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Autore: _Breath    30/09/2010    6 recensioni
[...]Da James Sirius Potter si poteva aspettare di tutto ma quando lui la guardò serio come poche volte nella sua vita senza far trapelare nemmeno un sorriso lei si sentì imbarazzata.
-Doms, sei tu che induci la gente a pensare questo di te- disse.
-Come?- non riusciva a credere a quello che aveva sentito.
Nessuno aveva mai avuto il coraggio di darle della sgualdrina tanto esplicitamente.
Non aveva mai pensato a James in quel modo in quanto lo aveva sempre visto come il ragazzino vivace e moralmente immaturo che pensava solo al Quidditch e alle ragazze.
Per lei James era solo il cugino, uno dei tanti ma non lo aveva mai creduto così sincero e pronto a assumersi le sue scelte, colpe e decisioni.
Guardandolo in volto, in quel momento, capì che James era quello e molto di più.
Era stato l’unico a versarle una tazza di liquido caldo quando stava soffrendo per i corridoio della scuola; l’unico ad ascoltarlo per tutta la notte senza mai lamentarsi e ancora l’unico a contemplare i suoi biondi capelli senza interesse maschile … era un cugino,sì, ma lei lo vedeva in modo diverso[...]
JamesxDominique
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, James Sirius Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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beautiful

Legale  era il suo passo che si infrangeva contro il pavimento di Hogwarts.

Tante teste di giravano a fissare quel fisico asciutto degno di una Veela che si rispetti e che stessa sua madre era stata.

Dominique sorrise mentre i suoi fianchi ancheggiavano lentamente e sinuosamente andandosi a sedere, poi, comodamente al tavolo della sua casata.

Si sentiva osservata e oramai se ne compiaceva anche se lo sguardo dei ragazzi costantemente fisso sul suo corpo la faceva sentire come se fosse solo un bel giocattolo.

-Ehy bambolina- appunto...

 Sbuffando Dominique si voltò verso la voce maschile che l’aveva interpellata con una smorfia snob dipinta in viso.

-Ce l’hai con me?-

- Con chi altri potrei avercela, tesoro?- continuò lui con la sua voce strascicata e la R moscia degna di un francese che si rispetti. Involontariamente Dominique sorrise pensando a sua madre che aveva lo stesso modo di parlare poi si ricompose per paura che lasciasse trasparire le sue emozioni.

Era un ragazzo alto, magro e castano. Di francese non aveva proprio nulla, nemmeno il classico naso all’insù.

Storcendo la bocca delicata in un smorfia di ribrezzo, Dominique, voltò le spalle al ragazzo tornando a mangiare.

 Come se lui non esistesse …

Si concentrò invece a guardare le sue compagne di casata che cercavano di fare le civettuole con i ragazzi del loro stesso tavolo o di quelli accanto.

Erano patetiche con il loro modo di ridere alterato e abbastanza falso, con il loro muovere le gambe in modo falsamente seducente o anche la dieta ferrea alla quale si sottoponevano.

Per dispetto alla sua linea costantemente perfetta si accinse a mangiare una seconda fetta di torta sotto lo sguardo invidioso di Mary, una sua compagna di casa.

 Dietro di se continuava a sentire la presenza costante del ragazzo fastidioso cui R moscia iniziava a farle perdere le staffe ma non vi diede importanza nella speranza che decidesse a levare le tende di sua spontanea volontà.

Purtroppo questo non accadde.

-Tesoro caro- riprese allora lui mettendole una schifosissima mano unta sulla spalla- per quanto tempo hai intenzione di ignorarmi?-

Fino a quando tu non deciderai di andartene era tentata di rispondere ma, addentando il cornetto che teneva tra le dita, continuò a fare finta di nulla facendo vagare lo sguardo su Celine e Kate che, l’una seduta accanto all’altra, allentavano debolmente le loro cravatte rosse-oro come la sua nel tentativo di attirare lo sguardo di qualche giovane ragazzo in fase ormonale tra l’incavo dei loro seni.

Con ribrezzo e mano sicura Dominique andò a chiudere l’unico bottone che teneva aperto sulla sua camicetta in un atto di eccessivo pudore.

Non capiva perché mai tutte le ragazze della scuola cercassero sempre di essere particolarmente facili con la restante popolazione maschile, sembrava quasi che non avessero il ben che minimo pudore nel mostrare le loro grazie al vento.

