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Autore: NeNa_94    30/09/2010    1 recensioni
Una radura, una vasta radura, si. sono proprio in tanti, ma anche noi siamo in tanti. loro ci vengono incontro. finalmente siamo ad armi pari, impossibile capire chi rimarrà vivo alla fine. Aspettiamo solo un segnale. Un ordine dalle menti avversarie e ci lanceremo contro di loro, non se lo aspettano. Abbiamo tanti talenti tra noi.
salverò coloro che amo o morirò nel tentativo. non avrebbe senso vivere senza di loro. Non ho paura della morte.
Io sono la morte.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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capitolo 1

1 capitolo

Una radura, una vasta radura, si. sono proprio in tanti, ma anche noi siamo in tanti. loro ci vengono incontro. finalmente siamo ad armi pari, impossibile capire chi rimarrà vivo alla fine. Aspettiamo solo un segnale. Un ordine dalle menti avversarie e ci lanceremo contro di loro, non se lo aspettano. Abbiamo tanti talenti tra noi.
salverò coloro che amo o morirò nel tentativo. non avrebbe senso vivere senza di loro. Non ho paura della morte.
Io sono la morte.


Da quando Kate si era "trasferita" (morta, uccisa da qualcuno che cercavo da 3 giorni) la scuola sembrava ancora più monotona... fuori pioveva a dirotto...mi chiesi per l'ennesima volta quale fosse il motivo per cui i miei avevano deciso di trasferirsi proprio qui ad Olympia. mi torno in mente la conversazione..

-vedrai che non è poi così male! non è molto diverso da Boston.-
diceva mia madre.
-e poi ci sono 250 giorni di pioggia all'anno!-
diceva mio padre

non capivo perché li entusiasmasse tanto la pioggia. erano dei vampiri modello Milena e John, odiavano il sole, io invece lo adoravo,non mi interessava che la mia pelle brillasse se mi esponevo ai suoi raggi,appena era una bella giornata andavo subito sul tetto a godermi il suo calore visto
che non potevo andare a scuola, mentre mia madre e mio padre se ne stavano chiusi in casa.
dato che pioveva da due giorni( e credo che avrebbe continuato per molto) erano tutti di cattivo umore, la professoressa Jasian stava spiegando come coniugare il verbo andare in spagnolo. anche se io lo sapevo già...anche se avevo solo 17 anni avevo il cervello di una laureata di 30 ma nessuno sapeva il perché, apparte Kate; mi stavo annoiando a morte...non che non avessi altre amiche,conoscenti visto che quasi tutti seguivano il loro istinto e si tenevano alla larga da me,ma Kate era l'unica a sapere il mio segreto,(non credo che i Volturi avrebbero gradito che un umana sapesse il nostro segreto,ma io mi fidavo di lei) e mi aveva chiesto di trasformarla non appena avesse compiuto 18 anni, aveva voluto aspettare per non dover passare l'eternità da minorenne.
Se non fosse stato per mio fratello Manuel sarei stata quasi sempre sola, mio fratello era l'unico vampiro giovane che conoscevo, non era proprio mio fratello...lui era stato trasformato..non era un mezzo umano come me...io ero nata perché mia madre voleva disperatamente una figlia e allora mio padre ne aveva fatta una con un umana che era morta dandomi alla luce, e la mia attuale madre Milena mi aveva preso come una figlia, o almeno così mi avevano raccontato quando avevo 12 anni cioè 2 anni fa...volevo bene a mio fratello,ed ero molto protettiva nei suoi confronti , tutte

