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Autore: a Game of Shadows    12/10/2010    5 recensioni
Permisi ad una sola lacrima di scendermi lungo il viso, senza staccare mai gli occhi da lui, senza perdermi mai un suo respiro, con la consapevolezza che ognuno di quelli avrebbe potuto essere l'ultimo.
Genere: Avventura, Azione, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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10. Not In Blood But In Bond.
Quando scesi dalla carrozza, davanti all'ospedale, Lestrade mi fulminò con lo sguardo. Lo evitai e mi fiondai dentro. Fermai la prima infermiera che trovai.
"Sto cercando Sherlock Holmes!" dissi.
"Lei chi è?" chiese, sospettosa.
"John Watson."
Sembrò riconoscermi. Forse aveva letto il mio nome sui giornali, vicino a quello del mio collega.
"E' in sala operatoria. E' un miracolo che quel proiettile non abbia raggiunto il cuore."
Dopo di che, mi abbandonò nel corridoio, tornando alle sue usuali mansioni.
Rimasi a vagare per l'ospedale con il suo cappotto ancora stretto tra le braccia, come un'anima in pena, fino a che la stessa infermiera mi fermò.
"Sta riposando." mi disse.
Sentii il cuore notevolmente più leggero. Era ancora vivo.
"Venga con me." concluse.
La seguii fino alla porta della sua stanza, dove dei dottori mi dissero delle parole che odiai all'istante.
Entrai nella stanza, cercando di fare meno rumore possibile.
Sapevo che, dopo i recenti avvenimenti, non sarei più riuscito a mandare avanti il mio lavoro all'ambulatorio, sapevo che mi avrebbe dato la nausea rivedere un posto che potesse essere collegato ad un ospedale.
Avvicinai una sedia al letto e mi sedetti, rimanendo a guardarlo.
Era molto pallido, aveva perso molto sangue. Per colpa mia.
Holmes era sdraiato su quel letto per colpa mia.
Gli spostai i capelli ricaduti sugli occhi, trattenendo a stento le lacrime.
Non avrebbe dovuto mettersi in mezzo. Perchè l'aveva fatto? Perchè era stato così stupido, lui, nella sua genialità, da rischiare di morire per colpa mia?
"Vedremo se ce la farà." mi avevano detto.
Io, come medico, sapevo benissimo che quando un dottore pronunciava quelle parole, era un modo gentile per dire: "Non sappiamo se riaprirà più gli occhi."
Permisi ad una sola lacrima di scendermi lungo il viso, senza staccare mai gli occhi da lui, senza perdermi mai un suo respiro, con la consapevolezza che ognuno di quelli avrebbe potuto essere l'ultimo.
Posai il diario bucato sul comodino e il cappotto ai piedi del letto.
Faceva male vedelo così. Terribilmente male.
Il petto nudo era ricoperto solo da delle bende. Delle bende che erano li a fasciarlo per colpa mia.
Mi coprii gli occhi con una mano, cercando di trattenere le lacrime che premevano insistenti per uscire.
"Lei è un'incosciente, Watson..."
Alzai lo sguardo per incontrare, finalmente, i suoi occhi aperti. La sua voce era poco più di un mormorio flebile.
Ero contento di vederlo vivo e cosciente, ma la felicità fu presto soppressa dalla rabbia.
"Io?! Io sarei l'incosciente?! Aveva me sotto tiro, come le è venuto in mente di mettersi in mezzo?!"
Aveva rischiato di morire per colpa mia, i sensi di colpa mi stavano uccidendo. Non riuscivo neanche ad immaginarmi come avrebbe potuto essere passare il resto dei miei giorni senza di lui, i suoi casi, la sua ironia, i suoi sorrisi, quel tipo di sguardi che riservava solo a me.
"Io avevo la possibilità di difendermi. Poi, Watson, se non fossi intervenuto, lei sarebbe morto, mentre adesso siamo vivi entrambi."
La sua spiegazione mi sembrò subito giusta, eppure il peso che avevo sullo stomaco non accennava a diminuire.
"Watson, sinceramente: quante volte lei ha rischiato di morire per un caso in cui l'ho coinvolta?"
Non seppi come rispondergli. Non era successo molte volte ma si, era successo. Prese il mio silenzio come una risposta.
"Diciamo che adesso siamo pari." disse, accennando ad un sorriso.
Mai avrei immaginato che Holmes mi avrebbe consolato e rassicurato.
Sorrisi anche io, affondando una mano tra i suoi capelli, come il giorno in cui era iniziato quel caso. Solo che, adesso, era sveglio.
"I miei capelli le piacciono così tanto, Watson?"
Non mi preoccupai del fatto che se ne fosse già accorto la prima volta e, con la mano libera, gli sistemai le coperte.
"Non puo stare zitto qualche minuto?" chiesi.
Si limitò ad annuire. Me ne stupii.
Richiuse gli occhi. Sembrava innocuo, addirittura tenero. Continuai ad accarezzargli i capelli, mentre l'altra mano raggiungeva il suo viso.
Lo vidi assumere un'espressione confusa, ma non riaprì gli occhi, nè mi scacciò.
Inconsapevolmente, avvicinai il viso al suo. Era come se mi attirasse, come una calamita.
"Holmes..." chiamai, sottovoce.
