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Autore: RubyChubb    29/09/2010    2 recensioni
La classe scoppiò in un boato di risate, cosa più tipica della neve d’inverno, e i tre fecero finta di non aver sentito. La loro vita era in quel modo da quando i loro genitori li avevano messi al mondo, c’erano più che abituati. Danny era il parafulmine, quello a cui venivano scoccate le prime frecce; dopo di lui, veniva direttamente Tom, detto anche FletChin, per via della prominenza del suo mento, ed infine Dougie, più propriamente definito Handjob Station. Tutti quei soprannomi avevano il copyright Made in Judd, ovviamente, era stato lui ad averli inventati. Quello stronzo se lo erano portati dietro dal primo anno di scuola elementare, non potevano liberarsene fino al termine di quell’ultimo anno scolastico di liceo. Eppure, in fin dei conti Danny lo invidiava un po’. Aveva una vita facile, piaceva alle ragazze ed aveva tutto quello che voleva. Se ne fregava dei voti, del suo futuro, aveva il papà che lo aspettava a braccia aperte.
Sentì qualcosa bussare alle sue spalle e si voltò verso Dougie. Con un gesto veloce del dito indice il suo amico gli indicò la porta.
Oh no… Ci risiamo.
Genere: Romantico, Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 9 

Others pretend they don't care at all

Scese dall’autobus insieme ad Alicia, la pioggia batteva ancora sul loro mondo, ed entrarono nella scuola nascosti sotto lo stesso ombrello. Si salutarono e si divisero, ognuno diretto verso la propria destinazione. Prima di quel momento uno soltanto era stato l’argomento delle loro conversazioni.
Il concerto.

Occupava ogni pensiero, briciola libera di loro stessi, ogni attimo. Così come il giorno precedente, avrebbero entrambi saltato le lezioni pomeridiane e sarebbero saliti in auto diretti verso la grande Wembley Arena. Vicky, nonostante la sua ritrosia iniziale, non ebbe niente da ridire sul cedere il suo biglietto ad Alicia. Danny aveva giocato d’astuzia, mettendola con le spalle al muro durante la cena della sera precedente: riuniti intorno al tavolo, aveva chiesto alla sorella di lasciare cortesemente il suo posto numerato lato palco, e Vicky non aveva potuto dire di no, trovandosi in presenza di Alicia. Le stava bene, si era detto Danny, così imparava a moderare i suoi modi dittatoriali.
Le lezioni erano quasi terminate, mancavano solo un altro paio di ore, poi avrebbero mangiato ed infine sarebbero tornati a casa. Matematica stava per iniziare, la classe era ormai del tutto piena.
Gran giorno oggi, vero?”, gli domandò Tom, seduto come sempre davanti a lui.
Già!”, esclamò Danny entusiasta, “Non sai quanto abbia aspettato questo concerto!”
E Vicky? Cosa ha detto?”, gli domandò Dougie, che dal banco alle sue spalle si era spostato su quello di Tom, accomodando il suo fondoschiena su di esso.
Assolutamente niente.”, rispose lui, “Non poteva dire di no di fronte ad Alicia.”
Che gran bastardo che sei!”, esclamò Fletcher, dandogli una sonora pacca sulle spalle.
Si chiama istinto di sopravvivenza.”, gli rivelò, “Tu non puoi capire di cosa sto parlando.”
Fletcher, così come Dougie, aveva una sorella più piccola e non poteva afferrare lo strazio del subire in silenzio tutte le angherie che erano toccate a lui, come a tutti i fratelli minori del mondo. Danny vide Alicia spuntare nell’aula e fargli cenno di uscire: non seppe cosa poteva volere da lui ma la raggiunse subito.
La prof di letteratura mi trattiene per un’interrogazione fuori programma.”, gli spiegò, “Quindi niente matematica per oggi.”
Va bene.”, le disse, “Ci vediamo a mensa allora.”
Perfetto!”, esclamò lei, che doveva essere piuttosto contenta di quel cambio di programma.
Si salutarono con un veloce bacio sulla guancia, a nessuno dei due piaceva dimostrare al pubblico quello che c’era tra loro, e Danny tornò dai suoi amici. Ignorò volutamente l’arrivo di Judd, imponendosi calma sotto lo sguardo deciso dei suoi due amici, e la lezione iniziò.
Ebbe poco da fare, la Gambler interrogò due cognomi a caso, Poynter e Fletcher, che ne uscirono con una sufficienza non del tutto piena. Tornarono a posto con l’aria da cani bastonati, ma Danny sapeva che dentro esultavano: finché si trattava di un voto del genere, i suoi due amici erano più che contenti. Nel caso in cui fossero scessi sotto la media, ricorrevano a lui che era subito pronto ad aiutarli. Si chiese cosa avrebbero fatto senza il loro sostegno reciproco.
La campanella suonò e la classe prese lentamente a svuotarsi.
Facci sapere come va il concerto!”, gli disse Dougie, “E, nel caso in cui ci fosse un dopo concerto…”
Certo, nella tua testa!”, rispose Danny ridendo.
Hey, sono un pervertito ma non mi metto a fantasticare su vuoi due!”, si difese l’altro, che se ne andò tenendogli un finto broncio.
Jones.”, lo chiamò Tom, “Spero che Alicia abbia una sorella o una cugina disposta a dargliela, altrimenti il nostro Dougs se lo consumerà fino all’ultimo centimetro…”
Digli di lasciar perdere quel cavolo di videogioco e di uscire di più!”, lo consigliò.
Danny stava lasciando l'aula in compagnia di Tom, quando venne trattenuto. La mano sul suo braccio era quella di Fiona Young: non la conosceva ma sapeva a quale cerchia di persone appartenesse, e l'idea di perdere del tempo con lei non gli piaceva affatto.
Scusami, Danny, posso chiederti una cortesia?”, gli domandò in tono cordiale.
Salutò Fletcher e ascoltò la richiesta di quella ragazza, come l'educazione lo obbligava.
E’ evidente che sei bravo in matematica e che fai dei miracoli anche con chi non capisce niente di numeri…”, esordì Fiona con un chiaro ed immediato riferimento, “Non è che saresti così gentile da dare una mano anche a me?”
Beh… Io non…”, si preparò a rifiutarla con garbo.
Andiamo, ti pagherei davvero bene!”, insistette lei, “So che Lewis ti ringrazia con qualcosa come dieci sterline ogni sera, te ne posso dare quindici!”
Fiona, non credo che…”
Dimmi quando sei disponibile!”, lo interruppe ancora.
No!”, esclamò Danny, subito pentito di aver alzato la voce, “E’ molto gentile da parte tua, ma no, non posso.”
Ah… Ok.”, disse l’altra, fintamente dispiaciuta, “Va bene, chiederò a qualcun altro.”
Senza un saluto né un prego, Fiona se ne andò. Danny si massaggiò gli occhi stanchi sotto alle lenti: non volle sapere con quale coraggio si fosse rivolta a lui quando il resto del suo tempo lo passava a dire male della sua ragazza. Evidentemente le persone potevano arrivare più in basso di quanto lui si aspettava. Tornò sulla sua via, ma lo bloccarono ancora.
Jones.”
Una puntura di ape era più benvoluta di quella voce.
Harry, lasciami in pace.”, gli disse.
Un’altra presa sul suo braccio lo costrinse a voltarsi contro la sua volontà.
Volevo solamente dirti che è stata la tua ragazza a trascinarmi lì dentro.”, ebbe il coraggio di affermare.
Danny si liberò dalla sua mano.
E’ una bu-bugia bella e bu-buona.”, rispose balbettando.
Danny voleva andarsene, voleva ignorarlo. Voleva essere lasciato in pace.
E’ la ve-verità.”, lo prese in giro Harry.
I piedi esitarono sulla soglia della porta. Judd sembrò esserne contento, così tanto parlare ancora.
Ci hai visti entrare, eravamo mano nella mano… Ma io non ho fatto niente, sono innocente, è stata una sua iniziativa.”, ed alzò le mani in aria, sottolineando la sua dichiarazione, “Pensa bene a quello che fai, Jones, lei non è esattamente quella che tu pen-…”
Le mani si impossessarono del colletto sbottonato della camicia di Judd, Danny spinse indietro l’intero peso del suo corpo. Li fermò soltanto il frammento di muro compreso tra la lavagna e l’armadietto, pieno di libri e scartoffie varie. La nuca di Harry colpì il cemento, un’esclamazione di dolore uscì dalla sua bocca.
Ecco cosa Danny intendeva con rabbia incontrollata ed improvvisa. Ecco cosa lo spaventava di se stesso, l’incapacità di trattenersi e la vera possibilità di fare del male al prossimo suo. Fissò le pupille dentro quelle di Harry, che venivano velocemente nascoste dalle palpebre.
Ascoltami bene, Judd.”, gli disse, resistendo ai suoi tentativi di liberarsi, “Lasciala in pace.”
Fottiti!”, gridò l’altro.
Danny non aveva muscoli, quelli che si era fatto giocando a calcio erano scomparsi, ma l’adrenalina che circolava in lui lo riempiva di forza. Judd era incapace di togliersi le sue mani di dosso, Danny si sentiva mosso da qualcosa che aveva dimenticato.
Lasciala in pace, ti è chiaro?”, gli ripeté.
Sei solo uno sfigato.”, rispose Harry, rinunciando alla lotta.
E tu un figlio di puttana. Chi sta meglio tra noi due?”, lo sfidò ancora.
Io, perché la mia ragazza non è una puttana come la t-…”
Lo sbatté ancora contro il muro: Judd sentì il doppio del dolore, il suo urlo strozzato lo confermava, e Danny ne fu così contento che volle farlo ancora.
Lascia in pace Alicia.”, gli disse per la terza volta, “Riversa le tue frustrazioni del cazzo su di me, ma lasciala in pace.”
L’altro non ribatté, Danny sentiva solo il suo respiro veloce e affannato.
Bene.”, e lo lasciò, puntandogli contro l’indice, “Ti avverto, non sto scherzando.”
Gli voltò le spalle e lasciò la stanza. Aveva provato piacere nell’usare violenza contro Harry.
Male, molto male.


