Crossover
Segui la storia  |       
Autore: daeran    07/10/2010    3 recensioni
Che cosa lega le sorelle Halliwell al gruppo di Sanzo? Perché il “pelatone” biondo ha lasciato il Togenkyo alla volta della San Francisco del 2000, accompagnato solo da due dei suoi compagni? Che cosa mai può averlo spinto ad abbandonare il viaggio verso il Tenjiku e cosa potranno fare le tre streghe per lui? Probabilmente nulla, a parte evitare di farsi uccidere nel fuoco incrociato provocato dalla devastante rabbia di un dio della guerra condannato a morte e dalla furia di un bonzo defraudato della cosa a cui, suo malgrado, tiene più di ogni altra al mondo.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anime/Manga, Telefilm
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 16
Energia Oscura.


Il demone gentile fissò l’amico con espressione triste e stanca.
“No, Goku, tu non…”
“Morirà?” lo interruppe il ragazzino; aveva gli occhi lucidi e le labbra gli tremavano come ad un bambino sul punto di piangere.
Hakkai poté solo sospirare, sotto lo sguardo preoccupato di tutti.
“Non lo so, Goku; non lo so.”
“Vedrai che ce la farà, scimmia; il bonzo corrotto è uno che non muore neanche se lo ammazzi.” intervenne con convinzione Sha Gojyo.
Calò fraternamente una manata sulla spalla del ragazzino che barcollò, pur senza reagire.
“Che cosa è successo? Che cosa ho fatto?” riuscì a domandare, avanzando di qualche passo incerto verso l’amico svenuto.
L’odore di sangue nell’aria gli risultava insopportabile a causa della consapevolezza. Sapeva di chi era quel sangue e non poteva smettere di tremare, sentiva il proprio cuore battere all’impazzata, accelerato dalla paura di ciò che il suo alter ego poteva aver fatto. Ormai era certo di aver perso il controllo, non ricordava nulla dal momento in cui qualcuno o qualcosa aveva aggredito Sanzo nella realtà perfetta creata da Hòmura.
Una luce accecante aveva preceduto il momento del risveglio in quella camera sconosciuta. Come c’era arrivato?
Perché non aveva alcuna memoria del percorso che lo aveva portato fino a lì? Del momento in cui Sanzo era stato ferito?
L’unica risposta che gli rimbombava nella mente era la stessa che altre innumerevoli volte aveva perseguitato la sua vita nel passato, persino i cinquecento anni trascorsi nell’oblio di una prigionia mentale, oltre che fisica.
Seiten Taisei.
“Non è stata colpa tua, Goku, non eri padrone di te, Hòmura ne ha approfittato e…” Hakkai tentò di consolarlo, conoscendo la paura del giovane.
“Hòmura? Non è morto? Non sono riuscito neppure ad ucciderlo?” il demone scimmia si lasciò sopraffare dal senso di colpa e come sempre la sua mente prese a navigare tra i più oscuri scenari in cui un  lui stesso mostruoso, con canini sporgenti ed artigli grondanti sangue, si accaniva contro deboli umani, tra i quali spiccava un decisamente poco realistico Genjyo Sanzo Hoshi ferito e piegato nel fango.
“E’ stata colpa  mia, lo sapevo, sono un idiota, sono un…”
Non terminò la frase, qualcosa lo colpì con violenza in pieno volto ed il giovane cadde a terra supino. Nella stanza calò un silenzio gelido, mentre streghe e demoni si domandavano da dove sarebbe giunto il prossimo attacco del nemico.
“Hai perfettamente ragione, sei un idiota! Una stupida scimmia lamentosa;  mi domando ancora perché diavolo ho fatto tanta strada per venire a recuperare un inutile insetto fallito come te!”
Goku si sollevò a sedere di scatto, l’harisen giaceva al suo fianco. Alzò lo sguardo e due grossi lacrimoni si formarono negli occhi dorati.
Un colpo di pistola fece tremare i vetri di casa Hallywell, Son Goku balzò con un urlo e si nascose dietro le spalle di Gojyo.
