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Autore: Miyan    31/10/2005    4 recensioni
Vita quotidiana... beh se siete curiosi leggete...
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 11

CAPITOLO 11

Stava tornando a casa dall’università. Aveva la testa che le scoppiava… ogni minimo rumore le provocata un tremendo dolore alla testa… era anche piuttosto stanca, ogni ora libera la dedicava allo studio, nozioni di diritto si sovrapponevano a formule matematiche…le bruciavano perfino gli occhi. Fortunatamente era quasi arrivata a casa.

Susan e Liv erano scese alla loro fermata salutandola allegramente come loro solito. Lei si era raggomitolata nel sedile, stava ascoltando una canzone lenta che non le doleva…

Dopo una decina di minuti raggiunse il suo paese. Scesa alla fermata si incamminò verso casa, non distava molto, cinque minuti a far tanto. Sua madre stava stirando. Molly nel vederla la salutò. Aprì l’armadietto dei medicinali e prese un’aspirina. Raggiunto il salotto si sdraiò sul divano dopo aver abbassato le persiane delle finestre per far cadere la stanza nella penombra. Si addormentò.

Nel riaprire gli occhi si voltò verso la sveglia appoggiata su un mobile. Erano le sei del pomeriggio. Prese il cellulare e fece uno squillo a Kevin anche se sapeva che quel pomeriggio aveva lezione fino a tardi. Chiuse gli occhi di nuovo. Pochi minuti dopo sentì di aver ricevuto un messaggio. L’aprì pensando che fosse il ragazzo… invece era Alan.

"Penso di cambiare corso. Il nostro mi fa schifo… e per mettermi alla pari con gli altri esami me ne mancherebbero solo quattro…"

A Molly sembrò di aver ricevuto un pugno nello stomaco.

"Hai già preso una decisione o ci stai solo pensando?"

La ragazza si sentiva confusa, forse per il fatto che si era appena svegliata, per il mal di testa, per la decisione improvvisa di cui lei non aveva scorto i segnali.

"Domani mi informo in facoltà e ne discuto con i miei, ma credo proprio di sì…"

La ragazza si accorse che stava piangendo. Aveva le guance bagnate e le lacrime stavano scorrendo lungo il suo collo. Si asciugò gli occhi con il dorso della mano sperando che sua madre non entrasse proprio in quel momento. Fece un respiro profondo. Raggiunse il bagno e si lavò il viso per poi guardarsi allo specchio.

Che cosa le era preso? Neanche lei riusciva a capire bene quello che aveva sentito. Era strano, lei credeva che Alan fosse un semplice compagno di corso, ma in realtà aveva capito di considerarlo un amico. La sua reazione era stata forte, ma vi aveva influito lo stato di depressione in cui era quel pomeriggio. Era una delle sue paure maggiori… perdere un’amicizia. Sapeva bene che il fatto di non vederlo più li avrebbe fatti allontanare a poco a poco, in precedenza l’aveva già sperimentato.

"Mi spiace molto… non ci vedremo più…"

gli inviò il messaggio.

"Ma no dai, ci vediamo lo stesso. Avremo qualche esame insieme e poi ci si incontra lo stesso…"

Molly sorrise. O il ragazzo non capiva o non sapeva come andava a finire quando non si passava più il tempo insieme.

"Posso chiederti un’ultima cosa? Chi lo sa?"

voleva capire se era un’informazione da considerare riservata o se poteva dirlo anche agli altri se le chiedevano.

"Per ora lo sai solo tu…"

la ragazza decise di non dire nulla ai suoi compagni. Sarebbe stato il ragazzo ad informare gli altri se voleva.

"Perché me lo hai detto?"

domandò curiosa.

"L’ho detto solo a te perché ho una fiducia particolare nei tuoi confronti. Difatti vorrei che questa storia rimanesse tra di noi per adesso. "

la ragazza gli disse che aveva la bocca cucita. Aveva un buon amico, qualcuno che si fidava ciecamente di lei. E lei non se n’era mai accorta. Sperò soltanto di sbagliarsi e di non perdere quell’amicizia.

--------

L’aveva vista il mercoledì sera. Erano andati al cinema a vedere un film d’avventura un po’ surreale. Surreale come era lei. In realtà lui aveva seguito ben poco del film. Aveva passato la maggior parte del tempo a guardare il viso di lei illuminato dalla luce della scena. Era così semplice stare con lei. Solo che si vedevano così poco… mentre lui avrebbe voluto passare molto più tempo ad ascoltarla parlare. Come in quel momento. Lei gli stava raccontando di una figuraccia che aveva fatto. Era così ingenua… senza accorgersi aveva causato l’ilarità di Ethan, Liv e Susan perché aveva fatto una sua uscita senza accorgersi del doppio senso.

