Serie TV > The Vampire Diaries
Ricorda la storia  |      
Autore: Shari Deschain    12/10/2010    8 recensioni
«Credo che alla fine sia questa la nostra maledizione... Provare gli stessi sentimenti, per la stessa persona, nello stesso momento»
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Katherine Pierce, Stefan Salvatore
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'He ain't heavy. He is my brother.'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Warning: Spoiler per la 2x01
Wordcount: 1447 (OpenOffice)
N/A: – Partecipa alla challenge bingo_italia, prompt “Ubriaco” (click)
– 
Intanto fatemela menare un attimo per il titolo, che è uno dei pochi titoli delle mie storie ad avere un senso: suggeritomi (non intenzionalmente XD) dalla professoressa di storia greca, la parola simposio significa letteralmente bere insieme, e nell'età antica indica anche quel momento particolare in cui, brindando, si suggella un'alleanza, una tregua o comunque un'unione.
E che poi non si dica che all'università ci vado solo per dormire, oh.
– Dedicata alla nemofrommars  (che come me porta in gloria la vampire geometry), come acconto alla Ian/Nina che le ho promesso e che prima o poi finirò di scrivere, giurin giurello <3

 

 

 

Simposio

 

 

 

Non ha idea di che ore siano, ma il suo istinto gli dice che non manca poi molto all'alba, e difficilmente l'istinto di un vampiro sbaglia su dettagli del genere.
È seduto sul tappeto, con la testa appoggiata ai cuscini del divano e le gambe allungate verso il fuoco ormai morente del caminetto, nella mano destra una bottiglia quasi vuota di Jack Daniels che fino a poche ore prima era ancora perfettamente sigillata.
Stefan non è mai stato un grande bevitore, e non perché gli manchino le buone intenzioni in tal senso. È che non ama l'idea di perdere il controllo.
No, forse è meglio dire che è terrorizzato dall'idea di perdere il controllo.
Gli è capitato diverse volte di ricorrere all'alcool per placare la sete di sangue, ma a parte l'incidente di qualche mese prima, a cui ripensa ancora con orrore, l'ultima Grande Sbornia risale forse agli anni '80, e gli ha lasciato un tatuaggio e un paio di ricordi di Lexi in atteggiamenti non proprio adatti ad un'amica.
Quindi no, Stefan non beve facilmente.
Ma dopo tutto quello che è successo, il bisogno di un bicchiere di alcool si era fatto irresistibile.
Lo ha detto anche ad Elena, e proprio in quel modo, dopo che lo shock per la non-morte di Jeremy si era acquietato e lui aveva potuto lasciarla sola: “Ho bisogno di bere qualcosa”.
E lei, giustamente, gli ha rivolto quello sguardo preoccupato che riserva solo alle grandi catastrofi, o anche a Damon (che è una catastrofe vivente, quindi forse dovrebbe semplicemente farlo rientrare di diritto nella prima categoria e chiedere lo stato di calamità naturale ogni volta che si trovano insieme), almeno fino al giorno prima – no, che diamine, almeno fino a poche ore prima.

 

«Lo odio»
«Lo so»

 

Ancora adesso non riesce a capire cosa volesse dirle con quel “lo so”.
So cosa vuol dire avere a che fare con Damon e con questi suoi gesti capaci di mandarti il cuore in mille pezzi? So che adesso pensi di
odiarlo ma che in realtà non ci riuscirai mai fino in fondo?
Ma Stefan in realtà non sa niente, tranne che suo fratello si è trasformato in una bomba ad orologeria, e che Katherine è tornata a Mystic Falls per chissà quale motivo.

 

«Sono tornata per te»

 
Bugiarda.
Se ami una persona non aspetti centoquarantacinque anni per tornare da lei. A meno che tu non ci sia costretto, come Damon, che comunque ha ingannato il tempo rovinando la vita a lui.
No, Stefan non ci crede a quella dichiarazione d'amore. Si rifiuta di farlo.

 

«Non sono mai stato innamorato di te, Katherine»

 

Bugiardo.
In fondo sa di averla amata. Di averla amata da morire, se si vuol fare del facile sarcasmo. Katherine è stata il suo primo amore, e lo sanno entrambi.
Stefan si porta di nuovo la bottiglia alle labbra, ed altro liquore gli scende giù per la gola, incasinando ancora un po' i suoi pensieri.
Gli piacerebbe tracciare una linea, mettere da una parte l'amore e da una parte l'odio.

 

«Ti amo»
(Le ultime parole dette da Katherine.
Le prime parole che avrebbe voluto dire ad Elena)

 

«Ti odio»
(Il ritornello che gli ripete costantemente Damon.
Le prime parole che avrebbe dovuto dire a Katherine)

 

Un altro sorso, un altro giro di ricordi. Più lontani, più confusi. Stefan chiude gli occhi. Vorrebbe solo dimenticare tutto questo per qualche ora.
Forse si addormenta, forse è l'alcool che si decide finalmente a fare il suo lavoro e a liberargli la testa da tutti quei pensieri.