“Prova a piangere e giuro che ti…” un urlo che si tramutò presto in un gemito esalò dalle labbra del bonzo che ricadde di schiena sul divano, la shoreijyu scivolò fuori dalla stretta delle sue dita e rimbalzò con un tonfo sordo sul tappeto già sporco di sangue.
“Sanzo!” Cho Hakkai si sporse ancora sul corpo del giovane monaco e premette con decisione i palmi delle mani sul suo ventre; il flusso copioso di sangue rallentò solo quando in una bolla di luce brillante il Chi del demone penetrò le carni lacerate.
Sanzo respirò faticosamente, ma rimase cosciente.
“Stupido…” biascicò ancora a denti stretti; fissava il soffitto, tentando di contenere il dolore e recuperare la calma ed i vecchi insegnamenti del maestro Komyo Sanzo sull’autocontrollo.
“Scusa…” piagnucolò il piccolo demone, ancora nascosto dietro il Kappa ed in quell’unica parola riversò tutta la contrizione ed il senso di colpa per ciò che aveva potuto fare o causare dal momento in cui gli era stato tolto il dispositivo di controllo demoniaco.
Sanzo annuì con un colpo secco ed un grugnito scorbutico ma non aggiunse altro, le streghe invece si guardarono esterrefatte, quel pazzo dai capelli di paglia aveva di nuovo sparato nel loro salotto per di più contro qualcuno che doveva essere un alleato anche se solo poche ore prima aveva provocato un disastro di cui un buon numero di giornalisti accreditati stava ancora facendo il resoconto in diretta sulle reti locali e nazionali.
Tutta la storia cominciava a diventare davvero complicata: demoni buoni grazie a strani dispositivi sconosciuti, angeli bianchi divenuti ostili a causa di chissà quale conoscenza, Gideon: l’Anziano traditore che aveva tentato di uccidere il piccolo Wyatt, ritornato improvvisamente alleato con una lettera criptica, mondi paralleli, entità sconosciute fuggite dall’oblio e, come se non bastasse, su tutto lo scenario incombeva come un’ombra ostile la visione di Phoebe sull’imminente fine del mondo.
Decisamente la situazione stava precipitando.
“Come ti senti?” domandò Leo al bonzo.
“Tu che dici?” ansimò questi, poco disposto ad accettare il ruolo del malato.
“Hòmura ti ha colpito con uno strano pugnale sul quale pensiamo fosse stata impressa una maledizione, dal momento che ti ha inferto una ferita che non riusciamo a guarire. Se solo avessimo in mano il pugnale, potremmo capire con che tipo di maleficio abbiamo a che fare e revocarlo, ma non siamo riusciti a trovarlo sul ponte ed ora non possiamo certo tornare là a cercare meglio, il tuo amico ha attirato parecchio l‘attenzione.” l’angelo additò il giovane demone scimmia ed accennò alla televisione sintonizzata sul telegiornale. L’audio era in muto ma le immagini non mentivano, il Golden Gate Bridge fumava ancora.
Il bonzo diede una fugace occhiata disinteressata e, dopo un profondo respiro, parlò a fatica stringendo gli occhi nel tentativo di trattenere il dolore.
“Non era un pugnale… non esattamente.”
Leo inarcò le sopracciglia ma la sua domanda venne interrotta da Hakkai che invece annuì gravemente.
“Come sospettavo. E’ per questo che né io né l’angelo bianco riusciamo a guarirti e la ferita si riapre. Non c‘entrano le maledizioni.” mormorò pensieroso.
“A quanto pare…”
“Quindi questo significa che quell’essere è in grado di manipolare…”
“Già…”
“Quindi è…”
“Mh…”
“Da quanto tempo lo sai?”
“Più o meno da quando mi è passato attraverso ed ha cercato di impossessarsi del mio corpo.”
“E quando avevi intenzione di dircelo?”
“Mah, forse dopo averlo ammazzato.”
Cho Hakkai sorrise gelidamente e si alzò in piedi, per allontanarsi dal ferito. Le mani gli tremavano per la rabbia repressa.
