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Autore: sakura2480    27/09/2010    4 recensioni
Gaara ha un diario! La cosa potrà apparire strana ma è così.
A lui non piace, naturalmente, ma leggere quello che scriverà il Kazekage sarà molto divertente.
L'intento vuole essere chiaramente comico con un Gaara un pò diverso. Spero vi piaccia.
Genere: Comico, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sabaku no Gaara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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PER QUESTO LAVORO VORREI RINGRAZIARE L’AUTRICE TSUKUYOMI CHE MI HA DATO IL PERMESSO DI ISPIRARMI AD UNA SUA STORIA DI GRANDE SUCCESSO PER QUESTA MIA PICCOLA FOLLIA.

GRAZIE TANTE.

 

21 maggio

Molti di voi si chiederanno come abbia fatto a decidere di scrivere una scemenza del genere!
Bene sappiate che l’idea è stata di mio fratello Kankuro e mia sorella Temari che, quando non sono impicciati con gli affari loro, vengono a farsi quelli miei e la cosa mi irrita.
Mi irrita molto.
Mi irrita abbastanza da farmi passare quel poco di sonno che riesco a prendere dopo aver bevuto una decina di camomille con qualche Valium sciolto all’interno.
E dal momento che non dormo mi irrita molto anche la gente che mi dice che dovrei riposare per farmi passare le occhiaie.
È incredibile che questi scemi, dopo diciassette anni, non abbiano ancora capito che questo bel trucco nero non è ne la conseguenze del mio mancato sonno e ne che mi ammazzo di seghe tutto il giorno, ma di un tasso demoniaco che mio padre ha deciso di infilarmi dentro, naturalmente essendo molto piccolo non mi sono mai accorto da dove questo tasso fosse entrato e preferisco non indagare, però sappiate che non ho mai sofferto di stitichezza in vita mia.
Comunque dicevamo di questo diario…si…adesso riprendo il filo.
Dunque, io mi chiamo Gaara, Gaara del Deserto o se preferite Sabaku no Gaara.
Chiamatemi come vi pare, non m’importa.
A dire il vero non m’importa di niente, però che mi hanno fatto Kazekage questo forse dovrebbe interessarmi.
Questo diario non è, e sottolineo NON E’, una mia libera scelta, ho solo dato retta ai mie fratelli che secondo me non dovevano esistere per niente.
Vogliono farmi raccontare la mia vita per fare in modo che lo sfigato che siederà su questa sedia al posto mio venga a conoscenza dei miei deliri e dei miei segreti più intimi.
Che novità!
Lo sanno tutti chi sono e non sono passato alla storia come un modello di virtù umane, le mie gesta sono state tutte catalogate e inscritte negli Annali Neri di tutte e cinque le Terre Ninja.
Quindi sono molto famoso.
Comunque, dal momento che sono il Kazekage, devo dare il buon esempio e allora andiamo a incominciare.
Per prima cosa vi parlerò un po’ di me tanto per chiudere ben presto questo losco affare e fare contenti i due pirla la dietro che lo so che mi stanno spiando da una finestra.
La mia vita ad essere sinceri è stata un vero schifo, volete i dettagli?
Vi accontento.
Ancora prima che mia madre finisse di sputarmi fuori urlando è morta, questo perché il Kazecazzo di mio padre aveva deciso di fare un figlio con una scopo ben preciso.
Siccome aveva paura che il nostro Villaggio venisse preso di mira da un’orda di barbari dementi come lui, decise che al figlio più piccolo, ossia io, venisse sigillato in corpo il Demone Tasso e usato come arma di distruzione di massa.
Naturalmente questo mi condizionò per tutta la vita, sono sempre rimasto da solo e schifato da tutti, l’unica persona che si prendeva cura di me era mio zio.
