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Autore: ShadowFeanor    13/10/2010    1 recensioni
Il viaggio infinito di Bahamut non può ancora terminare. Altre prove lo attendono perchè possa raggiungere il suo obiettivo...
Un ostacolo più grande di quanto ci si possa aspettare si frappone tra lui e l'adempimento della sua missione...
Ma anche un essere superiore come lui, da solo, rischia di non farcela.
Dovunque ci sia Oscurità c'è sempre anche Luce, e l'unica Luce che può guidare le Tenebre dell'erede del Signore dei Draghi è quella delle sue sorelle...
La Luce appartenente a delle splendide ragazze che possono aiutarlo a sfuggire al suo destino immortale...
Genere: Azione, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Nuovo personaggio, Shinku, Suigintou, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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I Due Draghi

 

Rieccomi con la mia quinta fanfiction su Rozen Maiden. Questo sarà il sequel della mia prima fanfiction sulle nostre care bamboline semoventi, ed anche se ho per lunghe linee già tratteggiato la trama nemmeno io ho idea di quello che scriverò. Come al solito mi dovrò affidare ai personaggi che userò, di sicuro sapranno come guidarmi. Buona lettura a tutti.

 

I)               Il Ritorno del Drago

 

Suiseiseki: Allora, ricapitolando: Soul e Maka sono fidanzati…

 

Suigintou: No, sono partner.

 

Suiseiseki: Ma non è la stessa cosa desu?

 

Suigintou: No, partner possono essere anche due persone che lavorano assieme, come fanno loro. È vero che è quasi scontato che finiranno col mettersi assieme, però non c’è ancora nulla di ufficiale.

 

Suiseiseki: Io devo ancora capire però come può una ragazza innamorarsi di una falce desu…

 

Suigintou: Perché è un ragazzo che si trasforma in falce. Per essere nata come bambola ne hai davvero poca di fantasia…

 

Suiseiseki: Questo non è assolutamente vero desu!!!

 

Souseiseki: Lascia stare, nelle favole che le legge il nonno non c’è niente di simile, deve essere per questo che non ci ha pensato…

 

Era passato poco più di un anno da quando le sette Rozen erano diventate Alice, e di cose ne erano davvero cambiate da allora…

 

Suiseiseki e Souseiseki si erano trasferite stabilmente dai nonni, in quanto risultavano adottate da loro. I due vecchietti erano più che felici di quella situazione, visto che amavano davvero le due gemelle come se fossero figlie loro. La loro esperienza si era fermata con un bambino di dieci anni, e due ragazze di seconda superiore erano tutta un’altra faccenda, ma questo particolare non impedì loro di vivere come una vera famiglia…

 

Stessa cosa valeva per Kanaria, e Mitsu non poteva che essere al settimo cielo. Sembrava riempirla di gioia anche solo accompagnare a scuola la bambina, che ora frequentava la terza elementare assieme ad Hina.

 

Storia a parte invece fu per le restanti tre Rozen, che si trasferirono, come suggerito loro da Giuseppe, a casa del ragazzo, il quale, dall’ultima volta che lo avevano visto, non aveva più fatto sapere niente. Anche se questa era una cosa normale, conoscendo l’immortale.

 

La vita da comuni umane, anche se possedevano sempre poteri straordinari, non sembrava averle cambiate molto, ad eccezione di Suigintou. Lei non aveva mai vissuto una vita “normale”, come invece avevano fatto le sue sorelle, e quella era la sua prima ed unica possibilità di vivere come una ragazza qualunque.

 

L’albina infatti aveva decisamente cambiato atteggiamento e stile di vita. Sembrava decisa a diventare una sorella maggiore modello, cosa che sembrava riuscirle bene sia dal punto di vista scolastico che per il resto, e visto che la sua coinquilina più grande frequentava la seconda media le veniva quasi naturale pensarla in questo modo. Come carattere era ancora molto scontrosa ed irascibile, il che spaventava spesso e volentieri Hina, che ancora non era abituata del tutto alla presenza di quella che, una volta, era un loro nemico giurato, però stava lavorando anche su quello.

