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Autore: Esther    27/09/2010    3 recensioni
Salve!!! Questa serie di racconti vuole scoprire il lato comico e demenziale della Saga della Zia Steph. Possiamo divertirci a immaginare i nostri personaggi preferiti nelle insolite vesti degli eroi fiabeschi e catapultarli in situazioni decisamente paradossali.
La raccolta consiste in una serie di racconti che vede come protagonisti:
Alce e Jasper; ( fata dei fiori/Peter Pan )
Emmet e Rosalie;
Edward e Bella;
Carlisle e Esme;
Jacob e Nessie;
e altre coppie citate nella saga o anche coppie inventate e miste.
Se l'idea vi interessa non esitate a partecipare MA vi preghiamo di attenervi alle info e regole che troverete nel primo capitolo! ^^
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Jasper Hale, Renesmee Cullen
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Autrice: Esther;

Personaggi: Bella / Edward;

Rating: verde;

Genere: comico, romantico;

Avvertimenti: one – shot, OOC;

Trama: alcune settimane dopo il matrimonio, i neo sposi si ritrovano nella biblioteca di famiglia, qui Edward avrà a che fare con una moglie isterica, lunatica e con un desiderio al quanto inaspettato…









Si ama col cuore non con gli occhi

<< Si può sapere cosa ti prende? >>

<< No. >>

Isabella Swan fissa il neo marito con aria contrariata mentre porta l’ennesimo libro sulla scrivania.

<< Tesoro, non ti sembra d’esagerare? >>

<< Tanto non capiresti. >>

<< Se non mi dici cosa ti turba come faccio ad aiutarti, per favore… >> insiste il giovane – si fa per dire – Edward Cullen.

<< Non è giusto. >> sussurra scuotendo la testa.

<< Bella sono tuo marito, ho il diritto di sapere cosa ti sta succedendo. >> afferma Edward, convinto di poterla calmare, insomma infondo lei è pazzamente innamorata di lui.

<< Io non voglio un marito, voglio un principe. >>

Oppure no? Dato che lo interrompe indispettita.

<< Come? >>

<< Hai capito. >>

<< Sì, che la botta di ieri sera ti ha fatto più male del previsto. >> ribatte acidamente perdendo il sorriso.

<< Non dire sciocchezze. >> risponde Bella andando verso la libreria, poi si volta di scatto verso di lui e con un’espressione al quanto seccata gli si avvicina nuovamente sventolandogli davanti al viso un libro. << Resto dell’idea che non sia giusto! >> ricalca sbattendo i piedi a terra. << Insomma, così non va. >>

Edward si rende ben conto di non poterci far nulla, anche così, l’ama. Perché non importa che sia lunatica e poco accomodante lei sarebbe stata sempre la sua cantante, poco importa se in quel momento l’unica cosa che desideri sia strozzarla con le sue lunghe e bianche manine, o no?

<< Se solo ti degnassi di dirmi cosa non va… >>

<< E me lo chiedi! >> urla allontanandosi.

No? Forse, sì!

Insomma a tutto c’è un limite, è da quando sono tornati dalla, chiamiamola pure, luna di miele che la signora Cullen non fa altro che dare di matto. E mai come in quei momenti Edward ha ringraziato la sua natura. Essere un vampiro centenario gli ha dato una buona dose di sana pazienza e quando si sta con un’umana – che poi di normale non ha nulla – fa comodo, soprattutto se la suddetta ragazza ha l’insana abitudine di svegliarsi durante la notte chiedendo, anzi, pretendendo qualsiasi cosa voglia in quel momento. La cosa assurda è che per lei non esistono stagioni, ore, luoghi, se vuole una cosa la deve avere e se non è possibile se ne esce con queste parole: << L’hai promesso, mi hai sempre detto che avresti esaudito tutti i miei desideri, sei crudele, hai un cuore di pietra. >> e continua sino a quando Edward non cede facendo esattamente come vuole lei. Il paradosso si mostra in tutta la sua gloria quando torna con ciò che desidera, con così tanto ardore, e la trova addormentata o semplicemente con un’idea diversa, volendo non più le fragole ma la granita alla pesca.

<< Ovvio dato che non posso leggerti la mente. >>

Ed ora Edward si chiede se sia realmente un male, se fa così, non osa immaginare tutti i pensieri contorti, assurdi, fuori di testa che formula.

<< La mia mente ti è preclusa. >>

<< Ma va’! >> esclama, passandosi una mano tra i capelli e disordinandoli.

<< Tu non mi capisci. >> mormora tirando su col naso. << È tutto sbagliato. >> continua facendo il broncio.

<< Sbagliato? >> domanda Edward ormai al limite della sua già precaria pazienza.

<< I tuoi occhi. >>

<< I miei occhi? >> ripete sbigottito.

