Fanfic su attori > Coppia Gyllenhaal/Ledger
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Autore: Irishkoala    05/10/2010    4 recensioni
Una proposta che può cambiarti la vita. L'incontro che non ti aspetteresti mai ma che stai cercando da sempre, perchè vuoi che succeda. Non lo ammetti a te stesso, ma non riesci a tirarti indietro, perchè sai che lo vuoi. Il problema è rischiare, fidarsi, accettare nuove sfide, anche se sembrano completamente distanti dalle tue concenzioni. Niente te lo impedisce, ma niente ti obbliga ugualmente.
Sei tu che decidi e, per una volta, potrebbe essere la scelta buona che ti cambierà per sempre. In quell'unica maniera per cui non avresti mai pensato che sarebbe accaduto proprio a te.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Love Is A Force Of Nature'
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Come per il precedente capitolo troverete i numerini tra parentesi durante la lettura che vi porteranno alle foto che Heath sta facendo :)
Buona Lettura
kisss






~Tre.

What r u doin'?




Le cose erano diventate ancora più interessanti ora che sapeva che fosse un attore.

Non l'avrebbe mai immaginato di beccarne uno così al primo colpo e in maniera inaspettata ma gli sembrava di aver fatto la scoperta della sua vita, nonché di aver incontrato quel qualcuno che cercava da sempre.

Non era mai stato così esaltato nel dover fare delle foto a una persona, nonostante si sentisse sempre su di giri ogni volta che era al lavoro. Ma con lui era diverso.

Era come se, ad ogni scatto, lo facesse sempre più suo, più vicino e più intoccabile. Non avrebbe voluto che nessun altro lo fotografasse se non lui e quello che lo sorprendeva era che sentiva molto di più di tutto quello.

Avrebbe voluto averlo per sempre davanti ad un obiettivo, da quel momento in poi, ma anche averlo più vicino. Poter osare gesti e parole che non avrebbe detto neanche ad una donna, nemmeno se gli fosse piaciuta.

Invece sentiva che con lui voleva farlo.

Bastava solo inserire quel nuovo rullino e aspettare. Ormai, da un lato, aveva abboccato all'amo, dall'altro c'era ancora una carta da giocare.


Terminai di infilarmi i vestiti che Naomi stava continuando a passarmi di fretta, allo stesso tempo recuperando gli altri sul braccio che mi sarei dovuto cambiare tra uno scatto e l'altro.

Non avevo neanche fatto in tempo a entrare che Sienna mi aveva 'acchiappato' e spedito in un camerino completamente diverso da quello di due giorni prima, decisamente più grande e pieno di gente.

Per una buona mezz'ora, aspettando Naomi, avevo sentito lo sguardo addosso della maggior parte di modelli e modelle 'veri' che stavano terminando di preparasi, chi al trucco, chi provando i vestiti con gli aiuti degli stilisti.

Per tutto il tempo avevo sperato che Naomi si muovesse ad arrivare e mi facesse uscire da quella situazione, anche se poi le avevo pure prese verbalmente quando era entrata, sbraitando il fatto che finalmente mi aveva trovato, dopo avermi cercato ovunque, e che ero in tremendo ritardo per l'inizio del servizio.

Come se fosse stata colpa mia!

Era stata Sienna a ficcarmi lì dentro.

Ma anche provando a spiegarglielo non mi aveva ascoltato e ora mi trovavo costretto a fare tutto velocemente con lei dietro che mi incitava urlando di muovermi, simile ad un allenatore sportivo.

Stavo quasi per perdere la pazienza, incazzarmi e risponderle a tono quando la porta si aprì di botto e Heath spuntò con un'espressione interrogativa.

Ah ma allora ci siete....ciao Jake..”

Ehi..”

..che state facendo? Ho dovuto mandare avanti un altro servizio perché non vi vedevo arrivare!”

Cazzo.

Lo guardai dispiaciuto “Ah...” ma Naomi mi interruppe.

L'ho trovato nel camerino 8, quello dei francesi...non so perché fosse lì!”

La fulminai “Me l'ha detto Sienna di aspettare lì, io....”

Okok, va bene....non importa. Ci sei?” ci bloccò entrambi notando lo sguardo in cagnesco che ci stavamo facendo a vicenda e ci zittimmo, poi spostai l'attenzione su di lui dato che la domanda era riferita a me.

Sì, ci sono”

Annuii “ Forza, andiamo allora”


Nel corridoio aumentai il passo, allontanandomi da Naomi per raggiungere Heath e parlargli, ancora mi sentivo in colpa anche se non era mia fino in fondo.

Heath....scusa, non volevo farti ritardare e interferire nel tuo lavoro, non....” si voltò a guardarmi facendo un mezzo sorriso e scuotendo la testa.

Ma và figurati!” mi interruppe appoggiandomi una mano sulla spalla e scrollandola leggermente.

Quel contatto mi fece piacere, anzi mi aumentò la voglia di stargli vicino e continuare a vederlo anche dopo quella giornata.

Non volevo che quella sera finisse tutto, che lui considerasse la cosa solo lavoro e che dal giorno dopo saremmo tornati ad essere due estranei. Ancora non avevo una spiegazione precisa ma mi sarebbe dispiaciuto se fosse accaduto e avrei anche voluto dirglielo, ma non sapevo come.

...sta tranquillo. Non è colpa tua e comunque non è successo niente” continuò con tono tranquillo e l'espressione dannatamente dolce, che mi piacque, e mi fece abbassare lo sguardo con un sorrisino di sollievo, mentre annuii semplicemente.

Stai benissimo comunque” aggiunse dopo quelli che mi sembrarono minuti infiniti mentre non erano passati che qualche secondo e tornai a sollevare il viso, in un primo momento non capendo a cosa si fosse riferito.

Poi fece un cenno con il mento, squadrandomi e capii che si trattava dei vestiti che stavo indossando.

Cosa??

Appena recepii il complimento, il tono in cui l'aveva detto e anche lo sguardo che aveva ancora addosso, sentii un caldo improvviso alle guance e un forte groviglio allo stomaco che però non era negativo.

Se ne accorse facendo un malcelato sorrisino divertito che mi provocò ancora più imbarazzo, ma non aggiunse altro solo fermandosi, costringendo anche me a fare lo stesso, indicando una porta che non avevo notato ma a cui eravamo arrivati davanti.

