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Autore: EmmyScarlet    01/10/2010    0 recensioni
« Leone! » interloquì il Boscaiolo di latta. « Grazie, credo che questo sia un discorso completamente diverso. »
« Ma me l’ha chiesto lui » sbuffò il Leone, imbronciato. « Io non pretendo di capire tutte queste sciocchezze, ma la cosa più facile non sarebbe dirglielo e basta? »
« Ma non funziona così! » disse il Boscaiolo di latta sconvolto. « Ci sono, beh, sai – romanticismo, e fiori, e poesia. »
« Io ho un fiore » disse lo Spaventapasseri, mostrando la margherita. « Funzionerà? »
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Boscaiolo di Latta, Dorothy Gale, Leone Codardo, Spaventapasseri
Note: Movieverse, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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I think I love you most of all

 

 

 

 

Avanti e indietro. Avanti e indietro. Avanti e indietro.

Il Boscaiolo di latta guardava il suo amico Spaventapasseri camminare su e giù nel campo. La cosa andava avanti da tanto tempo che ai suoi piedi si stava creando un fossato. E lo Spaventapasseri continuava a camminare, una margherita ben stretta in una mano. Gesticolava furiosamente con entrambe le braccia, e parlava da solo.

Il Leone Codardo trotterellò fin dove il Boscaiolo di latta era appoggiato allo steccato. Si lasciò cadere accanto a lui, e a sua volta continuò a guardare lo Spaventapasseri per un po’ prima di parlare.

« Cos’è accaduto allo Spaventapasseri? Il suo nuovo cervello si è guastato? »

Il Boscaiolo di latta emise un suono che avrebbe potuto essere uno sbuffo; o forse era solo il cigolio di un’articolazione. « Non che io sappia, Leone. Per quanto ne so sta cercando il coraggio di dire a Dorothy che è innamorato di lei. »

« Oh, quello » disse il Leone in tono di sufficienza.

Aspettavano quel momento fin da quando Dorothy era tornata da loro, portando con sé i suoi Zia Emma e Zio Henry. A quanto pareva la stella del Kansas stava sperimentando qualcosa che Dorothy chiamava ‘la Depressione’ e lei e la sua famiglia avevano dovuto lasciare la loro fattoria. Così, Dorothy aveva chiamato Glinda, la Buona Strega del Nord, ed insieme agli zii era tornata ad Oz. Quel giorno stesso ci sarebbe stata una grande fiera per festeggiare il ritorno di Dorothy.

A dire il vero, il Leone si era aspettato che lo Spaventapasseri si dichiarasse secoli prima. Tutti sapevano che l’uomo di paglia si era innamorato di Dorothy fin dal momento in cui si erano conosciuti. In effetti l’unica che sembrava non sapere nulla era la stessa Dorothy. Il che probabilmente spiegava l’inquietudine dello Spaventapasseri. Anche se il Leone aveva i suoi dubbi che lei non conoscesse o non condividesse i suoi sentimenti. Insomma, dai, seriamente: “Tu mi mancherai più di tutti”? Persino lui capiva che lo Spaventapasseri non aveva nulla di cui preoccuparsi!

A proposito dello Spaventapasseri, doveva essersi stancato di passeggiare, perché ora camminava dritto verso i suoi amici. Era demoralizzante vedere il povero uomo di paglia così triste.

« Sei arrivato a una soluzione? » gli chiese gentilmente il Boscaiolo di latta.

Lo Spaventapasseri scosse tristemente la testa. « Pensavo che quando avrei avuto un cervello sarei stato in grado di risolvere qualsiasi problema. »

« Sì, però l’amore non è un problema del cervello, ma del cuore » replicò il Boscaiolo, battendosi un paio di volte sul petto di latta. « Quindi devi pensare con il cuore, non con il cervello. »

L’idea sembrò confondere un po’ lo Spaventapasseri. Si rivolse al Leone. « E tu, Leone? La tua specie come si comporta in questi casi? »

Il Leone finì di lavarsi il muso con una delle zampe massicce ed inclinò il capo. « Beh, per i leoni non si tratta veramente di amore. Trovi la signora leone più bella, ti pavoneggi un po’ e la impressioni, e combatti tutti i possibili rivali. Poi vai dietro di lei e… »

« Leone! » interloquì il Boscaiolo di latta. « Grazie, credo che questo sia un discorso completamente diverso. »

« Ma me l’ha chiesto lui » sbuffò il Leone, imbronciato. « Io non pretendo di capire tutte queste sciocchezze, ma la cosa più facile non sarebbe dirglielo e basta? »

« Ma non funziona così! » disse il Boscaiolo di latta sconvolto. « Ci sono, beh, sai – romanticismo, e fiori, e poesia. »