Ingiustamente lei invece, molto più semplice, attirava lo sguardo dei giovani ragazzi come il miele con gli orsi e, anche se la cosa le dava sicurezza, la mandava anche in bestia il sapere di essere vista agli occhi degli altri solo come il famoso giocattolino pronto a snodarsi per i beni carnali degli altri.

Con ancora il respiro caldo del ragazzo alle sue spalle e una tremenda angoscia al petto Dominique osservò come Ellie allungasse una mano sulla gamba di Mark con fare civettuolo e le si storse il naso quando osservò come lui fosse compiaciuto da quelle languide carezze.

Troppo presa forse a guardare quanto orrido fosse quel mondo non si accorse della mano del ragazzo alle sue spalle attraversare la sua schiena e fermarsi al fianco stringendolo possessivo.

Trasalì.

-Bambolina?- chiamò ancora- ci andiamo a fare un giro?-

Dominique si voltò fino a far incantare i suoi occhi celesti in quelli grigi del Serpeverde di turno per poi sbatterli confusi.

La presa sul suo fianco si intensificava sempre di più diventando oltre che fastidiosa anche dolorosa.

Una smorfia di dolore si dipinse sul volto candido e da angelo che si trovava e senza rispondere si morse un labbro cercando di trattenere gli insulti che le prudevano sulla lingua.

Lo sguardo del Serpeverde era nel suo e Dominique ne sentiva il ribrezzo addosso fin quando una seconda mano, questa più dolce e calda, non si andò a posare sulla sua spalla sinistra facendola rilassare.

-Che ne dici di lasciare la presa,amico?-

Improvvisamente Dominique si trovò a sorridere strafottente mentre la mano di James andò a scansare quella del Serpeverde con totale freddezza poi cinse il fianco alla bionda con fare protettivo- ed ora, io e te, andiamo a farci un giro. Che ne dici,bambolina?- la provocò sorridendo sapendo quanto fastidio le desse quel nomignolo materiale.

Storcendo lievemente il naso delicato ma sorridendo si ritrovò ad annuire- daccordo- sussurrò sentendo lo sguardo invidioso di molte ragazze  alla schiena e il braccio di suo cugino poco più sopra del sedere …

 

 

Poco distante dalla Sala Grande James scoppiò a riderle in faccia e, piegato in due dalle risate, fece appoggiare la schiena al muro.

-Si può sapere cosa c’è da ridere?- chiese lei con fastidio.

-E’ stata troppo bella la faccia che ha fatto Thomas quando ti ho portato via dalle sue grinfie- prese un respiro e continuò – ci è rimasto malissimo-

Dominique si allontanò dal cugino con le braccia attorno al seno- spero che ora tu sarai contento- disse- ti sei vendicato del tuo nemico marcando i territori su di me.-

-Sì, - disse ancora tra le risa- ed è stato bellissimo.-

Lo sguardo chiaro della ragazza si gelò come le acqua del Mar Nero e James, che la conosceva da tanto, se ne accorse.

-Ehy Dominique, cosa hai?-

-Niente-

-Invece sì- le mise una mano sulla spalla constatando che fosse veramente bella e lisca come pensava- sei diventata fredda anche con me. Gelida, antipatica…-

-Cosa staresti insinuando?- sbottò lei, arrabbiata con lui e il mondo- che con gli altri sono antipatica? Questo stai dicendo?-

James le scoppiò a ridere in faccia poi, coprendosi il volto con una mano chiese- perché, non te lo ha mai detto nessuno?-

-Nessuno cosa?-

-Circa il fatto che tu sia snob-

I capelli biondi le sfiorarono il collo quando, con un gesto repentino, abbassò il volto per mascherare il dolore di quell’affermazione agli occhi del cugino.

Le faceva male sentirsi dire quelle cose anche se ne era a conoscenza che fossero vere.

Lo vedeva negli occhi dei suoi compagni di scuola l’antipatia o la gelosia verso di lei, osservava e capiva dai loro atteggiamenti cosa realmente pensassero di lei il problema era che loro non facevano lo stesso con lei …

Lei, così insicura che si mascherava dietro il suo bell’aspetto. Lei, così dolce ma fintamente aspra con il mondo. Un limone acerbo per paura di maturare … Lei …

-Dominique - improvvisamente la voce di James le risuonò più vicina all’orecchio- Doms, stai male?-

Non capì mai da cosa comprese il suo conflitto interiore, forse dal silenzio, magari dai singhiozzi delle sue spalle o probabilmente dal broncio delle sue labbra fatto sta che accettò di buon grado le sue braccia per potersi rifugiare dal mondo.

