1 capitolo
Una radura, una vasta radura, si. sono
proprio in tanti, ma anche noi siamo in tanti. loro ci vengono incontro.
finalmente siamo ad armi pari, impossibile capire chi rimarrà vivo alla fine.
Aspettiamo solo un segnale. Un ordine dalle menti avversarie e ci lanceremo
contro di loro, non se lo aspettano. Abbiamo tanti talenti tra noi.
salverò coloro che amo o morirò nel tentativo. non avrebbe senso vivere senza
di loro. Non ho paura della morte.
Io sono la morte.
Da quando Kate si era "trasferita" (morta, uccisa da qualcuno che
cercavo da 3 giorni) la scuola sembrava ancora più monotona... fuori pioveva a
dirotto...mi chiesi per l'ennesima volta quale fosse il motivo per cui i miei
avevano deciso di trasferirsi proprio qui ad Olympia. mi torno in mente la
conversazione..
-vedrai che non è poi così male! non è molto diverso da Boston.-
diceva mia madre.
-e poi ci sono 250 giorni di pioggia all'anno!-
diceva mio padre
non capivo perché li entusiasmasse tanto la pioggia. erano dei vampiri modello
Milena e John, odiavano il sole, io invece lo adoravo,non mi interessava che la
mia pelle brillasse se mi esponevo ai suoi raggi,appena era una bella giornata
andavo subito sul tetto a godermi il suo calore visto
che non potevo andare a scuola, mentre mia madre e mio padre se ne stavano
chiusi in casa.
dato che pioveva da due giorni( e credo che avrebbe continuato per molto) erano
tutti di cattivo umore, la professoressa Jasian stava spiegando come coniugare
il verbo andare in spagnolo. anche se io lo sapevo già...anche se avevo solo 17
anni avevo il cervello di una laureata di 30 ma nessuno sapeva il perché,
apparte Kate; mi stavo annoiando a morte...non che non avessi altre
amiche,conoscenti visto che quasi tutti seguivano il loro istinto e si tenevano
alla larga da me,ma Kate era l'unica a sapere il mio segreto,(non credo che i
Volturi avrebbero gradito che un umana sapesse il nostro segreto,ma io mi
fidavo di lei) e mi aveva chiesto di trasformarla non appena avesse compiuto 18
anni, aveva voluto aspettare per non dover passare l'eternità da minorenne.
Se non fosse stato per mio fratello Manuel sarei stata quasi sempre sola, mio
fratello era l'unico vampiro giovane che conoscevo, non era proprio mio
fratello...lui era stato trasformato..non era un mezzo umano come me...io ero
nata perché mia madre voleva disperatamente una figlia e allora mio padre ne
aveva fatta una con un umana che era morta dandomi alla luce, e la mia attuale
madre Milena mi aveva preso come una figlia, o almeno così mi avevano
raccontato quando avevo 12 anni cioè 2 anni fa...volevo bene a mio fratello,ed
ero molto protettiva nei suoi confronti , tutte
le ragazze della scuola dicevano
che era bellissimo con quei suoi occhi verdi il fisico atletico e i capelli
biondo cenere...
il preside interruppe i miei pensieri entrando in classe, tutti furono felici
che qualcosa fermasse quella noiosissima lezione...
< Salve professoressa, scusi se interrompo la lezione ma è arrivato il nuovo
ragazzo di qui le avevo parlato >
da dietro di lui apparve un ragazzo, molto alto, con i capelli nerissimi e
degli occhi grigi, aveva uno sguardo penetrante, quasi ipnotico, però
stranamente
quegli occhi per me erano muti, non proprio muti, però era come se non li
capissi,entrai nel panico, ero abituata a sapere tutto di tutti leggendone i
pensieri… era uno shock sapere che c’era qualcuno immune al mio potere, mi
isolai dai pensieri degli altri, e spostai tutta la mia attenzione sulla mente
dello sconosciuto, con scarsi risultati.
