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Autore: GexeTheNemesi    27/09/2010    6 recensioni
Sequel de: L'erede dell'Akatsuki
Lo Tsukikage Naruto si prepara a dichiarare guerra a Konoha, ma prima deve trovare e catturare l'ultimo bijuu rimasto ancora in circolazione: Hachimata dalle otto code. Quello che Naruto ancora non sa è che il demone dalle otto code si è rintanato nel corpo del suo miglior amico: Sasuke Uchiha.
Finalmente conclusa XDXD!!!
Genere: Avventura, Azione, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akatsuki
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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“Corri Dannazione!, corri!” Hidan afferrò Deidara per il colletto del kimono e se lo trascino a dietro, inseguiti da un enorme zampa artigliata di colore cremisi pronta a ridurli in brandelli.
“Perché non se la prende un po’ anche con Kakuzu e Zetsu? Sempre quasi che abbia preso di mira solo noi!” Si lamentò Deidara, mentre le sue mani impastavano velocissime un paio di gufi d’argilla.
“Vaglielo a chiedere se sei così curioso!” Balzarono sul ramo di un albero li vicino e dopo un altro balzo si ritrovarono in groppa ai due gufi d’argilla creati dall’artistia.
“Fai prendere quota a questi pennuti, non gli ci vuole niente ad acchiapparci!”
“Abbi rispetto per le mie opere o ti butto di sotto!”
I gufi cominciarono a sbattere le ali all’impazzata mirando in alto nel cielo, inseguiti ancora da quella quasi serpentesca zampa artigliata e solo raggiunta una quota considerevole sembrò desistere e si dissolse in una marea di scintille rosse.
Le cavalcature di Deidara e Hidan si fermarono e osservarono la foresta semi distrutta sotto di loro.
“Merda… merda… merda! Così non va bene per niente!” si sfogò Deidara “se almeno avessi una vaga idea di dove si trovi potrei usare il C4 Garuda, ma così sprecherei un enormità di chakra solo per far fuori delle stupidisse copie!”
“Beh, allora fatti venire un idea prima che…”
Improvvisamente, i due si ritrovarono sovrastati da un ombra enorme e quando si voltarono tutto quello che riuscirono a vedere prima di ritrovarsi coi crani spappolati fu un lampo di luce rossa.
I corpi di Deidara e Hidan cominciarono a brillare e poi esplosero coinvolgendo il loro avversario nell’esplosione.
A terra, gli originali Deidara e Hidan osservarono la scena sudando freddo. “Lo hai preso?” Chiese Hidan.
“Si, ma di sicuro si trattava di una copia. Impossibile che Naruto caschi in giochetti del genere e comunque…” Si voltò, ritrovandosi a pochi metri da un branco di volpi grandi come orsi, dal manto rosso sangue e con quattro code ciascuna “se avessi colpito l’originale, le copie sarebbero dovute sparire insieme a lui”
Le volpi ruggirono all’unisono minacciose e inquietanti; stavano giocando al gatto col topo, sarebbe bastato loro pochi attimi per ridurre in brandelli i due membri dell’Akatsuki.
“Mischiare assieme la Kage bushin con il “manto della volpe”… e io che credevo che a Naruto mancasse l’inventiva” dissi Deidara sputando per terra “ non so quanto possa essere rassicurante, ma sembra che le copie possano raggiungere un massimo di quattro code”
“Qui ci serve un idea” brontolò Hidan grondante di sudore da capo a piedi, portando la sua falce dinnanzi a se “una grande idea, o ancora meglio un miracolo!”
Alle spalle dei due, un terzo ninja che portava il loro stesso kimono si avvicinò e incurante del pericolo si diresse con passo deciso verso il branco di volpi.
“Spiacente Hidan, ma dovrai accontentarti di me”
“Che cazz… Zetsu, attento!”
Due volpi si staccarono dal branco e saltarono addosso a Zetsu e questi non fece nessun gesto, ma dal terreno spuntarono due mandibole verdi che le stritolarono tra le loro fauci, e subito le volpi sparirono in uno sbuffo di fumo.
“La forza d’attacco di queste volpi è senza dubbio pari a quella di Naruto ma, essendo dei Kage Bushin, se subiscono una certa quantità di danni spariscono”
Battè un piede per terra e altre mandibole sfondarono il terreno divorando una ad una tutte le volpi davanti a loro.
“Inoltre queste copie non possono superare i cinquecento metri di distanza dall’originale altrimenti svaniscono. Penso vi siate anche accorti che un attimo di distrazione è più che sufficiente per ritrovarsi le interiora sparse per tutta ciò che resta di questa foresta”
I dei rimasero ammutoliti e solo dopo un po’ Deidara si riprese.
“Co…Come fai a sapere tutte queste cose?”
“Ho aiutato io Naruto a sviluppare questa tecnica qualche anno fa, ma non credevo che sarebbe riuscito a completarla da solo”
Sentirono chiaramente dei passi veloci e pesanti che si stavano avvicinando a loro da tutte le direzioni… non era affatto una bella cosa: se si fossero lasciati circondare sarebbe stata la fine.
“Ci penso io alle copie, voi raggiungete Kakuzu e dategli una mano con Naruto, non potrà mai farcela da solo”
“Non abbiamo la più pallida idea di dove sia, quelle cose ci sono piombate addosso da tutte le parti non appena avevamo raggiunto Naruto e ci siamo divisi”
“Beh allora spiccate il volo e seguite le scie di fumo, non dovrebbe risultarvi difficile ora che le copie sono concentrate su di me”
Il rumore delle volpi si fece sempre più vicino.
“Muoveti!”
I due non se lo fecero ripetere e si misero a correrre.
Caspita… pensò soddisfatto Zetsu, mentre le volpi con tutta calma lo stavano lentamente circondando chissà se tutti i “buoni” si esaltano così tanto ogni volta che salvano la situazione, questa sensazione è una goduria tale che mi sembra quasi che mi stia salendo un orgasmo!
“Tecnica del richiamo” disse sbattendo un piede per terra e, con uno sbuffo di fumo, sotto i piedi di Zetsu cominciò a germogliare rapidamente una pianta che all’inizio sembrava essere un normalissimo rampicante, ma poi questo rampicante cominciò a crescere a dismisura e fauci e mandibole enormi lo cospargevano da tutte le parti: era una pianta carnivora.
“Fatevi sotto! La mia amica ha fame!” gridò battagliero, pronto a dare il meglio di sé in quella battaglia che, in cuor suo ormai lo sapeva, sarebbe stata la sua ultima.