Infatti ero 'diverso' rispetto alla prima volta.

In quel servizio non sarebbe stato tutto così semplice come il primo perché, oltre al fatto che mi sarei dovuto cambiare parecchie volte, avremmo usato anche scenografie differenti, come dei veri e propri set cinematografici, ed ero decisamente più nervoso rispetto a due giorni prima.

Sapevo che la dinamica generale sarebbe stata più o meno simile ma avevo comunque un'agitazione maggiore, anche inspiegata quando avevo Heath di fianco. Soprattutto da quando era entrato nel camerino e l'avevo rivisto.

Con quei jeans chiari, una t-shirt bianca e i capelli raccolti in una coda stava terribilmente bene.

Distolsi lo sguardo da lui quando superammo la porta e fummo investiti da una frenesia e un casino diffusi in quella che sembrava una camera di una vera e propria villa di lusso.

Ci rimasi, bloccandomi di botto mentre Heath proseguì fino al punto dove avevano installato le attrezzature e io mi sentii spostare da una mano sulla schiena che si rivelò essere quella di Naomi.

Tutto l'ambiente attorno era enorme e non avevo mai visto nulla di simile prima, non c'ero nemmeno mai stato. Se non l'avessi saputo di partenza, non avrei notato la differenza tra quella riproduzione e un vero salotto di un'abitazione.


Stan sogghignò contento e con fare eccitato, facendogli alzare gli occhi al cielo.

Uhuhuh questa non me la perdo”

Non l'avrei mai detto” rispose sarcastico ma l'assistente lo ignorò con un sopracciglio alzato.

Ma l'hai visto bene? Dio guarda i muscoli, le braccia, gli addominali...oh-oh e anche i pettorali e le spalle...è perfetto cazzo! Chi è stato, per di più, quel genio che gli ha fatto mettere quei pantaloni bianchi e la canotta viola?”

La vuoi piantare? Dovresti trovarti un uomo sai?”

Mpf...ce ne sono a bizzeffe qua dentro, non vedo perché dovrei accontentarmi di uno solo...” Heath scosse la testa guardandolo e mettendosi le mani sui fianchi “..chi comunque?”

Io, no! Se devo pubblicizzare quei vestiti li dovrà pure indossare, genio!”

Stan lo guardò sorpreso “Devo ammetterlo! Questa volta ci hai proprio preso, sta da dio con quella roba addosso...”

Rise mentre controllò la macchina fotografica.

E dovresti vedere gli altri!”

Mhh..dobbiamo richiamarlo, lo sai, sì? Uno così potrebbe farci fare soldi a palate!”

Tu non preoccuparti, ho tutto sotto controllo...ma smettila di continuare a guardarlo così palesemente oppure va a finire che se ne accorge e si defila sul serio”

D'accordo, la smetto...tu fa un buon lavoro, ok?”

Lo guardò scettico “E come si fa a non farlo con un viso come il suo?”

Stan ci rimase un istante ma poi si vide costretto a dargli ragione. Non aveva tutti i torti.

Heath sistemò un'ultima volta il treppiedi poi controllò sul set cercando con lo sguardo Jake che si era appena sistemato su una sedia dell'arredamento, grazie alle indicazioni dello scenografo. (1)

Aveva aggiunto anche una giacca di felpa gialla sopra la canotta -lo zampino dove essere per forza di Naomi- e doveva dar ragione a Stan sul fatto che stesse molto bene, come aveva notato subito appena l'aveva visto in camerino.

Ma aveva come l'impressione che non ci sarebbe stato nulla con cui non sarebbe stato bene.

Gli fece un cenno con la mano per capire se fosse pronto e Jake annuì permettendogli di cominciare.

Ottimo, adesso sei mio!


Altro che più complicato!

Avevo parlato troppo presto. Ad ogni scatto lo scenografo, oltre che stilista, che mi stava istruendo sulle posizioni da tenere, tornava verso di me per sistemarmi i vestiti in diversi modi, abbassandoli o aprendoli, e facendo risaltare anche ogni minimo particolare o accessorio di quello che avevo attorno e di ciò che stavo indossando.

Ci mettemmo molto di più del previsto, sia per i cambi di set -un bar (2), un'altra camera (3), un giardino (4)- che per i miei cambi di vestiti e dopo il quinto avevo già mal di testa.

Heath era instancabile e non mostrò mai un attimo di cedimento, né durante gli scatti, né quando mi dava consigli lui stesso su come mettermi, così cercai di resistere a mia volta per non creargli ulteriori problemi o non rallentarlo.

Mi stava piacendo e mi stavo pure divertendo, al contrario di quello che avessi previsto all'inizio, ma non avevo pensato che sarebbe potuto essere così stressante.

Come diavolo facevano i modelli durante una sfilata?

Solo dopo il terzo 'muoviti' da parte di Naomi che mi aveva ripetuto per incitarmi a cambiarmi in fretta, avevo perso la pazienza e non le avevo risposto male solo perché era la seconda volta che la vedevo ma, davvero, era insopportabile.

Dopo l'ulteriore scatto, quando Heath urlò che era l'ultimo e che avevamo finito, credei fosse un sogno, mi sembrava di aver passato ore e ore lì dentro, ma subito dopo mi dispiacque perché non avrei voluto che quel giorno finisse.

Non volevo non vedere più Heath.

Scemo, basta che glielo dici no?

Sì, ma...

Come va?” riconobbi la sua voce che mi riportò a terra e mi resi conto che si era avvicinato, sorridendo, con il suo assistente di fianco.

Mi spostai dalla moto a cui mi ero appoggiato per la foto precedente e annuii affabile. (5)

Bene...tu cosa ne dici? Com'è andata?”

Sei un mostro, davvero!” fu il commento invece dell'assistente che lo precedette nell'attimo, e lo guardai stranito senza capire, ma Heath gli diede una gomitata su un fianco cercando di non farsi vedere, con una risatina sarcastica.

Ehm...intendeva positivamente, perché sei andato ancora meglio dell'altra volta”

Ah ok...beh, grazie...”

Altroché, sei andato alla grande! Ti andrebbe di lavorare qui? Sei tremendamente se...” ma si beccò un'altra gomitata da parte di Heath che lo guardò fulminandolo e lui trattenne un gemito di dolore.

Li guardai divertito e mezzo sconvolto ma Heath riuscì nel suo intento di farlo zittire e tornò a girarsi verso di me facendo finta di niente.

