendesse dire Shuusei, ma cosa avessero suscitato in lui quelle parole lo sapeva benissimo: sembrava come se Shuusei stesse solo aspettando il momento adatto per andare via, lasciandolo lì – e per qualche ragione di cui non gli importava granché, Hotsuma non lo sopportava: «Ti porterò via io, Shuusei, è una promessa!»

 

28; Posto

Shuusei lo aveva guardato sorpreso, come se non se lo fosse aspettato, e forse aveva anche pensato di minimizzare con un sorriso e assicurargli che andava tutto bene, ma lo sguardo di Hotsuma era così sincero da farlo quasi vergognare: «Mi porterai… dove?» gli era perciò scivolato involontariamente fra le labbra, apparendo per la prima volta niente più del ragazzino che era – quello a cui qualsiasi risposta e qualsiasi posto sarebbero andati bene.

 

49; Mente

Giorni dopo Hotsuma si era presentato a casa sua di sera tardi, abbastanza oltre l’orario di cena; si era arrampicato su un albero e da lì, in maniera piuttosto spericolata, aveva continuato a lanciare pezzetti di corteggia finché Shuusei non aveva aperto la finestra, sorprendendosi di trovarlo lì: «Vieni Shuusei, scappiamo via!» aveva detto entusiasta – non sapeva cosa avesse in mente, ma aveva allungato la mano fino a sfiorare la sua.

 

16; Stelle

Lo aveva seguito fuori, per la strada, senza chiedere nulla e affidandosi completamente ad Hotsuma: la mano che teneva la sua era calda, e rassicurante, e Shuusei non l’aveva mai lasciata, nemmeno quando Hotsuma si era fermato in un punto del parco dove Shuusei non era mai stato – non l’aveva lasciata mai, nemmeno quando sdraiati sull’erba avevano guardato le stelle per un sacco di tempo: «Ora esprimi un desiderio, Shuusei!»

 

5; Preghiera

Shuusei aveva guardato il viso di Hotsuma, e la sua espressione sincera che tanto gli piaceva: l’amico lo osservava con aspettativa quasi, allora Shuusei aveva chiuso gli occhi, chiedendo di poter vedere sempre quel sorriso, poterlo sempre avere al suo fianco e perché no, poterlo proteggere; perché Hotsuma era importante - «Hotsuma, anche se non era un desiderio ma una preghiera… secondo te andrà bene lo stesso?»

 

21; Estate

Dopo quella volta, avevano passato l’estate insieme, vedendosi giorno dopo giorno; erano passati attraverso le cose più scontate come la compagnia l’uno dell’altro, la gita al mare della famiglia Usui a cui Hotsuma era stato invitato, il festival estivo a cui erano andati insieme: avevano guardato le bancarelle e fatto i giochi che tutti i ragazzini facevano – e al tempio, con un’offerta avevano fatto una promessa insieme, tacita e non concordata, ma la stessa.

 

41; Rivelazione

Dopo quell’incidente in cui aveva scatenato le fiamme per la prima volta, Hotsuma aveva incontrato quell’uomo che diceva di chiamarsi Giou Takashiro: l’aveva ascoltato solo a patto che l’altro rimanesse lontano, a distanza di sicurezza quasi, troppo spaventato all’idea di poter perdere il controllo sulle fiamme da un momento all’altro; lui gli aveva detto cose assurde, che un ragazzino poteva capire a stento – gli aveva rivelato di vite precedenti, e di Shuusei, e non sapeva se la vera rivelazione fosse che si erano già conosciuti o che l’altro fosse così importante da così tanto tempo.

 

1; Anima

Per il moccioso che era, Hotsuma avrebbe dovuto essere incredulo o non capire affatto, e in realtà si era detto di non credere alle parole di Takashiro: ma uscito da lì, Shuusei era ad aspettarlo e se anche Giou poteva mentire, nemmeno Hotsuma – giovane o adulto che fosse – riuscì ad ignorare quella che gli parve davvero la vibrazione della propria anima in risposta ad un richiamo preciso; guardando Shuusei, gli parve quasi di sentirne la vibrazione in risposta.