Non molto distante da li intanto, Kakuzu e Naruto stavano combattendo ferocemente e il tesoriere risultò ovviamente in difficoltà fin dal primo momento.
Si trovavano in una vasta pianura di erba bruciata, tra i due c’erano una ventina di metri di distanza, distanza che da un po’ nessuno dei due osava diminuire; alle spalle di Naruto c’erano almeno una cinquantina di suo copie con il manto del demone alla stadio della quarta coda mentre Kakuzu al suo fianco aveva quattro delle sue cinque creature originarie.
Quindici minuti di battaglia e ci ho già rimesso un cuore, se continua così non riuscirò a resistere fino a quando l’effetto del suo tonico non si esaurisca, devo cambiare strategia…
“Perché!?”Gridò Naruto “Perché mi avete tradito anche voi!? Io mi fidavo!”
“Lo facciamo per il tuo bene, Naruto. Sei fuori di te e nello stato in cui sei potresti fare qualcosa di cui potresti pentirti per sempre”
“Io sono Tsukimaru!” Gridò di rimando, scagliandogli contro alcune delle suo volpi, ma Kakuzu e le sue creature ormai avevano già preso la mano con quella nuova arma del biondo e tempo di comporre qualche sigillo e le copie vennero sconfitte.
“Crepa… crepa anche tu, bastardo traditore!” Con un semplice cenno della mano, tutte le volpi alle sue spalle si scagliarono contro il tesoriere.
“Tsk…” tre delle sue creature rimanenti si misero tra Kakuzu e il branco di volpi.
Fuuton: tornado di lame… Katon: castigo etereo… Raiton: respiro di raijin… e che il cielo me la mandi buona!
“Arte segreta: canto ancestrale dei tre demoni!”
Il risultato di quelle tre tecniche mischiate assieme fu devastante: le volpi vennero risucchiate da un turbine di fuoco grande quanto un palazzo e le poche che si salvarono dovettero fare i conti con le saette sprigionate da quel turbine impazzito.
Kakuzu non si fece distrarre dal trambusto della sua tecnica e tenne sempre gli occhi fissi sul suo avversario, attento che non si sostituisse con una copia.
Non si è moltiplicato ancora… quello che ho davanti è l’originale, ne sono sicuro.
Deglutì a fatica: non gli piaceva per niente quello che stava per fare, ma era per il bene del suo caro compagno.
Scusami Naruto, questo potrebbe farti molto male. Doton: tripla serpe delle viscere!
Subito Kakuzu scattò velocissimo verso il suo avversario verso il lato destro e il turbine di fuoco e fulmini, quasi avesse un intelligenza propria, si mosse all’unisono del suo evocatore, andando però verso il lato destro di Naruto.
Appena fu abbastanza vicino Kakuzu scagliò i suoi fili neri contro il ragazzo, che non potendo scansarsi per colpa del turbine troppo vicino fu costretto ad arretrare ma appena fece giusto un paio di passi indietro, dal terreno emersero tre anaconde di pietra che lo avvolsero tra le loro spire e lo immobilizzarono completamente.
Nemmeno fece in tempo a maledire il tesoriere che Naruto venne investito in pieno dal turbine di fuoco e fulmini, che espose in una miriade si scintille di fuoco e saette.
Troppo bello sperare che sia finita così, ma nemmeno lui può essere uscito illeso da un attacco del genere… pensò sicuro Kakuzu, portatosi a distanza di sicurezza per non venire coinvolto dalla sua stessa tecnica Però è strano, lascia che le sue copie usino il mantello del demone ma lui non ne ricorre. Non mi ritiene forte abbastanza da combattere seriamente?
Il polverone alzato dal turbine cominciò lentamente a diradarsi.
Non può essere tanto orgoglioso, dovrebbe saperlo che certi avversari sono pericolosi per chiunque, è impossibile che abbia commesso un simile errore di valutazione deve senz’altro esserci un'altra ragione.
La polvere si adagiò lentamente sull’era bruciata del campo della lotta.
Dove diavolo sono gli altri!? Da sono non credo riu… porca merda!!!
Il tesoriere sbarrò gli occhi terrorizzato, indietreggiò di almeno un paio di passi e cominciarono a tremargli le gambe.
Vide uno sguardo assassino che trasmetteva una rabbia senza confine e tutto attorno si sparse il ringhio selvaggio e animalesco di una bestia ferita.
Naruto non si era ancora mosso nemmeno di un passo.
Semplicemente stava li.
Davanti a lui.
Pieno di rancore verso il mondo.
Pieno di furia omicida
Pieno di rimorsi.
Senza più umanità.
Senza cuore.
Senza pietà.
Senza più il braccio destro e senza più metà della faccia.

“Che diavolo era quel botto!?” sbottò Deidara da sopra la sua aquila d’argilla.
“Ma sei coglione!? Tira a indovinare che secondo me ci azzecchi al primo colpo! Veniva da quella parte, fai muovere questi cosi!”
Le due aquile su cui volavano fecero un brusco cambio di rotta e si diressero verso l’origine di quell’esplosione.
“Deidara, che robe sono quelle!?”
Il biondo guardò davanti a se e per poco non perse l’equilibrio per la sorpresa: le copie-volpe di Naruto era davanti a loro… in volo! Dalla schiena gli spuntavano delle inquietanti ali da pipistrello gocciolanti di sangue.
“Queste Zetsu se le deve essere lasciate scappare… davvero una bella fortuna!”
Hidan lanciò la sua falce come fosse un boomerang ma delle cinque volpi davanti a loro riuscì a colpirne solo una.
“Sei proprio una mezza sega, guarda come si fa!” Veloce come solo l’artista poteva essere, creò uno stormo di libellule esplosive e andarono velocissime contro le volpi davanti a loro e appena furono abbastanza vicini esplosero.
“Visto!? Questa è la sublime potenza della mia art…”
Dal fumo dell’esplosione riemerse una volpe superstite alle libellule di Deidara e con un solo gesto mozzò via le ali ad entrambe le aquile di argilla.
Hidan fece saltare via la testa alla copia-volpe con la propria falce, ma ormai il danno era fatto e i due cominciarono a precipitare.
“Un’altra!” gridò Hidan “Merda, crea un'altra aquila o ci restiamo entrambi!”
“La sacca! Mi è caduta la sacca dell’argilla!” Gridò disperato il biondo mentre girava su se stesso per l’attrito dell’aria.
“Ecchecazzo! Lasciatelo dire in faccia Deidara: sei uno sfigato!!!”
“Cazzo vuoi!?” così dicendo gli mollò un calco in pieno grugno “Ripetilo, coglione!”
“Ti ammazzo! Aspetta che ti raggiungo e ti faccio a pezzi!”
Si mise il manico della falce fra i denti e cominciò a muovere braccia e gambe quasi stesse nuotando in stile rana, si avvicinò all’artista e lo prese per il cappuccio del kimono.
“Finire spiaccicato insieme a un malato mentale come te… non mi va bene niente!” e gli mollò una testata dritta in mezzo alla fronte.
“Ahi… infame, va bene tutto, ma farmi dare del malato mentale da uno che si tinge i capelli di bianco non mi va bene per niente! E per la cronaca, perfino Tobi aveva capito che quello non è il tuo colore naturale!”
“Figlio di…” arrossendo paurosamente, Hidan afferrò il collo di Deidara “Jashin ti punirà per quello che hai detto… anzi no! Perché togliermi questo piacere: ti punisco io, ermafrodita dei miei stivali!”
Deidara portò le mani al collo di Hidan “Come ti permetti!? Fanatico!”
“Ricchione!”
“Faccia da culo!”
“Finocchio!”
“Tamarro!”
“Okama!”
Parecchi insulti dopo e dieci metri prima di finire piatti come delle sogliole, una marea di piccoli fogli di carta di interpose tra i due membri dell’Akatsuki e la pianura, attutendogli la caduta abbastanza da lasciarli illesi.
I due, con ancora le mani di uno attorno alla gola dell’altro, si guardarono in torno, poi si guardarono in faccia stupiti, poi si guardarono di nuovo intorno circospetti, si guardarono ancora in faccia stupiti e poi si abbracciarono e cominciarono a ridere.
Si alzarono e in lontananza videro che c’era Kakuzu in piedi affiancato delle sue creature dai fili neri.
“Tu raggiungilo, io devo trovare la mia sacca prima”
“D’accordo” Hidan stava per mettersi a correre verso il suo compagno, ma poi si girò verso Deidara “…Davvero se ne è accorto perfino Tobi?”
Deidara fece un deciso cenno di assenso.
“Ci ha impiegato un paio di mesi per capirlo, ma: si, lo ha capito perfino lui” rispose “Oh, cazzo…”
“E, Hidan” chiese il biondo “Perché mi hai dato dell’ermafrodita?”
“La prima volta che ti ho visto ti ho scambiato per una ragazza” ammise il religioso. “Oh, cazzo…”
“Cioè… nessuno te lo aveva fatto notare prima?” Chiese Hidan confuso.
Deidara fece no con la testa.
“Boh… vado ad aiutare Kakuzu, tu sbrigati a trovare la tua argilla”
E, mentalmente, entrambi ringraziarono la loro salvatrice, rispettando la sua scelta di non mostrarsi, e non si scomodarono per cercarla.
In fondo, Sakurazaki era sempre stata una ragazza enigmatica.

