Ten
little things that make me love (hate) you ♥
Yurij
stringeva spasmodicamente la mano che Kei aveva intrecciato con la sua;
vi si
aggrappava come ad una dolce speranza, e non esisteva nulla
di più appagante
che ricevere una medesima stretta in cambio.
Petto contro petto,
respiravano l’uno
l’aria dell’altro.
Kei
sentiva tutto e niente.
Avvertiva
i gemiti di Yurij sotto di lui forse
forti, forse rochi… Ed allo
stesso modo il frastuono silenzioso della notte lo ossessionava.
Si
perdeva, Hiwatari, preda assoluta dei suoi sensi e diveniva
soddisfacente anche
solo accarezzare le labbra del ragazzo tra le sue braccia.
Sì,
in quell’attimo esistevano unicamente i petali arrossati ed un po’
gonfi del
bel giglio che, mossi dal vento,
bisbigliavano concitati.
“Kei…”
Yurij
percepiva il proprio cuore implodere.
Stretto
al torace del giapponese, tra il sudore e gli ansiti, avvertiva ogni
spinta
scandita dal ritmo dei sospiri.
Era come musica.
Il
battito all’unisono dei loro cuori, infatti, rappresentava la batteria a sostegno di quella grandiosa melodia
Oh,
scivolava tra loro, il dolce suono, colmando l’udito dei due amanti…
Bacino contro bacino, si
infiammavano.
Le
dita della mano di Kei non stretta in quella di Yurij premevano su
d’una coscia
del russo: la studiavano dolcemente, per poi agguantarla con fermezza e
possessive.
“Mio!” ; sembravano gridare nel buio, mentre godevano della morbidezza di quella cute.
Lentamente,
poi, il profumo delle loro pelli inumidite
dal calore colmava la stanza scura e, assuefante, l’aroma si
mescolava a
quel concerto strumentale sempre
crescente.
Le loro voci non
esistevano…
O,
forse, s’erano perdute l’una nell’altra, sprofondate e divenute nulle nell’intensità d’un bacio.
Ivanov
sentiva la propria anima scuotersi.
S’agitava,
come a volersi sollevare da quel corpo intrappolato tra ferme braccia,
per innalzarsi
verso Kei e legarsi definitivamente alle membra amate.
Solo suo.
Si
perdeva nello sguardo di Hiwatari, che ancora lo possedeva con premura.
“Ho bisogno di te.”
Quelle
parole scivolarono in un fioco bisbiglio ed in un gemito dalla bocca di
Yurij, così
come fece l’orgasmo che bagnò le sue cosce.
Con
un fremito sigillò i propri occhi azzurri -languidi
e lucidi-, aggrappandosi alle
spalle di Kei.
“Anch’io…”
La
risposta, né forzata, né -soprattutto-
inaspettata giunse fievole al suo orecchio.
Sorrise,
come solo il giapponese l’aveva
spinto a fare.
Il profumo che ancora
circondava i loro
stretti corpi nudi bastava più di mille parole o gesti.
Ammetto che sono abbastanza
soddisfatta di quest’ultima flash… E’ la prima volta che scrivo di una
scena di
sesso senza soffermarmi anche sui
particolari dell’atto, rendendola lemon.
Poi, ritengo che sia un buon modo per concludere una fic dedicata alla
quotidianità ^^.
Bhé, spero possa esservi
piaciuto anche quest’ultimo capitolo.
Un bacio,
Iria.
Sybelle
Redeagle
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