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Autore: Phoenix_cry    26/09/2010    5 recensioni
Seguito di Star Trek: Extinction. Sei mesi dopo, a dispetto del suo miglior giudizio, Spock sta ancora mantenendo il segreto di Kirk riguardo il suo patto con i Romulani. Quando una serie di eventi porta tutti a pensare ad una spia fra le fila della Flotta Stellare Spock comincia a pensare che il prezzo da pagare per il suo silenzio sia troppo caro.
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Star Trek Series'
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Questa storia non mi appartiene ma è una traduzione della storia omonima di Phoenix-cry (potete trovarla su Deviant art come Phoenix-cry) Non posseggo né Star Trek né i suoi personaggi, questa storia non è scritta a scopo di lucro.

Star Trek: Treason

Capitolo 1

Sveglio solo per metà Kirk ascoltò il monotono suono del monitor che trillava a ritmo del suo cuore. Il tempo speso in Infermeria non era mai divertente, ma non gli dispiaceva prendersi un po’ di tempo di riposo. Gli ultimi mesi da quando avevano ridotto il sole di Vulcano ad una nana bianca erano stati stressanti. Sembrava che ci fosse bisogno dell’Enterprise in sei luoghi diversi contemporaneamente alla volta.

Tutte le loro missioni erano state semplici, una missione diplomatica qui, una missione di salvataggio là, un controllo su di una stazione di ricerca da qualche altra parte. Era il fatto che queste missioni arrivavano tutte di seguito a logorare l’equipaggio. Erano passati sei mesi dall’ultimo permesso che avevano avuto. Ed era passato altrettanto tempo dall’ultima volta che si erano trovati anche solo vicino ad un’area popolata dello spazio. Stavano passando fin troppo tempo in casuali avamposti per il gusto di Kirk.

“Sta succedendo qualcosa, Bones.” Mormorò Kirk.

“Oh? Non ti senti bene?” 

“Cosa?” Chiese Kirk confuso. “No, non intendevo a me. Volevo dire in generale.”

“Cosa te lo fa dire?”

“L’Enterprise è stata pienamente occupata. Avanti e indietro per la galassia ad occuparsi di stupidaggini. Non ha senso.”

“Ha senso eccome, Jim.” McCoy scosse le spalle. “La Flotta Stellare ha delle commissioni da fare, e tocca a noi. È sempre andata così.”

“Sì, ma perché continuano a tenerci qui sul confine?”

“Perché la Flotta Stellare pensa che in questo modo non ti caccerai nei guai?”

“È un complotto.”

“Ne dubito. Penso che la cosa che ti disturba sia il fatto che la nave non è stata in stato di allarme rosso per cinque mesi. Ti sta facendo impazzire.”

“Bones…”

“Ammettilo, Jim, sei annoiato.”

Kirk fissò ferocemente l’amico. Si sedette e guardò oltre la spalla di Bones l’Infermeria praticamente vuota. C’era solo un’altra persona in un angolo e stava solo soffrendo di un’influenza  particolarmente contagiosa. Dentro di sé sapeva che il dottore aveva ragione, le cose erano state un po’ monotone. La cosa che lo irritava di più era che sapeva che c’erano accesi dibattiti fra la Federazione e Romulus, ma non si trovava minimamente vicino al fronte e nemmeno gli avevano detto niente. Bones si schiarì la gola per catturare l’attenzione di Kirk.

“Abbiamo finito qui?” Domandò Kirk. “Posso riavere la mia maglia?”

“Sì, ero solo un po’ preoccupato per il tuo battito cardiaco per un momento, ma sembra che sia stato solo un capriccio del computer. Sembra che tu abbia passato l’ennesima valutazione fisica.”

Bones si voltò e prese la maglia di Kirk da una sedia lì vicino. Kirk si allungò per prenderla, ma prima che potesse afferrarla McCoy lasciò cadere la maglia e afferrò la mano di Kirk. Kirk roteò gli occhi mentre Bones gli guardava il palmo ispezionando i puntini di sangue a malapena visibili sotto pelle. Raggruppati nel centro del suo palmo vi erano punti di sangue coagulato.

“Jim, che cos’è?”

“Non lo so. Sei tu il dottore, dimmelo tu.”

“Fa male?”

“No.”

“Prude?”

“No.”

“Ti irrita in un qualche modo?”

“No, ma tu stai cominciando a irritarmi.”

“Sei il peggior paziente che si possa avere.” Ringhiò Bones. “Da quanto ce l’hai?”

“Non lo so.” Kirk scosse le spalle. “Posso andare adesso?”

“D’accordo, ma se non migliora in qualche giorno farò dei test più specifici.”

“Sì, Dottore.”

“Dico sul serio, Jim.”

Kirk annuì, sapendo che continuare a ribattere non avrebbe fatto altro che fargli passare alcune ore a fare test intensivi. Bones gli lanciò uno sguardo dubbioso prima di chinarsi a raccogliere l’uniforme di Kirk. Kirk si mise su la maglia e saltò giù dal tavolo. Rivolse a Bones un sorriso rassicurante, ma il dottore rimase preoccupato.