Attendeva Jones sulla soglia della mensa ma sembrava non arrivare, con lei c’erano Poynter e Fletcher. Li aveva già ringraziati per averla tolta dai guai, e comunque doveva loro molto più che una semplice parola di sei lettere.
Eccolo!”, disse Fletcher, sbuffando, “Jones! Stiamo morendo di fame!”
Li raggiunse, ma ben prima che fosse vicino da notarlo con evidenza, Alicia vide che c’era qualcosa che non andava. Lei come i suoi due amici si preoccuparono subito per lui.
Niente. Sto bene.”, disse Jones, “Ci mettiamo in fila? Altrimenti ci rimarranno solo le briciole.”
Passò oltre e li lasciò chiedersi quale fosse stato il suo problema. Presero i loro vassoi, camminarono lenti verso la fine del lungo bancone e, con il cibo tra le mani, trovarono un tavolo per loro. Danny non proferì parola, si buttò sul suo pranzo e si chiuse in se stesso. Alicia cercava risposte negli occhi dei suoi due amici, ma anche loro sembravano essere all’oscuro di tutto.
Non si aspettava quel cambio di umore. Avevano una delle migliori giornate di tutta la vita davanti a loro ed Alicia si stava sforzando di cacciare indietro ogni pensiero negativo; aveva ringraziato il cielo quando era rimasta bloccata a letteratura, non si sentiva ancora in grado di affrontare Judd, sebbene non avesse avuto più nulla da temere.
Danny non poteva farle quello… Almeno lui doveva riuscire a sorridere. Alicia non aveva il coraggio di chiedergli ancora cosa avesse avuto, aveva paura di porgergli una semplice domanda. Danny guardava il suo vassoio e mangiava, nient’altro, tanto che Tom cercò di attirare l’attenzione di Alicia.
Mi è piaciuto il tuo ultimo lavoro.”, le disse Fletcher, “Quello che hai consegnato per la verifica di disegno.”
Ah… Grazie.”, gli rispose, “Mi ci è voluto un po’ per finirlo…”
E’ venuto ottimo, credimi.”, disse l’altro.
Che cosa hai disegnato?”, le domandò allora Poynter.
Un ritratto… Una mamma con un bambino in braccio.”, gli spiegò molto sinteticamente.
L’effetto dei colori morbidi sul carboncino davano un senso di… Non so…”, disse Tom, puntando il mento con la forchetta e lasciando così quattro piccoli buchetti sulla pelle, “Non è una critica, ma mi metteva tristezza.”
Non seppe cosa rispondere, e non fu perché l’aveva lasciata senza parole. Non aveva voglia di parlarne.
Jones.”, lo chiamò Tom, “Ho perso la mia password per accedere all’aula informatica. Mi presti la tua?”
Te la segno su un foglietto.”, rispose lui brevemente.
Era un modo cretino come un altro per farti alzare il culo da quella sedia.”, si chiarificò senza troppi giri di parole, “Quindi vieni con me e dimmi cos’hai.”
Fletch, non insistere, ti prego.”, disse Jones, “Lasciami in pace.”
Jones, alzati.”, gli impose l’altro.
Alicia non ci pensò due volte. Era lei il problema, poteva inventarla personalmente un’idea idiota per togliersi dai piedi.
Vado in bagno.”, disse.
Scansò la sedia e si allontanò.