Parcheggiò e la baciò. Molly lo guardò e lui si perse in quegli occhi color caramello, quella sfumatura calda in cui si sarebbe volentieri sciolto. Era candida come la neve, ma nel profondo dello sguardo riusciva a leggervi una vena maliziosa e allegra. Si avviarono verso il locale. Molta gente era ferma fuori da esso mentre stava fumando. Lui la guidò in mezzo alla mischia e finalmente riuscirono ad entrare. Presero qualcosa da bere e poi si inoltrarono in mezzo alla gente in cerca di un posto libero, ma i tavoli erano tutti occupati.

"Kevin… ehy Kevin!"

Il ragazzo si voltò verso la fonte della voce e vide un suo amico. Questi li raggiunse.

"Ciao…"

disse il ragazzo per poi guardare Molly.

"…e lei?"

Kevin vide un segno di assenso negli occhi della giovane.

"Lei è Molly"

la presentò.

"Io sono Fred. Piacere di conoscerti."

Il giovane strinse la mano alla ragazza sorridendole. Poi si voltò di nuovo verso l’amico.

"Se volete venire al nostro tavolo, c’è ancora un po’ di posto. Sono qui con i ragazzi…"

Kevin accettò l’invito ed insieme a Molly seguì il ragazzo che faceva loro strada.

"Spero non ti dispiaccia…"

le sussurrò all’orecchio cercando di non farsi sentire da Fred.

"Prima o poi doveva accadere…"

gli rispose cercando di non farsi prendere dall’agitazione.

Giunti al tavolo tutti i presenti si girarono verso di loro per salutare l’amico. C’era anche Ethan che guardò sbalordito la ragazza. Si sedettero e Molly si ritrovò in mezzo a Kevin ed Ethan.

"Che sorpresa…"

le disse senza che gli altri potessero sentirli in mezzo al caos.

"Già."

La ragazza era abbastanza imbarazzata.

"Da quanto dura?"

domandò curioso mentre la guardava.

"Circa due settimane…"

il ragazzo sorrise.

"Potevi anche dirmelo. Strano che Liv non mi abbia detto niente."

La ragazza, che aveva abbassato lo sguardo lo rialzò di nuovo verso di lui.

"Forse perché non lo sa… adesso sei l’unico."

"Ok… manterrò il segreto!"

le strizzò l’occhio, poi Kevin si voltò verso di loro e incominciarono a chiacchierare.

Prima di andare via la ragazza salutò i presenti e diede un bacio sulla guancia a Ethan.

"Grazie mille!"

gli disse sussurrando.

"Di niente."

Poi si allontanò con Kevin.

--------

Era bello… fin troppo bello e lei lo sapeva benissimo. La prima volta che lo aveva visto, anche se lui l’aveva irritata, non aveva potuto fare a meno di pensare che era molto attraente. Forse erano quegli occhi chiari, irriverenti e scrutatori, o il fisico perfetto, ma nel compenso era un ragazzo che non passava inosservato. Non poteva fare a meno di guardarlo quando parlava, quando con naturalezza sorrideva o tornava serio. Lei invece, lei era una ragazza comune, non particolarmente bella, non particolarmente simpatica e non particolarmente intelligente. Non aveva potuto fare a meno di sentire alcuni commenti…

"La pensavo diversa per stare con Kevin…"

"Non mi sembra la tipa adatta a lui…"

"Ma si può sapere che cosa hanno in comune?"

…e la cosa che le dava maggiormente fastidio era che anche lei pensava le stesse cose. Se fosse stata una ragazza che non dava peso alle parole delle persone che le stavano intorno, avrebbe sorriso e avrebbe affermato che ciò che aveva era giusto. Ma lei non era così. Pensava e ripensava, cercava di capire cosa doveva fare, cosa avrebbe dovuto fare, e non si dava pace.

Era periodo d’esami per lei. Il venerdì precedente erano terminati i corsi ed il giovedì avrebbe avuto un esame. Passava ore intere sui libri, anche la sera, anche nel fine settimana. Gli aveva detto chiaramente che non poteva concedersi la minima distrazione. Lui aveva accettato la cosa a malincuore.