 

Assieme alle gemelle lavorava spesso part-time, anche se svolgevano più spesso commissioni per un giovane fioraio della zona, che oltretutto sembrava avere un debole per Souseiseki, la quale però rimaneva ancora sulle sue. Meiyo era un bravo ragazzo, e con lui si trovava molto in sintonia, ma sembrava come spaventata da quella situazione. Era stato il primo che si era mostrato interessato a lei come ragazza, quindi era anche normale che lei fosse confusa…

 

In effetti le tre Rozen più grandi sembrava essere diventate molto popolari, nonostante frequentassero la scuola solo da un anno. Quelli che adocchiavano l’albina di sicuro erano i meno fortunati, visto che lei pareva essere del tutto disinteressata al romanticismo, soprattutto tra i banchi di scuola. Questo suo comportamento poi le aveva fatto guadagnare il soprannome, inventato da Hina, di “Rozen Haruhi”. Il motivo era semplice: così come la protagonista dell’anime era del tutto disinteressata ad ordinari esseri umani anche lei sembrava non interessarsi ai ragazzi comuni.

 

Il soprannome però era più azzeccato di quanto si possa credere, perché durante la convivenza con le due bionde Suigintou stava sviluppando decisamente un’anima da otaku, anche se era nato tutto per caso. In un momento di noia totale le passò per la testa di vedere la tv assieme ad Hina, che in quel momento stava proprio vedendo La Malinconia di Haruhi Suzumiya, e venne lentamente catturata da quel mondo, fino a che non se ne appassionò. La sua natura di bambola notturna poi non si era mai assopita, e questo le fece scoprire anche il mondo degli anime notturni, generalmente più cruenti, ma anche con storie che la appassionavano di più rispetto a quelli che trasmettevano durante l’arco diurno, che però guardava lo stesso quando non era impegnata.

 

E visto che anche Suiseiseki si interessava all’argomento, anche se lei si limitava agli anime romantici, ne era scaturita questa conversazione, il tutto mentre le tre, appena uscite da scuola, stavano andando a prendere Hina, che le stava aspettando pazientemente vicino all’ingresso.

 

Solitamente era Shinku che andava a prenderla, ma quel giorno era rimasta a scuola assieme a Tomoe e Jun per studiare. Anche se era superiore ai suoi compagni come intelligenza il sistema scolastico era cosa ben diversa da quanto credeva, e visto che odiava essere inferiore agli altri si impegnava davvero al massimo per eccellere in tutto.

 

Mentre le quattro ex-bambole si dirigevano verso casa ebbero un incontro che sicuramente avrebbero preferito evitare.

 

Infatti da un locale sbucarono due tizi poco raccomandabili, Hokori e Gensou, che frequentavano l’ultimo anno nella stessa scuola che frequentavano Suigintou e le gemelle. Dal loro aspetto non si sarebbe mai detto, in quanto erano entrambi dei bei ragazzi con alle spalle delle famiglie facoltose, ma, come capita spesso, sotto la placcatura dorata c’è un’anima arrugginita. Infatti avevano l’abitudine di usare la forza contro chiunque quando le cose non andavano come dicevano loro, indipendentemente che fosse coinvolto o no nella situazione.

 

Hokori: Ma guarda un po’ chi si vede. Allora Suigintou, sei qui per rispondere alla lettera che ti ho lasciato l’altro giorno?

 

Suigintou: Perché, sai anche scrivere? Questa si che è una notizia da prima pagina…

 

Quella era di sicuro la risposta peggiore che potesse dare, ma lei era sempre stata così, e questo era un lato del suo carattere che di sicuro non sarebbe mai riuscita a cambiare, neanche a volerlo.

 

Prima che Hokori si lasciasse trasportare dall’istinto Gensou fece qualche passo in avanti e, appoggiata una mano sul viso di Souseiseki, disse.

 

Gensou: E tu invece che mi rispondi? Hai deciso di mollare quel rammollito del tuo ragazzo per fare il salto di qualità, vero?

 

La Giardiniera scostò la mano, infastidita da tanta confidenza che si prendeva nei suoi confronti.

 

Souseiseki: Meiyo non è il mio fidanzato, e stai sicuro che non è un rammollito. Ah, tanto per sapere, questo “salto di qualità” chi dovrebbe essere? Non mi pare di vedere qualcuno che possa esserlo…

 

Suigintou non aveva peli sulla lingua, ma anche Souseiseki non era da meno. Non per niente erano sempre state due delle Rozen più combattive, ed il loro carattere lo dimostrava pienamente.

 

Il problema era che entrambi i ragazzi ora avevano un pretesto per alzare le mani, e non si sarebbero fermati solo perché chi avevano davanti erano delle ragazze. Prevedendo la tempesta in arrivo Suiseiseki prese Hina e si mise al riparo dietro una cassetta delle lettere, mentre le altre due si prepararono a dare a quei tipi una lezione. Dopotutto loro erano pur sempre nate per combattere, e dei comuni umani, per quanto forti, di sicuro non erano alla loro altezza.

