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Autore: UselessMManda    29/09/2010    7 recensioni
Sono felice. Impaziente e felice.
Sto morendo di freddo ma non mi importa.
Il miscuglio di sensazioni che ho dentro non l'ho mai provato. Per quanto ne so, potrebbe essere amore.
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Shannon Leto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: non scrivo a scopo di lucro, la storia è di pura finzione, il personaggio maschile non mi appartiene.

Eccomi. Eccitata come una scolaretta. In attesa di incontrarlo. Di nuovo.
Sono passati dieci giorni da quel fatidico, magnifico 8 dicembre. Dieci giorni che mi hanno portato alla follia pura: non ho dato gli ultimi due esami necessari per la laurea, ho speso tutti i soldi che mi erano rimasti per i biglietti dell'aereo e del concerto, ho spudoratamente mentito ai miei genitori e ai miei amici per poter essere qui, a Barcellona.
Non credevo sarebbe mai potuto accadere.
A Bologna, finito il concerto, ci siamo precipitate fuori per poterli incontrare, salutare, per poter lasciar loro qualche bel pensiero. Io avevo preparato per lui una piccola scatola di legno contenente un suo ritratto, un bracciale e qualche riga scritta in un finto inglese in cui esprimevo tutti i miei sentimenti più reali e profondi. In quel foglio c'era la mia anima. E stavo per donargliela.
L'ho incrociato quasi per sbaglio, stavo perdendo le speranze di poterlo anche solo guardare un secondo negli occhi quando mi venne addosso. Stava controllando l'iPhone e non mi vide. Mi chiese scusa, disse che era distratto e che non mi aveva proprio vista. Io stavo tremando come una foglia. Le sue mani erano sulle mie spalle, la sua voce entrava nelle mie orecchie, i suoi occhi trafiggevano i miei. Ed ero incapace di sillabare una qualsiasi parola di senso compiuto.
Ci mise qualche frazione di secondo per capire che ero una Echelon. Realizzato ciò, scoppiò in una fragorosa e calda risata. Ma io rimanevo ancora immobile e terrorizzata, era ancora più bello di quello che avessi mai potuto pensare.
Rimanemmo a fissarci per un minuto lungo un secolo.
Poi mi fece l'occhiolino e tornò sui suoi passi.
Solo allora mi risvegliai da quella specie di coma e lo chiamai.
Fu gentile. Si fermò e lentamente si girò. Mi sorrise e disse “Non vedevo l'ora di sentire la tua voce.”
Sorrisi come una scema e lentamente, traballante, mi avvicinai e gli diedi la scatola. Gli dissi di aprirla una volta arrivato in albergo, perchè mi sarei sentita meno imbarazzata e meno stupida.
“Non lo sei.” Rispose. E aprì il coperchio.
Il cuore cominciò a battere all'impazzata, nelle orecchie potevo sentire solo il suo rimbombo, tutto intorno a me sembrò paralizzarsi.
Prese il bracciale e se lo mise subito al polso destro.
Prese il ritratto e disse che era davvero bello. Mi ringraziò.
Prese il foglio e cominciò a leggere. Io stavo impazzendo, perciò chiusi gli occhi. Sapevo a memoria il testo e mentalmente lo lessi insieme a lui.
Finiva con una parola: ricordami.
Ad un tratto riuscii a sentire il suo fiato caldo sulle mie labbra. Le sue si aprirono, in un sussurro dissero “Lo farò” e infine si poggiarono sulle mie.
Non so cosa successe di preciso. Andai in tilt. Ma ricordo perfettamente il sapore del suo bacio, il calore delle sue mani, la perfezione del suo corpo nudo.
Non mi era mai successo prima, annullarmi totalmente in un'altra persona. Una sensazione straordinaria e strana e, forse, anche un po' inquitante. Ma comunque bellissima.
La mattina dopo non lo svegliai.
Lo avevo seguito senza aver detto nulla alle mie amiche, erano impazzite di paura e, poi, di sorpresa, gelosia e gioia quando raccontai loro gli eventi della notte passata.
Ed ora eccomi di nuovo in attesa di lui, del suo odore, dell'elettricità che mi scorre nel corpo ogni volta che mi sfiora.
Sono felice. Impaziente e felice.
Sto morendo di freddo ma non mi importa.
Il miscuglio di sensazioni che ho dentro non l'ho mai provato. Per quanto ne so, potrebbe essere amore.


Sono quasi due ore che aspetto. No, forse è solo una mia impressione. I secondi sembrano non passare mai quando attendi col cuore qualcosa.
E poi, lo intravedo, in lontananza. Abbracciato ad una ragazza più alta, più magra, più bella di me. Sento una leggera confusione in testa. Sapevo che sarebbe successo ma brucia, brucia da morire.
Non mi perdo d'animo. Ha detto che si sarebbe ricordato di me, era sincero, l'ho sentito nello stomaco e nelle budella che non era tanto per dire.
“Ciao ragazze, volete qualche autografo? Qualche foto?”
Tutte intorno a me cominciano ad urlare, ad esaltarsi, a spingersi l'una con l'altra per essere, ognuna di loro, la prima. Io resto in disparte, in attesa che i suoi occhi si posino sui miei. In attesa che una scintilla li illumini. In attesa del sorriso che illuminerà me.


Lacrime stanno prepotentemente rigando le mie guance. Lasciano scie infuocate di rabbia e amarezza, di delusione e dolore.
Non capisco. Non capisco cos'è successo. Non capisco perchè è successo.
Lui aveva promesso.
Ma a quanto pare le promesse si confondono con le menzogne.
Il dolore nel petto è insopportabile.
Vorrei urlare. Non riesco nemmeno a sussurrare.
Mi aspettavo davvero qualcosa in più del semplice sesso? Così sembrerebbe.
Il dolore nel petto è lancinante.
Sono solo l'ennesimo bracciale, l'ennesimo ritratto, l'ennesima scopata.
Gambe aperte e mente spenta.
Il dolore nel petto è straziante.
Ho lasciato la mia anima tra le dita di un uomo che l'ha usata per gioco, per lussuria.
E' finita lacerata in milioni di pezzi.
Non esiste più.
Non esisto più.


Non mi sento tanto bene.

   
 
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