Qui qualcuno mi sta facendo uno scherzo di pessimo gusto…
Kakuzu sentiva tutti i suoi quattro cuori rimanenti martellare all’impazzata, stava grondando sudore di puro terrore da tutti i pori e non riusciva a far smettere le proprie gambe di tremare.
Ok… posso capire che Naruto mi sottovaluti… che il mio precedente attacco era senza dubbio uno dei più potenti che possa usare, ma… Naruto nel corso di tutti i combattimenti che a affrontato ha incassato tecniche ben più potenti di questa, allora come…
Guardò di nuovo il ragazzo davanti a se.
Come sono riuscito a ridurlo in quello stato!?
Mai il corpo di Naruto aveva subito ferite così gravi, mai, mai in sedici anni di combattimenti.
MAI.
Entrambe le gambe erano visibilmente e gravemente ustionate, come anche il suo bracci sinistro.
Il braccio destro era stato letteralmente carbonizzato e ora al suo posto c’era solo un moncherino sanguinante e il suo bel volto era stato terribilmente sfigurato da un ustione che si era portata tutto il lato destro della sua faccia, occhio compreso.
Cosa significa tutto questo?
“Kakuzu!” Avvertì la voce del suo compagno alle spalle ma non osò voltarsi: una sola distrazione e ci avrebbe rimesso almeno un paio di cuori.
“Kakuzu, tutto intero?”
Non si voltò verso di lui, non gli rispose, lasciò che lui stesso si accorgesse della situazione.
“Porca di quella… Come diavolo hai fatto?” sibilò Hidan.
“Non me lo chiedere, non ne ho la più pallida idea… ora zitto e lasciami pensare, e soprattutto non perderlo d’occhio un sono istante, o ti fa a pezzi”
Dall’inizio del combattimento si è solo moltiplicato in quelle sue copie-volpe da quattro code… non che non sia stata una tattica efficace, ma è strano che non usi qualche altro jutsu e inoltre…
Di nuovo, osservò lo stato pietoso in cui si trovava il biondo.
Lo avevo bloccato con i serpenti delle viscere in modo che non componesse alcun sigillo, ma avevo calcolato che sarebbe ricorso almeno alla prima coda del chakra del demone per difendersi, ma non lo ha fatto.
Corrugò la fronte imperlata di sudore più confuso che mai. Non lo ha fatto… perché? Forse l’effetto del tonico si è esaurito… no, è passato troppo poco tempo e non avrebbe potuto moltiplicarsi per creare quelle copie-volpe di prima se davvero in tonico avesse esaurito il suo effetto.
“…ta…ana…” ringhiò Naruto facendo un passo in avanti, mentre i due avversari ne fecero prontamente quattro indietro “…ana.. brutta… puttana…” ruggì letteralmente, facendo percorrere un brivido di terrore sulle schiene di Hidan e Kakuzu “Troia… anche tu… ti ammazzo… ti ammazzo…”
Fu allora che il tesoriere cominciò a intuire cosa ci fosse sotto.
Kyuubi… la stessa Yoko sta cercando di fermare Naruto… non gli dona più il suo chakra e non lo cura, si limita solo a difenderlo dai colpi mortali… povera donna, non deve essere affatto facile per lei. Scommetto che quelle copie-volpe è il massimo che Naruto riesce a fare in questo momento.
Perfettamente conscio che era un enorme rischio, Kakuzu non potè trattenersi: abbassò tristemente lo sguardo e sussurrò un flebile “grazie” al demone volpe.
“Hidan, mentre io lo distraggo tu attaccalo dal suo punto cieco, feriscilo, usa la tua tecnica di maledizione e poi mettigli fuori uso le gambe… anzi, forse è meglio direttamente la schiena, meglio non correre rischi”
“... non mi piace per nulla l’idea ma sembra che non ci siano altre vie d’uscita”
Cominciarono a muoversi, ma Naruto sembrava ormai fuori di se e senza alcun ritegno caricò verso Kakuzu senza nemmeno creare delle copie.
Ormai non ragiona più… ce la possiamo fare!
Un attimo prima di finire imbrigliato tra i fili neri delle creature di Kakuzu, Naruto sembrò riacquisire un attimo di lucidità e si allontanò con un balzo indietro, ma così facendo si ritrovò Hidan alle spalle senza nemmeno rendersene conto.
L’immortale lo colpi con la falce sull’unico braccio sano rimasto al biondo, che si accorse della presenza del nemico appena in tempo da non lasciarci l’unico braccio rimastogli ma non poté evitare di venire ferito dall’arma dell’avversario.
Col braccio sano tentò di colpire Hidan ma il colpo venne schivato con facilità e subito rimisero le distanze.
“Adesso!” Gli gridò Kakuzu e subito il suo compagno si infilzò la mano con un kunai e con il sangue che sgorgò fuori dalla ferita cominciò a tracciare per terra il simbolo circolare del suo anatema.
“Ora è tutto pronto!” Gridò trionfante l’immortale, mentre leccava la lama che aveva ferito il braccio di Naruto.
Da una tasca interna del kimono estrasse un lungo paletto acuminato e stava per conficcarselo nella schiena in modo da rendere inerte anche quella di Naruto ma, per la prima volta in vita sua, fu colto da un attimo di esitazione.
Non la schiena… non potrà mai più camminare… se colpisco le gambe invece… “Hidan! Alle tue spalle!”
Due copie-volpe spuntate dal nulla caricarono su Hidan e lo fecero sbalzare via lontano dal cerchio.
“Bastarde!!!”
Hidan andò nel panico più totale, si difese a pugni, calci, schiaffi e morsi, ma quella due volpi a quattro code erano troppo per lui e si avventarono su di lui graffiandolo e mordendolo dappertutto e fu solo per l’intervento di una delle creature di Kakuzu se non fini sbranato.
“La gamba! La gamba! Quelle volpi di merda si sono presi la mia gamba! Stronze!!!” gridò a squarcia gola agitando l’unica gamba rimasta e un moncherino che stava facendo schizzare sangue da tutte le parti.
“Colpa tua che ti sei messo a pensare alla figa! Rientra in quel cazzo di cerchio e atterra Naruto!”
Usando il manico della falce come appoggio tentò di rimettersi in piedi e cominciò a trascinarsi verso il cerchio di sangue che aveva tracciato, ma avvertì chiaramente che attorno a lui almeno un'altra decina di volpi si stavano muovendo nella poca boscaglia rimasta li attorno e Hidan digrignò i denti con rabbia.
Devono aver fatto fuori Zetsu… maledizione!
Si maledisse per quell’attimo di esitazione che aveva avuto e se ne vergognò profondamente: non avrebbe più commesso lo stesso errore ma ora oltre alla gambe quasi sicuramente ci avrebbe rimesso anche la testa se non fosse rientrato in quel cerchio il più in fretta possibile.
La presa alla falce gli scivolò via a causa del sangue, ma prima che cadesse a terra una spalla amica lo sorresse.
“Abbiamo una missino di livello SS da portare a termine Hidan” lo canzonò Deidara “non sono concesse pennichelle fino al completamento del lavoro e, per la cronaca…” compose un unico sigillo e tutto attorno divenne un susseguirsi di esplosioni una dietro all’altra “ho ritrovato la mia sacca d’argilla” e dopo quelle esplosioni, il silenzio avvolse completamente la foresta.