Ma lo zio bastardo è stato il peggior doppiogiochista che abbia mai incontrato nella mia lunga vita di anni sei.
In due nanosecondi sgretolò tutte le mie speranze che mi avevano sostenuto fino a quel giorno, cercò di uccidermi, mi disse che era stato mio padre, poi mi disse che lo voleva pure lui, mi lanciò i kunai e come atto finale si fece saltare per aria il pirla.
Il tutto in un minuto e mezzo.
Non sapeva più come farmi fuori e decise per la trasformazione in kamikaze.
Risultato?
Non ottenne una benemerita sega perché il deficiente ancora non aveva capito che io avevo un’arma micidiale.
Sapete tutti che cos’è quindi non spreco tempo a spiegarvelo.
Ben ti sta, brutto porco, spero che ti sei accorto di quando ti stavi dilaniando pezzo per pezzo.
Spero che avrai patito le pene dell’inferno accorgendoti che io ero ancora là.
A sei anni vi assicuro che di rospi ne avevo mandati giù tanti!
Fatto sta che comunque, visto che nessuno riusciva a mandarmi al Creatore, il mio nobile e paterno padre decise che tanto valeva farmi diventare un ninja e così accadde.
Scusate, ho saltato la parte dove dovrei descrivere di come sono diventato un assassino psicopatico che provava gusto nel commettere carneficine?
Avevo sei anni…che bella età.
Non me lo dimenticherò mai di com’era piacevole levarmi dalle balle tutti quelli che dalle balle volevano levare me.
E così continuai fino all’età di anni dodici.
E li successe la svolta quando partecipai all’esame di selezione dei Chunin che si teneva a Konoha, precisamente nel Villaggio della Foglia.
Un Villaggio così pieno di buoni sentimenti da dare il voltastomaco.
Ho sempre creduto che i ninja fossero assassini e vi garantisco che io questo compito lo espletavo bene, ma li erano assassini che se ne andavano in giro con una mazzo di rose in mano.
Non li ho mai capiti.
Ma tralasciando anche questo capirete quanta voglia abbia di scrivere sta merda, vorrei solo dirvi che fu una passeggiata.
Fui il solo a pensarlo e poi a farla davvero la passeggiata!
Oddio, un po’ il culetto ce lo facemmo tutti abbastanza e alla fine solo uno venne promosso, l’amante segreto di mia sorella.
E proprio contro di lei!
Cioè, praticamente quell’idiota della mia parente si fregò con le sue mani mentre quell’altro beota rimase accucciato per tutto il giorno.
Poi si scoprì che il quoziente intellettivo era il doppio del normale e che aspettava il momento buono per metterglielo sotto l’osso sacro a mia sorella sperando che le piacesse.
Scommetto che nessuno aveva ancora capito che mia sorella e mister “non ho voglia nemmeno di pensare” Shikamaru alla fine se la intesero?
Conoscendo la volontà che anima tutt’ora quel ragazzo…mhà!
Chi si accontenta gode.
Però avere come cognato una strano tizio col codino che divertiva dentro gli asili del mio Villaggio facendo le ombra cinesi non doveva essere male, almeno mi avrebbe regalato punti popolarità.
Comunque io attraversai la Foresta della Morte assieme a quelle nullità dei miei parenti in meno di due ore se non ricordo male, ricordo che una telecamera mi riprese che ero ancora lindo e pinto anche dopo aver squartato tutto quello che di vivo trovavo sulla mia strada.
Bei tempi!
Dopo partecipai alla prova di selezione di lotta libera dove mi capitò il figlio di Bruce Lee.
Vestito di verde che sembrava un elfo fatto male osò affrontare me, o meglio, la sfiga lo portò ad incontrarmi.