Due paia di occhi si puntarono su Danny, erano pieni di rimprovero, domande e fastidio. Tom avrebbe voluto prenderlo a schiaffi, anche Dougie sentiva un fastidio alle mani. Insieme, avrebbero voluto gonfiargli il viso.
Jones, per piacere, smettila di fare il coglione.”, lo consigliò Dougie, “Dicci cosa c’è che non va.”
Ha a che vedere con Judd?”, gli domandò allora Tom, “Se non erro siete usciti per ultimi dalla classe di matematica.”
I due avevano chiaramente visto un Danny alterato lasciare l’aula e infilarsi in quella immediatamente successiva, e di lì a poco Harry aveva fatto altrettanto, dirigendosi però nella direzione opposta. Non sapevano cosa fosse successo tra i due, ma qualcosa era capitato. Si erano fatti un’idea… E si erano preoccupati.
Non ne voglio parlare.”, si oppose Danny, “Basta.”
Sono sincero, non ce ne importa un cazzo.”, disse Dougie, “Ma credo che Alicia meriti una spiegazione.”
Non mi è sembrato che sorridesse quando se n’è andata in bagno.”, aggiunse Tom.
E va bene!”, esclamò allora Danny, le provocazioni erano servite al loro scopo, “Volete sapere cosa è successo? Ho appeso Judd al muro perché sparlava su Alicia, siete contenti adesso?”
Alcuni dei loro vicini si voltarono incuriositi, attirati dalle parole forti di Danny. Il trio attese che la curiosità scemasse, rimpiazzata dalla solita confusione che popolava la mensa. Jones tornò alla tortura della sua carne grigliata, i due si guardarono con comprensione.
L’ho preso per il collo e l’ho sbattuto contro la parete.”, aggiunse Danny, con tono più moderato.
Hai fatto bene.”, disse Tom.
Dici?”, chiese retoricamente l’altro, “E’ un bene prendere una persona e malmenarla?”
Non lo hai fatto, Danny.”, si mosse allora Dougie, “Hai reagito ad un’offesa, si chiama legittima difesa.”
Mi è stato insegnato che non si usa violenza contro altra violenza.”, ripeté Danny.

Lei lo sa del problema che hai avuto?”
La domanda doveva arrivare, prima o poi, e Tom non si sentì in colpa per avergliela posta.
No.”
Dovrebbe.”, ancora Tom.
Si spaventerebbe.”
Capirebbe.”, lo corresse Dougie.
Jones esitò
No.”, disse poi, “Avrebbe paura che le possa fare del male.”
Sai che non accadrà mai.”, volle convincerlo Dougie, pienamente sicuro delle sue parole, “Danny, lo sappiamo tutti e tre che non lo farai.”
Sei altrettanto sicuro che Alicia la penserà allo stesso modo?”, lo sfidò Jones.
Sì.”, risposero Tom e Dougie, in coro.
Danny scosse la testa, era fermo della sua posizione e non sarebbero mai riusciti a fargli cambiare idea, a meno che non fosse stato lui stesso a tornare sui suoi passi.
Cerca almeno di non pensarci.”, disse Tom, “Avete il concerto stasera…”
Non ho più molta voglia di andarci.”
I due rimasero con un palmo di naso. Stupidi, esterrefatti, idioti.
Io…”, disse ancora Danny, “Non voglio andarci perché…”
Si bloccò. Videro la sua mano sinistra chiudersi in un pugno stretto.
Perché stavo bene.”
Non lo capivano.
In quale senso?”, domandò Tom.
In un unico senso, Fletcher.”, lo seccò Danny, “Stavo bene nel fargli del male.”
Era perché gli stavi dando una lezione.”, disse l’altro, “Credimi, è così.”
Danny, adesso è tutto ok.”, Dougie rincarò la dose, “Non è più come prima…”
E se ti stessi sbagliando?”, ringhiò Danny.
Poynter lasciò il tavolo, dimenticando di proposito il suo vassoio.



Stava camminando per il corridoio a tutta velocità, dritto verso l’aula di informatica. Doveva ancora finire di aggiustare un vecchio pc: lo aveva smontato e rimontato almeno sette volte, ma non c’era niente di meglio che sfogarsi su di una carcassa di metallo e circuiti per rilassare la mente. C’era chi ascoltava musica, chi leggeva, chi scriveva o disegnava: a lui bastava un computer, oppure il suo videogioco.
Poynter…”
Si voltò per scrupolo, non perché avesse avuto la vera intenzione di farlo.
Oh… Alicia…”, disse fermandosi, non l'aveva riconosciuta.
Le andò incontro. Lei gli sorrideva debolmente, ferma sulle scale che portavano alla sala opposta a quella verso cui era diretto. Si sedette accanto a lei.
Pronta per il concerto?”, le chiese, come se nulla fosse successo.
Come se fossero sempre stati amici, come se non l’avesse mai odiata per avergli rubato Jones.
Alicia alzò le spalle, la risposta era alquanto scontata.
Tranquilla, Danny non ce l’ha con te.”, le fece, “E’ che… Ogni tanto ha questi momenti, ma passano presto.”
Lo spero.”, disse la ragazza, guardando le proprie mani che si intrecciavano tra di loro.
Il fatto di Judd lo ha scosso un po’. Dagli il tempo di riprendersi. In pochi minuti starà meglio.”
Lei annuì con un cenno della testa ed un piccolo sorriso. Sì, era molto carina, Dougie doveva ammetterlo, e capiva perfettamente perché Danny ne era stracotto. Non la conosceva bene, ma alcune dimostrazioni della sua personalità gli avevano fatto capire che doveva essere una ragazza forte, una che sapeva quello che voleva, ma non in quel momento.
Ogni medaglia aveva due facce.
E’ che…”, stette per dire Alicia, ma non continuò.
Puoi parlarmi tranquillamente.”, la rassicurò, “So quando un segreto deve rimanere tale.”
Vedi… Vorrei andare al concerto senza pensare a… A niente.”, la vide chiudere gli occhi e la sentì sospirare, “Solo che non ci riesco.”
Beh, se quel coglione continua a comportarsi come un bambino, lo credo bene che tu non possa riuscirci.”, le fece, “Vorrei tanto prenderlo a calci in culo… Col tuo permesso, ovviamente.”
Alicia rise, lo fece involontariamente stare meglio.
Fai pure.”, disse poi.



