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Autore: kannuki    08/10/2010    4 recensioni
Caroline Forbes. Eterna seconda, maniaca del controllo, zero autostima. Aveva provato a cacciare coniglietti o gattini ma tutto il suo essere aborriva far del male a dei cuccioli innocenti. Caroline che sogna di legare Damon al paraurti posteriore della sua auto e trascinarlo per tutta Mystic Falls. Quanto le costava bussare a quella porta, ben sapendo che Katherine l'avrebbe uccisa se si fosse avvicinata a Damon. Anche se lui era uno stronzo, il suo sangue era la cosa più buona che avesse mai assaggiato.
Genere: Dark, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caroline Forbes, Damon Salvatore, Katherine Pierce
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Pardon Me, But Your Teeth Are in My Neck'
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Premessa: non mi piaceva Caroline finché non è stata vampirizzata. Tifo incondizionatamente per Katherine e ho una spasmodica passione per Damon. Il titolo è un tributo a Roman Polański.

Detto ciò, buona lettura.

On air: It's amazing - Jem


La prima cosa a cui pensò Caroline quando si svegliò nel letto d'ospedale, non fu l'incidente automobilistico con Matt o l'aggressione della bellissima Katherine – porca miseria, è sputata a Elena!

No.

La prima cosa a cui pensò, non fu la fame indicibile che le stritolava lo stomaco - dio, sembra non mangi da anni! - non furono i rumori amplificati che rimbombavano nel cervello – ma gli ospedali non dovrebbero essere luoghi silenziosi? - e non fu neppure la tremenda luce che le feriva gli occhi impedendole una corretta visione della stanza.

No.

La prima cosa a cui pensò, anzi, la prima persona, fu Damon Salvatore.

Damon occhi celestiali e sorriso assassino.

Damon, lo stronzo patentato specializzato nell'usa e getta.

Damon che l'aveva ammaliata, scopata e vampirizzata.

Sebbene non avesse difficoltà a sopportare i primi due eventi, il terzo la mandava letteralmente in bestia. Sebbene i ricordi tornassero a pezzettini e a sprazzi improvvisi, ricordava benissimo tutti i passaggi che l'avevano portata in quel letto d'ospedale. Sebbene tremasse alla sola idea di essere ammaliata una seconda volta e costretta a fare chissà che, Caroline era incazzata nera. Avrebbe voluto saltargli al collo e affondare i denti nella pelle, tanto per fargli capire il male che faceva. Avrebbe voluto legarlo al paraurti posteriore della sua auto e trascinarlo per tutta Mystic Falls. Avrebbe voluto affondare le unghie negli occhi verdi-azzurri e strapparli via per provocargli tanto dolore quanto ne aveva causato a lei.

Sogna, pensò e si adagiò sui cuscini.

Caroline aveva fame, la flebo non era paragonabile al polpettone della nonna o ai manicaretti di Jenna. Piuttosto... doveva riportare la tortiera a Elena, l'aveva usata per l'ultima festa e poi... Mmmh! Caroline annusò l'aria chiudendo gli occhi. Che buon profumo. Chi..

Allora, come sta la paziente oggi?”

Caroline trasalì quando l'infermiera nera entrò nella stanza e le scoccò un sorriso bianco e brillante. Era carina, sulla trentina e sembrava non avere un problema al mondo. Accidenti, le permettevano di portare tutto quel profumo mentre lavorava? “Ho fame” disse semplicemente toccandosi la flebo.

Questa possiamo toglierla” mormorò la donna estraendo l'ago. Una goccia di sangue spillò sulla pelle. L'infermiera non fece in tempo a ripulirla col cotone imbevuto di disinfettante, che Caroline portò la mano alla bocca e la succhiò. Dolcissimo!, pensò aspirando tutto il sangue che poteva. Ma che c'era, la dentro... zucchero filato? Le girava la testa. “Ho davvero fame.”

Fra poco cara, dopo che il medico ti avrà visitato” disse di nuovo togliendo la flebo vuota.