I suoi occhi si schiusero di nuovo e si incatenarono immediatamente ai miei. Io, intanto, mi ero fatto pericolosamente più vicino, ad un passo dal perdere il lume della ragione. Eppure lui sembrava assecondarmi.
Mi sembrò addirittura che si avvicinasse leggermente a sua volta. Quando i suoi occhi si posarono sulle mie labbra, ebbi la certezza che non mi avrebbe impedito di fare niente.
Sentimmo bussare alla porta e sussultammo, riprendendo una distanza di sicurezza, le mie mani lasciarono istantaneamente il suo viso.
Lestrade entrò senza aspettare una concessione. La persona più pericolosa che potesse entrare in quel momento.
Mi lanciò un'occhiata infuocata e, per un attimo, ebbi il terrore che potesse aver visto qualcosa.
"Lei dovrebbe essere a casa sua." mi disse.
Aprii bocca per parlare, ma Holmes mi precedette.
"Sto bene, Lestrade. Grazie per averlo chiesto." disse, con un sorriso ironico.
Lestrade riportò lo sguardo su di lui.
"Spero abbia una spiegazione per quello che è successo!"
"Se mi aveste seguito come vi avevo detto, avreste già tutte le spiegazioni che vi servono."
Lestrade aprì bocca, ma Holmes non gli permise di parlare, continuando.
"Il prete era Jack Giggins."
Lestrade assunse un'espressione sbigottita.
"Il chrurgo degli esperimenti?"
"Si. Il nostro Jack The Ripper. Le spiegherò i dettagli a Scotland Yard, quando uscirò da qui."
Lestrade fece qualche passo verso la porta, ma si voltò di nuovo vero di noi prima di uscire.
"Il caso probabilmente rimarrà segreto."
"Lo sospettavo. Immagino che la chiesa si ribellerebbe a un simile scandalo. Dovremmo archiviarlo come irrisolto."
Dopo un breve congedo, Lestrade uscì dalla stanza, chiudendo la porta alle proprie spalle.
Rimasi di nuovo da solo con Holmes, mi sentii cogliere dall'imbarazzo per quello che stava per succedere poco prima.
"Beh... La lascio riposare, Holmes."
Mi alzai, ma non riuscii a muovere un passo; la sua mano strinse repentina il mio polso, trascinandomi di nuovo verso di lui, l'altra mano finì dietro il mio collo, le sue labbra premettero contro le mie.
Mi sentii improvvisamente bene, come quando si torna a respirare dopo l'apnea. Stavo aspettando quel bacio da troppo tempo, anche se non me n'ero reso conto.
Dopo qualche secondo che passai del tutto allibito, chiusi gli occhi, le mie mani tornarono rispettivamente sul suo viso e tra i suoi capelli.
Le labbra si schiusero, la sua lingua accarezzò dolcemente la mia.
L'aria non mi mancava, stavo troppo bene.
Quando mi allontanai da lui, mi sembrò comunque troppo presto.
Un suo sorriso sornione arrivò velocemente ad arricciargli le labbra.
"Sembra stupito, Watson." constatò.
Non tardai a credere che, in effetti, la mia espressione potesse rasentare lo stupore più estremo.
"Non mi aspettavo una cosa del genere da parte sua." ammisi
Eravamo ancora pericolosamente vicini, riuscivo ancora a sentire il suo respiro solleticarmi le labbra.
"Se aspettavo lei...!" esclamò, sorridendo ancora.
Appoggiai la fronte contro la sua spalla e scoppiai a ridere.
Quando mi ripresi, riuscii ad alzarmi in piedi.
"Devo andare, Holmes. Mary sta dando fin troppo di matto, in questi giorni."
Non volevo andarmene, ma la mia posizione me lo imponeva. E l'espressione che assunse Holmes appena nominai Mary di certo non mi aiutava.
"Capisco." disse solamente, distogliendo lo sguardo.
Mi avvicinai di nuovo al suo letto e gli strinsi la mano.
Il suo sguardo saettò immediatamente alle mie dita intrecciate con le sue, vagamente confuso.
"Sarò qui, quando si svegliarà domani."
I suoi occhi tornarono sui miei e un nuovo sorriso si aprì sul suo viso.
"Ci conto."
Lasciai andare la sua mano e mi avviai alla porta. Mi voltai di nuovo per trovare il suo sguardo ancora su di me.
"Non aveva idea di dove fosse, vero?" chiesi, indicando il diario sul comodino.
Lui gli lanciò un'occhiata veloce, per poi riportare lo sguardo su di me.
"Potrei non avere idea neanche di dove si trovi il suo pallone da rugby." confessò, sorridendo.
Sorrisi anche io, prima di uscire e chiudermi la porta alle spalle. Ero già tentato di entrare di nuovo ma sapevo che se l'aspettava e non volevo dargli anche questa vittoria.
A malincuore, mi incamminai lungo il corridoio, incontrando Mycroft e Ashley Holmes che si dirigevano verso la stanza del mio amico.
Lui mi salutò con un cordiale "buonasera" mentre lei mi rivolse un sorriso timido. Fuori, fui certo di vedere Irene Adler che si cammuffava per entrare. Sono certo che Holmes non si aspettasse tante visite.
Non percepii Miss Adler come una minaccia, sapevo che il legame che mi univa a lui era molto più forte di quello che entrambi avevamo con chiunque altro.
La salutai e tornai verso casa.
La mattina dopo, come promesso, ero seduto accanto a Holmes prima che si svegliasse.