Non ti capisco, Danny.”
Non importa che tu lo faccia.”
E invece vorrei.”
Anche Danny si alzò dal tavolo e lasciò lì il suo vassoio, sebbene il regolamento lo vietasse con severità.
Jones, dove stai andando?”, gli chiese Tom, ma non gli rispose.
Uscì dalla mensa, sentiva il suo amico camminare dietro di lui e non gli importava.
Jones, fermati!”
Era la terza volta in quella giornata che qualcuno lo prendeva per un braccio e lo costringeva a fermarsi. Nella maggioranza dei casi non sopportava il gesto, tanto meno in momento in cui l’unica cosa che avrebbe voluto fare era cancellare se stesso.
Ragiona!”, gli disse Tom, guardandolo dritto negli occhi, “Stai facendo del male ad Alicia.”
Non l’avete mai potuta soffrire.”, disse al suo amico, “Perché ora tenete tanto a lei?”
Ti fa stare bene. Qualunque persona che ci riesca è la benvenuta.”
Non essere ipocrita.”
Quello che vide quasi lo spaventò. Tom prese il respiro più profondo che i suoi polmoni gli permisero, chiuse gli occhi ed attese che la rabbia passasse. In quell’aspetto erano profondamente simili e diversi: entrambi cercavano di non dare mai in escandescenza per due motivi di basilare importanza. Danny lo faceva per necessità, Tom era naturalmente diplomatico. Era la classica persona che attendeva mille anni per un grido.
Danny, piantala con queste cazzate.”, gli disse.
Entrambe le mani si posarono sulle sue spalle. Le pupille premevano contro le sue.
Devi convincerti che non c’è niente di male in quello che hai fatto a Judd. Quel figlio di puttana ha messo le mani su Alicia, è stato tuo dovere fargli capire che non deve più azzardarsi. Se lo è meritato e sei stato bene perché hai finalmente dato sfogo alla pressione che ti aveva messo sulle spalle…”
Jones non era capace di controbattere.
Adesso dimmi.”, si riprese Tom, “Ti sembra giusto che Alicia stia seduta sulle scale dell’ala ovest a parlare con quell’imbecille di Poynter, mentre tu stai qui a discutere sul fatto che sia giusto o non giusto mettere le mani addosso a Judd, che non esiterebbe un secondo a fare altrettanto con te, senza motivo?”
Danny si voltò verso i gradini: a molti metri da loro Alicia e Dougie parlavano e ridevano. Non fu gelosia quella che provò, ma profonda vergogna.
Ecco!”, esclamò Tom, “Adesso va’ da Alicia, salvala da quel cazzone e portala a questo cazzo di concerto, prima che dica talmente tante volte la parola cazzo da costringermi a lavare la bocca con il sapone.”
Danny aggrottò le sopracciglia. Tom ansimava per le troppe parole dette senza riprendere un briciolo di fiato.
Cazzo?”, gli fece.
Cazzo!”, rispose Fletcher, “E togliti dal cazzo, Jones!”



E mi raccomando, fai delle fotografie decenti o ti distruggo il poster.”
Provaci e mescolo i tuoi smalti.”
Era buffo vederli becchettarsi tra loro, Alicia era figlia unica e non aveva mai potuto godere della presenza di qualcuno così vicino a lei .
Lasciami andare o rimarremo imbottigliati nel traffico.”, disse Danny, liberandosi dalle raccomandazioni della sorella.
In fin dei conti Alicia si sentiva un po’ in colpa per averle preso il biglietto, ma non più di un tanto, doveva essere sincera. Salutarono anche sua madre, che augurò loro buon divertimento, e salirono in auto pieni di trepidazione. Avevano i biglietti, il motore sotto al culo, mancava solo di arrivare alla Wembley.
Si ritrovarono davvero in mezzo al peggior traffico della storia londinese, ma erano comunque sorprendentemente tranquilli: nonostante la partenza in largo anticipo, quei due posti lato palco erano per loro e nessun altro avrebbe potuto occuparli. Bloccati sotto la pioggia, mentre lo stereo riproduceva una stazione radio qualunque, ebbero il momento di fare il punto della situazione. Da quando si erano ricongiunti, davanti alle scale dell’ala ovest, nessuna parola era stata spesa su quella mattinata.
Uhm… Alicia.”, le fece Jones, cogliendola soprapensiero, “Mi dispiace per oggi.”
Non ti preoccupare.”, rispose lei con un sorriso sincero, “Può capitare.”
Non succederà più, te lo prometto.”
Le prese la mano ed incrociò le dita con le sue.
E’ che Judd… Mi ha infastidito.”, si spiegò Jones, “Mi ha…”
Il trillo del suo cellulare lo interruppe. Si scusò e recuperò quel coso infernale nella tasca della giacchetta. Sullo schermetto esterno era illuminato il nome di suo padre.
Pronto?”
Ciao, Allie…”
Ciao papà.”, rispose, e lanciò uno sguardo a Jones.
Come stai?”, le chiese lui.
Bene, me la cavo… La vacanza?”
La stretta delle dita di Jones si fece più forte.
Alla grande. E il concerto?”
Stiamo… Per entrare. C’è… Un sacco di gente.”
Lo credo bene.”, rispose Adrian, “Beh… Comportati educatamente. Ciao!
Ciao…”
Chiuse il cellulare e lo ripose. Era stata la telefonata più breve di tutta la sua vita.

Non lo sentiva da quando era partito, tra di loro non c’era stata alcuna telefonata, né un messaggino. Niente, come se lei fosse stata orfana ed Adrian non avesse mai avuto una figlia.
Cosa ti ha detto?”, le domandò Danny.
"Niente, che in Svezia va tutto bene.”, disse con brevità.
A Danny non bastò quella patetica bugia e le chiese di essere sincera.
Parliamone dopo… Ci stai?”, gli disse.
In quella serata esisteva una sola cosa: il concerto. Tutto il resto era bandito e l’emozione concessa era soltanto la gioia di assistervi. Nient’altro.
Ok.”, Jones accettò quell’accordo, “Ne parliamo dopo.”



