Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: slice    27/09/2010    11 recensioni
“Sas'ke devi dormire, Itachi tornerà tardi stasera, troppo tardi perché tu possa aspettarlo in piedi,” dice, rimboccandogli ancora le coperte.
“Ma io posso stare sveglio anche tutta la notte, sai?” replica invece lui, spalancando gli occhioni neri mentre annuisce, un momento prima di sbadigliare.

I bambini sono carini, quando dormono però. Durante la veglia sono una piaga e non danno tregua. E Sasuke non penso proprio abbia fatto eccezione. Itachi, forse, ma Sasuke era di sicuro un gran rompico... ^^
Prima classificata alla sfida “L'arte insidiosa della bugia” indetta da Aya88 e storyteller lover.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Itachi, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A







L'età dei perché
di slice





C'era una volta una bambina, figlia di un Daimyo, che fu educata dai migliori insegnanti, vestita con le migliori stoffe e nutrita con cibi selezionati apposta per una dieta equilibrata. Ma ugualmente, ahimé, ella non era felice.
Il Daimyo, affranto, aveva provato tutto ciò che fosse in suo potere per far sorridere la figlia, ma niente sembrava divertirla.
Col tempo l'uomo si era arreso e divenne triste lui stesso; poi, proprio quando sembrava che non vi fosse più speranza...



Ma no mamma, c'era il fuoco, le urla, i ninja del Daimyo combattevano contro il drago, nella storia di Itachi!” si lamenta Sasuke, imbronciato, con le braccia incrociate al petto coperte dalle maniche troppo lunghe del pigiama del fratello.
Mikoto sospira, accarezzandogli la testa.
“Sas'ke, devi dormire: Itachi tornerà tardi, stasera. Troppo tardi perché tu possa aspettarlo in piedi,” dice, rimboccandogli ancora le coperte.
“Ma io posso stare sveglio anche tutta la notte, sai?” replica invece lui, spalancando gli occhioni neri mentre annuisce, un momento prima di sbadigliare.
“Ne sono sicura, tesoro,” concede Mikoto, subito interrotta.
“Perché Itachi farà tardi?”
“Perché è un ninja ed è in missione...”
“E perché fa il ninja?”
“Eh! Questo andrebbe chiesto a tuo padre, caro,” sorride mamma Mikoto, alzando gli occhi al cielo.
“Perché non lo possiamo chiedere a Ita...”
“Sas'ke, tutto questo non cambia il fatto che, quando tuo fratello arriverà, sarà stanco e non potrà raccontarti la storia, quindi per questa sera te la racconterò io, ok?”
Sasuke tentenna, apre la bocca e la richiude, poi si acciglia, incrocia nuovamente le braccia e sbuffa.
“Sentiamo, cos'ha fatto ridere questa bambina?” borbotta, torvo.
Mikoto sorride, prendendo a rimboccare al bambino le maniche troppo lunghe.
“È comodo il pigiama di Itachi?”
Sasuke s'illumina annuendo veementemente. “Oh sì!” e profuma anche di Itachi, questo non lo dice ma porta il naso dentro il colletto e inspira, mentre sua madre riprende la storia.
“Un giorno, quando il Daimyo si era ormai arreso, la bambina si imbatté in un bambino. Questo bambino, moro con gli occhi neri...”
“Mamma!”
“Questo bambino, biondo con gli occhi azzurri, al loro primo incontro le fece la linguaccia; lei sempre così rispettata da tutti si sentì ribollire il sangue e prese a rincorrerlo per tutto il palazzo. Mentre correva si rese conto che era bello sentire il vento addosso ed evitare i servi all'ultimo momento e prima che potesse accorgersene stava ridendo. Fu così che il Daimyo ricompensò il bambino adottandolo e la bambina continuò a ridere mentre giocava con lui.”
La donna allunga la mano verso la candela e la spegne con le dita.
“Buona notte, amore mio,” dice a colui che sarebbe stato in piedi tutta la notte, colui che ronfa. Poi si alza, senza far rumore, dirigendosi nella sua camera dove probabilmente Fugaku la aspetta, borbottando cupo.



Sasuke si sveglia di soprassalto quando avverte un rumore.
I piedini pesticciano sul tatami freddo fino alla soglia della sua camera. Sbircia fuori, aprendo di poco lo shoji. Gli occhi sono abituati al buio, ma lui è alto poco più di una sedia e a cinque anni anche quelle fanno paura. Aspetta e ascolta.