Kakuzu intanto faceva da scudo per il suo compagno e ogni volta che Naruto si lanciava urlando contro di lui, prontamente faceva volare il biondo con un calcio ben piazzato. Ormai era quasi fatta.
“Non costringermi a farti più male di così, Naruto. Se Artemis vedesse lo stato in cui ti ho ridotto mi riempirebbe di cazzoti fino a farmi diventare la faccia come quella di un rospo”
Kakuzu non poteva saperlo, ma pronunciando il nome di Artemis fece scoppiare qualcosa dentro Naruto.
“Ora basta… ne ho abbastaza di voi traditori! Vi scorticherò uno alla volta!”
Alle spalle del biondo, cominciarono a materializzarsi una miriade di volpi a quattro code, continuavo ad apparire con uno sbuffo di fumo dietro l’altro e non accennavano a smettere.
Moltiplicazione superiore senza alcuno sigillo, grandioso, non vedo come le cose possano andare peggio.
Con un gesto di mano richiamò a se le sue creature.
Se entro tre secondi Hidan non lo mette fuori gioco sono guai grossi.
Kakuzu poteva già immaginarsi cosa sarebbe successo l’attimo dopo: Naruto avrebbe fatto un semplice gesto con l’unica mano rimastagli, poco più di un cenno, e quell’esercito di volpi avrebbe messo la parola fine alla storia dell’akatsuki.
Ma invece non successe niente di tutto ciò.
Ormai si aspettava di tutto da questo nuovo Naruto, si fosse anche trasformato in un demone peggiore delle volpe a nove code difficilmente avrebbe sbarrato gli occhi per lo stupore.
Eppure ora lo stava facendo.
I suoi occhi neri come la pece erano fissi su Naruto e stentava a credere a quello che stava vedendo.
Naruto era caduto in ginocchio e si era messo a piangere, singhiozzando come un bambino e i suoi occhi increduli si incrociarono con quello azzuro (azzurro, e non più rosso) del suo caro amico.
“Cosa…” borbottò Naruto “Cosa è successo?”

Non molto lontanto da li Sakurazaki stava aspettando, aspettando che quella lotta senza alcun senso fosse finita.
E sapeva come sarebbe finita.
Naruto avrebbe fatto a pezzi tutti i suoi compagni, avrebbe sconfitto l’ultima forza portante rimasta e poi avrebbe raso al suolo il villaggio della foglia.
Sospirò, mentre una lacrima le rigava il suo bel viso.
“Artemis… perché almeno una volta nella tua vita non mi hai dato retta?”


Quindici anni prima…


“Artemis, tu lo sai chi erano i crociati?” chiese la donna mentre era intenta a giocare con il piccolo Naruto con un orsacchiotto, Artemis era in piedi li a fianco a loro, segretamente contento dei piccoli sorrisi che il bambino faceva ogni volta che l’orsacchiotto si spostava da una parte all’altra della culla.
Si trovavano nel loro vecchio covo e da qualche mese a quella parte Sakurazaki si era messa in testa di far rinsavire Artemis dal suo progetto di vendetta.
“No. E non me ne importa. Se cerchi un altro pretesto per farmi una ramanzina sulla fenice giuro che è la volta buona che…”
“Andarono a combattere quella che credevano fosse una “guerra santa” quando in verità non c’era nulla di sacro in quello che fecero. Saccheggi, stragi, omicidi, violenze… commettevano ogni genere di barbaria immaginabile e sai come si giustificavano? “ Questa è la guerra santa” dicevano “ il Signore ci perdonerà ogni peccato se combattiamo questa guerra portando la sua croce sui nostri scudi” ne erano convinti per davvero. Tanto che erano felici di morire in quella stupida guerra, sapendo che ogni loro colpa sarebbe stata lavata via. Quello che stai facendo tu non è molto diverso. Sei convinto fino al midollo che la Fenice sia una panacea universale che risolverà ogni problema passato presente e futuro”
Il leader sospirò seccato, ormai passavano la maggior parte del tempo a litigare su quella questione. Ogni giorno.
“Non voglio sprecare ulteriormente il fiato. Tu non hai mai perso nessuno che ti era caro, non mi aspetto che tu mi capisca”
“Ho paura di perdere te, e anche di perdere Naruto” Rispose la donna mascherando un singhiozzo “ne ho una paura folle. Non voglio perdervi”
Artemis rimase in silenzio, quell’affermazione gli aveva fatto piacere ma non aveva alcuna intenzione di darlo a vedere per colpa del suo stupido orgoglio e mantenne un espressione di granitica neutralità.
“Artemis…” per un momento smise di giocare col bambino e si voltò verso il leader. “sposiamoci”
L’espressione di granitica neutralità di Artemis andò a farsi benedire per lasciare spazio alla faccia più stupita che al leader capitò mai di fare in tutta la sua vita.
“Andiamo nella mia vecchia casa sulle montagne vicino a Konoha e viviamo li la nostra vita, molla tutto. La vendetta… l’akatsuki… la Fenice… non ti porteranno che dolore, sia per te che per Naruto. Lo so. Ti prego Artemis-kun, ti prego…”


Sakurazaki sospirò tristemente e scacciò quel ricordo doloroso dalla sua mente, aveva altro a cui pensare al momento.