Alicia scoppiò in lacrime appena Springsteen salì sul palco. Divenne una fontana, singhiozzava e rideva, era uno spettacolo comico a cui Danny si era imposto di resistere, una volta raccolto tutto il suo self-control. Forse reagiva in quel modo per la scarica di adrenalina positiva, forse perché durante tutta l’attesa la sua agitazione non aveva fatto altro che aumentare esponenzialmente. Danny non poteva dirlo, riusciva solo ad osservarla e a chiedersi se prima o poi smesso di piangere, una volta iniziata la prima canzone. Ce ne vollero cinque, tanto che gli spettatori vicini si preoccuparono per il suo stato emotivo.
Tranquilli!”, gridava Danny, oltrepassando i decibel della musica, “E’ felice di essere qua!”
Sembra una pazza del manicomio!”, esclamò uno di loro.
Quel tizio non aveva pienamente torto, ma si beccò comunque un’occhiata torva. Springsteen era davvero vicino. Vicinissimo. Così vicino che Danny, quando lo aveva visto camminare dal retro del palco fino al suo microfono, era rimasto senza fiato. Mettersi a gridare e sbraitare non era cosa da lui, né da persona sana di mente, così si era limitato a fissarlo con occhi spalancati fin quando il pensiero di Alicia piangente al suo collo non era tornato a fare capolino nella sua mente.
In tutti i concerti precedenti, Danny e sua sorella si erano sempre dovuti accontentare di posti in piccionaia: ultima gradinata, ultimo anello, ultimi degli ultimi, e non importava quanta velocità avevano impiegato per comprare i biglietti. Si chiese come Vicky avesse potuto avere quei due posti, l’Arena era andata completamente sold out a mezzora dall’apertura delle vendite. Davanti a loro nessuno, soltanto la balaustra, e sotto di essa il palco.
Oddio!!!”, Alicia gridò nel suo orecchio.
Calmati!”, sbraitò Danny ridendo, “Non sta succedendo niente di male!”
Sta venendo qua!!! Sta venendo qua!!!”
Il boato della folla annientò ogni altro suono. Springsteen, accompagnato dalla sua chitarra e dall’armonica al collo, stava camminando verso la curva sinistra dell’arena, loro si trovavano proprio al suo inizio. Alicia prese a sbracciarsi e a gridare il suo nome, tanto che Danny dovette stare attento ad evitare il suo gomito destro, sempre in potenziale collisione con i suoi occhiali.
Dalla sesta canzone in poi il temperamento schizofrenico ed agitato di Alicia prese a scemare, lasciando lo spazio ad una visione più calma e regolare dello spettacolo, che fino a quel momento era stato comunque magnificamente fuori da ogni sua aspettativa. Springsteen non era da solo, c’era tutta la E-Street Band al completo, e l’arena cantava con loro.
Ti sei calmata?”, chiese ad Alicia, che tra una canzone e l’altra si stava asciugando le lacrime.
Sì…”, rispose lei, “Scusami… Ma non riesco a trattenermi!”
Non ti preoccupare… Lo terrò a mente!”
Tranquillizzati entrambi, le loro voci tornarono ad unirsi ai cori. Abbracciò Alicia e si dondolò insieme a lei al tempo della successiva ballata. L’emozione che Danny provava era indescrivibile, mai come quella volta aveva assistito ad un concerto con il cuore martellante in gola, da far fatica a respirare. Era felice di essere lì con lei e di averla resa a sua volta felice. Sentiva di poter fare qualsiasi cosa, di poter sconfiggere tutte le paure, la carica che aveva dentro era così forte da sentirsi come drogato.
Oh mio Dio!”, tornò Alicia alla carica.
Che succede?”, le fece.
Jones, ascolta!!!”, disse lei, “E’ la mia canzone preferita!”
Comprese. Se escludeva i dvd degli shows, non aveva mai sentito Because The Night suonata dal vivo con le proprie orecchie.
Ho un’amica a cui piace molto!”, le gridò a pieni polmoni, ma era sicuro che Alicia non lo stesse assolutamente ascoltando, “Chissà se è qua con noi!”
L’evidenza era tale che Danny lasciò perdere Allie, tenendola per sé. Non si ricordava se sarebbe venuta al concerto, quasi se ne rammaricò, avrebbe potuto essere una buona occasione per incontrarsi per la prima volta. Molto probabilmente non avrebbe gioito della presenza della sua ragazza, ma cosa poteva farci?
Nel frattempo, Alicia era incontenibile e cantava così forte che Danny fu costretto a riderle in faccia.
Era troppo divertente!



Il concerto stava volgendo al termine. Due ore e un quarto di musica, cori e mani alzate, accendini, flash e telefoni sventolati in aria. L’arena al completo stava chiedendo un bis e loro due non erano da meno. C’era una voce unica che chiedeva un’altra canzone, ma Springsteen ne aveva già cantate quattro in più rispetto alla scaletta ufficiale, non li avrebbe mai accontentati. Si trovava sul palco, stava discutendo con alcuni dei suoi musicisti: il pubblico si trovava in un rumoroso silenzio di trepidazione, c’era davvero la possibilità che lasciasse tutti a bocca asciutta.
Tornò a grandi passi verso il microfono, un’alta marea di flash impazziti illuminò la Wembley.
Ok, Londra, un’altra canzone.”, disse.
Non potevano chiedere di meglio e tutti lo ringraziarono con urla ed applausi.
Ma una soltanto.”, aggiunse.
Una o cento, era lo stesso. Il concerto sarebbe durato il tempo di un’altra canzone. Alicia strepitò, saltava ed applaudiva, Danny non era da meno. Durante tutto lo show avevano cantato, si erano tenuti per mano, si erano baciati… Lui ed Alicia, come non avrebbe mai pensato che sarebbe successo nella sua vita. Né con lei, né con un’altra ragazza, ma a Danny cosa importava? Era lei che aveva sempre voluto. Prima di Alicia non aveva mai aperto abbastanza gli occhi ed il cuore per qualcuna: non ne aveva avuto il coraggio, né aveva incontrato una persona che fosse riuscita in un attimo a trapassarlo da parte a parte, come la freccia scoccata dall’arciere esperto verso il centro bersaglio più lontano.
Cosa c’è?”, gli chiese Alicia.
Danny si riprese, accortosi che per tutto quel lasso di tempo l’aveva fissata con aria stupidamente innamorata.
Oh… Niente.”
Qualcosa che non va?”, si preoccupò lei.
Ascoltò le note riprodotte dalle grandi casse che circondavano tutto il palco e le riconobbe subito.