Se la tirava e io m’incazzavo.
Mi sfidava e io m’incazzavo.
Alla fine fui stanco di incazzarmi e decisi che per la mia saluta cardiovascolare fosse arrivato il momento di farla finita.
Fatto sta che Frate Tac versione ninja dai capelli a scodella mi riempì di mazzate per una buona mezz’ora, fino a quando la mia sabbia non decise che forse era arrivato il momento di mettersi di mezzo ed evitarmi così una figura madornale di quelle che non si dimenticano.
Sapete, ci tenevo prima alla mia fama.
Come andò a finire?
L’elfo finì dritto all’ospedale in meno di due minuti con un braccio e una gamba spappolati e fu li che successe!
Stranamente mosso da pietà decisi di andarlo a trovare all’ospedale per dargli un bacino, ma poi pensai che non potevo minimamente tollerare il fatto che una qualsiasi cosa viva fosse rimasta su questa terra dopo aver incontrato me.
Così mosso da orgoglio decisi di ammazzarlo per sentirmi soddisfatto, mosso da pietà lo volevo togliere dalle sofferenze.
Scegliete voi la motivazione che preferite.
Ma a quanto pare al Villaggio della Foglia l’eutanasia non era ammessa così il volpotto Naruto e “mi scoccia la minchia” Shikamaru decisero di difendere l’elfo maledetto che di tirare la cuoia proprio non ne voleva sapere.
E io lì raccontai la mia infanzia, la mia vita, tutte le mie disgrazie…il tutto per cercare di essere compatito.
Ammazzo la gente?
Dovete capirmi, ho avuto un’infanzia infausta, sono traumatizzato che volete farci?
Una cosa la potete fare!
Morire per esempio e questo mi farà sentire ancora più umano.
Siccome il simpatico duetto non bastava ecco arrivare anche il maestro di Karate Kid, in poche parole la versione gigante e più idiota dell’elfo a scodella.
Per quella volta mi toccò battere in ritirata dal momento che era meglio lasciar stare.
Poi arrivò il torneo vero e proprio e chi mi va a capitare?
Sasuke Uchiha.
L’ ultimo, forse, sopravvissuto di un clan estinto come successe ai dinosauri.
Nel giro di una notte vennero scannati come i capretti dal rampollo più promettente.
Il figliol prodigo che rispondeva al nome di Itachi era in realtà un fuso perenne che, non sapendo come passare il tempo, prima eliminò l’amico e poi, visto che gli avanzava ancora qualche minutino, anche genitori, zii e cugini vari.
Già che c’era poteva anche far fuori il suo inutile fratellino minore che è cresciuto con la voglia di far fare la fine del capretto pure a lui e quasi ha portato il suo Villaggio alla rovina.
E loro ancora tentano di riportarlo indietro!
Naruto, ma sei scemo o cosa?
Anche se a Sasuke lo capisco, poveretto.
Domandare “perché lo hai fatto?” e sentirsi rispondere “perché volevo vedere quanto fossi forte” traumatizzerebbe comunque.
E poi bell’esempio di forza ammazzare vecchietti di novant’anni che bastava uno sputo per farli cadere all’indietro.
Fatto sta che li a me partì la brocca e se non fosse stato per Naruto e per la sua tesi sull’amore e l’amicizia adesso non sarei qui.
La malefica volpe era riuscita dove tutto il Creato aveva fallito: farmi diventare buono, e ci riuscì con una craniata da record che mi fece ritornare al Villaggio della Sabbia con una commozione cerebrale pazzesca.
Comunque la mia cattiveria e sete di sangue finì quel giorno, ormai sono passati diversi anni, io sono diventato Kazekage e anche più alto e molto più bello, insomma sono un gran figo e ho fatto ricredere milioni di donne sulla tesi che i miei capelli sembravano stoppa per accendere il camino andata a fuoco.