< Si chiama Daniel> continuò il preside < viene da Detroit ,
comportatevi bene con lui mi raccomando >
poi il preside uscii.
< allora Daniel parli spagnolo? >disse la prof con un sorriso, Daniel le
rispose con uno spagnolo perfetto ma non migliore del mio...
< bene vedo che abbiamo un altro genio...> disse la prof seccata di avere
un altro alunno che parlasse spagnolo meglio di lei
spostai lo zaino e lo posai per terra, lui si diresse verso il posto accanto al
mio.
Quando si fu seduto la prof ricomincio a spiegare,ma a me non importava niente
della lezione, ero catturata da quegli occhi, cercavo di capire cosa dicessero.
Ma era inutile, probabilmente avvertì che lo stavo fissando perché si giro e
per qualche secondo i nostri sguardi si incontrarono, io abbassai gli occhi ma
sentivo che lui continuava a guardarmi, poi anche lui sposto lo sguardo sulla
lavagna. Rinunciai a decifrare i suoi pensieri e mi dedicai a capire il più
possibile su questo strano ragazzo.
Inspirai dal naso assorbendo il suo odore, non era un vampiro, neanche un
licantropo, ma non era completamente umano. Non avevo mai sentito un odore del
genere.
I resto dell’ora fu un incubo, mi sforzai di entrare in quella mente blindata,
e prestai poca attenzione alla lezione, ma poco importava, qualsiasi cosa
stesse spiegando la professoressa, la sapevo meglio di lei, i miei genitori
avevano iniziato a insegnarmi lo spagnolo, il francese e il tedesco quando
avevo 2 anni.
All’improvviso il ragazzo nuovo mi parlo.
< non sei di queste parti vero? > mi chiese, il suono della sua voce era
basso e profondo, ma melodioso.
< veramente no, sono di Boston, da cosa l'hai capito? >
< sei troppo carina per questo posto sperduto.>
Non feci caso al complimento, continuai a indagare.
< e perché hai lasciato Detroit per venire in un paesino come Olympia? >
volevo sapere il più possibile su quel ragazzo...
< mi ci hanno trascinato i miei genitori...qui sembra così noioso...>
< non è così male. ci si abitua.>
< beh se conosco qualcuno però sarà più facile ambientarmi.>
dove voleva arrivare? < si hai ragione.>mi dava sui nervi non capire che
cosa gli passasse per la testa.
< allora? > mi accorsi che presa dalla concentrazione non gli avevo
risposto. pensai se potevo permettermi di uscire con quello strano tipo...non
sapevo perché ma mi attraeva, quegli occhi penetranti sommati alla voce profonda
e suadente erano un arma micidiale, e allo stesso tempo era come se qualcosa
nella mia testa mi dicesse di stargli alla larga. non che avessi paura, l'unica
persona in grado di darmi del filo da torcere in combattimento era Devon, il
licantropo, come forza fisica eravamo uguali. da piccoli quando eravamo amici i
nostri combattimenti duravano per ore senza che nessuno dei due prevalesse
sull'altro...anche se io ero avvantaggiata perché gli leggevo nel pensiero lui
cercava di seguire solo l'istinto...poi lui aveva scoperto di essere un
licantropo e i nostri genitori ci avevano separati. < alle sette?> in
quel momento suonò la campanella. < certo, certo>dissi un po’ stordita.
quel ragazzo mi faceva uno strano effetto…di solito avevo la risposta pronta,
ma quel tipo rallentava i miei riflessi.
< allora ciao ci vediamo sabato, ti passo a prendere ciao!>
prima che potessi ribattere era sparito, mi avviai veloce verso il parcheggio,
volevo solo andare a casa e non pensare più a quello strano incontro.