Caroline ne fu contrariata. Molto contrariata. Lei aveva fame adesso! “Quando passa il medico?” mormorò pacata, sebbene avesse voluto piangere, urlare e strapparsi le coperte di dosso. Non sei una ragazzina, fa la brava. Allontanò la mano dalla bocca con uno schiocco. Sentiva il cuore battere come una grancassa e il cervello e i polmoni scoppiare. Un secondo dopo, si avventava sull'infermiera.

***

Aveva fatto un maledetto casino, pensò lavandosi le mani sotto l'acqua. Caroline si guardò allo specchio mentre l'infermiera teneva la mano premuta contro il collo. In fretta, strappò dei pezzi di carta igienica e li tamponò sul morso, insieme ad un po' di disinfettante. La donna era sotto shock e non parlava. “Premi forte” le suggerì mentre rovistava nell'armadietto ed estraeva una benda medica. Eliminò la protezione che ricopriva la parte appiccicosa e la fece aderire ai lati della ferita. In fretta, si infilò i vestiti e la tenne d'occhio mentre barcollava avanti e indietro, seduta sul letto. “Ok, ora sdraiati qui” disse sistemando il cuscino dietro di lei. “Tu non mi hai mai vista!” esclamò a bassa voce fissandola negli occhi.

Non ti ho mai vista” rispose la donna ammaliata.

La prendeva in giro?, Caroline la fissò aggrottando le sopracciglia, poi allacciò le scarpe e uscì tranquillamente nel corridoio della corsia.

***
Elena era senza parole. Pensava di trovare la sua amica addormentata, non un'infermiera in stato confusionale con gli inconfondibili morsi di un vampiro sul collo! Rovistò a caso nella borsa finché non trovò il cellulare.


Le hanno quasi sventrato il collo...”

Puoi fare qualcosa? Forse Caroline è in pericolo.”

Stefan le fece un cenno positivo, poi si bloccò e guardò la finestra da cui proveniva un'intensa luce mattutina.

***

Caroline aveva alzato gli occhi al cielo quando li aveva visti entrare insieme nell'ospedale. Sopportare quei due, era al di sopra delle sue forze, al momento. Le facevano rabbia. Elena era la ragazza perfetta e ora aveva anche il ragazzo perfetto. Lei amava Matt da molto prima che scegliesse Elena. E aveva messo gli occhi su Stefan prima ancora che Elena entrasse nel suo campo visivo. Caroline era destinata a perdere su tutti i campi, paragonata alla sua 'amica.' Certo, le voleva bene, ma c'era sempre quel 'ma'...

Con un mugugno insofferente, aveva deviato dall'uscita verso le scale antincendio, si era immersa nel semibuio dell'androne ed era rimasta li, respirando piano. La frescura le accarezzava la pelle e le riempiva i polmoni. Sapeva un po' di muffa e di tubazioni metalliche. Accidenti, faceva un po' paura. E se ci fossero stati i topi?! Saltò in piedi e si affrettò per le scale. Caroline spalancò la porta tagliafuoco e si inoltrò nel corridoio, prendendo un bel respirone che si trasformò in un urletto strozzato dalla mano di Stefan. Il vampiro la trascinò in una stanza e chiuse la porta.

Mi hai fatto paura!” esclamò “cosa ci fai qui?”

Siamo venuti a trovarti” rispose Elena alle sue spalle “qualcuno ha morso l'infermiera, eravamo preoccupati per te.”

Caroline sistemò i capelli biondi e scrollò le spalle “sarà stato Damon” propose senza guardarli. “Se volete scusarmi, c'è una festa che aspetta di essere...”

Non è stato Damon” ribatté Stefan studiandola attentamente. “Chi ti ha trasformato?”

Il volto di Elena si fece terreo.

Non so di cosa stai parlando” mentì e il volto le andò a fuoco.

Elena sbiancò del tutto. “Sei un vampiro?”

Io? Sei matta?!”

Elena guardò Stefan e il vampiro le rivolse uno sguardo d'intesa. “D'accordo” disse e sorrise. “Possiamo andarcene, no?”

Certo che possiamo” rispose la ragazza aggiustando la borsa sulla spalla “Matt sarà in pensiero. Devo prendere le redini della festa! Senza di me, sono perduti!”