-Sono stufa, Jam, sono stufa …  stufa di non essere me stessa.-

 

 

Quella sera parlarono a lungo seduti nella loro sala comune avvolti dal tepore delle candele profumate.

James stava seduto sul divano, con le gambe allungate in avanti mentre rannicchiata sulla poltrona distante vi era sua cugina avvolta in una coperta di lana e una tazza di cioccolato bollente sulle gambe.

Dominique sorrise – grazie-

-Di cosa?- chiese lui.

-Di essere qui, con me .- sorrise- nessuno ha mai fatto la nottata per me-

-Figurati- fece un vago movimento con la mano- tanto l’avrei fatta lo stesso. Con qualche bella ragazza magari, ma mi accontento di te. -

-Stai dicendo che io non sono una bella ragazza?-chiese imbronciando le labbra aristocraticamente.

-No- rispose lui sincero osservandola e sporgendosi verso di lei- sto dicendo che sei mia cugina, purtroppo-

 Quell’ultima parola fecero scorrere un brivido sulla schiena di Dominique che si ritrovò a sorridere e, malgrado, arrossire.

-Ti dispiace avere legami di parentela con me?-

Quella volta, unica e rara, James non rispose volutamente alla sua domanda continuando a sorseggiare la sua BurroBirra mentre piano  Dominique gli scivolava accanto. Sorrise quando il corpo di sua cugina si sfiorò con il suo – hai freddo?- chiese.

-No-

-Sei ghiacciata- spiegò lui ignorando la risposta e mettendole una mano sul braccio- peggio di un polaretto-

-Pola… cosa?-

-Dolce babbano, - spiegò con un sorriso- chiedi a Rose, piacciono tanto a lei quei cosi. Ogni qual volta che viene a casa mamma gliene fa trovare sempre tanti. Basta così poco per far contenta Rose …-

Perso nei suoi ricordi, James, non si accorse che le mani di Dominique andarono lentamente a chiudersi a pugno serrandosi intorno la maglia che portava in un gesto di rabbia.

-Rose è così allegra- continuò James con un sorriso- mi chiedo come faccia lei a volte-

-BASTA!- l’urlo di Dominique probabilmente svegliò anche qualche ragazzo dal sonno leggero in quanto, con più fiato aveva in gola, si lasciò andare alla disperazione.

Si ricompose solo quando James tacque e, nascondendo il viso tra le ginocchia, iniziò a piangere.

Rose è così allegra …

Basta poco per far contenta Rose …

Chiedi a Rose …

Rose,Rose,Rose,Rose … sempre maledettamente Rose.

Lei era bionda, Rose era rossa. Lei era alta,Rose era bassa. Lei era femminile,Rose era più rude.

Lei era bella,Rose no ma Rose era anche felice … mentre lei era tutto all’infuori che quello.

Erano così diverse loro due, era così diversa lei da tutti quelli che conosceva.

Si sentiva costantemente sempre in difetto come se il mondo la mettesse sempre a dura prova e lei non riuscisse mai a superarle.

Come se si trovasse in un’ampolla di vetro in attesa di respirare e a lei, l’aria, mancava da troppo tempo.

Un singhiozzo forte le scappò dalle labbra e si vergognò tremendamente di lasciar trasparire quella sua debolezza.

Alzandole il viso con due dita, James, la guardò con gli occhi castani e vivaci, sorridendole – Parla, non tenerti tutto dentro-

Lo guardò, come in cerca di una scelta.

Fidarsi o no?

Sfogarsi, mettersi a nudo con lui?

James era suo cugino ma non provavo lo stesso sentimento che nutriva per Albus o gli altri numerosi cugini da parte del padre.

James era qualcosa di diverso, particolare e magico.

Prendendo un forte respiro iniziò a giocare con le sue dita iniziando un lungo monologo interiore.

Gli raccontò lentamente la sua paura, il suo bisogno di sentirsi capita e protetta.

Spiegò il dolce freddo che sentiva  sempre al cuore e poi, in un gesto di calore, abbracciò il suo corpo in un gesto di puro affiatamento.