<< Sono ambrati. >> non gli dà nemmeno il tempo di rispondere che si alza in piedi, si mette le mani sui fianchi e si rimette ad urlare. << Possibile che non capisci, dovrebbero essere azzurri o, sfigata come sono, almeno verdi, ed invece no, sono arancione. >> dice iniziando a piagnucolare che poi non solo è isterica ma anche daltonica.

<< Sono ambrati. >> ribatte il povero vampiro offeso.

<< Quante storie, diciamo che hanno un puntino di marrone... per non parlare della tua pelle. >> aggiunge con aria afflitta.

<< La mia pelle è perfetta! >>

<< Mica tanto, lucida com’è. >>

<< Lucida? Tu scambi la brillantezza con… >>

<< … il cattivo gusto. >> continua al suo posto. << Diciamoci la verità, non ci sta! I capelli dovrebbero essere biondi non rossiccio sbiadito. >>

<< Sbiadito? >>

<< La vuoi finire di ripetere ciò che dico, invece di stare lì fermo, fa qualcosa. >> dice prendendo un altro libro e dandogli le spalle, Edward sente il rumore delle pagine che vengono sfogliate con impazienza. << Voglio la mia favola. >>

<< Bella, da quando in qua ti sei fissata con questa storia, e perché stai leggendo tutti questi libri? >>

<< Mi devo aggiornare. >> risponde girandosi verso di lui. << E sarebbe meglio se lo facessi anche tu. >>

<< Io? >>

<< Esatto, pensavi davvero che prima avresti fatto un danno e poi te ne saresti lavato le mani. No caro, ed un’altra cosa, voglio la mia favola e se non ti sbrighi ti butto fuori di casa. >>

<< E dove la passo la notte? >>

Edward non si è mai sentito tanto sciocco, doveva capirlo subito che c’era qualcosa che non andava, insomma ci sono stati vari suggerimenti sulla non sanità mentale della moglie: innanzitutto ha sposato un uomo che potrebbe essere il suo bisnonno vecchio com’è; secondo è amica dei licantropi, il che la dice lunga sul suo senso di giudizio alquanto inesistente; terzo fa comunella con Alice.

Visione agghiacciante.

La prima volta che Edward ha assistito al cataclisma era appena tornato da una delle sue lunghe passeggiate fuori dallo stato – per procurarsi un frutto tropicale – e appena entrato in soggiorno le ha viste.

Un tonfo sordo è risuonato tra le mura di casa Cullen.

La mascella doveva aver toccato terra.

I suoi occhi essere usciti fuori dalle orbite.

E con suo grande sollievo, guardandosi attorno, ha potuto notare che non era l’unico. Tutta la famiglia era in uno stato di shock.

Bella e Alice, come se nulla fosse, erano sedute davanti al camino.

Vi chiederete cosa c’è di strano?

Certo, facile per voi.

Ma, secondo voi, è mai possibile che i due mostr – volevo dire le due donne fossero circondate da buste – segno evidente di cosa hanno fatto per tutta la mattinata – e non la smettano di parlare, di taglie, della nuova collezione autunno inverno?

Quella non è la donna che ha sposato, e in più occasioni ad Edward è venuto il dubbio che l’abbiano scambiata all’aeroporto.

<< Certo, per questo te l’ho detto ed ora maritino caro. >> dice Bella con voce soave, cambiando nuovamente il tono.

<< Cosa devo fare? >> chiede, alzando bandiera bianca, perché diciamoci la verità, Edward è disposto a tutto, purché la smetta.

ef

<< No. >>

<< Edward. >>

<< No. >>

<< Ma tesoro mio. >> ritenta Bella con tono lascivo mentre posa la mano destra sul braccio del marito.

<< È inutile che fai la ruffiana, ho detto: no. >> ribatte Edward con un ghigno tutto soddisfatto, poi si volta verso la mogliettina che indispettita si allontana.

<< Amore, non fare il vampiro infantile. >>

<< Ma senti un po’ cosa mi tocca sentire, quindi sarei “io” quello infantile? >>

<< Certo. >> afferma Bella andando verso il tavolo del soggiorno, sopra il quale sono raggruppate delle scatole di cartone. << Non ti ho mai chiesto nulla… >>

A sentire una tale frase intrisa d’innocenza e vittimismo Edward strabuzza gli occhi e con tono scandalizzato protesta, << Sì, certo non chiedi nulla. >>

<< … Ed ora che ti chiedo un piccolo, anzi piccolissimo, favore, tu che fai? >> continua drammaticamente, << Ti metti a fare il bambino, ma guarda che non finisce qui. >>

<< Tu dici? >>

<< Ovvio. Il senso di colpa ti opprimerà. >>

<< Addirittura! >>

<< Non solo, ti accompagnerà in ogni istante. >>

<< Sopravviverò. >> risponde Edward con un’alzata di spalle. Gesto che non passa inosservato.