le ragazze della scuola dicevano che era bellissimo con quei suoi occhi verdi il fisico atletico e i capelli biondo cenere...
il preside interruppe i miei pensieri entrando in classe, tutti furono felici che qualcosa fermasse quella noiosissima lezione...
< Salve professoressa, scusi se interrompo la lezione ma è arrivato il nuovo ragazzo di qui le avevo parlato >
da dietro di lui apparve un ragazzo, molto alto, con i capelli nerissimi e degli occhi grigi, aveva uno sguardo penetrante, quasi ipnotico, però stranamente
quegli occhi per me erano muti, non proprio muti, però era come se non li capissi,entrai nel panico, ero abituata a sapere tutto di tutti leggendone i pensieri… era uno shock sapere che c’era qualcuno immune al mio potere, mi isolai dai pensieri degli altri, e spostai tutta la mia attenzione sulla mente dello sconosciuto, con scarsi risultati.
< Si chiama Daniel> continuò il preside < viene da Detroit , comportatevi bene con lui mi raccomando >
poi il preside uscii.
< allora Daniel parli spagnolo? >disse la prof con un sorriso, Daniel le rispose con uno spagnolo perfetto ma non migliore del mio...
< bene vedo che abbiamo un altro genio...> disse la prof seccata di avere un altro alunno che parlasse spagnolo meglio di lei
spostai lo zaino e lo posai per terra, lui si diresse verso il posto accanto al mio.
Quando si fu seduto la prof ricomincio a spiegare,ma a me non importava niente della lezione, ero catturata da quegli occhi, cercavo di capire cosa dicessero. Ma era inutile, probabilmente avvertì che lo stavo fissando perché si giro e per qualche secondo i nostri sguardi si incontrarono, io abbassai gli occhi ma sentivo che lui continuava a guardarmi, poi anche lui sposto lo sguardo sulla lavagna. Rinunciai a decifrare i suoi pensieri e mi dedicai a capire il più possibile su questo strano ragazzo.
Inspirai dal naso assorbendo il suo odore, non era un vampiro, neanche un licantropo, ma non era completamente umano. Non avevo mai sentito un odore del genere.
I resto dell’ora fu un incubo, mi sforzai di entrare in quella mente blindata, e prestai poca attenzione alla lezione, ma poco importava, qualsiasi cosa stesse spiegando la professoressa, la sapevo meglio di lei, i miei genitori avevano iniziato a insegnarmi lo spagnolo, il francese e il tedesco quando avevo 2 anni.
All’improvviso il ragazzo nuovo mi parlo.
< non sei di queste parti vero? > mi chiese, il suono della sua voce era basso e profondo, ma melodioso.
< veramente no, sono di Boston, da cosa l'hai capito? >
mi sorrise e io ricambiai un po’ diffidente
< sei troppo carina per questo posto sperduto.>
Non feci caso al complimento, continuai a indagare.
< e perché hai lasciato Detroit per venire in un paesino come Olympia? > volevo sapere il più possibile su quel ragazzo...
< mi ci hanno trascinato i miei genitori...qui sembra così noioso...>
< non è così male. ci si abitua.>
< beh se conosco qualcuno però sarà più facile ambientarmi.>
dove voleva arrivare? < si hai ragione.>mi dava sui nervi non capire che cosa gli passasse per la testa.
lo disse con un tono strano, io mi scervellai per entrare nella sua testa e capire cosa voleva, mi sforzai mentalmente come non avevo mai fatto prima.
< allora? > mi accorsi che presa dalla concentrazione non gli avevo risposto. pensai se potevo permettermi di uscire con quello strano tipo...non sapevo perché ma mi attraeva, quegli occhi penetranti sommati alla voce profonda e suadente erano un arma micidiale, e allo stesso tempo era come se qualcosa
nella mia testa mi dicesse di stargli alla larga. non che avessi paura, l'unica persona in grado di darmi del filo da torcere in combattimento era Devon, il licantropo, come forza fisica eravamo uguali. da piccoli quando eravamo amici i nostri combattimenti duravano per ore senza che nessuno dei due prevalesse sull'altro...anche se io ero avvantaggiata perché gli leggevo nel pensiero lui cercava di seguire solo l'istinto...poi lui aveva scoperto di essere un licantropo e i nostri genitori ci avevano separati. < alle sette?> in quel momento suonò la campanella. < certo, certo>dissi un po’ stordita. quel ragazzo mi faceva uno strano effetto…di solito avevo la risposta pronta, ma quel tipo rallentava i miei riflessi.