Guardateli adesso, sempre puliti e profumati di balsamo.
Sono orgoglioso della mia rossa chioma, guai a chi la tocca.
Comunque ho avuto anche un’allieva, si chiama Matsuri e come prima cosa si è fatta rapire facendomi incazzare, come seconda cosa si è innamorata di me.
La prima donna che si è innamorata di me in diciassette anni!
Un record!
Voglio dire…a diciassette anni un ragazzo già dovrebbe cominciare ad avere le sue esperienze, ma non io!
E dove la trovavo prima una ragazza disposta a darmela?
Facevo paura a tutte, ma adesso è sicuramente diverso e già le vedo tutte in fila di fuori ad aspettare che io mi stanchi di restare casto e puro.
Comunque Matsuri prima mi chiamava “maestro Gaara” e quello che voleva erano i miei insegnamenti, adesso è cresciuta come me e quello che vuole è ben diverso!
Ma la ragazza bisogna che la smetta di scherzare col fuoco perché scherza oggi, scherza domani alla fine finisce che i miei pantaloni vanno in tiro e dopo lei si ricorderà degli insegnamenti del suo ex maestro molto bene.
Comunque adesso sono incredibilmente depresso.
Mi hanno rapito, ebbene si, mi hanno rapito e mi hanno tolto per sempre il mio adorato compagno di avventure, il Signor Tasso.
Mi manca davvero.
Grazie a lui evitavo di dormire, avevo una mente instabile, mi causava emicranie tremende però mi era simpatico.
Invece quei bietoloni dell’Akatsuki che vanno in giro a rompere le palle a destra e a sinistra me lo hanno strappato via.
Invece di rompere i maroni a noi forze portanti che siamo già sfigate di natura, dovrebbero pensare a cambiare stilista.
Ero pure morto, però come in ogni lieto fine non poteva mancare la vecchietta idiota che si sacrifica per espiare il fatto di avermi infilato su per il culo un demone.
Per ringraziarla misi la sua tomba davanti a tutte.
Tanto non è che potevo fare altro.
Se vuoi schiattare per ridare la vita a me non ti dico certo di no, vorrà dire che ti organizzerò un funerale coi fiocchi.
A grandi linee questa è stata la mia vita, ora sono qui, regno sul deserto in tutti i sensi, mi portano in giro con la portantina e quasi quasi chiedo lo schiavetto che passerebbe la sua vita a sventlarmi col ventaglio di struzzo.
E in più credo che noi Kage, e dico tutti, portiamo in testa i cappelli più ridicoli che abbiano mai creato.
Una vergogna immane e forse era per questo che mio padre si nascondeva dietro le tendine.
Comunque la gioia più grande è che il mio amatissimo padre è schiattato e devo ricordarmi di ringraziare la Serpe Suprema più sexy del mondo per questo.
Stanno bussando alla porta da un’ora e forse è meglio che mi decida a dire “avanti” prima che la sfondino e siccome non percepisco più la presenza dei due dietro la finestra che mi spiano penso che sia arrivato il momento di posare la maledetta penna e chiedere se i domestici si sono ricordati che c’è un Kazekage affamato che vaga per il Palazzo come un’entità ectoplasmatica alla ricerca di cibo.
Vaga pure nel tentativo di non inciampare in quella ridicola veste che deve indossare.
Voi non immaginate quanto possa essere pericoloso!
Ogni minuto che passa rischio sempre di perdere tutti i denti cadendo a faccia avanti e di portare la dentiera a diciassette anni non mi va proprio.
Perlomeno vorrei baciare una donna senza correre il rischio che questa le resti attaccata alla lingua!
Brrr…che brutta scena.
Ok, per oggi ho esaurito gli argomenti.
Ci vediamo domani, sempre sperando che ci sia un domani!
Buonanotte.