Ehm..non ascoltarlo...perché non segui Naomi, così puoi andare a cambiarti e rilassarti anche, io ti raggiungo tra due minuti. Smonto tutto poi per oggi ho finito”

Annuii “Ok, certo..”

Mi guardò per un lungo istante, cosa che mi fece piacere e rabbrividire allo stesso tempo poi mi fece un cenno d'assenso.

D'accordo...Naomi vieni pure” chiamò la ragazza e lei capì, poi prendendo i vestiti che avevo lasciato a terra dopo essermi cambiato e mi fece strada verso il camerino.


Era strano ma era così.

La settimana precedente non avevo avuto la più pallida idea di chi fosse Heath, ma adesso, dopo solo tre volte scarse in cui l'avevo visto, non potevo fare a meno di pensare di volerlo conoscere e di passare dell'altro tempo con lui...un po' ovunque.

Anche quando lasciai l'ultimo indumento non mio in mano a Naomi mi colpì una malinconia inspiegata e una non voglia di uscire da quella stanza con il dubbio se avessi potuto rivederlo o meno.

Poi mi venne un'idea.

Afferrai il primo pezzo di carta che trovai e finii di scrivere giusto in tempo prima che qualcuno bussasse alla porta.

Sì?”

Sono io, posso?”

Sorrisi “Vieni, entra!”

Heath spuntò dalla porta e feci un cenno con la testa perché entrasse e mi assecondò sorridendo, scuotendo una mano in cui aveva una busta bianca.

Voilà..quello che ti devo, anche se, se avessi saputo che eri così bravo, ti avrei promesso di più, oltre a tutti i miei ringraziamenti! Non sai quanto tu mi sia stato di aiuto”

Minimizzai con un gesto della mano.

Dai, figurati! Ero partito scettico, lo ammetto, invece mi è piaciuto molto e mi piace anche quello che fai e il modo in cui lo porti a termine”

Alzò le spalle “Grazie..io ci vivo con questa 'roba', quindi sentirmi dire queste cose mi fa sempre piacere, poi dette da te...ancora meglio...” aggrottai le sopracciglia non credendo di aver capito bene, ma lui si riprese deviando “...comunque le foto saranno pronte in 2-3 giorni, se mi lasci l'indirizzo te le faccio spedire a casa, poi ti avvertirò nello stesso modo anche quando saranno pubblicate”

Ok, d'accordo..” ma non ero soddisfatto.

Finiva tutto così?

No, non volevo e mi ricordai di quello che avessi pensato poco prima.

Ah senti...” gli allungai il foglio “...qui c'è il mio numero. Insomma se...ti può servire qualcuno ancora non famoso, prima che lo diventerò sul serio..” ironizzai e rise scuotendo la testa “...fammi uno squillo. Mi farebbe piacere”

Mi guardò in una maniera strana, che non seppi definire e che, dopo un po', mi fece distogliere lo sguardo.

Lo prese, ma non sembrava particolarmente sorpreso della mia proposta.

D'accordo grazie...cercherò di non farmi sfuggire le occasioni prima che non sia troppo tardi, allora”

Ridemmo.

Sì ti conviene!”


Sobbalzai violentemente quando Hayden sbucò da dietro le mie spalle, comparso sull'ultima fila delle gradinate dell'aula, ancora silenziosa e quasi buia per via delle imposte mezze chiuse.

Come siamo mattinieri quest'oggi!”

Dio mi hai fatto prendere un colpo! Sei impazzito?”

Scavalcò il banco al di sopra, poi scese sulla mia panca sedendosi.

Che ci fai qui adesso? Non sei a correre di solito a quest'ora?”

Sì, ma ci sono già andato”

Sgranò gli occhi “E a che ora sei uscito scusa?!”

Alle sei, non riuscivo a dormire e ieri non ho finito di leggere la roba per oggi. Tu invece? Di solito sei sempre in ritardo!”

Sbuffò facendomi una smorfia ma dandomi ragione.

Dovevo andare in segreteria...come mai non hai terminato l'Amleto per oggi? Tu, che non sei mai impreparato?” fece ironico e gli diedi una pacca sulla nuca.

Perché avevo l'ultimo giorno del servizio ed è durato più del previsto”

S'illuminò “Ah già! Com'è andata? Hai trovato un talent scout che ti ha ingaggiato?”

Risi “No scemo! Abbiamo finito, punto. E' stato solo un po' più faticoso e lungo della volta precedente”

Non riuscii comunque a terminare la parte dell'Amleto da leggere perché, fino all'entrata dei compagni di corso e del prof Downey, Hayden mi costrinse a raccontargli cos'avessi fatto, per filo e per segno.

Ma se non ero riuscito a dormire era stato solo per una serie di pensieri contorti e assurdi che mi avevano tenuto in agitazione. Soprattutto perché riguardavano una sola persona.

Cercai di accantonarli durante la lezione, oppure il prof se ne sarebbe accorto e me l'avrebbe fatta pagare, oltre che incazzarsi, ma durante la prima pausa non mi fu più possibile farlo a causa di una chiamata.

Mi allontanai dal gruppo con cui eravamo usciti per fumare, scusandomi, e vidi sullo schermo un numero privato, ma risposi lo stesso.

Pronto?”

Jake? Ciao, sono io, Heath...”

Oddio! Persi un battito.

Ehi! Che sorpresa!”

Mezza risata “Scusa se ti disturbo ma è urgente!”

No figurati...è successo qualcosa?”

Beh c'è stata come..una svista..e questa mattina ci siamo resi conto che il servizio di ieri non è completo. Ho bisogno di te per un altra ora soltanto. Ovviamente pagata” specificò.

Non me ne fregava niente dei soldi.

La sapevo già la risposta.

Si certo! Oggi sono libero...agli studi? A che ora?

Alle quattro, ma non agli studi!”

Ok, dove?”

Da me”


Alzai lo sguardo sulla casa che avevo davanti e rimasi a bocca aperta quando mi resi conto che non era solo propriamente una casa ma un vero e proprio loft con le pareti quasi tutte a finestra, se non per un angolo dei piani alti e la facciata principale dell'entrata.

Alla faccia della casa!

Si trattava bene, Heath! Nonostante l'età doveva già lavorare davvero bene se poteva permettersi cose del genere, anche se non ero certo che fosse sua, non sapevo nemmeno perché mi avesse fatto andare lì invece che agli studi normali e non capivo come avremmo potuto terminare il servizio in una casa, ma non mi ero fatto problemi a rispondere a tutte le domande che mi erano venute in testa.