Stefan la seguì verso l'uscita e quando la vide esitare, la spinse appena. Il sole bruciò il braccio di Caroline che sibilò fra i denti e si ritrasse nell'ombra. Di fronte lo sguardo sereno e divertito di Stephan, non seppe più mentire.

***

Toh!”

Era l'esclamazione più intelligente che riuscisse a produrre quell'uomo?, si chiese togliendo il cappuccio della felpa dai capelli biondi e guardandosi attorno. Il 'maniero' Salvatore. Lei non ci aveva mai messo piede. Accidenti, quella roba era antichissima! Non che lei se ne intendesse, ma...

Cosa ci fa qui?” Damon la guardò appena, braccia incrociate e rivolto al fratello “non avevamo detto 'niente ospiti'?”

Sono di passaggio” rispose e si mise a contemplare la libreria di Stefan. Non che lei fosse una grande lettrice, ma quei vecchi libri impolverati avevano il suo fascino.

Katherine l'ha trasformata” lo sentì rispondere laconico. Mai una parola di troppo... e mai un sorriso, pensò adocchiando il vampiro. Tutto il contrario del suo odioso fratello!

Oh!”

Sì, erano le sue esclamazioni più intelligenti, pensò guardandolo dritto negli occhi. Il disinteresse di Damon si trasformò in ironia. Caroline sentì prepotente la voglia di aggredirlo fisicamente.

Resterà qui per un po'. E' nel momento critico.

Cosa vuol dire?” Caroline si voltò verso Stefan “cos'è il momento critico?”

La fase di trasformazione!” cantilenò Damon ironico “io direi di sbarazzarcene subito e poi uscire a festeggiare!” ridacchiò dandole le spalle “un vampiro in meno a Mystic Falls!”

Stefan la vide balzare così velocemente addosso al fratello che restò impietrito. Un attimo dopo, Caroline affondava i denti non ancora sviluppati nel collo del vampiro strappandogli la pelle.

Argh! Cazzo!” ringhiò finendo a terra “resti lì imbambolato o mi dai una mano?”

Stefan sorrise e restò immobile, appoggiandosi comodamente al mobile alle sue spalle.

Fanculo, pensò e si strappò di dosso la ragazza serrandole la mascella e sbattendole la nuca a terra. Caroline si afflosciò sul pavimento perdendo d'improvviso tutte le forze. Gli occhi verdeazzurri di Damon si incupirono diventando neri e i denti guizzarono fra le labbra arricciate. Anche lei sarebbe diventata così? Forse già lo era, rimuginò prima di svenire.

***

Caroline si svegliò in preda ai crampi. Si sollevò dalle coperte e si guardò attorno. Ancora il maniero Salvatore. Ancora notte. Quanto tempo era rimasta svenuta?

Ben svegliata.”

Caroline strinse gli occhi. Mal di testa, fame, crampi. Si sentiva isterica. Le veniva di piangere.

Bevi questo.”

Stefan le passò un bicchiere con dentro del liquido rosso. Era la cosa più intrigante e succulenta avesse mai visto. Si avventò sul sangue e lo bevve macchiando camicetta e lenzuola. “Ancora” mormorò e gli tese il bicchiere. Stefan la guardò stupito. Avrebbe dovuto bastarle. “Ancora, per favore” mormorò di nuovo e si leccò le dita con cui aveva ripulito il sangue dal mento “E' buonissimo, che cos'è?”

Sangue!” esclamò una voce ironica e scanzonata.

Damon, non è il momento” lo avvertì il fratello a bassa voce “me ne occupo io.”

E lasciami divertire qualche volta!” esclamò e si sedette comodamente accanto a Caroline che lo guardò con odio. “Tu risaltatami addosso ed io ti pianto un paletto nel cuore” sussurrò nel suo orecchio piegando di lato la schiena. “Sono stato chiaro?”

Legarlo al parafanghi della macchina e trascinarlo su un tratto di strada dissestata era troppo poco, pensò Caroline guardandolo negli occhi. “Fuori dal mio letto!” sibilò provocando una risatina nel suo nemico.

