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Autore: Elos    17/10/2010    5 recensioni
La Terra del Ventitreesimo Secolo, pensa Yeshrael il Viaggiatore, Yeshrael il Drago, non è un posto in cui valga la pena di vivere: ma c'è qualcuno, forse, che meriterebbe d'essere salvato. Giunto con il compito di Osservatore a premergli sulle spalle, si troverà a fare i conti con il peso del dovere.
Non tutti i futuri sono già stati scritti.
Terza Classificata e vincitrice del premio Eylis consiglia al concorso La Stazione... e il Drago, indetto da Eylis.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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.trentunesimo giorno - Epilogo



Il treno perse velocità all'ingresso nella Stazione. Dalla ciminiera fumante della locomotiva rossa s'alzò ad accompagnare il suo ingresso un fischio sordo, più forte del cigolare delle rotaie, acciaio contro acciaio, che sembrò far stridere nell'eco le enormi vetrate della cupola; c'era una lama ambrata di sole a filtrare dalle finestre, una luminosità come da crepuscolo sospeso.
Il treno ebbe a malapena il tempo di fermarsi, e le porte di spalancarsi, prima che una sola persona uscisse fuori dalle carrozze altrimenti deserte, gesticolando furiosamente in un turbinio di capelli rossi e movimenti bruschi:
- Capostazione! - Urlò forte. - Capostazione! -
Indosso aveva vestiti sporchi, logori e infangati ai bordi, e una barba malamente fatta ad adombrargli gli zigomi asciutti. Gli occhi erano infossati, occhi da persona stanca, ed una delle maniche della giubba era strappata: ma, malgrado l'aspetto malridotto, sembrava avesse ancora forza più che bastante per gridare a squarciagola.
- Capostazione! Esci fuori! Devo... Tu! - Puntò il dito contro l'uomo che gli veniva incontro, sempre più rabbioso, sempre più acceso, il viso chiaro e giovane contorto in una smorfia d'ira. - Perché mi hai portato via? Rimandami lì, ora! -
Il Capostazione si fermò di fronte a lui e scosse la testa:
- No. -
Il ragazzo rimase per un attimo immobile, la bocca schiusa in un'espressione di sconcerto - quasi non si fosse aspettato un diniego così secco - prima di afferrare il collo della veste del Capostazione per scrollarlo ferocemente:
- Tu mi rimanderai indietro immediatamente! - Ruggì. - La stanno... -
- Lo so. -
- Sta morendo! Devo tornare indietro prima che... -
- No, non devi. - Disse il Capostazione, quietamente. Non fece nulla per sottrarsi agli scrolloni del ragazzo, con la lunga barba bianca ad oscillargli sul petto ad ogni scossa e il berretto basso e schiacciato a pendergli tutto da una parte, a malapena trattenuto dalla punta d'un orecchio. - Tu non devi muoverti di qui. Non devi tornare indietro. Non devi intervenire. -
- Ma lei morirà! -
- Non è affar tuo. - Lo interruppe il vecchio. Parlava con lentezza, sempre mite, ma c'era tutta una sorta di durezza immobile nella sua voce, di freddezza, che pareva voler mettere in chiaro che lui non stava suggerendo qualcosa, lui stava spiegando qualcosa, ed era il genere di spiegazione del quale sarebbe stato meglio non dubitare.
Inchiodò i propri occhi chiari, chiarissimi, cristallini, in quelli color d'oro vecchio del ragazzo.
- Sei già intervenuto abbastanza. - Disse piano. - Sei intervenuto anche troppo. -
Il ragazzo strinse i pugni. Serrò i denti, contrasse le braccia: ma poi lo lasciò andare. Dalle labbra ancora contorte per l'ira gli sfuggì un verso strozzato che pareva insieme un ruggito e un lamento, un verso d'impotenza assoluta e dolorante, animalesco. Si scansò di scatto dal Capostazione, quasi temesse che prolungare il contatto avrebbe potuto ustionarlo.
Gli diede le spalle bruscamente, con i capelli a frustargli la schiena in una sferzata rosso fuoco, e si incamminò lungo i binari. Parve sul punto di mettersi a correre, ma non lo fece: con le spalle curve, i pugni serrati, il Capostazione lo vide abbandonare la propria umanità ad ogni passo, lasciandola cadere per terra, spogliandosene come fosse un vestito troppo stretto e pesante da portare.
Quando passò sotto alla vetrata, arrivato all'uscita della Stazione, tutto quel che il Drago dovette fare per prendere il volo fu spalancare le ali.

Sembrava stesse scappando, ma non c'era nessun posto, pensò il Capostazione, per scappare da quello.






Note della storia: Questa storia ha partecipato al concorso La Stazione... e il Drago indetto da Eylis, classificandosi terza e vincitrice di uno dei premi Eylis consiglia.
Per trovare tutte le storie partecipanti potete andare qui, sul sito degli Original Concorsi di Eylis. A classificarsi sul podio sono state le storie Amore fragile di Sisya-chan e Coldhold di lames76, ai quali faccio tutti i miei complimenti.
Le storie sono veramente tutte bellissime, per cui vi consiglio di andarvele a leggere!


  
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