C'ero andato e basta.

Non avevo pensato ad altro, dal giorno prima, se non a un modo per rivederlo e quale scusa o proposta fargli per uscire di nuovo, in una circostanza non lavorativa, ma non mi era venuto in mente nulla di intelligente fino a quella chiamata mattutina che dire che mi aveva sorpreso era molto poco.

Controllai per la terza volta che il posto fosse giusto per evitare figure di merda, ma l'indirizzo era quello e mi decisi a suonare il campanello, ancora senza sapere cosa aspettarmi ma con una strana smania interna che mi stava incitando ad andare avanti.

Poi cosa ci sarebbe stato di diverso? Niente.

Ormai avevo preso il via delle foto -neanche fossi esperto!- tre in più non mi avrebbero fatto male.

Aspettai qualche secondo poi sentii alcuni passi attutiti dietro alla porta principale e come un leggero uggiolio animalesco.

Sì sta buono..aspetta....” la voce era fievole, ma era lui e un istante dopo la aprì, facendo un'espressione sorpresa e anche sollevata “Jake! Eehi, grande, ti stavo aspettando...avevo paura non venissi più!”

Lo guardai stranito, e dire che non ero in ritardo “No, scusa...è che...non ho trovato subito l'indirizzo” inventai senza sapere il motivo, visto che mi ero perso solo per qualche secondo all'esterno a fissarla, ma per il resto non avevo avuto problemi.

Lui sembrò, comunque, non farci caso, e alzò le spalle, allungandomi la mano che presi stringendola, poi mi fece un cenno di entrare allo stesso tempo bloccando con la gamba un lato della porta e, abbassando lo sguardo, notai un cagnolino bianco che si era appostato davanti guardando verso di me.

Pitt, sta lì...non uscire!...” poi mi guardò “...non ti da fastidio vero? Solo che non voglio che vada fuori...entra pure, intanto”

Scossi la testa mettendo anche le mani avanti “Nono tranquillo, anch'io ho un cane!”

Ah sì? Benissimo allora!” richiuse la porta alle mie spalle, poi si chinò e lo prese in braccio accarezzandolo sulla testa e facendomi cenno di seguirlo.

Scusa per tutto il casino e se ti ho avvertito solo questa mattina, ma ieri non ce ne siamo accorti subito e Sienna mi ha chiamato alla sera. Non avrei saputo come fare perché i rullini devono essere spediti entro domani, quindi..” ma la voce si era già abbassata per le mie percezioni perché, mentre lo seguivo, avevo lasciato vagare lo sguardo ovunque, per il fantastico stile e arredamento che imperava in quell'appartamento.

Era favoloso, per non dire oltremodo grande, ma avrei fatto la firma per una casa così. Mi resi conto solo dopo che avevo pure rallentato il passo e che lui era sparito, continuando a parlare.

Jake? Che fai?...Vieni...”

Mi sentii un'idiota quando spuntò da un angolo che il corridoio faceva con un'altra stanza, e scossi la testa per riprendermi e raggiungerlo, non evitando il leggero sorrisino divertito che aveva fatto per un secondo.

Non avevo sentito la parte finale del discorso ma mi ricordai della prima.

No tranquillo, non c'è problema...te l'ho detto che oggi non avevo niente da fare”

Lui annuì guardandomi con quel suo solito modo, che aveva avuto anche nei giorni passati, e che non sapevo decifrare ma mi piaceva, mi stava incuriosendo e intrigando allo stesso tempo.

Solo non volevo dargli un significato.

Certo che hai avuto proprio una bella idea a lasciarmi il numero...altrimenti non avrei saputo come fare...” disse in maniera tranquilla ma ebbi l'impressione che ci fosse altro di nascosto sotto a quelle parole.

Alzai solo le sopracciglia, in modo ovvio, aprendo un braccio di lato.

Che ti avevo detto?” ammiccai per finta e rise scuotendo la testa, poi spostandosi di nuovo e lo seguii.

Sistemò il cane sul divano di quella che si rivelò essere una sala oltremodo stupenda e arrivammo fino alla cucina che era la stanza subito adiacente.

Posso offrirti qualcosa?”

Ah no grazie..sto bene, solo..”

Solo?”

Come mai siamo da te e non agli studi?”

Sorrise riempendo comunque due bicchieri d'acqua e passandomene uno che non rifiutai.

Perché oggi sarebbe il mio giorno libero e agli studi io non sono in programma quindi le sale sono occupate”

Sgranai gli occhi e per poco non mi affogai con l'acqua, cominciando a tossire lievemente per far smettere tutto in fretta e non dargli ancora più l'impressione che fossi davvero un'idiota.

Che cosa?”

Sorrise divertito “Già...che problema c'è?”

No ma....insomma non volevo farti lavorare nel tuo giorno libero!”

Rise “Andiamo Jake! A parte il fatto che ti ho chiamato io, non mi cambia niente e comunque per me i giorni liberi non esistono...a volte li uso solo come scusa per i parenti, quando sono secoli che non li vedo...” risi sommessamente, scuotendo la testa e spostando lo sguardo da lui, che ricambiò la risata “...quindi, davvero: non preoccuparti!”

Ok d'accordo...perciò mi stai dicendo che lavoreremo qui?”

Mh già!” mi guardò finto indagatore poi mi fece un cenno con la testa “Vieni, seguimi!”

Salimmo al secondo piano dove, oltre le stanze normali, tra bagni, camere da letto e uno studio, mi fece visitare anche un vero e proprio set con pannelli, creato apposta per la fotografia e una camera oscura in cui sviluppare le foto.

Ero sempre più sbalordito e a bocca aperta a mano a mano che ci spostavamo.

Che ne dici?” mi chiese appena ci fermammo nel set interno e io spostai lo sguardo attorno.

Wow...è favoloso! Ti sei costruito tutto tu?”

Sì, negli anni. Da nove anni precisamente...anche se all'inizio non vivevo qui”

Mi ero spostato verso il centro della sala, girandomi solo alla fine di quella frase per guardarlo.

Ah no?”

Scosse la testa “Sono di Sydney”

Quella non me l'ero aspettata, ma ora che me l'aveva detto capii perché mi aveva colpito così tanto in soli sette giorni. Non era come tutti gli altri.