We said we'd walk together, baby, come what may
that come the twilight should we lose our way

Alicia lo guardò con occhi felici.
E’ la tua canzone!”, esclamò.
Evidentemente sì. Alicia si avvicinò e lo baciò.
Non sei contento?”
Sì, lo era, ed anche molto.
Ha suonato entrambe le nostre canzoni preferite!”, strillò ancora Alicia, incontenibilmente euforica.

We swore we'd travel, darlin', side by side
we'd help each other stay in stride
but each lover's steps fall so differently

Si sedette, poteva tranquillamente vedere ogni particolare dello show anche da lì, sebbene avesse passato tutto il tempo in piedi.
Nonostante quello, non era la vista quello a cui lui teneva. Danny notava lo sguardo impensierito di Alicia, ma non c’era assolutamente niente di cui preoccuparsi. Non stava male, non era triste.
Era la sua reazione naturale a quella canzone, niente di più.

Now everyone dreams of a love lasting and true
but you and I know what this world can do
So let's make our steps clear that the other may see

Voleva solo ascoltare.
Fece cenno ad Alicia di sedersi, ma non accanto a lui, bensì sulle sue gambe. Lo accontentò, passando un braccio sulle sue spalle, e la guancia di Danny si fermò accanto alla sua. Non lo affermava con estrema precisione, ma doveva essere una delle prime canzoni di cui aveva ricordo. Tantissimi fatti erano legati a quelle note, non uno meno importante dell’altro, compreso l’attimo che stava vivendo. Così come era abitudine di Danny, Alicia gli dette un bacio sulla testa, su quell’ammasso scomposto di ricci, che poi scompigliò con le dita. Gli sorrise.
Grazie.”, lesse poi sulle sue labbra.
Ricambiò con un sorriso, poi tornò alla visione del concerto. Non si accorgeva del piccolo muoversi costante del propri corpo, che stava cullando entrambi.

Se questa è la felicità, la voglio vivere per sempre, si disse Danny. Non aveva mai chiesto troppo alla Vita, forse niente, e allora quella sarebbe stata la sua unica richiesta.
Da due mesi a quella parte, un giorno dopo l’altro gli era stato regalato qualcosa di inaspettato, sorprendente, che spesso lo aveva spaventato a morte. In quegli stessi due mesi, tra alti e bassi era successo qualcosa che aveva stravolto il suo modo quotidiano di vivere. Avvolse con maggior calore quel qualcosa, che sedeva sulle sue gambe e lo ricambiava con un abbraccio altrettanto caldo.
I suoi amici potevano prenderlo in giro, dirgli che si stava comportando come una ragazzina e che i veri uomini non lasciano se stessi perdersi in quei momenti di esasperato quanto diabetico romanticismo. Lo avrebbero accusato di essere composto al novantanove percento di disgustosa melassa primordiale e consigliato invece di cercare nell’altro sesso qualcosa di più soddisfacente e meno appiccicoso. Danny accettava tutti i loro suggerimenti, da quelli più stupidi a quello più intelligenti, se mai quei due fossero stati in grado di produrne almeno uno; voleva loro bene e li rispettava, si fidava di loro come nemmeno di se stesso. Ma i suoi amici, fino a prova contraria, non erano lui.
Non erano Danny Jones, un diciottenne all’ultimo anno di liceo pateticamente innamorato di una sua compagna di classe, spuntata da Londra uno giorno come un altro. Attorno alla sua testa potevano volare tutti i cuoricini del mondo, lui non li avrebbe di certo scacciati, non gli davano quel fastidio che sembravano creare nel suo prossimo più vicino. Oltre a quello, oltre ad Alicia tra le sue braccia ed al suo cuore impazzito, c’era Springsteen che suonava dal vivo la sua canzone preferita. C’era che se ne fregava di chi lo prendeva in giro. C’era che avrebbe voluto fare qualsiasi cosa per premere il pulsante pausa e rimanere sospeso in quell’istante.
C’era che Alicia gli sorrideva e gli dava un bacio sulle labbra.
C’era che il futuro non lo spaventava, se aveva lei accanto.
C’era che i suoi sentimenti stavano per esplodere.
Ancora inebetito, Alicia tornò a sorridergli. Danny posò un dito sulle labbra fini di lei.

Darlin’, I'll wait for you
If I should fall behind wait for me

Era il verso più importante di tutta la canzone. Il concerto si concluse con l’ultimo accordo, la Wembley esitò nel silenzio e lo premiò con un lungo applauso a cui non si unirono.
Non era facile farlo baciandosi.



Ci vollero diversi chilometri prima che il silenzio tra loro scongelasse, erano ancora troppo immersi nelle emozioni per parlarsi. Fu Danny a farlo.
Alicia?”, la chiamò.
Lei si voltò. Si guardarono con complicità e si sorrisero.
Senza parole.”, disse lei, e scoppiò in una risata genuina che lo travolse all’istante.
Le parole arrivarono quando la macchina si fermò davanti a casa di Alicia: Danny l’aveva convinta a rimanere ancora una notte da lui, si erano fermati per farle prendere qualche altro vestito di ricambio. Dopo due ore, milioni di ‘ti ricordi quando…, ‘hai visto'…, ‘e quando lui…, Alicia si assentò ed entrò nella villetta di famiglia. In quei centoventi minuti avevano passato in rassegna ogni attimo dello spettacolo, sottolineando i momenti epici, quelli divertenti, quelli che sarebbero rimasti per sempre nel loro cuore. Insomma, il concerto venne rivissuto da entrambi sotto forma di parole, emozioni sulla pelle e canzoni rivisitate in coppia. A Danny non piaceva cantare in presenza di altri, ma data la poca ritrosia di Alicia nell’intonare la musica, anche lui non si fece troppi problemi.
Non avrebbe mai potuto chiedere di meglio.