Non dicevi così, la scorsa volta” bisbigliò e le inviò un bacio che la fece imbestialire. Stefan l'afferrò per le spalle nel momento stesso in cui Caroline si liberava delle coperte e si protendeva verso di lui. Damon era rimasto immobile e sorrideva. Dio, quanto le dava fastidio quel sorrisetto!

Mi ricordo tutto!” esclamò cercando di scrollarsi di dosso il vampiro “ricordo tutto quello che mi hai fatto, come mi hai usato, come hai abusato di me...”

Non è che dicevi proprio no, eh!” la rimbeccò sporgendosi di lei “me la ricordo in maniera diversa!”

Mi hai usata!” urlò e si liberò di Stefan, incredulo che avesse tanta forza “brutto figlio di puttana!”

Stavolta fu lesto ad afferrarla. Caroline gemette di dolore quando le piantò le unghie nella pelle delle braccia. Caroline si divincolò e urlò di frustrazione e la scena era quasi comica.

Lasciala. Smettila!” ordinò diretto al fratello che continuava ad immobilizzarla. Strano, pensò, una volta le avrebbe davvero infilato un paletto nel cuore o spezzato qualche arto...

Damon, lasciala immediatamente!”

Caroline si voltò verso Elena. Per un momento la rivide – no, non Elena, quell'altra identica a lei – mentre la soffocava col cuscino. Smise di lottare e Damon la lasciò all'istante.

La tua amichetta del cuore è isterica!” esclamò e si aggiustò i vestiti, allontanandosi dal letto.

L'avrai provocata come al solito” commentò acidamente, prima di concentrarsi sulla ragazza. Aveva le guance arrossate e gli occhi lucidi. La conosceva di diciotto anni. Era la faccia di una che stava per piangere dalla frustrazione. Elena spostò lo sguardo sul fidanzato. “Come sta?”

Chiedilo a me, sono qui!” rispose Caroline raggomitolando le gambe sotto di se, le guance sempre più rosse. “Voglio andare a casa!”

Non puoi ancora andare a casa” mormorò Stefan sedendosi vicino a lei. Caroline lo guardò appena. Elena sapeva che quando era in quelle condizioni, si vergognava della propria debolezza. “Perchè no?”

Non ha alcuna protezione magica, non possiamo lasciarla uscire al sole” spiegò a bassa voce a Elena.

Possiamo chiedere a Bonnie” rispose avvicinandosi a Caroline. Le accarezzò i capelli, ma lei si ritrasse. Elena la guardò interrogativa e continuò a parlare con Stefan. “Potrebbe incantare un anello protettivo come fece Emily prima di lei.”

E' una buona idea” commentò il ragazzo guardando la neo-vampira. “Caroline, ascoltami” mormorò con la voce più dolce “Elena ed io...”

Ho capito, non sono stupida” brontolò “perchè continuate a parlare come se non ci fossi?”

Va bene!” esclamò Damon sbuffando allegramente “prima troviamo quella streghetta, prima finisce lo strazio” disse allontanandosi verso la porta “vado a cercarla.”

No. Noi andiamo a cercarla. Tu resti qui e fai da balia a Caroline.”

No!” esclamò l'interessata saltando quasi in piedi “io non resto qui con lui!”

Poi scordartelo” ringhiò a sua volta il vampiro “preferisco una strega incazzata alla principessa delle bambole in crisi emotiva!”

Come mi hai chiamato?!” Caroline scoprì i denti che non aveva ancora sviluppato e Damon la guardò con commiserazione.

Calma!” La voce modulata di Stefan li fece voltare entrambi verso di lui “Bonnie ti vuole morto.”

Non è l'unica!”

Elena alzò le sopracciglia e sorrise appena “la maggioranza ha deciso.”

Due contro due non è la maggioranza!” commentò ma non ci mise molta verve. “Fate un po' come vi pare...”

Cerca di non ucciderla” sussurrò il fratello prima di andarsene.

Non ti assicuro nulla” sbuffò e gli sbatté la porta alle spalle. Damon strofinò le mani fra se e saltellò allegramente per le scale che portavano alla camera da letto di Caroline. Finalmente aveva qualcosa di succulento per movimentare la sua noiosa serata casalinga!

  
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