“Cosa… cosa…” Naruto inginocchiato a terra continuava a guardarsi intorno visibilmente disorientato e confuso “male… perché fa così male…?” borbottò.
Kakuzu sembrava pietrificato dallo stupore, come anche Deidara e Hidan, e quest’ultimo era rimasto lì con la lancia ancora a mezz’aria, incerto come non mai su quello che doveva fare.
Le volpi che prima aveva evocato erano sparite, ma anche se fossero rimaste li difficilmente i membri di akatsuki se ne sarebbero accorti: erano troppo presi a fissare sconvolti il loro amico Naruto, increduli.
“Il mio braccio… la faccia… male… papà… papà, dove sei?” dall’unico occhio rimastogli stavano sgorgando a fiumi lacrime di puro terrore mischiate al sangue delle ferite al volto.
Si voltò verso Kakuzu, quasi si fosse accorto solo in quel momento della sua presenza.
“Kakuzu… cos’è successo…? Dove siamo…?”
Ma il tesoriere non rispose, era troppo confuso anche solo per creare un pensiero logico che avesse senso.
“Naruto…” riuscì solamente a dire “ sei Naruto, vero?”
Il biondo ci capiva sempre meno.
“Certo che sono io… che razza di domande son…” si bloccò e si portò il braccio illeso alla tempia, mentre sul suo viso sfigurato compariva una smorfia di dolore.
“Sta… sta gridando… Yoko… perché stai gridando?” si lasciò sfuggire un gemito di dolore .
“Ehi… ehi, Deidara… che faccio?” si azzardò a chiedere Hidan spaventato e confuso quanto i suoi compagni.
“Non… non me lo chiedere, io ormai ho rinunciato a capirci qualcosa” fu il commento di Deidara.
“La stanno uccidendo!” Gridò disperato Naruto “qualcosa… qualcosa sta uccidendo… no… sta divorando Yoko…” portò lo sguardo ai suoi compagni “Ragazzi… ragazzi vi supplico, fate qualcosa! Yoko… Yoko sta per morire!”
I tre si scambiarono uno sguardo che lasciava tutto dire: nessuno aveva la minima idea di cosa stesse succedendo e nessuno si azzardava a dire cosa si potesse fare. Quel momento di magia cessò l’istante dopo.
La figura di Naruto sparì alla vista dei tre, e meno di un attimo dopo la testa di Kakuzu ruzzolò a terra e le sue creature si liquefarono.
“Che cazz… Hidan, adesso!”
Hidan caricò il braccio che teneva la lancia ma prima che la punta potesse raggiungere la carne, una mano dalla presa possente gli bloccò il polso.
“Che… che diavolo…” balbettò l’immortale, e prima di capire chi o cosa lo avesse fermato finì scaraventato lontano dal cerchio della maledizione.
Tentò di rialzarsi, ma si accorse a sue spese che tentare di rialzarsi con una gamba strappata via dal corpo non è una grande idea.
“Deidara! Vieni a darmi una mano!”
Ma non ricevette risposta alcuna.
Era nuovamente sceso il silenzio, un silenzio innaturale e inquietante.
“Deidara… Deidara cazzo, non è divertente, dove cazzo sei !?”
L’unica risposta che gli arrivò fu un leggero fruscio di foglie e il rumore dell’erba bruciacchiata che scricchiolava sotto dei leggeri e felpati passi che si avvicinavano verso di lui.
“Deidara è occupato, sarà da te non appena gli ricresce la testa”
Naruto si avvicinò a Hidan e si chinò verso di lui.
“N-Naruto… torna in te… sei ancora in tempo…”
Quel viso sfigurato era qualcosa di inquietante e quell’occhio cremisi straripante di odio lo rendeva più simile a un demonio che a un essere umano.
“Io sono Tsukimaru” sibilò il biondo, dopodiché mise una mano sulla testa di Hidan e sussurrò una singola parola, una parola che mise definitivamente fine alla più potente organizzazione di ninja traditori della storia.
“Rasengan…”