Vidi mio fratello che parlava al telefono appoggiato alla nostra macchina (un
BMW X5,l’avevo detto ai miei che quella macchina era esagerata per quel paesino
sperduto, ma mio fratello aveva insistito e alla fine l’avevano comprata). nei
pensieri di Manuel c'era preoccupazione, ma quando mi vide chiuse la telefonata
ed entro in macchina aspettandomi
io entrai e mi sedetti. quando la portiera fu chiusa provai a leggere nei suoi
pensieri ma lui cercava di buttarmi fuori dalla sua mente in tutti i modi
< Manuel che succede?.>
< Niente.>
< avanti Manuel, sai che mi dà sui nervi non sapere le cose, dimmelo>
iniziavo ad arrabbiarmi, mio fratello e i miei mi nascondevano qualcosa. <
Manuel sei
insopportabile, sai che non
sopporto di starti vicino quando mi chiudi la mente.> Manuel era l’unico che
poteva chiudermi fuori dalla sua mente se voleva, e non lo sopportavo quando lo
faceva. < allora non sopportarmi, scendi e vai a piedi> disse secco lui.
< è esattamente quello che farò!> scesi dalla macchina sbattendo la
portiera che si incrino leggermente, lui ripartì a razzo. Mi sentivo strana, la
rabbia era alle stelle, Manuel non era mai stato così brusco, sentivo caldo,
troppo caldo… non era normale, improvvisamente sentì che i battiti del mio
cuore acceleravano, istintivamente mi inginocchiai, il cuore mi batteva così
forte da sembrare che da un momento all’altro il mio petto si sarebbe aperto in
due,emisi un gemito, ero così presa dal dolore che non mi accorsi di quello che
mi stava succedendo, sulle mie braccia cresceva velocissimo del pelo bianco, i
miei denti si allungavano di più di quando ero una vampira, fino a diventare
delle zanne, le mie unghie erano artigli, quando tutto fu finito, mi accorsi
che ero a quattro zampe ed ero completamente ricoperta di pelo bianco, al posto
del mio viso c’era un muso allungato,simile a quello dei cani, Corsi a
guardarmi nel laghetto del bosco affianco alla strada, per un momento non mi
riconobbi nell’immagine che si specchiava nel lago, era un bellissimo, enorme
lupo bianco, il pelo bianco aveva dei bellissimi riflessi violetti che gli
davano un aria di maestosità, avevo sempre pensato che il pelo di Devon fosse
bellissimo ma questo lo superava. Poi realizzai che quel magnifico lupo bianco
ero io! Ma come era possibile? io non ero una licantropa,i miei genitori
dovevano spiegarmi un paio di cose, però rima dovevo tornare normale, non
potevo tornare a casa in quello stato!
cercai di ricordare dell’unica volta che Devon mi aveva parlato di come si
trasformava, quando mi aveva spiegato cosa era diventato, io me ne ero andata
sconvolta, lui mi aveva detto che c’erano 2 modi di trasformarsi, uno era
provando una grandissima rabbia, altrimenti bisognava entrare in un particolare
stato mentale, sgombrare la mente, e vedere nella testa la propria immagine da
lupo, aveva detto che all’inizio bisogna fare pratica, ma poi si impara anche a
trasformarsi con un solo pensiero, comunque a me non importava diventare di
nuovo un lupo, volevo sapere come tornare umana! Forse se avessi utilizzato il
secondo metodo però pensando a me come persona avrebbe funzionato, mi sdraiai,
o meglio, mi accucciai a terra e sgombrai la mente, poi dal nulla della mia
testa feci spuntare la mia immagine, dopo qualche tentativo ci riuscì e
fortunatamente tornai normale, mi tastai le braccia e il viso contenta di
essere tornata nel mio corpo, mi ripromisi di non arrabbiarmi mai più, non ci
tenevo a tornare come prima, correi verso casa cercando di dimenticare quello
che mi era successo, ma l’immagine del bellissimo lupo bianco tornava nella mia
mente… e desideravo di poter diventare di nuovo quella creatura straordinaria
Era impossibile dimenticare,l’unica cosa da fare era capire cosa mi stava
succedendo.