Questa poi!”

Rise “Che c'è? Non si sente?”

Non ci avevo fatto caso a dir la verità...pensavo fosse un'unione di accenti di varie zone”

Continuò la risata “Alla faccia! E dire che lo capiscono subito appena apro bocca”

Risi io “Quindi da quant'è che sei a LA?”

Tornai verso di lui che mi fece capire di uscire da lì.

Da quattro anni...ma penso ci rimarrò a lungo”

Come mai?”

Molto meglio qui che Sydney”

Lo guardai serio, non credendoci fino in fondo ma lui evitò di aggiungere altro e spense le luci nella stanza per poi richiudere la porta.

Ma non la usiamo?” chiesi riferendomi alla stanza.

No, mi servono degli ambienti 'veri'...non solo dei pannelli. Ci sposteremo per la casa”


Sarebbe resistito ancora poco. Non sapeva nemmeno come avesse fatto a farlo fino a quel momento, perché addosso aveva più che un impulso di bloccarlo contro qualcosa di duro e solido per non farlo spostare, ma anche una necessità malsana di stringerlo.

Appena l'aveva raggiunto in camera -la sua camera- cambiato con i vestiti che gli avevano lasciato dicendogli di farglieli mettere, e si era sistemato sul letto come da sue indicazioni, aveva sentito una scomoda oppressione verso il cavallo dei pantaloni e non aveva idea del motivo.

Certo che quello che aveva davanti era terribilmente sexy e provocante solo quando si muoveva o parlava, ma aspettarsi quell'effetto per una posizione che vedeva sempre da chiunque dei modelli, non era molto normale.

Il problema era che lui non era chiunque, e l'aveva già capito dopo il primo giorno in cui l'aveva avvistato.

E ora si stava stendendo sul suo letto, dopo che lui l'aveva preparato per fare un po' di scena, non sapeva quanto ancora sarebbe riuscito a reggere con tanta roba del genere davanti.

Nemmeno per una modella aveva mai sentito quelle sensazioni.

Si schiarì la gola cercando di deglutire ma si rese conto che non aveva più saliva e che doveva smettere di guardarlo palesemente oppure sarebbe stato ancora più sgamabile di Stan.

E dire che fino a qualche giorno prima non aveva mai sentito un interesse del genere per un ragazzo, mentre ora sembrava che la sua mente non potesse recepire nient'altro se non lui.

Scosse la testa appena Jake si fu steso a pancia in giù, opposto allo schienale del letto e stava aspettando un suo giudizio sul fatto che si fosse sistemato bene o meno.

Ah..sìsì ok...esatto così..solo...vedi quel cuscino dietro di te?”

Mhmh..”

Bene, prendilo e appoggiati sopra con un braccio...anzi abbraccialo da sotto...” (6)

Fece un'espressione divertita ma eseguì e appena tornò in posizione, Heath fu costretto a deglutire di nuovo, rendendosi conto che non fosse stata una buonissima idea.

Cazzo. Lo divoro se non la smette di fare quello sguardo sempre.

E' il suo, ovvio!

Si ma....oddio, quanto vorrei essere io quel cuscino!

..th?”

E quello è pure il mio letto...

Sto impazzendo

...”

Ma averlo nel letto non sarebbe male.

Heath!”

Quello lo sentì e lo fece tornare in sé.

Eh?”

Ehi che hai? Ci sei?” rise sommessamente e lui si diede del cretino da solo.

Sì scusa...dicevi?”

Va bene così?”

Sì, sei perfetto!”


Non sapevo cosa gli fosse preso momentaneamente, l'avevo come visto perso nei propri pensieri, ma appena lo chiamai tornò in sé e prese la macchina fotografica -senza sostegno-, cominciando a scattare.

Non ne ero sicuro ma avevo come una leggera ansia ed euforia addosso miste insieme, per il semplice fatto che mi trovassi in camera sua, nel suo letto, a farmi scattare foto. Niente di strano sull'ultimo punto, ormai mi ero abituato dopo quei due giorni, ma le differenze c'erano e, prima fra tutte, eravamo da soli.

Non sapevo perché mi manteneva in tensione la cosa e il bello era che non era tensione negativa.

Ok..fantastico...” allungò un po' la nota finale, scattando ancora “..non guardare verso di me..” ulteriore scatto poi si alzò dalla posizione chinata che aveva preso e mi fece un cenno d'assenso che ricambiai.

Ottimo, non so come tu faccia ma ce l'hai davvero nel sangue....forse dovresti rivedere la tua carriera di attore per una fissa in questo ambiente..noi ti arruoleremmo già” disse con ironia ma ebbi l'impressione che non stesse scherzando.

Risi sommessamente alzandomi dal letto “No mi dispiace, non penso succederà mai..”

Azz..sicuro dal tono eh? Non si sa mai..”

Sì forse, ma per il momento sono irremovibile”

Annuì rassegnato “Okok, ma per due scatti sei ancora mio quindi vatti a cambiare”

Mi finsi spaventato e annuì di fretta tornando nella stanza accanto dove c'erano gli altri vestiti, cercando di ignorare una parte della frase, come se non l'avesse detta ma il problema era che mi aveva fatto piacere, parecchio anche.

Ci spostammo in una zona della sala, dove spostò alcuni mobili per rendere la scenografia come la voleva lui e anche in quella ulteriore posa fu come se, oltre che l'obbiettivo, sentissi davvero il suo sguardo su di me. (7)

Non solo in maniera professionale, e non sapevo a cosa imputarle quelle sensazioni.

Per l'ultimo, invece, mi cambiai di nuovo e andammo persino in garage perché mi disse che aveva bisogno di un muro in pietra vista un po' 'invecchiato' e quello era l'unico posto dove fosse così.

Si nascose dietro all'obbiettivo ma prima di scattare si fermò, abbassando di nuovo la macchina e guardandomi come se mi stesse studiando, mordendosi un istante il labbro inferiore e socchiudendo gli occhi in modo pensieroso.

Cosa c'è?” chiesi per sdrammatizzare ma quello che mi stava provocando internamente quello sguardo era molto peggio e volevo togliermelo di dosso per non finire male.

Mhh c'è qualcosa che manca...” rispose e aggrottai le sopracciglia indeciso, mentre venne verso di me e spostò lo sguardo sui vestiti, spostandosi più volte come se volesse studiarmi da varie angolature.