“È solo un po’ di sangue, Bones. Sto bene.”

“Mi ricordo quando pochi mesi fa Spock mi ha detto la stessa cosa…”

“Sì, ma quello era Spock, lui sottovaluta sempre questo genere di cose.”

“Bene, vai,” sospirò McCoy “ma tienilo d’occhio.”

“Ci vediamo a fine turno per bere un po’?”

“Sì.”

“Vedo se riesco a trascinare anche Spock.”

“Perché? Non fa altro che fissarci in silenzio.”

“Qualcosa mi dice che gli farebbe bene un po’ di tempo lontano da Uhura.” Ridacchiò Kirk.

“Volevo parlartene. Uhura ha incominciato a parlare di avere il bambino sulla Terra. Non è sicura di voler avere un bambino nello spazio.”

“Non c’è niente di male nel nascere nello spazio.” Disse Kirk difensivo.

“Lo so, e so che tu ci sei nato. Tuttavia, lei teme che il bambino senta di non avere una casa.”

“Odio dover essere io a dirlo, ma a meno che Spock e Uhura non stiano pensando di lasciare la Flotta Stellare per sistemarsi da qualche parte, il bambino non ce l’ha una casa. La casa di Spock è stata distrutta insieme a Vulcano e per quanto ne so Uhura viveva con i suoi fino a che non è entrata all’Accademia.”

“Non è questo il punto, Jim.”

“E quale sarebbe il punto?”

“So che né Spock né Uhura ti chiederebbero di girare la nave per loro, ma potrebbe essere carino se fossimo sulla Terra quando sarà il momento. Comunque la nave si merita un po’ di riposo. La Terra va bene quanto qualsiasi altro pianeta, in effetti è meglio di molti.”

“Lo prenderò in considerazione.”

“Jim, è il minimo che puoi fare per Spock.”

“Ho detto che ci penserò.”

“Conosco quel tono.” Accusò Bones. “Penso anche che tu abbia paura che una volta diventato padre Spock lascerà la nave, che se lasci che Uhura abbia il suo bambino sulla Terra nessuno dei due tornerà indietro.”

“Se Spock vuole andarsene, è una sua decisione.”

“Pensi che lo voglia?”

“No.” Kirk scosse la testa. “Ma Uhura sì.”

Kirk non voleva tenere questa conversazione proprio in quel momento. Sapeva che l’unico modo di uscirne era battere rapidamente in ritirata. Prima che McCoy facesse altre domande le quali risposte Kirk non voleva condividere marciò fuori dall’Infermeria. I pochi membri dell’equipaggio che incrociò si spostarono immediatamente.

Entrato nel turboascensore da solo si guardò il palmo. Aveva mentito a Bones, prudeva da matti. Alcuni giorni non poteva far altro che impedirsi di grattarsi fino a rimanere in carne viva. Era l’incessante grattarsi che aveva fatto salire le macchie di sangue sotto la pelle, aveva perfezionato la tecnica di grattarsi il palmo con le dita della stessa mano così che sembrasse un gesto scaturito dal nervosismo.

Durante la visita in Infermeria era stato terribile resistere all’impulso di grattarsi, ma sapeva che gli acuti occhi del suo amico dottore lo avrebbero subito notato. Kirk temeva di sapere perfettamente qual era la causa dell’irritazione. Il palmo che gli dava fastidio era lo stesso che aveva usato sei mesi prima per il ‘patto di sangue’ con l’Imperatrice Romulana. Ora che si trovava da solo cominciò a mordicchiarsi come una cane che rosica un osso.

“Sarà meglio che non pruda per i prossimi ventuno anni.” Ringhiò Kirk. “Caverò voi stupide piccole nano macchine dal mio palmo io stesso se sarà necessario.”

Kirk sapeva che la sua minaccia era vuota. Spock lo aveva informato che ormai le nano macchine si stavano nascondendo nel suo cuore a quest’ora. Non si poteva rimuoverle, e Spock dubitava che qualcosa di abbastanza forte da distruggerle avrebbe lasciato incolume il suo cuore. A questo punto Kirk era grato che i test di McCoy non avessero rivelato nulla. Tuttavia, Spock lo guardava con uno sguardo che Kirk continuava ad interpretare di disapprovazione. Kirk sapeva che il Vulcaniano non voleva dire la verità alla Flotta Stellare, voleva che fosse il Capitano a farlo.

“Non accadrà.” Mormorò Kirk. “Dopo tutto quello che è successo non mi farò rimuovere dal mio posto per fare il contadinotto per colpa di qualche stupido Romulano.”

Strofinandosi la mano sull’uniforme Kirk entrò nel Ponte. Non fu sorpreso di trovare Spock seduto sulla sedia del Capitano a fissare l’aurora blu della Velocità di Curvatura. Kirk si affiancò a Spock, sperando di riuscire a coglierlo di sorpresa.