 

7; Attesa

A quel punto era stata una consapevolezza interiore che niente e nessuno avrebbe potuto cancellare: Hotsuma avvertì il calore, l’agitazione ed un’immensa felicità pervaderlo nonostante la paura di quanto successo pesasse ancora sulle sue spalle, in completo disaccordo con l’impazienza che sentiva – lo aveva aspettato da tanto, tantissimo tempo, senza neanche saperlo o ricordarlo fino a quel momento… e lui era sempre stato lì.

 

8; Migliore amico

Il legame con loro era diventato più forte e, lentamente, insostituibile da qualsiasi altro: mentre ancora tornava in quella casa che sapeva di paura, timore ed un sentimento molto diverso dall’amore di una famiglia, Hotsuma sapeva che in ogni momento Shuusei sarebbe stato lì – non importava quanto stupido un pensiero come quello potesse sembrare, persino al se stesso di un tempo, perché non c’erano altri oltre il suo migliore amico a cui avrebbe affidato ogni più piccola parte di sé.

 

4; Denaro

Hotsuma ci aveva creduto davvero, che ogni cosa potesse andare a posto: aveva infantilmente continuato a ripetersi da quel giorno che bastava “essere buono”, e non permettere più a quel potere spaventoso di prendere il sopravvento; aveva giurato un po’ a se stesso e un po’ anche a Shuusei che avrebbe resistito, ora che c’era qualcosa di importante – ma le persone che avrebbero dovuto proteggerlo lo guardavano, e non vedevano affatto un figlio: c’era solo una fonte di denaro riflessa negli occhi che lo guardavano con timore.

 

10; Pazzia

La prima volta che l’aveva sentita pronunciare, quella parola era scivolata in un sussurro fra le labbra di suo madre – impazzirò, se continuerò a vivere con la paura che possa farci del male da un momento all’altro! – ed Hotsuma si era coperto le orecchie per non ascoltare, ripromettendosi che a lui non sarebbe mai accaduto lo stesso: non aveva mai pensato che sarebbe bastata un sola altra parola di sua madre per farlo precipitare in uno stato così simile alla pazzia; se di dolore si poteva impazzire, e se potesse essere scatenato da un’unica parola, mentre correva via da casa era certo che quella parola fosse “mostro”.

 

22; Pioggia

Correndo sotto la pioggia si sentì davvero un bambino, tornato a molto tempo addietro: si ritrovò a pensare con rabbia di non essere cambiato affatto, di essere ancora quel ragazzino che tremante andava a casa di Shuusei cercando riparo e parole gentili – pioveva, e per la prima volta Hotsuma pensava di voler morire.

 

45; Fuoco

Lo aveva odiato dalla prima volta in cui, impietoso, aveva avvolto tutto precludendogli qualsiasi altra cosa alla vista: Hotsuma odiava quel fuoco, attribuendogli infantilmente la colpa di tutto – della paura riflessa negli occhi della gente, dell’odio di sua madre, della rabbia di suo padre, di ogni cosa – e anche in quel momento non aveva affatto perdonato quel Dio che sembrava convinto di avergli fatto un dono; semplicemente, il fuoco per cui sembrava essere nato così speciale, gli sembrava il metodo grottescamente più adatto per morire.

 

27; Uccidere

Quella era stata la prima volta in cui Hotsuma aveva evocato per sua scelta quelle fiamme, e la prima in cui le aveva rivolte contro un essere umano; non era mai successo di provare sollievo nel sentirle divampare, né di pensare che lasciarle libere fosse la cosa giusta da fare: mentre il fuoco lo avvolgeva per consumarlo, Hotsuma pensò che era la prima volta che le usava per uccidere.

 

35; Braccia

Mentre in silenzio non faceva altro che aspettare di morire, Hotsuma si era ritrovato a sentire la voce di Shuusei terribilmente vicina: due braccia lo avevano stretto, e la voce di Shuusei lo aveva raggiunto, chiedendogli di uccidere anche lui, se davvero voleva morire; tutto ciò che Hotsuma aveva sentito, ancora più di quelle parole, erano state le braccia che per tutto il tempo lo avevano circondato con forza per pregarlo di vivere.