Itachi è sporco di sangue che non è suo. Arriva a casa in un lampo, sovrappensiero, neanche si è accorto della strada che ha fatto. Non ha particolare gradimento per questo tipo di missioni, brevi e pesanti.
Quando mette piede in bagno capisce che deve fare in fretta, altrimenti si addormenterà lì.
Senza fare troppo rumore quindi si lava e, con l'asciugamano addosso, si dirige nella sua stanza. Al suo pigiama.
Che non c'è.
Non c'è sotto il cuscino, non c'è sotto il futon, non c'è sotto il tatami. Dov'è?
Non ha un pigiama solo, ovviamente, ma lui ha dieci anni e sua madre di solito glielo fa trovare da qualche parte nei paraggi del letto; in fondo non può partecipare a missioni che lo sporcano di sangue altrui e cercarsi pure il pigiama, no?

Dalla porta della camera di Itachi esce una sottile lama di luce e lui la fissa; inghiotte a vuoto nel buio, ha paura, ma fissa quella luce e si fa coraggio, rasentando la parete. A tentoni afferra il bordo dello shoji e lo tira a sé, facendo così allungare quella lama salvifica, macchiata dalla sua stessa ombra.
Itachi si volta e sospira subito dopo.
“Otouto cosa ci fai sveglio, lo sai che ore sono?” bisbiglia, ancora in piedi accanto al futon e con l'asciugamano sulle vergogne.
“Sssh!” Sasuke chiude lo shoji senza pensare minimamente che il rumore che esso produce sia lungamente superiore a quello del sussurro del fratello. “Sveglierai Mamma!”
Non che papà non si possa svegliare, ma tanto lui sveglierebbe mamma per richiamare i loro pargoli all'ordine.
“Perché sei rientrato così tardi?”
“Ero in missione, fila a letto!”
E Sasuke non fa una piega; Itachi lo osserva pestarsi il pigiama mentre cammina fino al suo futon, ed è in quel momento che, anche se assonnato e distrutto, capisce perché lui invece è ancora nudo.
“Sas'ke, che cosa ci fai con il mio pigiama addosso?”
Sasuke si immobilizza, imbarazzato. Non aveva pensato a questo.
“Tu non c'eri...” miagola, come se fosse una risposta esaustiva, e si volta verso di lui con quegli occhioni liquidi sperando di non dover aggiungere altro.
Itachi è stanchissimo e non riesce a non sorridere, si siede sul futon invitando suo fratello a mettersi a letto; tanto ormai è chiaro che rimarrà lì.
“Puoi prendere il mio, se vuoi!” salta su, Sasuke, ricordandosi improvvisamente che il suo pigiama è ancora sotto il suo cuscino, spiegazzato e snobbato ma pulito, senza pensare nemmeno per un momento che Itachi non ha esattamente la sua taglia.
“No, grazie, Otouto, penso che farò con quello che ho,” afferma lui, ilare, dirigendosi verso il cassetto dell'intimo.
“Aniki,” lo chiama Sasuke mentre quello si infila sotto le coperte insieme a lui, “Mi continui quella storia...”
“No, Sas'ke,” si passa una mano sul viso, stringendo il fratellino sotto le coperte, “un'altra volta.”
“Uffa, perché?”
“Sono stanchissimo ed è tardissimo, per esempio.”
“Sei anche bugiardissimo, avevi promesso!” dice montandogli addosso per metà, nel tentativo di rompere il più possibile.
Itachi sbuffa e per un intero secondo pensa di poter pronunciare un altro diniego, ma poi è rapito da altri pensieri che non spiegano comunque come facciano gli occhi di Sasuke ad essere così grandi e quindi non c'è contromossa che vinca. Il bambino capisce di aver vinto più o meno mezzo secondo dopo e sorride, da orecchio a orecchio.
“Dove eravamo rimasti?” chiede il maggiore, rimboccando nuovamente le coperte alla faina.
“Al punto in cui il drago si sta per mangiare la figlia del daimyo!” trilla la faina.
Itachi si mette su un fianco ed inizia a narrare la parte atroce e sanguinolenta della storia che avrebbe fatto impallidire Mikoto ma che sa far brillare gli occhi a suo fratello.
La sua missione consisteva nel proteggere la figlia di un facoltoso lamentoso che era altrettanto lamentosa, quindi trova spunto nei duecentodieci modi di ucciderla che ha vissuto con la sua mente durante il tragitto. Quel lungo tragitto. Lungo. Lungo. Lungo.
“E mentre la moglie del Daimyo veniva... divorata, i ninja... i nin...”
“I ninja? Perché i ninja non proteggono la famiglia del Daimyo?”
“I ninja non fanno a tempo, perché...”
E c'erano un sacco di salite nella sua missione, un sacco di curve, di salti, di scontri, di lamentele, di figlie del Daimyo...
