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Autore: Barsine    03/11/2005    3 recensioni
Voglio tornare ad essere il Gran Re. Anzi, il Gran Re più potente del mondo!
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Alessandro il Grande, Efestione
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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SOGNO DI UNA NOTTE DI MEZZA ESTATE

PREZZEMOLO, SALVIA, ROSMARINO E TIMO

Prologo

 

 

 

 

 

 

   Besso ridacchiava e ingurgitava fiumi di vino assieme ai suoi scagnozzi, parlava di donne e ruttava mentre si accarezzava l’ispida barba ricciuta e si passava poi la mano sul ventre rigonfio. Gongolava grossolanamente indicando la tenda sfarzosa dentro la quale era sbattuto Dario III, pallido e smagrito, tagliato in due dalla luce della luna che filtrava come una lama attraverso la fenditura della tenda.

   “Ridete, ridete, razza di infami” pensava il re ormai in declino “Dario III non ha mai esaurito le sue risorse.”.  Si guardò cautamente intorno per accertarsi di essere solo, infilò una mano tra le pieghe dell’ampia veste che lo copriva e tirò fuori una lampada ad olio, “Finalmente” esultò tra sé e sé, e la strofinò tre volte.

Un vero Genio dalla prominente pancia blu fece prontamente capolino dalla lampada, incrociò le mani sul petto e puntò gli occhi sull’incredulo Dario. «O tu che mi hai invocato, misero…»

«Non so se sia la tua formula di benvenuto» puntualizzò Dario agitando una mano per aria «Ma io sarei ancora un re. Per la precisione, il re dell’impero più grande e glorioso che il mondo abbia mai conosciuto.»

Il Genio si permise una risata sommessa. «Perdonami, padrone, ma ridotto così non avrei mai indovinato»

Dario scosse la testa «Infatti, non mi sembra sia tua pertinenza indovinare alcunché. Tu devi solo esaudire i miei tre desideri!»

«Che padrone antipatico! Non vedo l’ora di sbrigare questa dolorosa faccenda; quindi, avanti, chiedi pure.»

«Allora…» aggrovigliò nervosamente un dito fra la sua lunga barba ricciuta «per prima cosa, voglio tornare ad essere il Gran Re. Anzi, il Gran Re più potente del mondo!»

Il Genio agitò freneticamente le mani nell’aria. «Così sia!»

«E poi… e poi voglio al mio servizio tutti i più valorosi soldati macedoni!»

Il Genio ripeté ancora gli strani movimenti con le mani. «Così sia!»

«E poi… poi…» si portò una mano alla nuca e si grattò come per far uscire qualche idea «E poi… ah! E poi voglio che Alessandro diventi il mio servetto personale…» strofinò famelicamente i palmi delle mani e tirò le labbra in un ghigno malefico.

Il Genio per la terza volta agitò le mani nell’aria e alla fine tuonò: «Io esaudirò i tuoi desideri, ma attenzione: alla tua corte, due persone porteranno due orecchini uguali dai quali non potranno separarsi. Dalla loro comunione l’incantesimo svanirà e tutto tornerà come prima!»

«Come sarebbe? Ma… che razza di Genio sei?» si sbilanciò contro il Genio tentando di afferrarlo, ma quello alzò le mani al cielo e cominciò a girare vorticosamente su stesso. «Cosa significa? Spiegami meglio!»

«Ah ah ah! Addio, padrone antipatico!»

   Ci fu un lampo, un bagliore, un fascio di luce intensa pervase in un attimo la tenda illuminandola come se fosse giorno, e si sentirono solo le urla allarmate di Besso e dei suoi soldati.

 

  
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