Appoggiati con le spalle...così..” mi fece toccare il muro con la schiena, inclinandomi di poco con la spalla destra, poi spostò le mani sulla manica sinistra della t-shirt sollevandola fino a renderla a giro e io avevo già perso ogni capacità di rimanere stabile mentalmente.

Non sapevo cosa mi stesse succedendo ma averlo a pochi centimetri di distanza, dopo che mi aveva bloccato contro a un muro, le sue mani sul mio braccio che spostò in modo che mi prendessi la spalla opposta e sistemò l'altro sotto di esso, stava bastando per farmi smettere di ragionare e avevo anche aumentato il respiro.

Continuò a non guardarmi, sfiorandomi però il muscolo del bicipite sinistro quando spostò la mano per abbassarla e facendomi fremere con niente mentre mi infilò persino una mano all'interno del collo della maglia perché la spostassi di lato.

Non riuscivo a reagire, non sentivo nemmeno gli arti rispondere al mio volere e sembravo davvero una specie di manichino incapace di muoversi e sotto al totale controllo di un'altra persona. Nel mio caso: lui.

Quando arrivò sul fianco sinistro mi scosse un brivido così profondo che avrei voluto sparire nel caso se ne fosse reso conto, ma sembrò non notarlo, anche se appena mi alzò la maglia feci fatica a mantenere un controllo decente.

Deglutii a forza tanto per far rimanere la salivazione attiva ma trovai solo del secco contro al palato che non mi piacque. Non stavo capendo più niente, anche se, dopo aver superato il fianco, si fermò nel sollevarmela e non fece nessun altro movimento, se non appoggiando la mano sul fianco in questione per un istante.

Che stai facendo?...” non seppi come feci a parlare e nemmeno se fu in grado di sentire quella frase perché il mio tono fu talmente basso, roco e incerto, che nemmeno ero certo di averla detta, ma lui alzò lo sguardo piantandolo nel mio e notai che la sua di respirazione non era più molto 'normale'.

Non rispose, ci limitammo a fissarci per un tempo indefinito e tutto quello che stavo provando in quel momento mi era totalmente nuovo. L'assurdità assoluta però era che, allo stesso tempo, non stavo nemmeno ragionando, non ci riuscivo e quindi non capivo cosa stesse succedendo davvero.

Dio, non lo conoscevo neanche!

Ci eravamo visti tre volte in croce, tre e mezzo contando quella mattina al bar, che avrei potuto anche non contarla visto quanto era stata insulsa e strana per me, ma ora non avrei più voluto smettere di guardare quello scuro profondo delle sue iridi che avevo davanti e che mi stavano letteralmente uccidendo.

Avrei voluto anche toccarlo, non sapevo come o in che maniera, ma mi stava diventando stretta la posizione che mi aveva fatto assumere e che non avevo ancora lasciato e mi sarebbe piaciuto poterlo stringere in qualche modo.

Non lo feci. Sia perché non volevo rovinare niente, né tanto meno per travisare le sue azioni.

Fu solo quando fece un altro infimo spostamento verso di me che mi resi conto della pazzia reale di quella situazione e, involontariamente, distolsi lo sguardo, abbassando anche un po' il viso di lato.

Il mio movimento lo fece tornare in sé e tornò a distanziarsi, riprendendo spazio, cercando di non far trasparire nulla dalle espressioni, nonostante quella mezza delusione che non fu in grado di nascondere e che mi sembrò di recepire dai suoi occhi.

Lo vidi respirare piano, dosando l'aria in uscita, come se non volesse che me ne accorgessi, poi non sentii più nemmeno il tocco della sua mano sul fianco, anche se mi risistemò la maglia in modo che rimanesse sollevata.

Scosse piano la testa, come a voler uscire da quell'attimo di oscurità totale, passato da entrambi, e scrollò le spalle con indifferenza, anche se non mi sembrò che la provasse davvero.

A-adesso va bene...così è perfetto” disse a bassa voce a sua volta e mi fece tornare in mente il perché ci fossimo trovati in quella posizione.

Non aggiunsi altro, non ne sarei stato capace, ancora troppo scombussolato e anche incredulo di quello che sarebbe successo sul serio se non mi fossi opposto.

Perché alla fine quello era.

Non volevo dargli un nome, non volevo ammetterlo, ma sarebbe successo l'inevitabile se non mi fossi spostato.

L'altro problema era che, ora, uscito da quel momento, mi resi conto che non avrei voluto spostarmi, che avrei voluto che andasse avanti, anche se era ancora troppo incredibile per me sia da credere che da accettare.

Però era così, ora lo sentivo sul serio e mi invase una sensazione di dispiacere assoluto mista a senso di colpa nei suoi confronti per avergli fatto capire che non volessi.

Non volevo rifiutarlo, avevo agito d'istinto, ma ora me ne pentivo amaramente.

Tornò verso la macchina fotografica che aveva appoggiato su un tavolino accanto al muro e quando si girò verso di me, sia nell'espressione che nel tono, aveva riacquistato il suo normale atteggiamento.

Ok..non ti muovere adesso...rimani appoggiato con la schiena al muro e stai serio...ne faccio un paio poi abbiamo finito...” (8)

Non risposi verbalmente, ancora non sapevo se sarei stato in grado di mettere insieme una frase di senso compiuto e fortuna che voleva che rimanessi serio perché, nonostante sapessi creare delle emozioni anche quando queste non le stavo provando sul momento, in quello in particolare non mi sarebbe venuta per niente voglia di sorridere.

Non mi mossi, mantenendo la posizione che mi aveva dato, e sottostai ai flash a cui ormai mi ero abituato, sperando che al termine sarebbe stato tutto come prima e che quel breve ma intenso attimo precedente non avrebbe rovinato nulla.

Stavo tentando di trovare un modo per parlargli, cercare di capire e spiegarmi allo stesso tempo. Non volevo che la prendesse male o che mi credesse chissà chi...anche se era stato lui ad avere gli atteggiamenti più ambigui nei miei confronti ma non volevo che travisasse comunque.

Quando ricaricò il rullino sistemando lo zoom capii che stavamo per terminare e anche quello mi dispiacque parecchio.