< allora ciao ci vediamo sabato, ti passo a prendere ciao!>
prima che potessi ribattere era sparito, mi avviai veloce verso il parcheggio, volevo solo andare a casa e non pensare più a quello strano incontro.
Vidi mio fratello che parlava al telefono appoggiato alla nostra macchina (un BMW X5,l’avevo detto ai miei che quella macchina era esagerata per quel paesino sperduto, ma mio fratello aveva insistito e alla fine l’avevano comprata). nei pensieri di Manuel c'era preoccupazione, ma quando mi vide chiuse la telefonata ed entro in macchina aspettandomi
io entrai e mi sedetti. quando la portiera fu chiusa provai a leggere nei suoi pensieri ma lui cercava di buttarmi fuori dalla sua mente in tutti i modi
< Manuel che succede?.>
< Niente.>
< avanti Manuel, sai che mi dà sui nervi non sapere le cose, dimmelo>
iniziavo ad arrabbiarmi, mio fratello e i miei mi nascondevano qualcosa. < Manuel sei
insopportabile, sai che non sopporto di starti vicino quando mi chiudi la mente.> Manuel era l’unico che poteva chiudermi fuori dalla sua mente se voleva, e non lo sopportavo quando lo faceva. < allora non sopportarmi, scendi e vai a piedi> disse secco lui. < è esattamente quello che farò!> scesi dalla macchina sbattendo la portiera che si incrino leggermente, lui ripartì a razzo. Mi sentivo strana, la rabbia era alle stelle, Manuel non era mai stato così brusco, sentivo caldo, troppo caldo… non era normale, improvvisamente sentì che i battiti del mio cuore acceleravano, istintivamente mi inginocchiai, il cuore mi batteva così forte da sembrare che da un momento all’altro il mio petto si sarebbe aperto in due,emisi un gemito, ero così presa dal dolore che non mi accorsi di quello che mi stava succedendo, sulle mie braccia cresceva velocissimo del pelo bianco, i miei denti si allungavano di più di quando ero una vampira, fino a diventare delle zanne, le mie unghie erano artigli, quando tutto fu finito, mi accorsi che ero a quattro zampe ed ero completamente ricoperta di pelo bianco, al posto del mio viso c’era un muso allungato,simile a quello dei cani, Corsi a guardarmi nel laghetto del bosco affianco alla strada, per un momento non mi riconobbi nell’immagine che si specchiava nel lago, era un bellissimo, enorme lupo bianco, il pelo bianco aveva dei bellissimi riflessi violetti che gli davano un aria di maestosità, avevo sempre pensato che il pelo di Devon fosse bellissimo ma questo lo superava. Poi realizzai che quel magnifico lupo bianco ero io! Ma come era possibile? io non ero una licantropa,i miei genitori dovevano spiegarmi un paio di cose, però rima dovevo tornare normale, non potevo tornare a casa in quello stato!
cercai di ricordare dell’unica volta che Devon mi aveva parlato di come si trasformava, quando mi aveva spiegato cosa era diventato, io me ne ero andata sconvolta, lui mi aveva detto che c’erano 2 modi di trasformarsi, uno era provando una grandissima rabbia, altrimenti bisognava entrare in un particolare stato mentale, sgombrare la mente, e vedere nella testa la propria immagine da lupo, aveva detto che all’inizio bisogna fare pratica, ma poi si impara anche a trasformarsi con un solo pensiero, comunque a me non importava diventare di nuovo un lupo, volevo sapere come tornare umana! Forse se avessi utilizzato il secondo metodo però pensando a me come persona avrebbe funzionato, mi sdraiai, o meglio, mi accucciai a terra e sgombrai la mente, poi dal nulla della mia testa feci spuntare la mia immagine, dopo qualche tentativo ci riuscì e fortunatamente tornai normale, mi tastai le braccia e il viso contenta di essere tornata nel mio corpo, mi ripromisi di non arrabbiarmi mai più, non ci tenevo a tornare come prima, correi verso casa cercando di dimenticare quello che mi era successo, ma l’immagine del bellissimo lupo bianco tornava nella mia mente… e desideravo di poter diventare di nuovo quella creatura straordinaria Era impossibile dimenticare,l’unica cosa da fare era capire cosa mi stava succedendo.       

  
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