Il giovedì se l’era trovato in facoltà quando lei era appena uscita da un’aula dopo aver dato uno scritto.

"Ciao Molly…"

nel sentire quella voce parve svenire.

"Ciao Kevin…"

sorrise mentre sentiva gli occhi delle amiche su di lei che cercavano di capire. Ethan aveva mantenuto il segreto.

"Com’è andata?"

domandò il giovane avvicinandosi a lei.

"Mi sembra abbastanza bene. Ho fatto tutto. Spero solo di non aver fatto i miei soliti errori di distrazione."

Lo guardava negli occhi confusa.

"E ora sei libera?"

Il giovane doveva vederla, doveva stare un po’ con lei.

"Per adesso sì. Ma alle due e mezza devo tornare in facoltà per registrare il voto."

Ormai era fatta. Avrebbe dovuto dare alcune spiegazioni… ma ci avrebbe pensato dopo.

"Ti porto a mangiare allora…"

gli occhi del ragazzo fissi nei suoi. Lei vi leggeva una supplica, una dolce richiesta…

"Ok."

Si voltò verso gli amici.

"Io vado con lui. Ci vediamo dopo."

Disse allontanandosi dopo aver ricevuto risposta da Ethan.

"Vai pure. A dopo."

Le sue amiche invece erano rimaste come di pietra.

--------

La solita motocicletta. Abbracciata al ragazzo si lasciava cullare dal movimento sinuoso e dal rumore del motore. Sotto le sue mani, strette al corpo del ragazzo, sentiva la maglietta leggera di lui. Era suo, per adesso. Parcheggiarono poco lontano dalla facoltà di lui. Conosceva un bar carino e non troppo affollato. Si avviarono fianco a fianco. Lui le prese la mano. Entrati si sedettero ad un tavolo che rimaneva seminascosto da una grande pianta. Le pareti erano tinte di blu, stampe in bianco e nero di paesaggi erano appese alle pareti, una tovaglia azzurra su ogni tavolo.

"Allora come stai?"

disse Kevin mentre alzava lo sguardo su di lei dopo essersi accomodato.

"Sono molto stanca."

Mentre ancora parlavano il barista portò loro le liste.

"Adesso che è passata la tensione per l’esame la stanchezza ha il sopravvento. È normale."

Il ragazzo prese gli occhiali da vista e se li mise.

"Ora come ora invece che mangiare andrei volentieri a dormire. Quanto vorrei essere a casa."

Stanca si appoggiò con un gomito sul tavolo e il viso sulla mano.

"Carina. Grazie. Ti fa proprio piacere la mia compagnia…"

la frase era stata detta con una venatura ironica.

Lei allungò una mano per prendere quella del ragazzo.

"Sono contenta di vederti."

Ordinarono due piadine e dell’acqua. Mentre aspettavano che le portassero sentirono una voce salutare il ragazzo.

"Kevin… ciao! È da un bel po’ che non ci vediamo…"

entrambi si voltarono verso la ragazza. Molly la riconobbe. L’aveva vista solo una volta per pochi secondi, ma sapeva chi era. Il ragazzo le sorrise con naturalezza.

"Ciao Amber. Come stai?"

i soliti convenevoli. I due si ponevano le tipiche domande di rito… "come stai?", "tutto bene negli studi?", "ma dove sei sparito?" e Molly non poteva fare ameno di osservarli. Erano entrambi bellissimi. Chissà che effetto faceva alla gente vederli arrivare insieme, mano nella mano, sorridersi, baciarsi…

"Lei è Molly…"

il ragazzo l’aveva presentata. La moretta allora si voltò verso di lei, nemmeno un cenno di tremore nello sguardo e nel sorriso. Le porse la mano.

"Piacere di conoscerti. Io sono Amber."

"Piacere mio."

Disse Molly rispondendo al sorriso. Le loro mani si strinsero per una frazione di secondo, poi Amber si voltò di nuovo verso il ragazzo.

"Ora devo proprio andare. Spero di rivederti presto… non sparire di nuovo."

E si era allontanata.

Mangiarono chiacchierando di tutto ciò che passava loro per la testa. Ma Molly aveva davanti agli occhi la figura della ragazza che baciava Kevin.

"Sono quasi le due e dieci. È meglio che mi riaccompagni in facoltà…"

disse lei sorridendo appena.

"Ok. Quando hai il prossimo esame?"

domandò il ragazzo.