“E se ci ammazzasse lui, invece?” domandò ancora.
“Meritereste di morire.”
La voce di Sanzo si spezzò di nuovo ed il giovane monaco ricadde con la testa sul cuscino con un gemito, quando la ferita sul suo ventre si aprì ancora ed il sangue scivolò copioso sulla tappezzeria del divano.
Il demone gentile non si mosse e fu Leo ad accorrere per richiudere la ferita.
“Di cosa state parlando?” domandò l’angelo, non appena il respiro del monaco tornò regolare.
“Io non sono sicuro di volerlo sapere.” borbottò invece Gojyo che conosceva meglio degli altri i due compagni di viaggio e sapeva che vederli battibeccare così seriamente poteva voler dire solo una cosa: grossi guai in arrivo.
“Il pugnale che abbiamo visto colpire Sanzo, era una materializzazione di energia oscura.”
Tutti nella sala si fissarono in silenzio.
“Per questo ha potuto raggiungerlo, nonostante stesse recitando il Sacro Mantra.”
Hakkai come sempre non si rivolse a nessuno in particolare, la sua voce risuonò senza particolari inflessioni, come un’amplificazione dei suoi pensieri.
“No, non ho capito.” Paige alzò la mano come una studentessa, durante una lezione particolarmente complicata.
“Non ne dubitavo.” borbottò scorbutico il bonzo.
“L’energia oscura è il fondamento del potere magico e non solo. Una fonte di magia primordiale dalla quale traggono forza tutti i demoni e...” Leo accigliato tentò di spiegare il significato dell’unica parola che aveva colto e compreso nella frase strana del demone.
“Come la Sorgente?”
“No, Piper, la Sorgente stessa trae forza dall’energia oscura, anche noi dipendiamo da essa; come una pianta assorbe l’acqua e tutte le sostanza di cui necessita dal terreno che la circonda, noi traiamo vita dall‘energia oscura. Ma nessuno può manipolarla, sarebbe come se cercassimo di usare come arma l’aria che respiriamo. Senza di essa non possiamo vivere ma non possiamo neppure catturarla od utilizzarla per i nostri fini.”
“Nessuno può.” annuì Hakkai e posò gli occhi su Goku che appariva più confuso degli altri.
“A meno che non sia fatto di quell’energia.”
Leo trattenne il fiato.
“Un’entità così non può esistere. Destabilizzerebbe l’intero Creato. Un mostro di sola energia oscura, non avrebbe alcun senso.”
“Una di sicuro è già esistita. Quella che ha manipolato per la prima volta le energie primordiali per dare inizio alla Creazione, la stessa che ha convogliato quei poteri nei cinque Sacri Sutra.“ sentenziò il monaco.
“Stiamo combattendo contro Dio?” ridacchiò istericamente Phoebe. La sensazione terribile che nulla si potesse frapporre fra loro e la visione la terrorizzava, ma non era il momento di farsi prendere dal panico, stava diventando tutto troppo assurdo.
“Oh, allora non è un problema, abbiamo già combattuto contro degli dei.” sdrammatizzò Sha Gojyo.
“A volte…” Sanzo cominciò a parlare faticosamente, ansimando spesso per riprender fiato.
“A volte, nascono esseri diversi. Non demoni, né angeli e neppure umani. Semplici e pure manifestazioni di un’unica energia primordiale, come sbuffi di vapore emanati da un geyser, nascono da condensamenti di quell’energia. Un tempo nel nostro mondo esistevano degli esseri, qualcuno li chiama ancora divinità, che decidevano se permettere a queste creature di continuare ad esistere o se semplicemente rispedirle indietro, eliminandone la forma, uccidendole (sempre se vogliamo considerare la loro esistenza come vita), per farle tornare energia, per evitare che l’eccessiva forza di un unico Potere destabilizzasse l’Ordine della Creazione.
A volte permettevano loro di esistere, quando potevano controllarne la forza e rinchiuderla in una creatura di carne più debole. Solo per studiarla o per divertirsi, osservandone e controllandone ogni gesto.” Inspirò profondamente.