“Eh? Perché?”
“Perché... i ninja...”
“Perché? Eh? Itachi, i ninja?” chiede Sasuke improvvisamente, con un tono più alto e direttamente nell'orecchio dell'altro.
“I ninja si divorarono il Daimyo,” si riprende il maggiore, sconvolgendo gli eventi di un altrimenti logico racconto. “E il Daimyo... il Daim...” crolla, il Daimyo.
“Ma no, Aniki, il drago! Il drago si divora la figlia del Daimyo!” dice Sasuke sempre più lamentoso, scuotendolo con forza. Cioè, la sua.
“È tardi... è tardi...” mormora Itachi sfinito, credendo forse di urlare.
“Finisci la storia! E poi perché tu e mamma ci infilate sempre o il bambino per la figlia o la moglie per il Daimyo? Da dove esce questa mo... Aniki!”
Itachi tira su la testa, si guarda intorno in un gesto inutile ma dettato dalla necessità di mettere dell'aria tra la sua testa e il cuscino morbido e infine fissa quei mezzi occhi che riesce a tenere ancora aperti in quelli del suo fratellino.
“Eh, perché Aniki? Perché?”
“Otouto, non ti si secca mai la gola?” mugola infastidito mentre piega il braccio sotto la testa: se starà abbastanza scomodo, pensa, non si addormenterà facilmente.
“No.” sibila intanto Sasuke, con le braccia conserte e il disappunto visibili anche nell'oscurità. “Allora, questo drago?”
“Il drago è morto.”
“No! Perché?”
“Perché ha esaurito tutti i suoi perché previsti per quell'anno, vuoi fare la stessa fine?” dice Itachi appoggiandosi nuovamente alla superficie morbida, poi per un lungo istante ci sono solo tenebre e silenzio.
È un silenzio artificiale, privo di rumori, privo di sensazioni: niente animali, niente brezza, niente, solo buio.
C'è una piccola luce che proviene dalla finestra, però. Itachi non ci aveva fatto caso, prima; quella finestra è leggermente aperta, la luna arriva fino a rischiarare un paio di tatami con una strisciolina chiara, tendente al giallo scuro. All'arancio. Al rosso. Il cervello di Itachi si snebbia in un momento, l'aria intorno si fa pesante. Tende le orecchie e smette di respirare, lo sharingan brucia nei suoi occhi quando la finestra si apre, lentamente.
A metà corsa si ferma. In quel momento il braccio che ha sotto la testa si flette leggermente e la mano cattura il kunai che c'è sotto al cuscino. E mentre le dita si chiudono sull'impugnatura un corvo si posa oltre la finestra, sul primo tatami. Lui lo fissa, senza togliere attenzione al quadro generale.
Non sa che cosa stia succedendo, ma qualcosa nell'aria, nella notte, è cambiato. Si sente in pericolo, si sente minacciato.
Avvolge il fianco di Sasuke e lo stringe a sé con movimenti lenti, pronto a trarlo in salvo. Nessun rumore, nessun fruscio, solo il respiro quieto di suo fratello a rompere quella tensione vuota che sente schiacciargli le orecchie, come quando si prepara ad uno scontro.
Il corvo lo distrae, zampettando poco più avanti. Gracchia. Itachi lo osserva con lo sharingan attivo e i muscoli tesi. E il corvo gracchia ancora, ma questa volta Itachi spalanca gli occhi, completamente spiazzato: quel corvo sembra che dica...
“...rché? Eh? Aniki, uffa! Perché?”
Itachi schizza a sedere, la mano corre sotto il cuscino, isola la voce di Sasuke, osserva la finestra. Rimane teso per dei lunghissimi secondi. Poi si passa una mano sul viso, sugli occhi, stropicciandoseli.
“Otouto, perché non dormi? Eh? Perché?”
Sasuke sbadiglia, poco toccato dai suoi sogni assurdi, senza mano davanti e senza preoccuparsi di non emettere suoni.
“Perché mamma accoppia sempre i personaggi?”
“Perché è un animo romantico e preferisce pensare che non si possa vivere senza amo...”
“Che schifo!” dice Sasuke, immergendo il viso nel cuscino ora che anche suo fratello si è steso nuovamente.
“Beh, sei ancora un bambino,” spiega Itachi, mettendosi supino, “anch'io sono sempre un bambino,” riflette ad alta voce.
“E come nascono i bambini?”
Itachi crede di preferire i perché a quello, ma si rilassa subito ricordandosi cosa gli avevano propinato sua madre e sua zia quando aveva sette anni; quindi dà fondo a tutte le sue energie per riuscire a non ridere dell'espressione di Sasuke che, a sentire di esser stato trovato sotto un cavolo, rabbrividisce.