Nel frattempo, Sasuke stava raggiungendo il luogo dello scontro. Non era stato nemmeno troppo difficile individuarlo, le colonne di fumo causate dal combattimento si vedevano perfettamente da chilometri di distanza.
Il problema era un altro però: da quando era partito non riusciva a togliersi di dosso quella strana sensazione, come un brutto presentimento.
Non era la prima volta che andava a combattere contro Naruto, ma questa era la prima volta che si sentiva così, che fosse eccitazione o paura o entusiasmo o altro, il moro non lo sapeva.
Una cosa però la sapeva.
Quella sarebbe stata l’ultima volta che si sarebbe scontrato col suo migliore amico. Certo, parlare di migliore amico a uno che ogni volta che ci si incrocia la strada lo si tenta di ammazzare sembrava fuori luogo, ma l’amicizia che aveva con Naruto era fatta così, un continuo misurarsi a vicenda, un continuo sfiorare la morte, un continuo massacrarsi a vicenda per poi risorgere dalle cenere più forti di prima. Non sarebbe mai arrivato al livello in cui era ora senza quella testa quadra come rivale di sempre, era un Uchiha, per cui senza dubbio anche senza di lui sarebbe diventato un eccellente shinobi.
Ma grazie a Naruto era diventato molto più di un eccellente shinobi.
Ne era convinto fino al midollo: lui era il più forte ninja del mondo, ma doveva dimostrarlo al mondo, e l’unico modo che gli venne in mente era uno solo, ovvero sconfiggere il più forte demone al mondo: la volpe a nove code.
Pochi anni di vita gli restavano, e quei pochi anni di vita però, se li sarebbe goduti come assoluto e riconosciuto numero uno del mondo.
A quel pensiero Sasuke sorrise maligno e accelerò il passo, cattivo presentimento o meno, quella di quel giorno sarebbe stato il più importante della sua vita.
Continuò a camminare a passo spedito ancora per un po’ e dopo circa un ora di cammino, finalmente, le strade di Naruto e Sasuke si incrociarono di nuovo.
“Sasuke… mancavi soltanto tu ormai” fu il commento del biondo.
Il moro rimase un attimo ad osservarlo con sguardo impassibile.
“Sai Naruto…” cominciò l’Uchiha “non è stato molto educato da parte mia, ma mi sono permesso di sbirciare il tuo scontro di poco fa contro i tuoi compagni, sai, il mio sharingan è diventato più forte dall’ultima volta che ci siamo visti” si strappò un lembo della manica e se lo legò attorno alla testa in modo da coprire il suo occhio destro “ e un uccellino mi ha anche riferito quello che ha fatto Itachi, sembra quasi che distruggere le famiglie sia il suo hobby. Unendo le due cose mi sono fatto un paio di idee su di te, Tsukimaru” si strappò tutta la manica del braccio destro e se la legò con uno stretto laccio attorno all’avambraccio “ tu non sei altro che uno sdoppiamento della personalità di Naruto, conosco bene quella testa quadra, di sicuro una parte di se non ha accettato la morte di Hinata e il tradimento di Itachi e del proprio sensei, così quella parte della sua personalità rimase integra e sana come se non fosse successo niente, un'altra parte, ovvero tu, Tsukimaru, capì perfettamente cosa era successo e diventasti un aglomerato di odio e rabbia verso il mondo intero. Ne sono così sicuro perché anche a me era successa una cosa simile dopo che Itachi sterminò la mia famiglia” col braccio sinistro estrasse la sua katana e portò il destro davanti a se “ma la Kyuubi non sembrava andare molto a genio con questo nuovo te stesso, così hai risolto la questione nel più semplice dei modi: l’hai messa a tacere divorando la maggior parte del suo chakra, immagino che ora quella volpe non sia molto diversa da una foglia rinsecchita e che ora tu possa utilizzare tutte le tecniche che preferisci adesso che non ti intralcia più. Ad essere sinceri di tutto questo non me ne importa assolutamente niente” con un gesto della mano, e senza che gli sfuggì un solo lamento, Sasuke si mozzò il braccio destro “ quindi, ora che siamo alla pari, che ne dici di dare inizio alla festa?”
Una piccola smorfia simile a un sorriso si fece strada sul volto sfigurato di Naruto “Ma sì… distruggere Konoha posso farlo anche dopo… mi è venuta davvero una gran voglia di farti a pezzi”
E per l’ultima volta, lo scontro tra i due più forti guerrieri che il mondo avesse visto, ricominciò.
A fare la prima mossa fu Tsukimaru, estrasse un rotolo dal marsupio e lo lancio in aria.
“Aka higi: spettacolo dei centoquattro congegni! yoko higi: marionettista senza fili!” Alle spalle del biondo comparvero le centoquattro marionette da combattimento lasciate in eredità da Sasori, inquietanti e spaventose come sempre.
Sasuke non si fece cogliere impreparato, attivò lo sharingan e portò la katana davanti a se, facendola percorrere dal suo chakra di fulmine.
“Strappategli gambe e braccia ma non toccategli la testa: mi serve vivo!” ordinò Tsukimaru al suo esercito e subito le marionette partirono all’attacco.
Ne approfitterò per provare la tecnica che ho copiato da Raiga pensò con il sorriso sulle labbra Sasuke.
“Raiton: Raijin no jutsu!”
Dalla punta della spada del moro si sprigiono una saetta che ridusse a carbonella una decina di marionette troppo incaute che si erano avvicinate più del dovuto.
Non è male, ma consuma troppo chakra per i miei gusti: vorrà dire che farò al solito modo
Il flusso di chakra nella lama di Sasuke cambiò: la katana era diventata completamente nera.
“Yamiton: Kageryuudan no jutsu!”
Volteggiò la sua katana sopra di se e un serpeggiante drago ombroso scaturì vorticando da quella lama, travolgendo e distruggendo ogni marionetta che si mise sul suo cammino verso l’obbiettivo: Naruto.
A quest’ultimo tuttavia bastò un semplice gesto di mano e il drago ombroso finì tagliato in due e si dissolse in un mare di cenere.
“Complimenti per davvero, Naruto” si congratulò con lui Sasuke, intento a fare a pezzi ogni marionetta che gli capitava a tiro “è la prima volta che questa tecnica fa cilecca, penso proprio che dovrò usare la mano pesante con te fin da subito”
“Ne sono onorato… anzi, forse no” se la ghignò l’altro.
Un paio di calci e altre due marionette finirono in pezzi. Non faceva differenza se lo attaccavano a ondate o tutte assieme: nonostante la menomazione, il moro non arretrava di un solo passo, continuava ad avanzare con tutta la tranquillità che si trova in una normalissima passeggiata in un parco.
“Probabilmente non te ne importa, ma ho voglia di dirtelo lo stesso” cominciò ad un certo punto Sasuke “a causa del nostro ultimo scontro, mi ritrovo il sistema circolatorio del chakra a brandelli, mi hanno dato un due anni di vita. Tre, se sono fortunato” fissò Naruto e cominciò a sogghignare maligno “quel giorno della selezione dei chunin, anche a te è successa la stessa cosa, non è vero? Quanto tempo è passato? Almeno due anni e mezzo” dalla sua katana si sprigionò un altro drago ombroso che ridusse in briciole quasi tutte le marionette rimaste, le uniche a salvarsi furono Takumi e Sasori.
“Anche se fosse?” Chiese l’altro.
“Stai proteggendo il tuo sistema circolatorio con un tonico, proprio come sto facendo io” se possibile il suo sorriso maligno si allargò ancora di più “ quanto tempo è passato da quando lo hai assunto? Parecchio. Qualcosa mi dice anche da prima della battaglia con i tuoi compagni”
Il biondo sbuffò seccato, in effetti era a corto di tempo sotto quell’aspetto.
“Cosa proponi allora?” Chiese Naruto.
“Un attacco finale” rispose subito Sasuke “concentriamo ogni briciola di chakra che abbiamo nella nostra tecnica migliore e ce la scagliamo contro. Chi resta vivo vince, che ne dici?”
Il sorriso di selvaggia gioia che si stampò sul volto di Naruto fu la sua risposta.
Fece sparire Takumi e Sasori arretrò velocemente di una ventina di metri e lo stesso fece il suo avversario.
“E’ da quando sei sparito che sto sviluppando questa tecnica, quindi abbi la cortesia di giocare la tua carta migliore!”
“Ci puoi giurare!”
Sasuke alzò la sua spada al cielo e cominciò a farla roteare, come a disegnare un cerchio a mezz’aria. Le nuvole sopra di lui cominciarono a raggrupparsi e a farsi sempre più cupe, una pioggia violenta cominciò a cadere sul campo di battaglia mentre tuoni e fulmini imperversavano nei cieli.
“Teoricamente era per Itachi, ma l’ho perfezionata con l’aiuto di Hachimata. E’ una tecnica talmente potente e complessa che sfiora il campo dell’abilità innata: l’ho battezzata Yami Kirin” disse Sasuke, mentre dalla sua mano scaturivano piccole scintille sempre più luminose “non è certo veloce come il Kirin che avevo sviluppato in precedenza ma in compenso” un fulmine cadde a pochi passi dal moro “è dieci volte più potente” Dal fulmine emerse una gigantesca tigre composta da miriadi di saette, saette innaturalmente nere come la notte.
“ahi, ahi, ahi… quella tigre mi fa davvero spavento” fu il commento di Naruto “ma credo di avere anch’io qualcosa di altrettanto spaventoso”
Alle spalle di Naruto spuntarono in una volta sola tutte e nove le code della volpe, ma non si trattava della tecnica del manto della volpe: le nove code si unirono in un'unica sola che si innalzò nel cielo per poi prendere la forma di un serpentesco drago scarlatto.
“Qualche rimpianto, Sasuke?” Chiese beffardo il biondo.
“A tonnellate, ma con una conclusione del genere non posso neanche azzardarmi a fare lamentele” rispose l’altro con un selvaggio sorriso di gioia “e tu Naruto?” “Stessa cosa per me: per arrivare a un simile epilogo ripeterei all’infinito ogni singolo errore che ho fatto, ma ora basta parlare”
“Mi trovi d’accordo”
Per l’ultima volta nella loro vita, i loro sguardi si incrociarono.
“Yamiraiton: Yami Kirin!”
“Kyuubiton: Kyuubiryudan no Jutsu!”



