The Flood
Ritrovarsi dopo 15 anni. Un evento assurdo, di assoluta grandezza.
Quale miglior modo per
festeggiarlo, se non con una canzone?
Alla fine,
l’avevamo sempre saputo, che saremo tornati.
Nonostante le critiche,
nonostante tutto.
Nonostante tutti.
Nonostante la pioggia,
nonostante i tuoni, stavamo resistendo contro di essi.
Eravamo uomini delle
caverne, ormai troppo vecchi per continuare, fuori dagli standard dei
bei ragazzi che servono solo a riempire riviste di ragazzine.
Meteore? Lo credevamo anche
noi, ma ora siamo in cielo, per ragiungere una stella fissa e brillare
sempre, non guardando più il nostro passato e i demoni che
l’hanno tormentato.
Litigi, ritrovamenti,
ancora litigi.
Le carte in tavola sono
cambiate.
C’è
progresso, ora, dove prima non c’era niente.
Difensori della fede, ecco
chi siamo. Per chi aveva fede in noi. Per chi ha avuto sempre fede in noi.
Quindi chiudi la tua bocca,
figliolo, controlla le parole. Controlla le tue critiche.
Tu non sapevi, tu non
potevi sapere, che noi stavamo lottando, resistendo contro
l’alluvione.
Non lo capivate, ma noi
c’eravamo. Stavamo imparando a danzare sotto la pioggia,
stavamo imparando a risistere.
Stavamo imparando la vita.
Siamo feriti, è
vero, e sanguiniamo ancora. Ma stavolta abbiamo capito, siamo forti, e
nessuno di noi lascerà la scena.
Il palco è il
nostro cielo, e ora noi vi guarderemo da quassù, con i
nostri occhi pieni d’amore.
Perché nessuno
è mai morto così. Prova a guardare con altri
occhi. Prova a guardare attraverso l’amore.
Ed ora siamo noi che
l’urliamo al mondo. Lo gridiamo, forte, chiaro.
Amore.
Siamo in piedi, in bilico
sul qualsiasi, su qualcosa di incerto, ma ci siamo e ci saremo, anche
se mani avide e menti diaboliche tenteranno di distruggerci, ma noi
saremo più veloci.
Perché ormai
siamo in cielo e abbiamo imparato a danzare sotto la pioggia.
Forse anche loro lo stavano
facendo, forse più di noi.
Ne avevano più
bisogno di noi.
Ed ora alzando gli occhi,
vedrete cinque stelle ballare insieme durante un temporale.
Oh, non lo stiamo
trattenendo più.
Adesso balliamo. Adesso viviamo.
Dicevano che non ce
l’avremmo mai fatta.
In fondo, cosa eravamo?
Ragazzini robot programmati per far successo, classificati subito.
Dicevano che non avremmo
mai più ballato.
Ma siamo qui, ancora.
Now they’ll
never dance again.