 

L'alba è appena un po' più vicina quando una leggera sensazione, che non riesce ad identificare bene, lo spinge ad aprire gli occhi e voltarsi verso l'ingresso del salone.
Damon è appoggiato allo stipite della porta, e lo sta fissando.
Nemmeno lui sembra molto sobrio, e questa non è affatto una buona cosa: quella casa può contenere un solo Salvatore ubriaco per volta. Esperienza secolare.
Stefan ricambia lo sguardo impenetrabile e si domanda se quella è la notte in cui Damon lo farà fuori sul serio, come minaccia di fare da un secolo e mezzo.
Ma gli occhi di suo fratello sembrano fatti di vetro, talmente sono inanimati.

 

«Vuole essere odiato»

 

No, Elena. Ti sbagli.
Damon è troppo stanco per fingere. Troppo a pezzi per volere ancora qualcosa.
L'alcool gli fa girare la testa, e muoversi fa stridere di dolore i muscoli addormentati della schiena e delle gambe, ma Stefan riesce comunque a mettersi seduto.
Gli occhi di Damon seguono ogni suo movimento, senza rivelare nulla. È ironico che suo fratello gli risulti molto più spaventoso quando lo guarda in quel modo, tranquillo e silenzioso, piuttosto che quando lo sbatte contro un muro tenendolo per la gola e ringhiandogli in faccia.
Stefan torna a voltarsi verso il camino quasi spento e sospira.
Tempo di raccogliere i cocci nascosti sotto il tappeto e provare a ricostruire il vaso.
«Jeremy è vivo. John gli ha dato il suo anello», esordisce.
Per un momento spera, prega che suo fratello risponda con un “Lo so”.
Damon, essendo Damon, non può non rendere le cose complicate, quindi rimane in silenzio.
Ma Stefan è talmente stanco delle cose complicate...
«Immagino te ne fossi accorto», continua, senza guardarlo in faccia. Non vuole drammatiche espressioni rivelatrici, vuole solo un dannato a cui poter credere.
Può ancora sentire lo sguardo di Damon bruciargli la faccia, ma testardamente si ostina a non voler voltarsi verso di lui.
«Sembra quasi che tu stia tentando di convincere te stesso», osserva Damon, perspicace come sempre, soprattutto quando non dovrebbe esserlo.
La sua voce, comunque, è tremendamente calma.
«Elena pensa che tu non lo sapessi. Pensa che tu lo abbia fatto perché... »
«Elena pensa un sacco di cose», lo interrompe l'altro.
«È sconvolta»
«Vuoi dire che mi odia»
Stefan guarda suo fratello, il suo sorriso arrogante, la sua aria quasi soddisfatta.

 

«Mi odi, eh? Questo sembra più l'inizio di una storia d'amore, non la fine»

 

«No, non ti odia», risponde.
Damon ride tra i denti.
«Voglio dire: in questo momento sì, ti odia», si corregge. «Ma non sarà per sempre. Odiarti richiede un impegno e una costanza sfiancanti, fidati»
Damon non ribatte, forse per accordargli silenziosamente la sua fiducia sull'argomento, più probabilmente perché non riesce a trovare una battuta ironica in tempo reale.
Una manciata di secondi dopo, Stefan lo osserva avvicinarsi a grandi passi verso il divano, e poi sedersi sul tappeto accanto a lui.
Si irrigidisce appena quando Damon si volta verso di lui, ma suo fratello si limita a prendergli la bottiglia di liquore che tiene ancora tra le mani. Dopo averne preso un lungo sorso gliela restituisce, e Stefan fa solo finta di avere degli scrupoli a svuotarla completamente.
Il silenzio che si viene a creare ha un che di confortevole. È una delle poche cose che lui e suo fratello hanno sempre condiviso con piacere.
Ma c'è ancora lo spettro di Katherine ad aleggiare tra loro, non meno reale che se fosse distesa sul divano lì dietro.
Per qualche strana legge di compensazione, è Damon che si sente in dovere di esorcizzare l'argomento.
«Non l'hai mai amata come la amo io», dice, nella voce ancora quella stessa tranquillità a lui così poco consona.
Stefan non nega, perché non ha alcun motivo per farlo.
«E non la odierai mai come la odio io», aggiunge, e ancora una volta Stefan sente di non avere diritto di replica.
L'odio per Katherine li unisce come una volta li aveva uniti l'amore. Stefan non è sicuro che questa sia necessariamente una buona cosa, ma sapere che, una volta tanto, lui e suo fratello combattono dallo stesso lato del campo di battaglia, lo rende in qualche modo felice.
Ma se contro Katherine sono alleati, per quanto riguarda Elena rimangono ancora rivali: Stefan è costretto a tenerlo bene a mente.
«Credo che alla fine sia questa la nostra maledizione», biascica a mezza voce.
Damon gli rivolge un'occhiata interrogativa.
«Provare gli stessi sentimenti, per la stessa persona, nello stesso momento», spiega, la testa abbandonata contro il divano e gli occhi chiusi.
Ancora una volta, Damon non risponde. Torna il silenzio.
Entrambi sono poco abituati a quel genere di conversazioni.

 

Il camino è spento, la bottiglia è vuota, l'alba è arrivata.
Stefan è ormai perso in un sonno senza sogni.
Nella mano di Damon appare una fiaschetta di metallo che emana un vago odore di vodka; contemporaneamente, sul suo volto, fa la comparsa un ghigno amaro.
Meno ubriaco di quanto vorrebbe, Damon fa un ultimo brindisi solitario ai sentimenti: quelli che forse non avrebbe mai dovuto rivolere indietro, e di cui adesso non riesce a fare a meno.

   
 
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: Shari Deschain