Mai.
Nonostante alcune fini gocce di pioggia avessero iniziato a bagnare il parabrezza, Danny uscì dall’auto e osservò il posto in cui lei viveva, era la prima volta che lo vedeva; anche se, quando uscivano assieme, era lui a passarla a prendere, era sempre rimasto sulla strada. Certo, la sua famiglia doveva passarsela proprio bene: in confronto, casa sua sembrava una topaia. Non era esageratamente grande e maestosa, affatto, ma non aveva niente a che vedere con le comuni case inglesi. Due piani, grande tetto spiovente che la rendeva visivamente più bassa di quanto fosse stata in realtà, finestre ampie con infissi chiari. Non riusciva a capire a quale gusto architettonico si fosse ispirato il costruttore, era una casa piuttosto strana e fuori dal comune. In compenso, era circondata da una siepe alta e spessa, così come tutte quelle intorno a loro, ed un alto cancello sbarrava la strada a chiunque. Non comprendeva se il giardino sconfinasse al di là della costruzione, ma era molto probabile che fosse in quel modo: case del genere avevano sempre dei grandi spazi verdi sul retro, mentre la sua aveva una specie di tappeto verdastro secco. Non c’era cancello dai Jones, la sua abitazione dava direttamente sul marciapiede.
Provenivano da due estrazioni sociali completamente diverse, ma Danny non percepiva assolutamente quella differenza.
Hey!”, lo chiamò Alicia, “Ci sono.”
Chiuse il portone di legno massiccio e si avvicinò all’auto. Danny si apprestò ad entrare di nuovo nell’abitacolo, ma una strana espressione nel volto di Alicia lo distrasse dalla sua intenzione.
Ma… Cos’ha quest’auto?”, la sentì dire.
In che senso?”, le domandò.
Non so… La ruota…”
Lasciò lo sportello aperto e fece il giro dell’auto. Vide subito quale fosse stato il problema: la ruota anteriore destra era completamente sgonfia, il cerchione toccava terra.
Cavolo…”, disse Danny, osservandola.
La sai cambiare?”
Come in tutte le situazioni parallele vissute in tv, le gocce di pioggia, prima fini e impercettibili, iniziarono ad appesantirsi, Danny le poté sentire bagnare la sua fronte ed appannargli la vista.
Sì, l’ho già fatto una volta.”, rispose, ignorando la pioggia, “Non ci vorrà molto.”
Sicuro?”, chiese Alicia, “Perché sta mettendosi a piovere.”
Tranquilla, ci metterò solo diec-…”
Non fece in tempo a terminare la frase, grosse secchiate li colpirono entrambi.
Entriamo in auto!”, disse Danny ad Alicia.
Macchè!”, esclamò lei, “Andiamo in casa!”
Chiamo e ci facciamo venire prendere!”, la trattenne fuori.
Sono le due passate! C’è l’auto di mio padre!”
Ma non hai le chiavi, te le ha nascoste, non ti ricordi?”, le fece.
Le cercheremo!”
E se non le troviamo?”
Alicia si spazientì.
Sta piovendo, piantala di opporti e vieni in casa!”
Entrarono che sembravano essere caduti in una piscina, erano entrambi fradici.
Seguimi.”, gli disse Alicia.
Lasciò una scia d’acqua e di impronte che, se fosse accaduto casa sua, Kathy avrebbe iniziato a sbraitare come un’indemoniata. Il pavimento di piastrelle rigettava ogni goccia d’acqua piuttosto che assorbirla.
Rimango qua.”, si oppose ancora, “Sporco tutto.”
Fregatene, Jones!”
Ma dovrai pulire…”
Alicia roteò gli occhi e ripercorse il breve tratto, lo prese per un braccio e lo costrinse a seguirla. Si guardò indietro, due coppie di impronte visibilissime andarono a macchiare le piastrelle bianche. Si chiese dove stessero andando.
Le chiavi dovrebbero essere qua, in cucina.”, gli spiegò Alicia.
Non ebbe nemmeno il tempo di guardarsi intorno, lo catapultò in una stanza di mobili in acciaio e legno bianco.
Tu guarda dentro ai cassetti.”, gli ordinò Alicia, con decisione, “Io dentro agli scompartimenti.”
O-ok…”, rispose Danny, che trovava piuttosto sconveniente andare a frugare in casa d’altri, conoscendone a malapena gli occupanti.
Esitò, poi aprì il primo cassetto e lo trovò pieno di posate argentate.
Muoviti!”, esclamò Alicia, che era salita sul ripiano della cucina per arrivare più in alto, e le ginocchia bagnate toccavano il lato del lavello di marmo.
Iniziò a rovistare qua e là, alla ricerca di un possibile mazzo di chiavi. Si ricordava del SUV che aveva accompagnato Alicia al cinema, la prima volta che erano usciti insieme, molto probabilmente avrebbe trovato una di quelle grosse chiavi nere, magari completamente in plastica…
Qua non ci sono.”, disse Alicia, saltando giù dal ripiano, “Vado a cercarle altrove.”
E sparì in un lampo, diretta chissà dove. Danny continuò nella sua piccola ricerca, ma una volta conclusi i cassetti non se la sentì di infilare le mani altrove. Stava iniziando ad infreddolirsi, i vestiti bagnati si erano appiccicati alla pelle e non voleva ammalarsi, era meglio trovare un modo per tornare a casa. Preferì così muoversi tra le stanze alla ricerca di Alicia: andò a colpo sicuro, la sentì imprecare sonoramente dietro ad una porta di legno e vetro colorato.
Alicia.”, le fece, “Non l’ho trovata…”
Nemmeno io!”, esclamò lei, “Deve essersela portata dietro, ma io contavo di recuperare almeno quella di scorta!”
Non preoccuparti.”, volle calmarla, “Chiamo mia sorella e mi faccio venire a prendere con la sua auto.”
Jones, sono le due passate, le troncherai il sonno in due.”, disse lei.
E cosa vuoi che sia, è praticamente insonne.”
Appunto, metti che è riuscita ad addormentarsi, la disturberai.”
Alicia, non pensarci.”, insistette, “Chiamo Vicky.”
No.”, si oppose lei per l’ennesima volta, “C’è anche un’altra soluzione.”
Danny non comprese, aggrottò la fronte ed attese con le mani sui fianchi.
Potresti… Rimanere qui, perché no? E’ quasi una settimana che dormo da te, potrei ricambiare il favore.”
Poteva… Ma no, era meglio di no. Non aveva nemmeno un pigiama con sé.
Non ho niente per dormire, e poi non devi per forza sdebitarti con me!”
Beh… Dove sta il problema?”
Doveva trovare un’argomentazione valida ed inconfutabile al più presto, altrimenti Alicia avrebbe avuto la meglio.
Jones, prendi il telefono ed avverti. Te ne stai qua.”, lei interruppe ogni dibattito, “Ti darò un pigiama di mio padre.”
Non se ne parla!”
Ok, va bene.”, rispose lei, incrociando le braccia ed annuendo.
Danny si fece perplesso per la seconda volta.
Ok… Va bene?”, le fece.
Sì, va bene.,”, rispose Alicia, con tranquillità, “Vattene fuori e cambia la ruota sotto il temporale. Fammi sapere quando torni a casa.”