 

44; Terrore

Quando era riuscito a placare il fuoco e tutto era tornato normale, una forza molto più spaventosi si era impadronita di lui: Hotsuma aveva posato lo sguardo su Shuusei, inginocchiato per terra come lui, i vestiti logorati a causa sua, e non aveva trovato il coraggio nemmeno di allungare una mano e sfiorarlo – il terrore lo paralizzava, gli urlava che era colpa sua, e gli impediva di chiedere perdono.

 

34; Peggio

Anche quando era stato rassicurato del fatto che Shuusei fosse fuori pericolo e che il peggio fosse passato, Hotsuma era stato un codardo e non aveva avuto il coraggio di andare subito da lui, nonostante la preoccupazione lo stesse consumando su una sedia fuori da una stanza d’ospedale; rimarranno le cicatrici, ma è completamente fuori pericolo, aveva assicurato il medico – ma dei segni destinati a rimanere per sempre, per Hotsuma erano peggio di una qualsiasi accusa verbale che Shuusei avrebbe potuto rivolgergli.

 

30; Lontano

Quasi come una maledizione, il tempo era passato senza che nessuno di loro dicesse nulla all’altro riguardo quell’episodio: il silenzio – un modo di proteggere per Shuusei, un modo di non perdere l’altro per Hotsuma – non aveva curato nulla, lo aveva solo messo da parte; non c’era mai stato nessun “è colpa tua”, né alcun “perdonami” a mettere distanza fra loro, eppure Shuusei gli appariva ora così lontano da rendere la vicinanza fisica quasi insopportabile.

 

25; Medico

Poi, quando erano andati a vivere all’abitazione Crepuscolo, avevano conosciuto Isuzu: gli era stato presentato come il medico che si sarebbe occupato di loro in quanto Zweilt, e per un attimo Hotsuma aveva abbassato le proprie difese di fronte a qualcuno – guarisca Shuusei, per favore, gli aveva chiesto senza guardarlo; Isuzu però glielo disse, c’erano cose che nemmeno un medico poteva guarire.

 

26; Parole

Hotsuma era tornato nella sua stanza, che avrebbe diviso con Shuusei, e doveva aver avuto una faccia orribile perché l’amico l’aveva guardato con quell’espressione che Hotsuma aveva imparato a riconoscere: quello era lo sguardo di quando Shuusei riusciva a capire senza bisogno di parole - «Hotsuma» aveva detto, con il tono calmo di sempre «L’altro letto non è ancora sistemato, per oggi dobbiamo arrangiarci» erano state le uniche parole che gli aveva rivolto.

 

15; Letto

Anche se era stato un po’ perplesso, perché non era affatto da Shuusei, Hotsuma non aveva avuto niente da ridire né quella sera stessa, né il giorno dopo; dormire nello stesso letto non era stato facile: il contatto che in un tacito accordo non avevano ripristinato dall’incidente se non superficialmente, era stato un continuo sfiorarsi involontario di spalle, o delle braccia, o di dita che a malapena toccavano la stoffa per un istante – non aveva chiuso occhio, ma non aveva detto a Shuusei di aver notato che il letto nella sua stanza era pronto già da quando erano arrivati lì.

 

47; Chiaro

Man mano che la loro vita lì alla villa si era “stabilizzata”, Hotsuma aveva dovuto abituarsi anche alla presenza degli altri Guardiani, ed era apparso chiaro che non avrebbe resistito a lungo: fra quel maniaco degli snack, quella ragazzina impertinente e quel Luka che non gli andava affatto a genio, era certo che gli sarebbe presa una nevrosi – Shuusei, osservandolo, pensava che fosse fin troppo chiaro il timore di Hotsuma nei confronti di persone fragili abbastanza da poter essere ferite.

