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Autore: Eleris    09/10/2010    3 recensioni
Visibilmente il titolo si riferisce ad Anna and the King. La storia ha preso qualche spunto da lì. "Com’era possibile che fossero passati così tanti anni? E che comunque lei non si pentisse di ogni minimo giorno? Erano stati felici in fondo. Fino a un certo punto… Il tempo era passato inesorabilmente, e lei si era ritrovata a passare i trenta e in più single, quando invece aveva immaginato di passare la sua vita con Ron."
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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La ragazza correva per gli scalini eleganti che conducevano al castello dei Malfoy.  Draco la seguiva a distanza. Con un colpo di bacchetta fece levitare a mezz’aria la borsa che Hermione si ostinava a trascinare, nonostante fosse quasi più grande di lei. Si girò per rivolgergli uno sguardo colmo di riconoscimento e ritornò a guardare avanti. Arrivata al portone principale un elfo le aprì con un inchino e l’uomo la raggiunse e le disse di aspettare nella sala laterale. La borsa ancora che levitava a mezz’aria davanti a lui, Draco salì la scalinata interna. Hermione non si era nemmeno minimamente resa conto che Draco non le aveva lasciato la borsa, ma si sedette, presa da problemi più pressanti: cos’è che qualcun altro cercava? Perché servivano le sue ricerche?

Non riusciva a stare seduta, e così cominciò a camminare per la sala. C’erano una serie di elaborati dipinti e affreschi  tra un quadro e l’altro. Era un’altra delle ennesime sale dei Malfoy, ma non era grande come la sala che somigliava a quella di Versailles, né così fastosa. Era di dimensioni drasticamente ridotte – per gli standard dei Malfoy , ma ci sarebbe potuto entrare tutto il piano terra della sua villetta -  e con un solo camino di marmo bianco. I colori più vivi della sala erano l’azzurro e il verde acqua. Sembrava quasi che ogni stanza in quella casa, fosse di colori diversi. I pensieri cominciarono a vagare, e si sentì calmare, mentre valutava la stima economica di tutti quei dipinti. C’erano illustrazioni ricorrenti di una fontana, - ripresa da angolazioni diverse – si rese conto Hermione, e così diede uno sguardo ai dipinti sul lato che si rivolgeva a occidente, verso l’immenso giardino sul retro. Camminava senza un senso reale, senza una vera ragione, e con il solo scopo di calmarsi e ragionare in maniera analitica. Si ritrovò ad ammirare un dipinto, forse il più bello di tutti, proprio perché irreale. Dipinto completamente con colori a pastello sfumati, e nessuna figura in movimento come i normali quadri magici, era spettacolare: la stessa fontana di sempre, che di diametro doveva misurare circa un metro,  con cinque diversi zampilli. Era ripresa in obliquo, e perciò se ne poteva vedere una sua prospettiva in quasi tutte le direzioni. Era sicuramente un dipinto su cui era stata utilizzata la magia, ma non come nei semplici e comuni quadri magici. Era quasi inquietante. Dal punto da cui si dipartivano gli zampilli, si scorgeva qualcosa di dorato: Hermione si avvicinò e si rese conto che sembrava una pietra… Qualcosa che a lei ricordava … Sbiancò di colpo. Come aveva fatto a non pensarci?

*****


Draco scendeva la scalinata principale. Non aveva intenzione di  lasciarla partire a quell’ora con una passaporta non autorizzata: era pericoloso, oltre che senza senso. Aveva ordinato agli elfi di prepararle una camera al piano di sopra, e aveva intenzione di convincerla a rimanere lì a dormire.

-         Granger.  – le disse con la sua calda voce. – Zabini ha appena usato la metropolvere, e Scorpius già dorme.  –

Lei non si diede la pena nemmeno di girarsi per fargli capire che aveva sentito. Perché il suo cervello non aveva la forza di farle girare la testa: era sconvolta. Malfoy le si avvicinò, le mise una mano sulla sua spalla, e solo allora lei, sentendo il calore della mano che l’uomo le posava, fu in grado di guardarlo in faccia.

Malfoy non aveva mai visto la ragazza in quelle condizioni: era bianca come un lenzuolo e sembrava aver perso il senno.