A colazione Itachi cerca con tutte le sue forze di non chiudere gli occhi. Per un assurdo attimo pensa di poter mettere una waribashi ritta sul tavolo in modo da infilzarsi se penzolasse indecorosamente sulla colazione, poi il sorriso di sua madre e le occhiatacce di suo padre lo fanno desistere dal mettere in atto stratagemmi idioti. Chiude gli occhi e mangia, piegato e scomposto.
Sasuke pende verso sinistra. Mikoto trattiene una risata un minuto sì e l'altro pure, spingendolo in posizione eretta quando la forza di gravità vince e il tatami si avvicina pericolosamente alla testa del suo bambino.
“Che cosa avete, voi due?”
“Sogni e perché.” risponde Itachi riempiendosi la bocca come quando aveva tre anni, giusto per avere la scusa per non rispondere ad altre stupide domande di suo padre.
Mikoto versa altro latte nella tazza di Sasuke e lui risponde premendosi la fetta biscottata imburrata sulla fronte, cercando forse la bocca. Forse.
Itachi sbadiglia a bocca piena e Fugaku si alza ed esce di casa, stizzito.
Mikoto toglie la tazza in tempo e la testa di Sasuke cade sul tavolo invece che su di essa.



Shisui Uchiha è un gran rompicoglioni.
“Che avete fatto stanotte? Itachi se fossi stato solo tu in queste condizioni, avrei cercato per tutto il villaggio una sventola con le tue occhiaie e sarebbe stato chiaro il motivo delle vostre ore piccole, ma Sasuke... Avete giocato ancora a ninja e nukenin?” ridacchia, contento. Non si sa bene perché e di cosa, ma contento.
“Shisui...”
Sasuke sbadiglia e si avvicina ai due, che giocano a shouji.
“Perché avrebbe dovuto fare le ore piccole con una sven... cos'è una sventola? Perché le ore sono piccole?”
Il cugino non si cura di rispondere, il fratello barra disastro non è il suo, e muove invece verso il Re di Itachi.
“Perché non implodi?” chiede, cercando candidamente di proporre un modo come un altro, secondo lui, per liberarsi di tutti quei perché.
“Shisui!” lo riprende Itachi, mentre gli mangia il cavallo con cui lo stava attaccando.
Shisui fa spallucce e quando Sasuke apre bocca lo attira a sé, parlandogli nell'orecchio.
“Una sventola è una ragazza con cui fare tanti bambini, muti!”
Sasuke sgrana gli occhi. Le sventole fanno bambini? Che roba è? Ma i bambini non stavano sotto i cavoli? A questo punto gli sorge un dubbio.
Scruta suo fratello per una manciata di secondi e alla fine decide di accertarsene.
“Aniki, come nascono i bambini?”
“Li porta la cicogna, Otouto.”
In quel momento la tensione nell'aria si taglia come un coltello.
“MAMMAAA!” urla Sasuke, facendo buttare in terra sette pedine a Shisui che si accingeva a muovere.
Mikoto arriva leggermente trafelata.
“Sas'ke! Che c'è?”
“Itachi mi trava!”
Il vento che passa tra i capelli del bambino rende il suo broncio qualcosa di fin troppo buffo e Mikoto finge di grattarsi una guancia per coprire un sorriso. Itachi rimane a fissare l'esercito di pedine davanti a sé, pensando intensamente: “Eh?”
Shisui ride, sguaiato, buttando la testa indietro.
“Ti...” prova Mikoto, imponendosi di non ridere, “ti travia, intendi?”
“Ma non sai niente...” trilla Shisui, deliziato.
“Solo perché il mio Aniki mi dice un sacco di bugie!” s'indigna Sasuke, gonfiando il petto sotto le braccia incrociate.
“E... cosa... cosa ti dice?” continua Mikoto, sempre più nascosta dietro lo shoji.
“Prima mi ha detto che i bambini si trovano sotto i cavoli e poi se ne è dimenticato e mi ha detto che li porta la cicogna! E non so ancora cosa sia una sventola!” conclude, cercando rivalsa dalla derisione degli sghignazzamenti di Shisui, che diventa immediatamente serio.
“Sas'ke i bambini nascono dalla pancia della mamma.”
“Che può essere o essere stata una sventola!” conclude Shisui.
“Vieni Sas'ke, andiamo a pulire i pomodori?”
Sasuke guarda Itachi, poi Shisui e dopo torna sulla madre. La vendetta non è dolce, sa di pomodori.
“Mamma, loro hanno fatto le ore piccole con le sventole!”
“COSA?”



Owari

L'arte insidiosa della bugia







XD
Eh? No, non vi sento, mi dispiace... Sono entrata in galleria. ù__ù



I personaggi e i luoghi non mi appartengono, e non c'è lucro.



  
Leggi le 11 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: slice