Tre giorni dopo…



Non dovrebbe mancare molto ormai… pensò ormai esausta Sakurazaki. Davanti a lei si ergeva la statua del re dell’inferno, otto dei suoi nove occhi erano completamente aperti, il nono, quello al centro, era sul punto di spalancarsi del tutto, finalmente.
Il corpo esanime di Sasuke Uchiha giaceva li vicino, quasi del tutto sommerso dalla cenere.
Perché era quella l’unica cosa che si vedeva li attorno a perdita d’occhio. Cenere.
Quella che fino a tre giorni prima era una rigogliosa foresta, si era trasformata in un deserto di cenere e polvere.
L’aria stessa era diventata malsana e quasi velenosa, difficilmente su quell’anfratto di terra sarebbe ricresciuto un solo filo d’erba
Naruto era sospeso a mezz’aria mentre il sigillo dei nove draghi lo stava lentamente ma inesorabilmente separando dalla volpe a nove code e una volta che quella scissione si fosse conclusa, sarebbe morto come tutte le forze portanti che lo avevano preceduto.
Nonostate la sua coscienza continuasse imperterrita a interferire, Sakurazaki stava continuando il rituale con la freddezza e la determinazione dei sue deceduti ex-compagni dell’akatsuki. Una vocina dentro di lei non faceva che continuare a gridarle che era una stupida a credere ancora a tutto quello che Artemis le diceva e che forse era il caso di ragionare un po’ più con la testa e un po’ meno con il sentimento.
Ma non riusciva a darle ragione.
Quella richiesta di Artemis praticamente erano le sue ultime volontà, aveva condiviso troppo con lui per poterle ignorare.
Era contro ogni suo principio morale, ma aveva acconsentito lo stesso.
Artemis… pensò tristemente mai ho odiato così tanto un uomo…
L’ultimo occhio della statua del re dell’inferno si spalancò.
E mai ne ho amato uno così tanto…
Il cadavere di Naruto cadde a terra poco distante da quello di Sasuke e Sakurazaki si sforzò a non far cadere lo sguardo su quel corpo senza vita.
Aspetta, piccolo mio… aspetta ancora un po’, la mamma sistemerà tutto quanto…
Non appena il rituale si concluse, la statua del re dell’inferno si illuminò di una luce propria, una luce abbacinante che per una attimo accecò la donna, chiuse gli occhi infastidita e quando li riaprì rimase a bocca aperta.
Non si trovava più in quel deserto di cenere e polvere: tutto attorno non c’era altro se non una luce bianca che oscurava ogni cosa. Senza dubbio era finita nel luogo dove era sigillata la fenice.
“Ora sei libera” disse Sakurazaki “il potere dei nove bijuu ha aperto la gabbia nella quale eri rinchiusa, puoi fare ciò che vuoi ora” si guardò attorno ma non vide niente, solo quella luce bianca, nessun movimento, nessuna sagoma, nessuna ombra.
Niente.
“Sono io che ti ho liberata, ora però devi mantenere la tua promessa”
Qualcosa cambiò, quel mondo vuoto tremò per un attimo al suono di un ruggito possente.
“Non posso essere libera se prima non esaudisco il tuo desiderio…” quella voce riecheggiò nel vuoto, impossibile stabilire da che direzione provenisse.
“…dove siamo?” Chiese l’azzurra.
“In un certo senso… da nessuna parte” rispose l’eco “in questo momento siamo simultaneamente negli spiriti dei nove demoni di questo mondo”
“Dunque era lì che ti avevano sigillato… avevano suddiviso il tuo spirito e poi l’hanno sigillato all’interno dei demoni” ragionò Sakurazaki.
“Non proprio. Ogni singolo demone era una parte di me, io sono Shukaku, sono Nekomata, sono Isonade, sono Sokou, sono Houkou, sono Raijuu,sono Kaku, sono Hachimata e sono Yoko”
Ragionò più in fretta che poté, una sola parola sbagliata e tutto il piano sarebbe andato all’aria.
“Se sei anche Yoko, allora avrai anche i suoi ricordi”
Per qualche secondo, l’eco non rispose.
“Mi dispiace molto… per quello che Naruto ha dovuto sopportare” disse l’eco della fenice “quella parte di me, Yoko, lo amava così tanto… è davvero un peccato che sia finita così”
A quell’affermazione, la donna non riuscì a trattenersi.
“Non ti azzardare a usare quel tono… come se fossi completamente estranea alla cosa!” Gridò.
“lo so, e tu dovresti sapere quanto sto soffrendo in questo momento…”
Il silenzio si impadronì di nuovo di quel mondo vuoto. Sakurazaki dentro di se era sollevata: dopo tutte quelle tragedia una dopo l’altra, finalmente un po’ di fortuna: la fenice sembrava essere dalla sua parte.
“Prima di lasciarsi uccidere da Naruto, Artemis mi chiese un favore” ricominciò la donna “lui sapeva… che dopo la morte di Hinata tutto sarebbe cambiato, forse non aveva previsto che Naruto perdesse la testa, o forse lo sapeva perfettamente, fatto sta che in quella sua richiesta io capii che era cambiato… che Naruto lo aveva cambiato…” si concesse un piccolo sorriso “non lo aveva ammesso neppure a se stesso ma, da tre anni a questa parte, lui aveva smesso di rincorrere la vendetta. Voleva evocarti non per distruggere la foglia… ma per un’altra ragione” gli occhi gli bruciavano, calde lacrime pregavano di uscire in silenzio, ma le ricaccio indietro “era un uomo diabolico e spietato, ma che nonostante tutto era riuscito a crearsi una sua famiglia… l’Akatsuki. Amava la sua famiglia. Amava Naruto come un figlio e Hinata come una figlia, ed era felice come mai la vendetta lo avrebbe potuto rendere.
“Ma sentiva anche che c’era qualcosa di sbagliato. Qualcosa di tremendamente sbagliato, e quando lo capì, se ne vergognò profondamente. Non lo riesci a immaginare, fenice?”
L’eco non rispose quindi la donna continuò.
“Artemis aveva insozzato e corrotto la purezza di Naruto trasformandolo in qualcosa che non sarebbe mai dovuto diventare. Un mukenin. Un traditore. Un assassino. E quando lo capì non poté perdonarsi”
“Un po’ tardi per farsi esami di coscienza” fu il commento acido della fenice.
Non diede troppo peso a quel commento e ricominciò a parlare.
“Mi confidò il desiderio che voleva esprimere a te” disse “voleva tornare indietro. A quando gli chiesi di sposarmi e di vivere insieme. Magari con tutti gli altri a vivere insieme a noi… quando me lo ha detto, ti giuro che per attimo mi sono immaginata tutti quanti noi… io, Artemis, Naruto, Deidara, Tobi, Sasori, Itachi, Kisami, Hidan, Kakuzu e perfino Zetsu… attorno a un tavolo che mangiavamo e ridevamo come una famiglia…” scosse la testa “sembra folle, ma per un attimo ci ho creduto davvero e mi era sembra una bella idea e uno splendido finale per questa storia che continua da troppo tempo.
“Artemis mi disse ciò perché sono sicura che volesse tornare da me, ed ero felice di quelle parole, dopo tanto tempo, Artemis era stato di nuovo in grado di rendermi felice” ripenso a quel momento, e quelle lacrime di gioia le lasciò scorrere più che velentiera. “però… non credo che manterrò questa promessa che feci al mio amato” “Come?” Chiese stupito l’eco. “credo di non aver capito bene”
“Hai capito benissimo invece” con un secco gesto del braccio si asciugò le lacrime “sarebbe splendido per me e per Artemis poter passare la nostra vita insieme a Naruto… ma non sarebbe giusto nei confronti, siamo solo degli intrusi nella sua vita e non lo meritiamo. Il mio desiderio è questo,fenice: voglio che tutto torni indietro a quella notte di sedici anni fa, quando la volpe attacco il villaggio della foglia però… però…” ricorse a tutto il suo coraggio e disse questo “Artemis e Orochimaru non dovranno incrociare la strada di Naruto, non quel giorno almeno. Che viva la vita che era giusto che vivesse: è questo il mio desiderio, voglio che Naruto cresca nel villaggio della foglia!”
“… Questo desiderio cambierà il corso della storia di tutte le nazioni dei ninja, ne sei conscia?” chiese l’eco.
“Sì. Lo sono”
“In questa vita alternativa che tu gli vuoi dare, Naruto potrebbe addirittura uccidere i membri di Akatsuki a cui a voluto così tanto bene, pensi che questo sia giusto nei confronti di tutti gli altri?”
“Li conosco bene, tutti quanti.” Disse sicura “sono certa anche loro sarebbero d’accordo con me. Anche loro se potessero, desidererebbero di non avere la vita di mukenin che hanno ricevuto”
La fenice sospirò.
“Così facendo tornerò sigillata… ma una parte di me sembra dire che è giusto così. Penso proprio sia Yoko a dirmelo… E sia, allora. Che tutto torni indietro”
Quel mondo vuoto cominciò lentamente a frantumarsi come fosse una specchio, frammenti sempre più grandi si infrangevano nel nulla, provocando un rumore inquietante.
“Una curiosità, Sakurazaki” Chiese l’eco della fenice “l’ultimo scontro tra Sasuke e Naruto… chi è stato a vincere? Questa memoria non riesco a metterla a fuoco” La donna fece una leggera risata.
“Teoricamente quella loro battaglia non è mai avvenuta ora che tutto sta cambiando, non vedo che senso avrebbe saperlo”
Tutto il mondo vuoto si infranse e il nulla torno sovrano.