 

6; Padrone

Farsi conoscere ed imparare a conoscere non era stato facile per nessuno di loro, ma l’opinione sul suo rapporto con Shuusei che più l’aveva fatto imbestialire era stata quella di Touko – solo perché aveva smesso di litigare con Luka di nuovo su sollecitazione di Shuusei non era autorizzata a dire cose come «Quello stupido di Hotsuma strepita tanto, ma basta una parola di Shuusei per lui: non somigliano un po’ ad un gatto con un pessimo carattere che fa le fusa solo al suo padrone?»

 

13; Noia

Che i videogame fossero il primo amore di Hotsuma non era stato difficile da scoprire, ma c’erano volte in cui nemmeno una console riusciva a consolare un Hotsuma annoiato: era stato in un giorno di noia completa che Shuusei aveva visto il biondo sgattaiolare per i corridoi della villa, con la faccia di uno che sta certamente per combinare un guaio – aveva sorriso enigmatico, dicendosi che avrebbe fatto finta di non vederlo, stavolta, lasciando che il destino seguisse il proprio corso.

 

40; Buco

Era evidente, però, che la tremenda vendetta di Hotsuma nei confronti di Touko – perché sì, di quello si trattava – fosse destinata ad essere un buco nell’acqua: Shuusei non sapeva quale fosse l’idea originaria del suo partner, sapeva soltanto che aveva sentito la voce di Touko dargli del maniaco ed era certo che quello che aveva intravisto, quando li aveva incrociati in corsa per il corridoio, fosse lo scintillio dell’arma della ragazza…

 

23; Cielo

A distanza di anni, anche lì alla villa Crepuscolo non avevano perso quell’abitudine presa quasi per caso da bambini: ogni sera stavano lì, davanti alla finestra, e guardavano il cielo in silenzio – era così la maggior parte delle volte, soprattutto nel caso di Shuusei, perché aveva notato che Hotsuma di sfuggita lo guardava, e probabilmente pensava “chissà se le cicatrici gli fanno male in questo momento”.

 

20; Fede

Quella volta però, stranamente, l’attenzione di Hotsuma era stata attirata da altro: lo sguardo aveva notato la mano di Shuusei, le cui dita sfioravano l’anulare della mancina come quando si è abituati a portare un anello e se ne avverte il fastidio quando non si indossa, e apprensivo com’era gli aveva chiesto se fosse tutto a posto; Shuusei per una volta aveva lasciato trasparire la sorpresa sul volto, e aveva persino abbozzato un sorriso quasi… imbarazzato – «Sai a quale dito si indossa la fede, Hotsuma?»

 

19; Cuore

Anche se aveva risposto con una certa perplessità a quella domanda, Hotsuma non aveva potuto fare a meno di notare che il dito che aveva visto sfiorare da Shuusei fosse proprio quello della fede nuziale: in preda alla pura paranoia fatta di “Shuusei indossava la fede scambiata con qualche donna?!”, l’unica cosa che aveva fatto era stato fiondarsi nella camera di Shuusei ad un orario ignobile, trovandolo ancora perfettamente sveglio nel cuore della notte.

 

29; Credere

Shuusei lo aveva guardato tranquillo, sebbene un minimo stupito dalla sua presenza lì visto l’orario: Hotsuma era rimasto impalato senza dire nulla, finché Shuusei non gli aveva chiesto perché fosse ancora sveglio a quell’ora, ricevendo in risposta un inaspettato «Perché sembri aspettare qualcuno che non sono io, Shuusei?» – Hotsuma, pronunciandolo, non voleva quasi crederci di essere diventato ormai così dipendente da lui.

 

33; Morte

In quella domanda, Shuusei aveva riconosciuto facilmente quel timore che Hotsuma aveva sempre avuto, e per quello gli aveva assicurato che non c’era nulla da temere, e che sarebbe rimasto al suo fianco come gli aveva sempre detto: inaspettatamente però, Hotsuma non aveva sorriso sollevato ma lo aveva guardato chiedendogli cosa lui temesse, vista la sua espressione in quel momento – Shuusei sapeva che Hotsuma non ricordava del tutto la vita prima di quella attuale, e rispondergli “il ricordo della tua morte” non sarebbe servito; scosse la testa e sorrise.