“Seiten Taisei ad esempio è un’emanazione del Potere primordiale della Terra.”
Tutti i presenti si voltarono a fissare il giovane Son Goku che affrontò gli sguardi confuso e teso.
“Vuoi dire che è lui il nostro nemico?” domandò Paige.
“No, vuole dire che il nostro nemico è una creatura simile alla scimmia.”
“Non chiamarmi scimmia, stupido Kappa!”
“Quando si è impossessato del corpo di Hòmura ha detto qualcosa.” il demone ignorò le proteste dell’amico. “Ha detto che lui e Goku erano fatti della stessa materia. Intendeva questo? Sono entrambi nati allo stesso modo.”
Sanzo annuì: “Pensavo che quella cosa rossa che hai sulle spalle ti opprimesse soltanto, invece a quanto pare pensa anche.”
Gojyo sorrise nervosamente.
“Quindi dobbiamo combattere contro un altro Seiten Taisei?”
“No. Seiten Taisei ha solo sete di sangue, noi dobbiamo combattere contro qualcosa che è anche in grado di ragionare ed ha un piano.” Fu Hakkai ad intervenire.
Sanzo annuì ancora. “L’energia della Terra è più istintiva e animalesca, quella del Vuoto è silenziosa, paziente e calcolatrice.”
“Aspetta!” Piper saltò in piedi facendo sussultare tutti.
“Hai detto il Vuoto?”
Il monaco aprì la bocca per rispondere ma di nuovo la sua ferità tornò ad aprirsi e Leo pronto si chinò su di lui per rimarginarla.
“Ha detto il Vuoto!” ripeté la strega.
“Sì. E’ uno dei cinque Poteri della Creazione, viene chiamato anche così, è l’energia Oscura, il quinto Elemento, il Nulla.” rispose Hakkai.
“Il Vuoto.” mormorarono insieme Phoebe e Paige.
“Abbiamo già affrontato il Vuoto.”
“Quella creatura era già libera?” si stupì Genjyo Sanzo non appena riprese a respirare regolarmente.
“No. Era rinchiusa, è rinchiusa. I due Guardiani ci avrebbero avvertiti se fosse successo qualcosa.” Rispose Leo.
“Quindi avete ancora dei Guardiani.” domandò ancora il monaco. “Dove si trovano ora?”
“Negli inferi… immagino. A guardia dello scrigno che contiene il Vuoto. Ma siete sicuri di quello che dite? Il Vuoto di cui parliamo noi è una sorta di parassita, non agisce di sua volontà, irretisce l’organismo ospite e…”
“Dunque è solo un punto di passaggio.” Ragionò tra sé il bonzo.
“Non ricominciare a ragionare da solo, ti prego.” la strega più giovane assunse un’espressione supplichevole che il ragazzo biondo accolse con una smorfia infastidita sul volto esangue.
“Lo scrigno di cui parlate è come il Sutra del Cielo Demoniaco della vostra dimensione. Detiene il potere del Vuoto, non è la creatura che ci ha condotti qui ma è una parte del Potere da cui essa nasce.”
“Ma Gideon ha detto che quel potere è ora in Wyatt ma non è così, non è stato impossessato dal Vuoto, ce ne saremmo accorti. Il Vuoto non agisce così.”
“Quel potere non può controllarlo, come non ha potuto controllare me, perché il moccioso è il nuovo Guardiano. Come ho fatto a non capirlo? Sentivo che aveva qualcosa di strano, di familiare.” Tentò di alzarsi a fatica, ignorando il sangue che riprese a sgorgare dalla ferita aperta.
“Come fa ad essere il nuovo Guardiano? Il Vuoto è imprigionato e controllato dai due Guardiani da trecento cinquant’anni. Che bisogno c’è di un nuovo Guardiano? Mio figlio poi? Sei impazzito? Stai parlando di un bambino di cinque anni!” Piper si infuriò, come capitava ogni volta che veniva tirato in ballo il suo primogenito.