 

 

-Spiegami- la voce di James la fece anche vergognare in quanto era intrisa di … vergogna e scettismo – ho capito male o tu sei gelosa di Rose?-

Dominique sbuffò pentita dall’essersi sfogata con il caro cugino – come sempre hai capito male- cercò di difendersi a sguardo basso.

-Allora dimmi,tesoro, cosa significa la frase “ vorrei essere lei?”-il sorrisino che le rivolse le fece bollire il sangue nelle vene ma respirando piano mantenne la calma, poi si spostò contro il divano.

-Voi tutti vedete in Lei sempre l’essere perfetto. Vedete in lei la bellezza, la chiarezza e …-

-Anche tu sei bella, Doms- la interruppe svogliato.

-Avere un bel fisico, James, non è la cosa migliore che ci sia al mondo.- James aprì bocca ma lei con un gesto della mano lo fece tacere- per voi tutti io sono solo questo- teatralmente si indicò e sorrise amara- un bel corpo pronto a soddisfare i vostri piaceri ma dopo questi, io, divento evitabile.-

Si sarebbe aspettata tutto da lui, una pacca sulla spalla, un silenzio o anche una risata ma non quello che fece.

Da James Sirius Potter si poteva aspettare di tutto ma quando lui la guardò serio come poche volte nella sua vita senza far trapelare nemmeno un sorriso lei si sentì imbarazzata.

-Doms, sei tu che induci la gente a pensare questo di te- disse.

-Come?- non riusciva a credere a quello che aveva sentito.

Nessuno aveva mai avuto il coraggio di darle della sgualdrina tanto esplicitamente.

Non aveva mai pensato a James in quel modo in quanto lo aveva sempre visto come il ragazzino vivace e moralmente immaturo che pensava solo al Quidditch e alle ragazze.

Per lei James era solo il cugino, uno dei tanti ma non lo aveva mai creduto così sincero e pronto a  assumersi le sue scelte, colpe e decisioni.

Guardandolo in volto, in quel momento, capì che James era quello e molto di più.

Era stato l’unico a versarle una tazza di liquido caldo quando stava soffrendo per i corridoio della scuola; l’unico ad ascoltarlo per tutta la notte senza mai lamentarsi e ancora l’unico a contemplare i suoi biondi capelli senza interesse maschile …  era un cugino,sì, ma lei lo vedeva in modo diverso.

Aveva sempre avuto un occhio di riguardo per James  e aveva interpretato la cosa come un affiatamente tra coetani in quanto James come lei ora aveva diciassette anni e si ritrovava ad affrontare l’ultimo anno di scuola, ma era anche l’unico dei suoi parenti a non averla mai guardata con un occhio critico.

Ogni qual volta che passava accanto a Lily sentiva come il suo sguardo indugiava sulla sua schiena come nel tentativo di ucciderla con lo sguardo, quando passava accanto a Albus sentiva lo sguardo languido sul suo viso.

Quando invece stava con James, lei, non sentiva nulla di tutto quell’astio che la circondava ma anzi … stava anche in pace con se stessa.

Quando James le prese la mano sorridendole dolcemente spiegandole la sua visione riguardo il suo problema di non sentirsi accettata, Dominique, capì di amarlo.

Capì che forse aveva sempre amato suo cugino e una riga sottile le si formò sotto l’occhio sinistro quando comprese il sentimento caldo che le avvolgeva il cuore.

Come scottata sottrasse la sua mano da quella di James.

-Doms, cosa c’è ora?-le chiese confuso vedendo il pallore sul suo viso bianco.

La mano dove James aveva poggiato le labbra improvvisamente iniziò a bruciarle e paralizzata se la portò alle labbra soffiandovi sopra come a reprimere quel calore.

D’altro canto il moro si faceva sempre più confuso mentre sul viso della cugina si impressionavano vari colori differenti: il rosso della vergogna, il viola della rabbia e  il bianco della consuetudine.

Esausto da tutte quelle emozioni sbuffò frustato prendendosi la testa tra le mani- non so veramente cosa fare con te-le disse.

Dominique ci mise molto a sentire quello che le aveva detto ma quando ne percepì il suono della voce rimase incantata a guardare come James si disperasse a causa sua.

Con la mano sul volto esausto, James, sembrava veramente un bambino e un po’ in colpa lei si accostò a lui.