"Mercoledì. E devo anche preparare un progetto. Sono solo a metà…"

il ragazzo non la fece nemmeno concludere.

"Ciò significa lavoro serrato vero?"

la ragazza lo guardò di sottecchi dispiaciuta.

"Già… ma lo sai com’è…"

il ragazzo si sporse verso di lei sul tavolo e le diede un bacio veloce.

"Lo so. Andiamo ora."

Si alzarono da tavola e andarono a pagare.

--------

L’esame era andato fortunatamente bene a tutti. Anche se Molly aveva patito più degli altri. Il professore aveva chiamato in ordine di voto. I trenta e lode erano già finiti, come i trenta e i ventinove. Molly era ferma nell’anticamera dell’aula insieme a compagni di corso che conosceva solo di vista. I suoi amici erano già dentro. Il professore la chiamò.

"Signorina, come pensa che sia andata?"

la ragazza era già delusa, lo guardò ansiosa. Il professore le fece leggere il foglio che aveva in mano, era il suo esame.

31 su 31

Fece un respiro profondo rilassandosi e sorrise. Il professore le diede il foglio.

"Entri e vada a registrare il suo trenta e lode."

Quanto aveva patito per quell’esame.

Ora era sul pullman con gli auricolari nelle orecchie che ascoltava un cd che aveva appena comperato.

"Molly…"

si sentì chiamare. Le sue amiche erano sedute davanti a lei. Spense il lettore e si tolse gli auricolari.

"Sì?"

Susan la guardò.

"Volevamo aspettare che ce ne parlassi tu, ma non lo fai… volevamo sapere di Kevin."

La ragazza sorrise imbarazzata.

"Ehm… diciamo che ci frequentiamo…"

"Ma guarda… non l’avevamo capito!"

disse Liv ironica.

"Lo sapete come sono fatta. Fin quando non ero sicura non volevo dirvelo…"

abbassò lo sguardo sulle proprie mani.

"Asina… per me è che ti vergognavi…"

disse Susan.

"Un po’…"

le tre sorrisero. E le ragazze vollero farsi raccontare tutto dal principio.

--------

Sapeva perfettamente che la ragazza aveva terminato gli esami. Si era informato da Ethan. Prese il telefono e compose il suo numero che conosceva a memoria.

"Pronto?"

"Ciao Molly…"

in quelle due parole aveva racchiuso tutta la felicità di sentirla.

"Ciao."

Anche lui poteva sentire un sorriso nella voce di lei.

"Come stai?"

domandò.

"Bene. Mi sto riposando."

Rispose la ragazza.

"Volevo chiederti… hai da fare venerdì?"

sperò che la giovane gli rispondesse di no.

"No. Nessun impegno."

Gli si illuminarono gli occhi.

"Che ne dici di andare fuori a mangiare noi due?"

aveva già pensato dove portarla.

"Ok. Una pizza?"

domandò la ragazza.

"No. Ti porto al ristorante…"

se la immaginava in un posto romantico.

"Ah…non era meglio una piazza?"

sapeva bene dove la ragazza voleva andare a parare.

"Per una volta che ti porto fuori a mangiare. Fatti viziare un po’!"

sorrise.

"Ma lo sai bene che non ce n’è bisogno."

Era sempre fin troppo tranquilla.

"Molly!"

"Ok"

e alla fine era riuscito a convincerla.

Quella sera era passato a prenderla. Era molto elegante. Indossava una longuette nera e una maglietta con le maniche a tre quarti bianca. I sandali neri dal tacco a spillo altissimo le facevano fare una gran bella figura.

All’inizio chiacchieravano allegramente del tempo, della musica, dei loro amici. Poi quando la ragazza si era accorta di essere nel paese di lui si era come irrigidita.

"Ma… dove?"

domandò guardandolo. Intanto la macchina si stava fermando davanti alla casa del ragazzo.

"Ti ho portato a ristorante…"

il sorriso divertito comparve sulle labbra del giovane.

"Sei un imbroglione!"

la ragazza rise. Poi scese dalla macchina.

Entrarono in casa.

"Aspetta un secondo."

La fece rimanere qualche minuto sulla porta poi la raggiunse e la fece accomodare in sala. Musica in sottofondo, luce soffusa, una bellissima tavola imbandita. Dopo qualche minuto si sedettero entrambi a tavola ed incominciarono a mangiare ed a chiacchierare. L’atmosfera era rilassata ed allegra, ormai insieme stavano bene, ma lei non poteva fare a meno di pensare a quello che aveva sentito, al dubbio che non l’abbandonava mai.