-         Co… Granger, cos’hai? – La ragazza non sembrava in grado di rispondere, ma lo stupì cominciando a parlare a raffica.

-         Draco! – disse voltandosi, e un colpo all’altezza dello stomaco colpì l’uomo biondo che le stava di fronte – Cercano la Pietra filosofale. E’ che… Beh, - disse calmandosi e abbassando la voce – io stavo facendo delle ricerche sui Maya e avevo la mezza idea che fossero davvero stati in grado di creare una specie di Pietra Filosofale. E … Beh, chiunque è entrato in casa mia, stava cercando esattamente quei documenti. E hanno anche preso i miei appunti sulla probabile composizione della pozione che la crea. Draco, se loro riescono a crearla, potrebbe essere un vero problema, devo impedirglielo, io non… -

-         Granger, calmati e pensaci bene. Se davvero è come dici – e Draco cercava di non farle notare quanto anche lui fosse preoccupato – credi che sarebbe un bene partire questa sera, rischiando da farsi ammazzare da gente che non si è fatta scrupoli ad entrare in casa tua? –

Anche Hermione la pensava come l’uomo biondo che aveva di fronte, ma non poteva perder tempo, non dal momento in cui aveva capito cosa in realtà volessero.

-         Io … Io lo so! Ma cosa posso fare, scusa? Come pos … -

-         Ascoltami.  – disse poggiando le mani sulle sue spalle e intrecciando il suo sguardo a quello della ragazza. – Questa notte dormi qui. E’ tassativo. Ti ho già fatto preparare una stanza. Ci rifletti per bene e vedrai che domattina avrai tutto chiaro. E’ inutile partire adesso con una passaporta che rischia di catapultarti chissà dove e di perderti. –

Una parte del cervello di Hermione era convinto che Draco avesse ragione – non tanto per le sue parole, ma quanto per la capacità che aveva di ammaliarla – ma dall’altra parte non riusciva a non sentirsi in colpa per quella perdita di tempo. Dovette però convenire col fatto che creare una passaporta non autorizzata in quel momento sarebbe stato quasi un suicidio: bisognava avere chiaro il luogo di arrivo prima di pronunciare l’incantesimo,  e lei, in quel momento, non aveva niente di chiaro nella sua mente.

-         Draco, non poss… - disse risoluta.

-         Granger, per favore, sii razionale. – Disse con quel suo sguardo gelidamente chiaro ma in grado di far sciogliere chiunque. Ed Hermione in cuor suo, in quel momento non fu da meno. Il problema fu riuscire a rimanere della propria posizione nel momento in cui lui le afferrò il braccio all’altezza del polso, senza comprimere troppo, come in una muta supplica.

-         Hermione, per favore. –

Il trio vincente: quello sguardo, quella presa sul suo braccio, il suo nome sulla bocca di lui. Nell’incapacità di rifiutare, senza però dargli la soddisfazione della ragione, si limitò a un semplicissimo e atono

-         Va bene. –

 *****

La camera che Draco le aveva fatto preparare, sembrava tutto fuorché una camera per gli ospiti. Arredata con sfarzo, come nel gusto ormai chiarissimo di quel castello, ma con colori tenui. Un debole azzurrino rivestiva un divanetto laterale, così come l’imbottitura di una sedia a ridosso di un’intagliata scrivania. Il letto a baldacchino, era adornato da un drappo chiarissimo al punto da sembrate quasi bianco. Le lenzuola invece, erano l’unico punto di colore: blu notte, e lavorate. Quella camera era meravigliosa secondo la ragazza e appena Malfoy le aprì la porta, si sentì convinta di aver fatto la scelta giusta.

-         Beh, buonanotte Granger. – Le disse con un sussurro sensuale, prima di avvicinarsi pericolosamente al suo viso. Era decisamente troppo vicino, e lei stentava a reagire. La baciò a fior di labbra, senza prolungare quel bacio e senza spingersi in un bacio più carico di aspettative e significati. Era stato un bacio semplice, come semplice lo era stato quel “Buonanotte” sussurrato

 

 

 