 

24; Nero

Avevano appena fatto in tempo a rientrare, quel giorno, che il cielo si era riempito di nuvoloni, preannunciando un temporale che si era scatenato in pochissimo tempo: Hotsuma e Shuusei, entrambi sul letto sebbene con occupazioni diverse – l’uno preso dalla console collegata alla tv, l’altro a leggere – si erano interrotti con un’imprecazione del biondo quando di nero non c’era stato più solo il cielo fuori, ma anche la stanza, a causa di quello che era evidentemente un blackout.

 

36; Elettricità

Rimasti immobili, dopo qualche tentativo di Hotsuma di accendere e spegnere la luce senza alcun segno di vita da parte della abat-jour sul comodino, Shuusei espresse a voce l’ovvio: «Si tratta sicuramente di un calo di elettricità, non dovrebbe durare molto» aveva osservato, cogliendo da Hotsuma un verso stizzito – l’altro imprecò mentalmente quando cozzò contro Shuusei sotto di sé: decisamente, muoversi al buio non era stata una grande idea.

 

17; Minuto

Non era durato moltissimo quel blackout, forse appena un minuto, ma Hotsuma ne ebbe una percezione che con il tempo non c’entrava davvero nulla: sentiva il fruscio dei vestiti dato dai minimi movimenti fatti da entrambi, sentiva il respiro di Shuusei calmo ma appena trattenuto a poca distanza dal proprio viso, e sentiva il corpo di Shuusei sotto il proprio – un minuto, due, tre, quattro, Hotsuma non lo sapeva, ma appena la luce era tornata, l’aveva spenta di nuovo quasi di scatto senza nemmeno capire perché.

 

42; Volontà

Non poteva vedere l’espressione di Shuusei in quel momento, ma poteva quasi giurare che fosse almeno perplessa, considerando che lui stesso stava cercando di capire perché avesse spento di nuovo la luce lasciando che la stanza tornasse ad essere buia: si sarebbe applicato ancora di più per capirlo, se solo non fosse stato impegnato a concentrare ogni briciola della sua forza di volontà per non fare nulla di stupido e azzardato – perché non aveva mai avuto l’impulso di fare qualcosa con Shuusei in quel senso, perciò visto che sentiva chiaramente la sua volontà andare a morire, si sentiva autorizzato ad entrare nel panico.

 

3; Uomo

Era partito con tutti i buoni propositi possibili, ma che lui non fosse esattamente un tipo riflessivo non era mai stato un mistero, e soprattutto che iniziasse a ragionare dopo aver fatto il danno era ormai noto anche ai muri: era probabile quindi che il motivo per cui ora, mentre ringraziava che il buio nascondesse il vergognoso imbarazzo in cui era, Shuusei non lo avesse ancora buttato giù dal letto fosse proprio quella consapevolezza sul carattere del biondo – in ogni caso Hotsuma prendeva coscienza solo in quell’istante, in cui la sensazione delle labbra di Shuusei contro le proprie era ancora palpabile, sia di aver baciato un uomo, sia che lui stesso fosse ormai tale e non più un ragazzino che a certe cose nemmeno pensava.

 

9; Notte

Ma Shuusei non lo aveva buttato giù dal letto, bensì aveva ripristinato il contatto con delicatezza quasi, come se temesse che Hotsuma potesse spaventarsi; il biondo da parte sua aveva avuto bisogno di qualcosa che lo fermasse, cosa che non aveva trovato dopo quel nuovo contatto, e quel poco ragionare che lo aveva bloccato si era perso chissà dove: forse perché era notte, ed era consapevole che nessuno sarebbe venuto a bussare alla porta, ma la mano impiegò poco a scendere per sfiorare il fianco di Shuusei, mentre le labbra scivolavano sul collo.