Dopo cena raggiunsero il bar dove solitamente Kevin incontrava i suoi amici. C’erano anche Ethan e Liv. Molly si sentì un po’ spaesata… incominciò a chiacchierare con l’amica mentre ogni tanto Ethan si intrometteva per prenderla in giro come al suo solito.

La ragazza si voltò verso il bancone del bar e vide Kevin che chiacchierava con una ragazza. Non poteva fare a meno di pensare che Amber e lui stavano veramente bene insieme. Loro due invece erano troppo diversi, sia fisicamente che come modo di fare e di pensare. Lui era bello, affascinante, allegro, divertente… lei invece era bruttina, noiosa e timida. Cosa ci faceva con lui?

Si era convinta che prima o poi tutto sarebbe finito, che si sarebbe stancato della sua indecisione, che era solo un peso. Prese una decisione.

--------

Più tardi, a notte fonda, la macchina del ragazzo percorreva la strada larga che conduceva a casa di Molly. C’era un insolito silenzio, silenzio che era continuato fino all’arrivo al paese di lei. Quando l’auto si fermò il giovane si sporse verso la ragazza per baciarla e salutarla. Molly si scostò.

"Molly, che hai?"

le chiese guardandole il viso nella semioscurità. La ragazza fece un respiro profondo.

"Devo chiederti un grandissimo piacere…"

il giovane sorrise ed attese.

"Sento il bisogno di smettere di vederti, almeno per un po’ di tempo…"

la frase della ragazza scosse il giovane.

"Perché?"

riuscì a domandare.

"Fino a quando non imparerò ad essere sicura in me stessa non avrò mai fiducia negli altri… te compreso…"

quella frase era costata tanta fatica alla giovane, stava riconoscendo la sua insicurezza.

"Molly… non penso di averti dato mai motivo di dubitare di me…"

Molly alzò gli occhi e riuscì a guardare in quelli del ragazzo.

"Hai ragione… ma non riesco a continuare così, e non posso legarti a me in questo momento… non è giusto…"

il ragazzo le prese una mano.

"Vuoi lasciarmi?"

quella domanda tanto schietta la colpì al cuore.

"Devo lasciarti, è una cosa diversa!"

il tono della voce della giovane si fece più forte.

"Non ti capisco…"

solo un sussurro invece era la voce del giovane.

"Ed è proprio per questo che devo starmene un po’ per conto mio…"

fece di nuovo un respiro profondo per calmarsi.

"Molly io ti voglio bene… mi piaci molto per quello che sei… per i tuoi modi di fare, anche per i tuoi difetti…"

ma la ragazza lo interruppe.

"Kevin, lo so che mi vuoi bene, perché anche io voglio bene a te, ma fino a quando non riuscirò ad accettare i miei difetti non riuscirò a vivere bene, soprattutto con qualcun altro."

Kevin era confuso.

"Come vuoi, ma io ti aspetto…"

Molly sorrise. Era fin troppo buono.

"Facciamo così… non vediamoci per tutte le vacanze, non chiamarmi ti prego… ma se a settembre sarai ancora dell’idea di volermi bene potremmo vederci, e io ti dirò la decisione che ho preso…"

si sentiva come il personaggio di un film… non era la sua vita…

"…tre mesi… va bene. Ma ricordati di me…"

il ragazzo le fece passare il braccio sulle spalle e la attirò a lui abbracciandola forte e posandole il mento sul capo.

"Grazie…"

gli rispose in un sussurro, poi scese dall’automobile. Fece qualche passo verso casa sua poi si voltò di nuovo verso di lui. Le stava sorridendo tristemente e le fece un cenno di saluto con la mano. Lei rispose al saluto, poi Kevin accese il motore dell’automobile e si allontanò.

Molly sperò in cuor suo che il giovane non cambiasse idea in quel tempo, sperò ardentemente di riuscire a rafforzare il suo carattere. Lo avrebbe reso felice, ma prima avrebbe dovuto rendere felice sé stessa.

Ciao a tutti,

questo è l'ultimo capitolo quindi vi prego lasciatemi un commentino =(... Ringrazio come sempre Memole che è stupenda nelle sue recensioni.

Al prossimo racconto...

Miyan

PS. un megaringraziamento a damynex e Memole88 per i commenti!!! Baci

FINE

  
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