Il mattino dopo, Hermione si svegliò con il sole freddo tipico dell’alba che sbatteva alle finestre immense di quella camera. Poteva rendersi immediatamente conto di quanto fosse presto, ma non se ne curò. Era sul punto di andare nel bagno adiacente alla camera per fare una doccia, quando qualcuno bussò alla porta: era un elfo che la avvertiva che la colazione sarebbe stata servita entro mezz’ora. Ringraziò con calore il povero elfo che scoprì chiamarsi Olly, e richiuse a porta. Nel giro di mezz’ora fu pronta. I capelli, asciugati con un colpo di bacchetta, cadevano – stranamente – in morbidi riccioli. Uscì dalla sua camera, e non ci mise molto a trovare le scale che conducevano al piano di sotto. Dopo aver camminato per un po’, però si rese conto che non erano le scale della sera precedente, bensì si estendevano verso una parte buia del castello. Senza sapere come, si ritrovò di fronte alle grandi vetrate della biblioteca. Era più di qualche minuto che teneva la mano sulla maniglia della porta a vetro, indecisa se entrare o meno: si era fatta incantare dal sole che entrava dalle immense vetrate esterne e che illuminavano pallidamente quei libri, che lei così tanto adorava. Fu allora che sentì la voce di un bambino:

-         Hermione! – Disse il piccolo bimbo biondo correndo ad abbracciarla.

-         Buongiorno piccolo. Hai dormito bene? –

Continuando quella semplice conversazione, prese la mano del bambino nella propria, lasciano che l’altra mano – ancora ferma sulla maniglia – ricadesse sul suo fianco, e si avviò col bambino verso la sala da pranzo.

 

La colazione fu abbondante – forse troppo – si sentì di aggiungere Hermione, e a un certo punto si sentì scoppiare.

-         Draco, è ora che io vada. –

-         Certo Granger. – Disse lui alzandosi. La ragazza salutò Scorpius con un bacio sulla guancia, e dimenticandosi di assegnargli i compiti.

 

Si avviarono insieme verso un altro lato del castello, per poi entrare in un piccolo salottino. Su un basso tavolino si trovava  una spazzola riccamente decorata.

-         E’ quel… -

-         Si, è la passaporta. –

Draco era girato di spalle, verso la finestra che dava sul cancello d’entrata. Hermione notò la sua borsa da viaggio poggiata su un divano, e accanto un’altra borsa, di pelle.

-         Draco … Cos’è quell’altra borsa? –

Pensava che Malfoy le avesse procurato altri libri che le sarebbero potuti tornare utili. E poi si ritrovò a pensare anche che era diventata una cattiva abitudine quella di chiamarlo per nome. Era sempre stato Malfoy, non Draco. Qual era la differenza? Non riuscì a pensarci, per via della voce del giovane che la colpì come un pugno.

-         E’ mia Granger, vengo con te. -

 

 

 

 

 

 

 

Spazio Autrice:

Lo so, lo so. E' tutto un casino. Il prossimo capitolo credo di dedicarlo in parte alle motivazioni di Draco. A ciò che gli passa per la testolina bionda.E poi al Messicooooo!

Per il resto, grazie a tutti. E scusatemi per gli ENORMI ritardi, ma se non sono convinta, non c'è ispirazione che tenga. -_-'


Volevo consigliarvi vivamente una storia, se ancora non la state seguendo. E' MERAVIGLIOSA, così come l'autrice, Poison Spring. La storia si chiama "La bellezza del demonio", e non ci sono parole per descriverla. Presente Savannnah? Ecco, lei è la NUOVA,NUOVISSIMA Savannah. Meno di lei ha solo il fatto che ancora non ha pubblicato un suo libro. (Appena finisce la storia, giuro che la stampo tutta e gliela mando rilegata solo per farmi fare un autografo...U__U). 
Credetemi, non può non essere letta. :)    Eccola : http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=551435

E poi volevo - se vi va - farvi sapere che ho scritto una One Shot, (che mi piace molto di più di questa FF, Non sono brava con questo genere di cose prolisse!) che adoro. Ma rimane comunque il fatto che avete la possibilità di scegliere o meno se leggerla. Così non è invece per la storia di Poison Spring. QUELLO  è un imperativo categorico. Presente Kant? Ecco. CATEGORICO.    Ecco la mia.  
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=570595&i=1




A scanso di equivoci, so di non saper scrivere bene e che questa storia non è un granchè, ma mi libera da tanti problemi. ;)
Anto

  
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