 
22 maggio

Bene, inutile e puzzolente insieme di fogli, come vedi ho mantenuto la mia promessa e sono tornato da te, ma credo che prima di cominciare a vomitarti inchiostro addosso devo sapere chi rompe la minchia alla porta.

Non appena aprii mi ritrovai davanti mio fratello.
Lo guardai e lui mi guardò, più che altro io lo scrutai disgustato e lui, forse, fece altrettanto.
Certo che però non sarebbe stato propriamente orrendo se si fosse tolto il vizio di andare in giro come un Apache.
Da quando ero nato cercavo di capire il significato di quei segni viola putrefatto che si faceva in faccia ma non ho mai capito e naturalmente il signor Toro Seduto non sia mai che perda tempo a spiegarmelo!
Però c’era una cosa che m’inquietava non poco, una cosa che ho scoperto durante il mio rapimento o che perlomeno mi hanno raccontato visto che ero stecchito.
Se faccio due più due ne consegue che: mio fratello è un abile marionettista, categoria da me odiata proprio perché ho il terrore delle marionette, dei burattini, dei mimi e delle bambole come la maggior parte delle persone che odia i clown.
Comunque, lui marionettista, io...Kazekage!
Se ci mettiamo di mezzo la storiella allegra di quello che è successo al Terzo Kazekage…praticamente io sto a mio fratello come la mozzarella sulla pizza e questo non mi piace.
Non mi piace per niente!
Non ci tengo ad essere trasformato in un pupazzo, quindi da quando ero resuscitato cercavo di tenerlo il più lontano possibile da me ma vallo un po’ a spiegare?
Comunque lo vidi entrare con uno scatolone gigante sulle braccia.
<< Gaara, ho una sorpresa per te. >>
Non mi piaceva il tono della voce e decisi che forse sarebbe stato meglio se mi mettevo seduto.
Con un sorriso d’orgoglio che gli arrivava alle orecchie, Geppetto aprì la scatola e quello che ne saltò fuori…
Non so descrivere cosa fosse, la cosa più orribile che abbia mai visto in vita mia, era una marionetta, una schifosissima marionetta ora era dentro al mio studio!
<< Che cos’è quella…quella cosa? >> balbettai mentre la indicavo inorridito.
Quell’ammasso di legno, stoffa e capelli di stoppa rosso fuoco mi assomigliava vagamente.
Guardai meglio.
La esaminai come si esamina il nemico prima di strappargli il cuore dal petto e impiccarlo con i suoi intestini.
No, la somiglianza non era per niente vaga, mi assomigliava parecchio…decisamente troppo…ma sono io, cazzo!
<< Kankuro! Quello schifo immondo rappresenta me. >>
Gli urlai con quanto fiato avevo in gola.
<< Si, non ti piace? >>
Se mi fossi alzato le cose erano due, o lo uccidevo o svenivo.
E così, alla fine, i miei sospetti erano fondati.
Se aveva fatto un pupazzo che mi rassomigliava e a questo gli si fosse staccata la testa non avevo dubbi su dove avrebbe cercato il pezzo di ricambio.
E già mi vedevo attaccato ai suoi fili di chakra che mi muoveva per mandarmi a prendere un bicchiere d’acqua.
Si, perché dovete sapere che il mio inquietante fratello è un pigro cronico e lo dico per difendermi dall’accusa di essere io il fancazzista.
Che cosa credete?
Pensate che io non legga quello che si scrive o non senta quello che si dice di me?
E allora la frase “durante le battaglie non fa mai una minchia e resta a braccia incrociate lasciando che la sabbia faccia tutto per lui” me la sono inventata io?
Ma non vedete che muovo le braccia a destra e a sinistra per comandarla?
E poi scusate, ma il tappo nella mia giara se lo rimette la sabbia da sola?
No, lo rimetto io, quindi non mi sembra il caso di dire che non faccio nulla!
Comunque continuai a guardare l’orrida visione.
Era veramente terribile da guardare, la “cosa” mi fissava con occhi cattivi.
<< Kankuro, se non la elimini tu, lo faccio io. >>
Non male l’idea dal momento che mi mancava la legna nel camino per farmi la bruschetta.