[NdA]
E' finita anche questa. Oddio, non sono più abituata ad avere una sola long fic all'attivo O.o
Comunque, sono felice di poter dire che non verrò fucilata davanti ad una folla felice o, almeno, lo spero! Niente finale triste. Contente? xD Non sopporto l'angst troppo a lungo, finisce che mi deprimo! xD

_Bina90_: Evitato l'angst! xD Io ancora non mi sono ripresa da Just An Office, non sono ancora pronta ad affrontare troppo angst! xD

Miss Adler: Che Lestrade non rappresenti l'arguzia nel mondo, è ormai una cosa ovvia agli occhi di tutti! xD Non puo capire cosa c'è tra questi due cari ragazzi!

aXce: Suvvia, si è conclusa bene! Sherlock si riprenderà senza dubbio in fretta, con il suo Watson a prendersi cura di lui! *-* *fa pensieri osceni*

barbydowney: Anche io ho visto quella scena a rallentatore! O.o Mi sono immedesimata in Watson, mi sono fatta prendere dal panico anche io, mentre scrivevo!

NonnaPapera: Si, Mary legge i gialli, lo dice nella scena del ristorante.
Si, direi che Holmes si è tenuto qualche cosa di Watson, quando si è trasferito. Si, è un furto! xD

Dunque, arrivati a questo punto, ringrazio:
barbydowney, aXce, Sweet Bee, NonnaPapera, FrancYeah, Willy Wonka, Miss Adler, _Bina90_, ladyElric92 e Alchimista per aver recensito almeno una volta;

Aya_Black, ladyElric92 e _Bina90_ che l'hanno preferita e

Alchimista, aXce, barbydowney, BlackCobra, Birbabirba, dodo, Elena Malfoy, fleur89, FrancYeah, ginnyx, Miss Adler, Nemu Chan, pochiperpe, Rose, SeptemberRain, sery221B, Sweet Bee, Vale_san e WhereIsMyMind per averla seguita,

ma grazie mille anche a tutte le persone che hanno semplicemente letto.
Alla prossima! <3
   
 
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