Già avevo avuto la fortuna di poter tornare per posare per lui, inaspettatamente, però sarebbe stato meglio che non ci fossi andato. Ora cercare di smettere davvero di farlo e pensare che non sarebbe più successo era ancora peggio che quella mattina in cui mi ero già rassegnato al fatto che non avrei più avuto l'occasione di vederlo nel suo lavoro.

Perfetto...finito” disse pratico, facendomi tornare presente e quelle due parole mi causarono una violenta oppressione al petto.

Perché avevo cambiato idea così radicalmente verso tutta quella faccenda?

Prima ero partito scettico, anche infastidito dal modo in cui mi aveva interpellato quella mattina, avevo persino pensato che fosse stata tutta una presa per il culo pesante e non l'avevo digerita bene, in un primo momento.

Mentre ora, oltre a dispiacermi, mi sentivo male all'idea di non farlo più, di non vederlo davanti a me con la macchina in mano, con una professionalità assoluta nella quale mi rispecchiavo esattamente quando ero sul palco, per scattare, e stare ancora più di merda al pensiero che ora non l'avrei più visto davvero.

Non me ne capacitavo ma più di tutto capii che se non facevo quello che stavo sentendo nell'immediato me ne sarei ancora più pentito di tutto il resto e non volevo permetterlo.

Ancora non sai quanto devo ringraziarti per la tua disponibilità e scusa di nuovo per l'imprevisto e per il disturbo che ti ho dato...” disse ancora, senza molta distanza dalla frase precedente, ma non lo ascoltai nemmeno, togliendomi finalmente da quella posizione fissa e andando verso di lui senza starci ancora a pensare.

...e mi ha fatto molto piacere che tu abbia accettato, questo poco ma sicu...” ma si interruppe perché, di certo, sentì una presenza 'estranea' dietro di sé che lo rinchiuse in uno spazio ristretto che si riduceva all'interno delle mie braccia, le mani appoggiate sul bordo del tavolino a cui si era avvicinato per sistemare la macchina che ci aveva lasciato sopra.

Si voltò indietreggiando lievemente allo stesso tempo, per la sorpresa ma anche per l'incredulità del mio gesto, lo notai benissimo dal suo sguardo, ma ormai mi ero deciso, non sarei tornato indietro.

Fu lui a deglutire, mi guardò ancora con un lieve sconcerto ma non mi allontanò, facendo solo un lieve spostamento per non essere contro a un mio braccio ma rimanerci in mezzo...come se non volesse che nulla dei nostri corpi entrasse a contatto.

Stronzate! Ti ho scoperto, bello mio!

Jake..che-?”
“Continua...” dissi di getto interrompendolo e mutò la sua espressione in una puramente interrogativa “...cos'avresti fatto prima se non mi fossi spostato?””

Sgranò lievemente gli occhi, non avrei saputo dire se ora fosse più incredulo del fatto che avesse capito che volevo assecondarlo o del fatto che fossi io ad aver cambiato i 'ruoli'.

Ah...”

Non eri così indeciso, no? Continua solo con quello che avresti voluto fare...voglio che tu lo faccia, qualsiasi cosa fosse...” specificai, anche se non c'era molto margine di dubbio.

Respirò a fondo, inghiottendo di nuovo, poi abbassando lo sguardo, distogliendolo dal mio e scuotendo piano la testa.

E' meglio di no...non lo so cosa stessi per fare...è stato un attimo...” poi si bloccò come se non avesse il termine giusto da dire “...non so nemmeno che attimo fosse, ma mi dispiace...non volevo farti credere chissà cosa!”

No, non mi freghi adesso.

Non mi hai fatto credere niente...voglio solo che lo fai. Fingi che sia adesso lo stesso istante di prima e che io non abbia fatto nulla”

Forse fu il mio tono, la mia decisione o il fatto che non avevo nessuna intenzione di farlo uscire da lì che lo convinsero a rialzare lo sguardo per sostenere il mio, senza ribattere ma senza nemmeno evitarmi.

Quando si liberò le mani da quello che aveva tenuto dell'attrezzatura e le spostò entrambe sui miei fianchi, questa volta stringendoli davvero e mantenendo la presa, fremetti di nuovo ma di piacere e provai anche un malsano sollievo per aver scoperto che allora era come avessi pensato.

Mi tirò piano verso di sé e lo lasciai fare, nonostante stessi faticando a mantenere lo sguardo sul suo per quanto fosse stupendo e terribilmente forte, ma quella presa era strepitosa e mi ritrovai a spostare a mia volta le mani per lasciarle sulle sue braccia.

Ormai non avevo più dubbi, eravamo troppo vicini per pensare a qualsiasi altra cosa e se fosse uno sbaglio non lo sapevo, ma non volevo rendermene conto adesso.

Ora volevo solo andare avanti, non me ne fregava niente del resto.

Lo sentii stringere, quasi aggrappandosi al tessuto della maglia su di essi, si appoggiò con la vita al bordo del tavolo per darmi un sostegno contro di lui, mettendo a contatto parte del petto e i bacini, facendomi perdere tutte le inibizioni e indecisioni ultime che avrei potuto ancora avere.

Non lo so cosa sto provando...ma lo sento dal primo momento che ti ho visto..” sussurrò molto piano, facendomi anche sussultare lievemente, troppo preso dal momento e non aspettandomi di sentire la sua voce.

Mi ero estraniato completamente dal resto, se non il suo corpo, il suo sguardo e i suoi movimenti.

Scossi la testa e gli strinsi le braccia, volendo che continuasse e che arrivasse a quel punto.

Nemmeno io so niente, fallo e basta!” dissi secco, anche se, io stesso sarei potuto arrivare al dunque, ma non sarebbe stata la stessa cosa e quella frase sembrò farglielo capire.

Fece un sorrisino divertito e mezzo sornione, poi una mano lasciò il mio fianco scorrendo sulla schiena, mentre al passaggio mi sentivo spingere sempre più verso di lui, e quando arrivò sulla nuca avevamo già praticamente le labbra contro, che non ci volle niente per concludere sul serio.

Mi baciò con una calma così asfissiante che, in un primo momento, non mi sembrò nemmeno che stesse accadendo, ma poi cominciai ad assecondarlo, aumentando la presa su di lui quando arrivai con le braccia attorno alle sue spalle e lui mi strinse completamente a sua volta, bloccandomi contro di sé.

Un brivido molto piacevole mi attraversò facendomi anche perdere fiato, sia per la spinta che ci stavamo mettendo ma anche per la sua lingua, che pochi secondi dopo, cominciò a bagnarmi le labbra cercando spazio per entrare.