<< Davvero non lo vuoi? Ho impiegato tutta la notte per farla. >>
È incredibile, ha perso tutta una notte dove poteva fare qualcosa di più utile per il mondo per costruire una marionetta.
Mi chiedevo anche perché ha scelto proprio quello schifo quando nel mondo ci sono fottilioni di regali più graziosi, una scatola di cioccolatini, un mazzo di fiori, una gamba finta, una confezione di preservativi…insomma tutto può diventare un regalo.
O se proprio non poteva fare a meno della marionetta poteva farla come una bella gnocca tutta tette, il Quinto Hokage sarebbe stato il modello perfetto secondo me.
Comunque pensai di accettarla, ringraziare col sorriso più falso di cui ero capace e poi farla a pezzi con l’accetta, anche se l’idea di fare a pezzi me medesimo non è che mi esaltasse tanto.
Ormai avevo chiaro che io dovevo aver fatto qualcosa di male fin quando ero ancora sotto forma di spermatozoo, perché altrimenti non avevo una risposta a tutte le mie disgrazie che erano cominciate fin quando stavo ancora dentro l’utero materno.
L’ultima, ma non per questo la meno grave, quella di nascere, crescere e vivere in un posto dove avevano fatto dell’arte del marionettismo la punta di diamante locale, proprio come i prodotti tipici e artigianali normali degli altri Paesi.
<< Non m’importa, lo sai che mi danno la nausea e tu me ne regali addirittura una? >> gli risposi esasperato.
Per due secondi sperai che il mio diario, triste per quello che mi stava accadendo, cominciasse a scriversi da solo, testimone oculare di quello che vedeva e sentiva.
Almeno lo avrei usato come prova il giorno in cui avrei deciso di sbattere in galera Kankuro e lasciarlo a marcire lì con l’accusa di “grave presa in giro nei confronti della massima carica di Stato”.
Una legge simile non esisteva ma pur di togliermi le marionette dalle chiappe avrei potuto farla benissimo.
Il demoniaco marionettista che condivideva con me, purtroppo, metà del codice genetico, si offese davvero.
Lo vidi sbuffare, riprendere la marionetta con le mie sembianze e sbattermi violentemente dentro lo scatolone.
Sentii un tonfo enorme sul fondo del cartone, una botta del genere avrebbe spezzato le ossa a chiunque ed io tremai.
Strinsi gli occhi disperato nel terrore di sentire il medesimo dolore provato dal pupazzo, dopotutto chi mi assicurava che quella marionetta che mi rappresentava non fosse in realtà una bambola woo-doo gigante?
Dai miei parenti che avevano tentato sempre di farmi finire sottoterra potevo aspettarmi questo e altro.
Anzi, la bambola woo-doo sarebbe stata il minimo.
Riprese in mano lo scatolone e uscì dalla porta, ma una volta fuori rimise dentro un solo braccio con un dito della mano alzato al vento in maniera inequivocabile, accompagnato dal messaggio sonoro che diceva “saltaci sopra.”
Feci finta di niente, dopotutto essermi liberato del Kazekage finto era fonte di grande sollievo.
Mi rimisi seduto respirando profondamente.

 

Visto, infausto diario,  quello che mi capita durante la giornata?
E poi oggi è tranquillo.
A me non succede mai niente di bello, comincio a pensare che sarebbe una gran bella cosa se entrasse Matsuri che mi chiedesse:
<< Andiamo ad allenarci? >>
E io risponderei:
<< Ma certamente! Guarda tu vai avanti in camera che io ti raggiungo! >>
Sono strasicuro che non direbbe di no, la ragazzina.
Comunque, anche per oggi voglio farla finita con te, inutile ammasso di carta riciclata un centinaio di volte.
Ho una riunione che mi aspetta coi Consiglieri e le vipere mi staranno sicuramente già aspettando.
Meno male che l’Arcangelo Baki non m’abbandona mai.
Almeno lui.
Ciao.
Tornerò a prenderti in mano domani sera, sempre se mi andrà.

 

 

 

 

  
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