 

Stranamente, proprio nel momento in cui stavano per iniziare, qualcuno sembrò voler prendere le difese delle ragazze. Indossava una sorta di soprabito rosso che lo copriva dalla testa ai piedi, fatto di uno strano materiale, con un cappuccio calato a nascondere il viso del loro soccorritore.

 

?: Vi pare  questo il modo di comportarsi con delle ragazze?

 

Gensou: E tu chi saresti? Questi non sono affari che ti riguardano!

 

?: Può darsi, ma non importa. Allungate un solo dito su di loro e…

 

Hokori: E cosa paladino dei miei stivali?!

 

Hokori sferrò un pugno, che venne evitato dall’incappucciato, il quale poi lo spinse verso il suo compare, facendoli cadere entrambi. I due si rialzarono, e se prima erano arrabbiati per il rifiuto subito ora erano decisamente furenti. Provarono ad attaccarlo assieme, ma lo sconosciuto li anticipò colpendo Gensou dietro al ginocchio, il che lo fece inciampare, evitò il colpo di Hokori e lo strattonò per la maglia, facendogli battere la testa contro quella dell’altro ragazzo.

 

I due si alzarono e, massaggiatisi la testa, iniziarono a ridere.

 

Gensou: Non so chi tu sia, ma sei forte. È la prima volta che qualcuno di questo livello ci affronta. Hai tutto il nostro rispetto.

 

Entrambi salutarono e se ne andarono come se niente fosse, lasciando alquanto allibiti i presenti.

 

Suigintou: … Tutto qui? Se ne vanno felici e contenti dopo averle prese? Mah, chi li capisce…

 

Souseiseki: Forse non sono così irrecuperabili come si crede. Magari hanno solo bisogno che qualcuno che si occupi di loro. Mi pare di aver sentito che i loro genitori li abbiano trascurati praticamente da sempre…

 

Suiseiseki si decise ad uscire allo scoperto e, avvicinatasi a quell’individuo sbucato da chissà dove, disse.

 

Suiseiseki: Grazie per l’aiuto desu. C’è qualcosa che possiamo fare per restituirle il favore desu?

 

?: Non preoccuparti, dovere.

 

Il tipo iniziò ad andarsene, e, cosa davvero strana, il suo soprabito cambiò colore, diventando bianco.

 

Suigintou allora, allarmata da questa cosa, ma anche un po’ incuriosita, lo fermò dicendo.

 

Suigintou: Hey, aspetta un attimo!

 

La ragazza gli si piazzò davanti, guardandolo con un’espressione che sembrava mischiare uno sguardo storto con uno interrogativo.

 

Aveva come il sospetto di conoscere quella persona, ma prima di ogni cosa voleva essere sicura di non aver preso un abbaglio.

 

Suigintou: Per caso ci conosciamo?

 

?: Non saprei…

 

A queste parole Suiseiseki riuscì a stento a trattenere una risatina. Credeva che l’albina volesse provare ad agganciarlo con una scusa vecchia come il mondo, e bisbigliò ad Hina.

 

Suiseiseki: Haruhi a quanto pare ha finalmente trovato il suo individuo poco ordinario.

 

Suigintou trattenne la sua voglia di lanciarle contro una tempesta di piume, limitandosi a gridarle.

 

Suigintou: Pettegola che non sei altro, vedi che ti ho sentita! Dopo faremo i conti noi due!

 

Tornò a rivolgersi all’incappucciato quindi.

 

Suigintou: Potresti togliermi una curiosità?

 

?: Quale?

 

Senza aspettare il consenso la ragazza gli tolse il cappuccio, avendo finalmente conferma dei suoi sospetti.

 

Non potevano essere molte le persone con una cicatrice come quella in faccia, e di certo nessuno oltre lui poteva avere un abito che cambia colore all’improvviso.

 

Bahamut, o come meglio conosciuto in quel secolo, Giuseppe.

 

Suigintou: Lo sapevo che eri tu. Mai che ti passi la mania di fare l’enigmatico, eh?

 

Giuseppe: … Mi conosci?

 

L’albina si batté una mano in fronte. Se era davvero lui o gli si era abbassata la vista o aveva perso qualche neurone, anche se aveva i suoi dubbi che fosse accaduto…

 

Suigintou: Va bene che è passato più di un anno dall’ultima volta che sei stato qui, ma non credevo ti saresti dimenticato così facilmente di noi! Eppure l’altra volta mi pare che tu stesso avessi detto che sarebbe stato irrispettoso nei nostri confronti non ricordare i nomi delle tue “sorelle”, non è così caro il mio Bahamut?

 

   
 
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