Smisi di pensare totalmente e lo abbracciai ancora di più, mentre inclinò il volto per prendermi meglio e approfondire ancora. Stavo già andando in esaurimento di fiato, ma non mi interessava.

Non avevo mai baciato nessuno in quel modo e mi stava piacendo come nient'altro prima, ed era fuori da ogni logica pensare che fosse vero.

A meno che non fossimo impazziti entrambi, in una sorta di perdita della sanità mentale appena ci eravamo visti e, allora, tutto sarebbe stato normale.

Ma più approfondiva più mi piaceva e più non l'avrei lasciato e smesso di gustargli quelle labbra favolose come scendere sempre di più nella sua bocca.

Mhh cazzo...come diavolo fa?

Purtroppo però la mancanza di ossigeno si fece sentire e cominciammo a separarci anche se prima di farlo sul serio, ci riprendemmo più volte, l'ultima ancora con più foga delle precedenti, vista la sua presa tra i miei capelli così forte che mi mantenne contro di sé per evitare ogni mio minimo allontanamento.

Quando riuscii a 'liberarmi', respirai facendo anche una risata sommessa, divertita che lui ricambiò forse pensando esattamente alle mie stesse cose.

Appoggiò la fronte sulla mia, ancora non ero riuscito a fare forza sulla sua presa e distanziarmi di troppo da lui, e ci guardammo sollevando lo sguardo di poco.

Respirai a fondo “Ok...adesso dovresti spiegarmi, lo sai?”

Aggrottò le sopracciglia fingendo di non capire “Spiegarti cosa?”

Mah, non lo so...pensaci e forse trovi quel qualcosa che tecnicamente non dovrebbe andare”

Rise silenziosamente “Secondo me non c'è nulla che non va...l'avevo già capito quando mi hai assecondato nel venire oggi”

In quel momento, per la sorpresa, riuscii ad allontanarmi, solo per inquadrarlo meglio e spostai il volto di lato, socchiudendo lo sguardo.

Cosa vorresti dire?”

Fece un'espressione mezza angelica e indifferente, ma sorniona e gli diedi una spinta sulla spalla con la mia, in modo sarcastico.

Heath!”

Okok...solo che...senti, non sapevo come capirlo o come fartelo capire e...”

Oddio...” anticipai, con un leggero soffio, ma non in maniera arrabbiata, anzi rivelatoria del fatto che mi avesse giocato per bene e che ci fossi arrivato solo in quel momento.

Strizzò i denti e annuì “Ehh già...” fece sempre innocente.

Scossi la testa “Non ci credo...quindi non sarei dovuto venire oggi?!”

In teoria no...gli scatti li avevamo messi in programma comunque per domani”

Aprì la bocca facendo una risata incredula e guardandolo allo stesso modo.

Sempre a casa mia però, su questo non ti ho mentito..solo che ci sarebbero stati anche gli altri e...volevo evitarlo” concluse con un tono talmente semplice che sembrava la cosa più ovvia e normale da dire.

Shit! Mi aveva giocato davvero in tutto, fin dall'inizio ma ora non riuscivo ad esserne arrabbiato, anzi più di tutto mi stupiva il fatto che ci fossi caduto così facilmente quando invece non era semplice rigirarmi.

Mentre lui l'aveva fatto con niente e stavo già cominciando a desiderare che lo facesse sempre.

Forse non gli avrei nemmeno mai detto di no.

Non mi sembra che ti sia dispiaciuto comunque!” asserì con sicurezza e lo guardai scettico, mordendomi il labbro inferiore e scuotendo la testa, ancora incredulo.

Rimane il fatto che dobbiamo comunque darci una spiegazione” continuai imperterrito ma lui mi strinse di nuovo sulla schiena, riportandomi verso di sé, a un centimetro dal suo viso.

No, non necessariamente e, soprattutto....non in questo momento” chiarì sornione e non riuscii a ribattere perché quello che potei sentire dopo, di nuovo, fu molto meglio e non mi creai altri problemi inutili se lui la metteva in quel modo.

Spostai le mani sulle sue guance, tenendomelo contro mentre le nostre lingue avevano già ripreso a fare conoscenza e se, dovevano prima conoscersi loro di noi due, si poteva anche fare, tanto non avevo fretta.



°°°°

The End.










**********

Wiiiiiiiii sera Folks!

In maniera stra veloce riesco ad aggiornare almeno da addolcirvi la serata e non rimandare ancora oltre le varie pubblicazioni ^^
Intanto vi avevo avvertiti che questa sarebbe stata la più 'semplice' e la meno spinta delle quattro Long-Short in programma.
Due non le avete ancora lette ma ve ne accorgerete =P
Infatti, come precisato nel precedente capitolo, se questa storia è nata è stata solo per le foto del servizio di Jake esistenti e per il fatto che mi sarebbe piaciuto descrivere la cosa dal punto di vista che era Heath a scattarle xD.
Quindi mi dispiace se vi aspettavate qualcosa di più 'profondo', complicato o, appunto, spinto ma questa storia non è nata per quello....alla fine è nata proprio per usare le foto ^^, soprattutto l'ultima su cui perdo dieci vite ogni volta che la guardo e pensate che ce l'ho come sfondo del computer quindi potete immaginare XDDDDDDDDD.
Comunque don't worry, ne avrete a sufficienza ancora con le prossime, sia da pubblicare che OD, da concludere xD.

Ho utilizzato di nuovo anche Pitt...ormai non riesco più a non farlo *ç*

Se riesco, entro la fine della settimana comincio la pubblicazione di Wanna Play?, tanto è già pronta e ha solo tre capitoli anch'essa, e per domani sera aspettatevi il prossimo capitolo di Obsessive Drug ^^

Passando ai ringraziamenti.
Grazie a tutte le persone che hanno letto e che leggeranno da qui in avanti.
Grazie a chi ha aggiunto ai preferiti, alle seguite e alle ricordate e chi lo farà in futuro e
grazie per le recensioni a

Miss Fefy, Diana Riddle, Aya Black, Serah Farron, Brokeback, Delilah

e per il vostro continuo supporto!

Spero abbiate gradito anche il finale e rimanete comunque in allerta per qualsiasi aggiornamento, anche se chi segue la page, sa già dove deve andare ^.-


Besos Enormi!
<3
Leia




   
 
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