 

37; Cellule

Mentre le mani sfioravano il corpo di Shuusei, insinuandosi sotto la camicia leggera che l’altro indossava, e mentre le labbra baciavano ora la pelle ora le labbra, Hotsuma in un attimo di lucidità si disse che finalmente era chiaro: capiva perché il proprio corpo quasi tremava per la vicinanza di Shuusei, perché fin da molto tempo prima aveva sentito quella strana sensazione come se persino la propria anima vibrasse in sua presenza – ora che sentiva ogni più piccola parte del proprio corpo, ogni cellula quasi muoversi in funzione di Shuusei, Hotsuma aveva persino la sensazione di non avere davvero bisogno che qualcuno gli spiegasse perché lo provava.

 

18; Limite

Stranamente, considerando la sua indole, Hotsuma si era mosso con estrema calma; aveva trovato il modo di apprezzare i movimenti lenti, quando aveva sentito le risposte di Shuusei ad essi: i sospiri dell’altro, udibili per la scarsa distanza fra loro e di tanto in tanto persino “palpabili”, lasciati direttamente sulle labbra del biondo prima che questi catturasse nuovamente quelle di Shuusei – almeno finché non aveva sentito di non riuscire veramente più a stare calmo, perché Shuusei era lì, e lui lo stava toccando a quel modo, venendo accettato e non allontanato, e sentiva di essere al limite: voleva ancora, ancora di più.

 

12; Vita

Mantenne lo sguardo su di lui, sdraiato su un fianco: l’espressione di Shuusei era rilassata dal sonno leggero in cui era scivolato naturalmente quando entrambi avevano raggiunto il piacere insieme, il suo respiro era regolare e le labbra incurvate in sorriso lieve ma dall’aria felice mentre Hotsuma allungava una mano per sfiorargli il viso, allontanando una ciocca di capelli – non voleva svegliarlo, ma quando Shuusei parlò immaginò che forse era stato sveglio fin dall’inizio: «Hotsuma, è successo di nuovo… anche in questa vita» era stata l’unica frase che aveva pronunciato, con il tono di chi non è mai stato tanto felice in vita sua.

 

11; Fidanzamento

Hotsuma non aveva ripreso il discorso il giorno dopo, preferendo lasciar riposare Shuusei: stupidamente però non aveva messo in conto che probabilmente anche l’altro, come lui, avesse ricordato la loro vita precedente con il passare del tempo e nonostante tutto quindi si era sentito messo quasi alle strette – insomma, supponeva che dopo quanto accaduto toccasse a lui a parlare di quella cosa: però aveva continuato a balbettare, e alla fine Shuusei aveva riso «Non preoccuparti, ho capito… considera il fidanzamento ufficiale.»

 

32; Ricordi

Quando sentì un paio di mani posarsi sulle sue spalle, non ebbe bisogno di voltarsi per vedere chi fosse e si limitò a sorridere mantenendo lo sguardo fuori dalla finestra: Hotsuma gli chiese cosa stesse facendo, e Shuusei inclinò il capo leggermente indietro per poterlo guardare, continuando a sorridere con un’espressione dolce senza rispondere a parole – Hotsuma si piegò appena in avanti, posando le labbra sulle sue in un bacio leggero: «Stavo pensando che tra tutti i ricordi che ho, quelli più divertenti sono quelli in cui finisci a balbettare» lo prese in giro vedendo il biondo iniziare già a scaldarsi, forse memore del suo ultimo tentativo di dichiarazione tempo addietro «però sono anche i più felici.»

 

 

Note e ringraziamenti

 

Dunque, per le note (presenza di spoiler).

Mi sono imbattuta tempo fa in uno scambio tra Hotsuma e Shuusei preso dal Character Book ufficiale, nel quale si diceva che nella vita precedente a quella cui ci si riferisce nell’anime, Hotsuma e Shuusei erano sposati e con pargoli al seguito (e Shuusei era donna).

Ho voluto giocare sulla cosa dove possibile, perché io ho rischiato il soffocamento quando l’ho saputo (anche se lo avevo tristemente immaginato anche da sola XD).

 

Ringrazio chi ha letto “Burning – ‘till souls break” e in special modo chi ha commentato: Litachan, Lialian e diabby96 <3

   
 
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