Titolo:
Obra maestra del amor
Autrice:
Nemo From Mars
Fandom:
Vicky Cristina Barcelona
Personaggi/Pairing(s):
Juan Antonio/Cristina/Maria Elena
Genere:
Introspettivo, Romantico
Rating:
giallo
Avvertimenti:
oneshot breve (704 parole secondo OpenOffice)
Note
iniziali: ho messo qua e
là un po' di frasi in spagnolo, mi
suonava carino ^^
“tu
éres un hijo de puta” , se
non si intuisse significa “sei un figlio di
puttana”XD
“coño”
è un'imprecazione che equivale al nostro
“merda/cazzo”.
“para
siempre”, ovviamente è
“per
sempre”
Il
titolo invece sta per “capolavoro d'amore”, e
– ci tengo a
sottolinearlo – non
vuole assolutamente essere un'impropria e autocelebrativa mancanza di
modestia, tutt'altro. Solo che il “tema”
è più o meno quello,
ed è l'unica cosa che mi è venuta in mente come
titolo ^^'' Lo dico
sempre che non ce la posso fare con i titoli ._.
Alla
mia sorellina Laura,
con
un bene sconfinato <3
Obra maestra del amor
“Tu
éres un hijo de puta, Antonio!
Hijo de puta!”
“Maria
Elena, calma! Coño,
sta' calma,
ti dico!”
Juan
Antonio e Maria Elena stanno litigando, ma non è nulla di
serio,
nonostante possa sembrarlo.
Cristina
li guarda da lontano e si morde le labbra, masticando il sentore vago
di un'invidia priva di gelosia.
Sa
che è questione di attimi e si calmeranno, faranno pace e
saranno
paradossalmente più uniti di prima.
Anche
se poi, quei due riescono ad essere perfetti e complementari perfino
mentre litigano, poetici urlandosi addosso i peggiori epiteti,
creativi e appassionati anche nel prendersi a schiaffi.
E
innamorati.
Su
questo Cristina non ha dubbi.
Juan
Antonio e Maria Elena sono anime gemelle.
Non
ha mai visto nessuno amarsi come
loro, letteralmente.
Una
coppia di ex-coniugi che si accapiglia a intervalli regolari e che
può vantare trascorsi a dir poco burrascosi - durante una
delle loro
ultime liti, lei ha tentato di farlo fuori con un rasoio e lui
s'è
difeso a colpi di sedia - non è proprio l'emblema
dell'amore, a una
prima occhiata, no?
Ma
Cristina non si è mai fermata alle apparenze, nonostante
Vicky le
abbia sempre rimproverato una certa superficialità.
Convivendo
e bevendo a poco a poco piccoli sorsi della loro presenza, della loro
arte, ha capito.
Ha
visto.
Loro
hanno qualcosa – divisi e insieme – che lei non
avrà mai e non
troverà sul corpo di nessuno dei due.
Juan
Antonio - il fuoco calmo che lo anima mentre spiega la sua visione di
vita, morte, amore, tutto; il modo di gesticolare, la bocca sensuale
e l'accento adorabile di una voce seducente come la marea; gli
avambracci perennemente macchiati di tempera secca che stringono a
sé
Cristina con irruente dolcezza quando fanno l'amore, e sembra sempre
la prima volta.
Maria
Elena – i capelli selvaggi come i suoi dipinti, l'ombra
indecifrabile che muove ogni suoi gesto, la convinzione con cui
ripete a Cristina che il sentimento romantico, quello perfetto,
è para siempre
solo se è incompleto e imperfetto; la lucida
follia dei suoi occhi neri – che gridano tempesta e parole
d'amore
rabbiose senza bisogno della voce, che rubano il respiro più
di
quanto possano fare le sue labbra con un bacio.
Hanno
il rapporto più ambiguo e aperto che Cristina abbia mai
conosciuto,
accettano una terza presenza in casa e tra le loro lenzuola con
tranquillità esagerata, ma perdono la testa per vere e
proprie
sciocchezze.
Si
muovono come legati a un filo teso, sottile, fragile, che pure non si
spezza mai.
Si
cercano e si allontanano senza motivi apparenti.
Lei
si accende una sigaretta quando lui ha appena finito la propria con
la stessa continuità distratta con cui spesso l'uno termina
il
pensiero dell'altra, senza guardarsi negli occhi.
Mischiano
i baci agli insulti, i graffi alle carezze, la dolcezza al veleno,
come fanno coi colori, con un'alchimia stupefacente.
Sembrano
loro stessi due opere d'arte.
E
Cristina li ama.
Dio,
sente di amarli come non ha mai amato nulla in vita sua.
Eppure
sa che non è lì, il suo posto. Non è a
loro che appartiene.
Nonostante
le abbiano detto entrambi che lei è l'ingrediente mancante e
fondamentale, l'anello che unisce ed equilibra tutto, nonostante la
loro vicinanza l'abbia ispirata e le abbia fatto scoprire il suo vero
potenziale nella fotografia, Cristina sa che non basta.
Non
è colpa loro – non le fanno mancare niente e in
tre hanno
raggiunto una stabilità a dir poco perfetta.
La
colpa è solo sua.
Si
sente – ancora - una banale macchia di grigio.
Nulla
che pennellate di luce viventi come Juan Antonio e Maria Elena
potrebbero mai rendere speciale, anche se per un po' è stato
bello
sperarci.
Ed
ora Cristina si trova al punto di partenza: al solito, insoddisfatta
per motivi sconosciuti, in cerca di altro e di nuovo, diverso da
ciò
che ha ottenuto.
Sospira.
Non
sa cosa stia cercando - da sé, dai suoi amanti, da quella
vita
nomade, camaleontica e meravigliosa - ma non è
lì, a Barcelona: non
può continuare a essere una linea indefinita di confine e
unione, un
dettaglio che - per quanto importante - diventa invisibile tra i
colori violenti e brillanti di un capolavoro.
*
Note finali: questa cosuccia mi frullava in mente da settimane alla fine è uscita...la sera prima di un esame, come mi è accaduto altre volte °-° . Anziché ripassare come sarebbe stato giusto, da brava cazzeggiatrice ho spento il cervello e mi sono messa a scrivere -> non sono normale e mi faccio paura da sola. Per fortuna l'esame è andato bene comunque XD *-*
Grazie a chiunque abbia letto/leggerà/lascerà un parere. Bye!