“I Guardiani devono essere morti, allora.” rispose Sanzo, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
“Leo, vai a controllare.” Phoebe intervenne nella conversazione. Possibile che avessero avuto la chiave del problema sotto il naso per tutto quel tempo?
L’angelo sparì in un turbinio di scintille, senza ribattere.
Son Goku sussultò nell’assistere alla scena. Non aveva mai visto nessuno scomparire così, eccetto Hòmura ed i suoi amici dèi. Possibile che si trovasse davanti ad altre divinità?
Non aveva compreso una parola di tutte quelle che erano state spese negli ultimi minuti ma poteva chiaramente percepire la tensione crescente tra i suoi amici e le tre giovani donne, in attesa del ritorno dello strano mago. Decise che era un mago, sempre meglio che affrontare l’ennesima divinità. Cominciava a diventare monotono e stancante combattere con degli dei.
Ma forse non avrebbero dovuto combattere, forse erano alleati, in fin dei conti erano tutti tranquilli nella stessa stanza e Sanzo non aveva esploso ancora un colpo, eccezion fatta per quello che aveva sparato contro di lui, ma quello era diverso.
Certo il fatto che Gojyo non tentasse di palpare i sederi delle tre donne gli dava da pensare, le temeva forse? Oppure temeva il mago? O magari temeva…
“Smettila…” mormorò la voce del demone Kappa a pochi centimetri dal suo orecchio.
“Di fare cosa?”
“Di cercare di capire cosa sta succedendo. Il cigolio delle tue rotelle che girano sta disturbando tutti e, se ti sforzi troppo, rischi di grippare gli ingranaggi del tuo cervellino formato lenticchia. Chi ti reggerebbe se non dovessi più neppure essere in grado di compiere le azioni più semplici? Pensa a mangiare, stupida scimmia, quando verrà il momento di menare le mani ti avvertirò io, niente paura.” Gli strizzò l’occhio e gli grattò fraternamente la testa.
Pochi istanti ed entrambi caddero a terra aggrovigliati in una lotta senza quartiere.
“Stupida scimmia, stavo scherzando.”
“Zitto, Kappa con le antenne!”
“Non chiamarmi Kappa, scimmia!”
“Non chiamarmi scimmia, Kappa!”
In quel putiferio, mentre le streghe non sapevano se intervenire per separare i due demoni che gli altri due compagni si limitavano ad ignorare, ricomparve Leo con gli occhi sbarrati ed il volto pallido.
“Non è possibile.” mormorò.
“Cosa? Cosa è successo?” le streghe si avvicinarono al parente.
“Non ce ne siamo accorti, come possiamo non essercene accorti?”
“Sono morti?” domandò Cho Hakkai.
L’angelo sospirò.
“Sì… I corpi devono essere rimasti lì per mesi. Lo scrigno è stato aperto.”

-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Ebbene rieccomi, è passato un altro anno, il capitolo non è dei più lunghi e chiedo umilmente perdono, ogni volta che penso di riprendere questa storia, finisce sempre che l'abbandono nuovamente.
Dopo aver letto l'ultimo numero uscito in Italia del Reload però mi sono sentita come una Veggente (XD visto che siamo in tema), questa strana idea dell'energia Oscura mi era venuta parecchio tempo fa, questo capitolo era un da un po' di tempo in attesa, poi è saltato fuori Ukoku Sanzo con il suo nulla e "La negazione stessa dell'esistenza" (Volume 9 del Reload)!
Vi giuro che quando ho letto quella definizione son saltata su urlando: "La Minekura mi ha plagiata!" XD
Non è così, ovvio, ma la soddisfazione che dà una fanfiction quando ci si rende conto che rispecchia le intenzioni degli autori originali è inappagabile! Mi ha fatto tornare la voglia di scrivere, speriamo rimanga e che mi faccia tornare anche l'ispirazione!
Spero che ci sia ancora qualcuno con la pazienza di aspettare i miei tempi interminabili ma anche i nuovi lettori ovviamente non saranno cacciati ^__-
Baciotti a tutti.
Daeran.

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Crossover / Vai alla pagina dell'autore: daeran