<< Ma come puoi essere così insensibile? >>

<< E tu come puoi essere così testarda? >> si ribella Edward puntando i suoi occhi in quelli della compagna, pessimo errore, appena l’ambrato incontra il cioccolato degli occhi della compagna la resistenza dell’immortale, vegetariano con una pazienza unica, si frantuma in tanti piccoli pezzi. << Su, fa vedere. >>

<< Davvero?! >> squittisce Bella aprendo una dopo l’altra le scatole, e con sommo terrore di Edward comincia a tirare fuori una serie di vestiti ottocenteschi.

Peccato che subito dopo si aggiungano delle parrucche, una pelliccia – che ovviamente non dovrà mettere Bella – e altri oggetti assurdi.

<< Saresti così gentile da spiegarmi il perché? >>

<< Allora non mi ascolti. >> sbotta Bella mettendosi le mani sui fianchi, << Parlo a vuoto io, insomma, è da ore che non faccio altro che dirti che voglio un giorno da una favola! >> termina aprendo l’ultima scatola dalla quale tira fuori una rosa rossa sotto un coperchio di vetro.

<< E fino a qui l’abbiamo capito ma perché questa? >> risponde un esasperato Edward.

Piccino non lo fa apposta, per essere chiari non è stupido, ciò che la moglie vuole l’ha capito ma non riesce a concepire la ragione che ha spinto la consorte a scegliere proprio quella favola.

<< Mi sembra ovvio! >> esclama, << Tu sei la bestia ed io sono la bella. >>

<< … >>

<< Edward? >>

<< … >>

<< Ti degneresti di rispondere? >>

<< No. >> risponde il marito mettendo il broncio.

<< Quante storie per un po’ di trucco. >> dice con leggerezza, poi prende un candelabro e con un luccichio inquietante negli occhi esce dalla biblioteca urlando: << Emmett, Rose… dove siete? >>

ef

Alla fine è riuscita a beccare i poveri coniugi, già, persino Emmett e Rosalie sono stati piegati dall’uragano Bella, ed ora si ritrovano in soggiorno con tanto di costume. Provate a immaginare un Emmett - grande e grosso com’è – vestito di giallo con un candelabro in testa, al suo fianco non è messa meglio la moglie. La snob per eccellenza, con tanto di smalto rosso sulle unghie, indossa un grembiulino bianco, un capellino grazioso – parole del marito che non fa altro che stuzzicarlo, guadagnandosi occhiate che farebbero ghiacciare l’inferno – e in mano? Beh, non poteva mancare lo spolverino.

<< Ma quanto siete carini! >>

<< Ringrazia che sei mia nuora. >> si limita a rispondere a denti stretti Rose.

Dall’altra parte della camera da letto – anche se è impossibile continuare a definirla con tale nome, dato che le pareti sono state coperte da dipinti che raffigurano una sala da ballo con ampie vetrate e un arredamento molto fine – si trova Edward o almeno quello che ne resta.

In realtà non è facile dire se sia davvero lui, il suo corpo è coperto da una spessa pelliccia. << La potevi scegliere un altro colore. >> borbotta Edward profondamente offeso, lui così bello, ricco, intelligente ha dovuto coprire tali meraviglie con una “cosa” non solo brutta e maleodorante ma dello stesso colore del “cane”.

<< Perché mai, non vedi come spicca con i tuoi occhi azzurri? >> saltella tutta contenta l’umana che vive, non si sa ancora per quanto dato la faccia del marito.

<< Beh, potremmo lasciare questa stanza così com’è. >> dice Bella come se nulla fosse. << Lo stesso per il costume, non buttiamo nulla, potrebbe sempre servire. >>

<< E di grazia a chi mai potrebbe servire tutto questo scenario? >> domanda Edward ormai K.O.

<< Oh, caro ma quanto sei tardo? Ma al bambino… >> le sue parole furono fermate dal frastuono che il povero vampiro – con tanto di lauree in medicina – ha fatto quando è letteralmente crollato sul pavimento, << Non mi dire che non te ne eri accorto? >> mormora una sbigottita Bella.







Salve, ho letto la saga e mi rendo conto che i sintomi della gravidanza, come del resto la durata e la scoperta non siano corretti, per esigenze di trama ho preferito cambiare in modo tale da poter modellare tutto all’idea di base.

Detto ciò, spero d’esser riuscita a strapparvi almeno un sorriso, questa raccolta mi ha avvicinata ad un genere non mio: il comico – demenziale e chi riesce a scrivere questo genere di testi ha tutto la mia stima perché non è facile come può sembrare.

Un bacione, alla prossima, Esther.

   
 
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