« Io ho un fiore » disse lo Spaventapasseri, mostrando la margherita. « Funzionerà? »

Forse il Boscaiolo di latta aveva alzato gli occhi al cielo; era difficile a dirsi. « Voglio solo dire che ci sono molti modi per affrontare la cosa. Lo Spaventapasseri non può semplicemente andare da Dorothy e dirglielo. »

« Dirmi cosa? »

Ci fu un altro squittio, ma stavolta non proveniva dal Boscaiolo di latta. Non che qualcuno riuscisse a capire come potesse un uomo di paglia produrre un suono simile. Dorothy non sembrò accorgersi di nulla; sorrise ai suoi amici, i capelli scuri e il vestitino azzurro svolazzanti nella lieve brezza che si era levata.

« Coraggio, Leone » disse il Boscaiolo di latta, allontanandosi cautamente. « Faremmo meglio ad andare. Dopotutto abbiamo promesso che avremmo dato una mano con i preparativi per la fiera. »

« Ma io voglio restare a… » esordì il Leone, ma si fermò non appena il Boscaiolo di latta lo fissò sollevando l’ascia sopra la spalla. Non era più un codardo, ma non era neppure un leone suicida. Sospirò, e si trascinò dietro al Boscaiolo di latta, che sollevò il berretto ad imbuto all’indirizzo di Dorothy prima di lasciare soli i due amici.

« Beh, si comportano certo in modo strano » disse Dorothy, osservando la loro ritirata prima di tornare a guardare lo Spaventapasseri, che stava torcendo nervosamente la margherita. « E anche tu. Qualcosa non va, Spaventapasseri? »

« Io – ehm – volevo dirti che… » balbettò lo Spaventapasseri. « Ho un fiore per te. »

« Grazie » gli disse Dorothy, e s’infilò la margherita dietro l’orecchio. « Adesso però dimmi la verità, Spaventapasseri. So che c’è qualcosa che ti turba; vuoi dirmi di cosa si tratta? A me puoi dire tutto, lo sai. »

Adesso o mai più. Lo Spaventapasseri raddrizzò la sua spina dorsale inesistente, raccolse tutto il coraggio che aveva, ed esclamò: « Dorothy, io ti voglio bene. »

Aspettò che ridesse, o peggio, che restasse in un silenzio sconvolto per poi correre via urlando. Quel che lo Spaventapasseri non si aspettava era che Dorothy gli rivolgesse invece un bellissimo sorriso prima di sollevarsi sulle punte dei piedi e posargli sulle labbra il bacio più dolce che avesse mai sperato di ricevere.

Poi, lei si ritrasse leggermente e disse: « Era questo? Ti voglio bene anch’io, Spaventapasseri. Avrei creduto che qualcuno con un cervello fino come il tuo lo sapesse già da tempo… Adesso andiamo, non vogliamo arrivare in ritardo alla fiera. »

Lo Spaventapasseri restò lì stupefatto, mentre Dorothy iniziava ad allontanarsi. Non sapeva per quanto tempo sarebbe rimasto là immobile se lei non si fosse accorta che lui non le era accanto. Lo guardò, scuotendo la testa e ridendo appena, prima di prenderlo per mano e guidarlo fuori dal campo.

Lentamente, mentre camminavano insieme, un sorriso si formò sul volto dello Spaventapasseri. Dovette fermarsi e voltarsi verso Dorothy e baciarla, perché adesso poteva farlo, prima di rincamminarsi insieme a lei. Lei sorrise e rise ancora e disse che era stato uno sciocco a preoccuparsi così tanto.

Anche se adesso aveva il suo cervello, lo Spaventapasseri capiva che c’erano ancora delle cose che non avevano alcuna spiegazione logica, come l’amore. Però, davvero, gli andava bene così.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note di traduzione

 

- Il titolo si rifà alla frase con cui Dorothy dice addio allo Spaventapasseri, “I think I’ll miss you most of all” (in italiano “Tu mi mancherai più di tutti”).

- Il fatto che ci si riferisca al Kansas come ad una ‘stella’ dipende dal fatto che nel film, quando Dorothy si ritrova nel paese dei Mastichini, Glinda canta agli abitanti di “venire a vedere la ragazza che è caduta da una stella […] e dice che la stella si chiama Kansas” (“meet the young lady who fell from a star […] and Kansas, she says, is the name of the star”).

- Quel “Ti voglio bene” avrebbe dovuto essere un “Io ti amo”; ma con tutta la buona volontà, non ce lo vedo proprio lo Spaventapasseri a parlare così. xD Per fortuna “I love you” si presta ad entrambe le forme italiane.

 

A questo indirizzo lo scritto originale.

 

Aya Lawliet

   
 
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