Gli mise una mano sul volto facendola scendere sulla guancia e poi sul collo arrossendo quando aprendo gli occhi lui fece incatenare il suo dorato al celeste di lei.

Scottata ritrasse la mano come offesa fin quando lui non le afferrò un polso portandola accanto a se.

La strinse con un braccio intorno alle spalle nascondendo il naso tra i suoi capelli- resta qui-

-C-come?-

-Resta- ripeté- non andare via. Resta qui-

-Ma io …-

-Ti prego Doms, resta- qualcosa nel suo sguardo la fece incantare e rilassare contro il suo braccio.

Piano piano prese oblio dai pensieri tra le sue braccia e sorrise quando capì che era lui la sua medicina dal mondo.

Per riflesso a quel pensiero gli strinse la mano e lo vide sorridere di quel gesto – Ti voglio bene cuginetta-

Un colpo al cuore colpì forte Dominque facendole perdere il sorriso che aveva acquistato e permettendo al suo corpo di pietrificarsi sul posto.
Lei era sua cugina

Annuì – Anche io James- nel suo cuore nuovamente la morte …

 

 

 

La mattina dopo quando Dominique scese a colazione James la vide entrare dentro la sala Grande con un sorriso.

Stranamente quella mattina Doms sorrideva e non aveva nessuna divisa striminzita al copro o gioielli a valorizzarne la bellezza.

Era semplice, lei, nella sua camicia nera e nella sua gonna del medesimo colore.

Una cravatta leggermente slegata sul collo e il viso pulito da qualsiasi trucco sorrideva entrando e sedendosi al suo tavolo.

Quando arrivò vicino lui gli sorrise e lo salutò con un bacio e diversamente dalle altre mattine, si sedette vicino a lui iniziandosi a servire.

Mangiò con gusto, la bionda, mangiò senza mai allontanare il sorriso dalle sue labbra e quando James le prese la mano da sotto il tavolo per poco la vide tentennare.

Lo stesso tentennamento della sera precedente quando, prima di lasciarla andare nel suo dormitorio, l’aveva presa tra le sue braccia dicendole che non doveva essere gelosa di Rose e che lei era bella solo essendo se stessa al naturale.

Ricordò che quando le aveva sorriso lei era arrossita impercettibilmente e di averle sussurrato che il trucco non faceva di lei una bella donna ma che mascherava solamente la vera bellezza che aveva da offrire.

 Lei si era morsa le labbra confusa facendole tenerezza e gioia e  poi, quando non si era potuto più trattenere oltre, l’aveva baciata leggermente senza il timore di rovinare nulla.

Si era trattenuto troppo negli anni per non provare gioia quando lei gli aveva avvolto le braccia intorno al collo e risposto al bacio.

Si era trattenuto troppo negli anni per non sorridere sulle sue labbra e continuarla a baciarla ripetutamente fino le soglie del mattino.

Per questo,  una volta seduta al suo fianco, non riuscì a reprimere l'impulso di prenderle la mano e di stringerla a se e ne rimase piacevolmente sorpreso vedendo il sorriso luminoso che invase le sue labbra.

Si chinò lievemente sul suo volto baciandole le labbra davanti lo sgomento di tutti e sorrise quando la sentì rispondere come la sera prima.

Sentì lo stupore della gente che li circondavano ricordargli che erano cugini e che una  gesto del genere non era concesso tra persone con lo stesso sangue ma  fece sì che quelle frasi gli scivolassero addosso.

Perché ora aveva diciassette anni e voleva solo godersi la vita, perché la famiglia non è niente quando c’è di mezzo l’amore e perché quando lei gli sorrise finalmente felice e soddisfatta di se  perse tutte le preoccupazioni che il mondo sapeva creare …

… e lei era veramente più bella di come mai era stata …

Ok, uccidetemi anche. 
Sono qui, avanti, non farò obbiezioni.
Questa è la mia prima James per Dominique e non so cosa ne sia uscita fuori, anzi sì che lo so : UNA SCHIFEZZA!
Parlando onestamente posso dire che ci ho messo solo un pomeriggio a scriverla e si vede, direte voi -.-''
Bhè, chiedo scusa per questa pietosità e spero di vedere almeno una recensione, se non due anche più volute *_*
In caso non piacca la concellerò, giuro.
Un bacione a tutti e grazie.
I personaggi citati sono di J.K. Rowling e non sono usati a scopi di lucro come nemmeno le foto dei personaggi<3

  
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