Il terzo hokage era sul tetto del suo palazzo, intendo a fumare la sua pipa mentre ammirava i volti degli hokage scolpiti nella montagna. Non c’era una ragione particolare per la sua presenza in quel luogo, aveva solamente voglia di rivedere i volti famigliari degli altri hokage, lo rendeva sereno guardare quei volti.
“Allora Iruka, come stai oggi? La schiena ti da ancora problemi?”
“Parecchi, ma non me ne lamento neanche un po” il maestro d’accademia Iruka si mise a fianco di Sandaime a guardare i volti di pietra.
“Naruto ha usato la kage bushin no jutsu per salvarmi… una tecnica di livello jonin e l’ha appresa subito al primo tentativo”
“Sì, l’ho saputo” rispose Sarutobi “quindi secondo regole, ora che gli è riuscita una tecnica scritta sul rotolo proibito, possiamo considerare Naruto un genin della foglia a tutti gli effetti”
“Naruto diventerà molto forte” disse Iruka sorridendo felice “anzi, ne sono sicuro: un giorno proteggerà tutto il villaggio della foglia come hanno fatto in precedenza gli altri hokage”
Sandaime scoppiò in una fragorosa risata
“Ah!Ah!Ah! Sarebbe davvero qualcosa di straordinario che morirei dalla voglia di vedere! Certo, se ciò avvenisse sarebbe l’avverarsi appieno delle ultime volontà del quarto hokage”
“Sì, sarebbe davvero una cosa meravigliosa” fu il commento dell’altro.
“Oh beh, chi può saperlo” tirò su con la pipa e sbuffò un paio di cerchi di fumo nell’aria “il futuro è una strada piena di incroci, chissà se Naruto prenderà quello che lo porterà ad essere il nuovo hokage. Solo il tempo ci saprà rispondere”




Ringrazio tutti i fan che hanno pazientato per un intero anno prima di ricevere la conclusione di questa storia iniziata nel lontano 2007.
Ho imparato molto scrivendo questa storia e ci ho messo tutta l’anima che ci potevo mettere, mi spiace solo che non abbia riscosso lo stesso successo della mia precedente fanfic, anche se devo ammettere che anche questa storia ha fatto un discreto successo con quasi 300 recensioni.
Non credo pubblicherò altre storie su questo sito, o quanto meno non a breve, per un po’ sarò occupato con la pubblicizzazione del mio libro che finalmente sono riuscito a pubblicare.
Ringrazio di cuore questo sito e tutti voi che recensite, ho migliorato il mio stile come mai sarei riuscito senza dei fan che mi invogliavano a continuare a migliorare. Se vi interessa il mio libro si intitola “Il Cristallo Del Potere – il ritorno dei maghi” è il primo volume della decalogia de “il Cristallo Del Potere”, decalogia che sospetto la conclusione mi terrà occupato per il resto della vita.
A tutti quelli che vorrebbero tanto pubblicare un loro libro: non mollate mai.

Gennari Luca.



  
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