Spock non si faceva sorprendere facilmente e si voltò a fissare il Capitano quando arrivò a fianco della sedia. Si piegò subito in avanti per alzarsi. Kirk si allungò e spinse Spock indietro prima che potesse alzarsi. Sembrava che Spock fosse sul punto di protestare, ma accettò l’offerta di restare seduto. Nonostante fossero passati sei mesi dalla passeggiata con la morte di Spock non si era ancora rimesso del tutto. Spock aveva rifiutato di usare un bastone e ora camminava con il supporto di un bastone da passeggio in ebano che si incurvava leggermente sulla punta.

“Capitano, confido che la sua visita sia andata bene.”

“McCoy non ha trovato niente se è a questo che ti riferisci.”

“Stavo solo informandomi sulla sua salute generale. Se ho oltrepassato i limiti mi scu…”

“Niente scuse, Spock.” Sorrise Kirk. “Che ci fai sul Ponte? Il tuo turno è finito due ore fa.”

“Dato che lei era in Infermeria ho sentito che il Ponte aveva bisogno di un Ufficiale Comandante.”

“Giusto…quindi non ha niente a che fare con Uhura?”

“Ammetto che le donne umane incinte sono…difficili.”

“Sono certo che un uomo incinto sarebbe anche peggio.”

“Gli uomini umani non possono rimanere incinti, Capitano.”

“Lo so, Spock.” Sospirò Kirk. “Era una battuta.”

“Capisco.” Disse Spock, anche se era chiaro che in realtà non capiva. “Capitano?”

“Sì, Spock?”

“La notte scorsa Nyota desiderava qualcosa che non conosco, forse lei sì.”

“Cos’era?”

“Credo lei l’abbia chiamata granita.”

“Oh sì, un classico.”

“Con cipolla.” Finì Spock.

“Okay, questo è un po’ strano.”

Kirk ridacchiò ma Spock continuò a guardarlo con un’espressione vuota. Il Capitano sentì brevemente la mancanza dello Spock più emotivo. Dagli eventi del buco nero di Vulcano Spock era stato molto più riservato circa le sue emozioni di prima, il che era impressionante. Era diventato incredibilmente più difensivo ogni volta che gli scappava qualche espressione puntualizzata per scherzo da Bones.

“Spock, ti serve un po’ di tempo lontano dal Ponte. Ci penso io.”

“Molto bene, Capitano.”

“McCoy ed io andiamo a bere qualcosa fra qualche ora. Ti unisci a noi?”

“Non ho il bisogno di assumere bevande alcoliche.”

“Non è una questione di bere alcol, Spock.” Sospirò Kirk esasperato. “Si parla di passare del tempo fra amici.”

“In questo caso mi unirò a voi.”

“Eccellente. Ora vai su.”

Spock annuì e si alzò con pochi problemi. Aveva lasciato il suo bastone da passeggio per terra ai suoi piedi. Prima che potesse piegarsi per prenderlo Kirk lo raccolse e glielo diede. Contava sul supporto del bastone sempre meno man mano che i giorni passavano, ma ogni tanto inciampava nei suoi passi e aveva bisogno del bastone per evitare di cadere. Aveva assicurato a Kirk e McCoy che sarebbe tornato presto in pieno possesso delle forze. Come uno stregone in pellegrinaggio Spock si incamminò verso il turboascensore con l’aiuto del bastone.

Sedendosi sulla poltrona Kirk si grattò il palmo della mano senza pensarci. Un Guardiamarina gli si avvicinò con un rapporto da firmare e lui lo fece senza nemmeno guardarlo. Fissando l’aurora della Velocità di Curvatura Kirk ebbe la sensazione che qualcosa non andasse. Era una sensazione che aveva continuato a crescere nelle passate settimane.

“Signor Sulu?”

“Sì, Capitano?”

“Quanto siamo distanti dalla Zona Neutrale Romulana?”

“Tre giorni a questa Curvatura.”

“Quanto in ritardo arriveremmo per il controllo alla stazione di ricerca se cambiamo rotta per includere anche una veloce occhiata al confine?”

“Non è proprio di strada. Arriveremmo con cinque giorni di ritardo.”

“Cambi la rotta, e aumenti la velocità. Voglio passare di là.”

“Signore?”

“Imposti la rotta, Signor Sulu.”

“Sì, Capitano.”  

 

Ed ecco a voi il primo capitolo del seguito di Star Trek: Extinction! L’appuntamento con questa storia sarà una volta a settimana come mi è stato chiesto di fare da voi lettori^^

Ho deciso di postare questo capitolo subito dopo la fine della precedente storia come ringraziamento a tutti coloro che hanno recensito i Capitoli di Star Trek: Extinction. Detto questo godetevi questa nuova storia e fatemi sapere!

  
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