Alicia spuntò dalla camera di suo padre con uno dei tanti pigiama di Adrian tra le mani. Stava rabbrividendo dal freddo.
Quella là è la stanza degli ospiti.”, indicò a Jones la porta verdognola, “Puoi farti una doccia, quello che vuoi, hai un bagno tutto per te.”
Non è che tuo padre si arrabbierà?”, le fece, ancora insicuro.
No, fidati.”
Lo obbligò a voltarsi e lo spinse, per incoraggiarlo a seguire i suoi dettami.
Adesso devo cambiarmi. Ci troviamo in soggiorno tra quale minuto.”
Sparì nella propria stanza e, dopo essersi tolta velocemente ogni vestito da dosso, si chiuse nel proprio bagno e si fece una doccia caldissima, tanto che quando ne uscì dovette lottare contro la condensa formatasi ovunque. Conoscendo Adrian, se fosse venuto a conoscenza delle decisioni prese da lei in quell’ultima settimana, avrebbe sollevato un putiferio così alto da impedire la vista del sole per settimane. In quel mese con Jones le sue paranoie da genitore apprensivo non l’avevano mai lasciata, tanto che si erano entrambi abituati a telefonate improvvise, richieste di messaggi ad una determinata ora della serata… Dopo poco avevano smesso di farci caso.
Se avesse saputo che se n’era andata a dormire da Jones, l’avrebbe chiusa in casa per almeno un anno. E se avesse saputo che Jones era rimasto nella villetta, o che vi aveva anche solo messo piede senza il suo consenso, sarebbe stata spedita realmente in un collegio del nord dell’Inghilterra.
Nel mentre l’asciugacapelli compiva il suo dovere, Alicia venne presa da un dubbio atroce.
Dove sei di bello, sorellina? Non sei a casa mia, vero?
Mark doveva aver capito qualcosa, o anche tutto. Se avesse fatto la spia? Finì di asciugarsi i capelli con quel pensiero in testa. Mark sarebbe stato capace di smascherarla senza alcun rimorso, non ci pensava due volte a darle la colpa di ogni cosa se ne aveva l’occasione. L’importante era umiliarla e liberarsi di lei… L’importante era farla impazzire.
Uscì dal bagno e si rivestì con un pigiama pulito. Il pensiero di quello stronzo non aveva il diritto di rovinarle la serata, c’erano ancora tanti episodi del concerto che non erano stati tirati fuori e la notte era aperta ancora davanti a lei. Prima di quella volta, non aveva mai avuto nessuno con cui condividere tutti i ricordi; esplorarli ancora le permetteva di inchiodarli nella mente, e non dimenticarli più. Era stato lo show più bello a cui aveva assistito e lo aveva apprezzato fino in fondo. Si vergognava un po’ al pensiero della sua reazione alla vista di Springsteen, ma non aveva potuto farne a meno… Fortunatamente Danny l’aveva capita, non l’aveva derisa e l’aveva sostenuta, sebbene quello che aveva provato non era stata nient’altro che un’esplosione incontrollata di gioia.
E poi.
If I Should Fall Behind.
Non riusciva a descriverlo. Non ne era capace.
Una cosa doveva però confessarla. Aveva pensato a Ratleg. Anche lui adorava quella canzone, anche lui era stato presente al concerto, Alicia non sapeva dove, ma in quella folla c’era stato anche lui. Gli aveva dedicato un attimo, uno soltanto, poi l'aveva riposto in un cassetto e, una volta chiuso, aveva messo la chiave in un luogo sicuro ed era tornata da Jones. Era lì che doveva stare ed Alicia era contenta di avergli trovato una casa.
Danny aveva ascoltato la canzone ad occhi chiusi, la guancia appoggiata contro la sua.

Now everyone dreams of a love lasting and true but you and I know what this world can do
So let's make our steps clear that the other may see and I'll wait for you
If I should fall behind, wait for me

Alicia doveva capire che cosa il suo cuore aveva contenuto in quel momento. Lasciò la sua stanza e scese al piano inferiore. Sentiva il rumore della tv accesa, Jones doveva essersi accomodato e, infatti, lo trovò davanti allo schermo. Proiettava una partita di calcio e riconobbe subito quale squadra stesse giocando.
In casa Lewis è vietato tifare per il Bolton!”, lo colse alle spalle.
Danny sussultò e si voltò.
Non è colpa mia se ti hanno educata nel modo sbagliato!”, le rispose ridendo, “Avanti, siediti accanto a me e guarda come giocano i grandi!”
I grandi… Una squadra di bifolchi del nord. Alzò le sopracciglia e lo raggiunse, senza esprimere alcun pensiero al riguardo della sua ultima affermazione.
Ecco, vedi.”, le disse, indicando la televisione, “Avessi uno schermo del genere a casa mia e la pay-tv come hai tu, potrei stare ore ed ore a guardarmi queste partite.”
Sei solo un maschio.”, lo rimbeccò, come se quella parola fosse stata un’offesa, “Staresti sul divano con una maglietta piena di macchie, la birra in mano e il rutto pronto.”
Quello è Dougie con la sua Play Station.”, la corresse lui ridendo, “Io me ne starei composto.”
Jones era un tipo di ragazzo precisino e perfettino, ma nessuno resisteva alla potenza de decivilizzatrice del calcio. Né lui, né Alicia: prima che Adrian si risposasse, aveva avuto da suo padre il nullaosta per le parolacce, ma solo se gridate durante le partite di calcio.
Andiamo, non ti capita mai di insultare l’arbitro?”, gli fece, provocandolo, “O di urlare 'porca puttana' ad un corner tirato da cani?”
Sì, beh… Che c’entra!”, esclamò l’altro, “Però non me ne sto a ruttare come un maiale!”
Alicia volle stupirlo.
Da piccola ci riusciva, poi Adrian si era lievemente arrabbiato con lei. Inghiottì un po’ d’aria, attese, e poi il resto venne da solo. Jones sgranò gli occhi, lei incrociò le braccia ed attese la prossima reazione.
Fu una risata isterica travolgente

___________

Note dell'autrice:

If I should fall behind di Bruce Springsteen è citata senza alcun scopo di lucro. Polpettone diabetico.

Ringrazio Ciry e Queen F per la recensione, nonchè tutti quelli che leggeranno e/o recensiranno questo capitolo! 

Ruby

   
 
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