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Autore: Isyde    17/10/2010    1 recensioni
E' la mia prima storia d'azione vera e propria.
-Di donne come te, ne ho decisamente abbastanza.- ironizzò lui, toccandole la ferita sanguinante con un dito.
-Ma io sono la Diva. Sono unica.-
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LA DIVA.



Essere una Diva non è male, specie se ti ritrovi in un bunker scavato nel bel mezzo del deserto babilonese, le mani legati e una benda che ti copre gli occhi, come Patricia Liviani.
L'agente scelto Malton la fissò a lungo.
Dovette ammettere che la terrorista Liviani non era solo una donna senza scrupoli ma anche una sensuale gatta in calore.
Divertito dal pensiero che da lì a qualche ora avrebbe potuto sentirla miagolare si alzò dalla sua instabile sedia di legno e si avvicinò quel tanto che bastava per osservare meglio il seno sodo e piccolo che sporgeva fuori dalla camicia grigia.
Ghignò appena.
Le levò brutalmente la benda e fissò curioso gli occhi chiari che lo guardavano sospettosi.
-Buonasera, signorina Liviani.- la salutò accennando una specie di inchino. -O dovrei dire Diva?-
Patricia Liviani alzò il mento e strinse le labbra in una smorfia.
Poco prima che Malton potesse accorgersi di qualcosa, un fiotto di sangue e saliva raggiunse la maglia e parte del manto dell'agente scelto americano.
Patricia ridacchiò sommessamente, anche quando un potente schiaffo la raggiunse, facendole voltare dolorosamente la testa.
-Puttana.-
La donna lasciò che un rivolo di sangue percoresse il suo collo sporco di fuliggine e colorasse la camicia grigia che non ricordava di aver messo quella mattina.
Ora che ci pensava non ricordava quasi nulla.
Aveva un'importante consegna di armi da dare ai ribelli afgani al confine con l'Iraq.
Loro pagano bene e in contanti. Non erano simpatici quando i ceceni oppure i gruppi di guerriglieri africani, ma rispettavano il suo bisogno di privacy.
Se mancavano di rispetto....
Il vecchio e caro Mullah senza testa trovato poco lontano da Herat, testimoniava la gentilezza con cui Liviani e i suoi seguaci discutevano.
A suon di proiettili, sangue, decapitazioni e rapimenti.
Nella testa della donna più pericolosa del mondo, c'era una gran confusione.
Com'era possibile che gli americani fossero riusciti a catturarli?
Dov'erano finiti i suoi soldi?
E le sue armi?
Rialzò la testa e sorrise al giovane americano di fronte a lei.
-Sei solo un pivello.- mormorò appena. -Una pedina inutile. Oggi sei qui, domani sotto tre metri di terra.-
Malton incrociò le braccia, abbastanza soddisfatto del graffio sul volto della ragazza.
-Sei patetica.- le disse. Lentamente tirò fuori dalla fondina una pistola.
La puntò contro la sua fronte.
-Vorrei vedere se i tuoi amichetti riusciranno a salvarti anche stavolta, hai qualche preghiera o un ultimo desiderio?-
Patricia alzò un sopracciglio. -Chissà cosa direte ai giornali domani. La terrorista Liviani uccisa durante uno scontro a fuoco, e non in una bettola irachena in compagnia di uno sfigato ner...-
Non fece in tempo a finire la frase che Malton si ritrovò spinto da Patricia che si era nel frattempo liberata dalle corde.
La donna gli diede un calcio prima negli stinchi e poi si voltò su sé stessa recuperando la pistola, caduta qualche metro in là.
Sentì che l'uomo stava cercando di prenderla per i capelli, ma si abbassò in tempo.
Colpì con il gomito lo stomaco di Malton e circondò da dietro il suo collo e lo portò all'altezza del ginocchio, pronto per colpirlo.
L'agente gridò, agitandosi, mentre fiotti di sangue uscivano a litri dal setto nasale ormai spaccato e ridotto a prendelli.
Non contenta Patricia lo inchiodò al muro.
-E così, sarei una puttana, eh?- sibilò al suo orecchio, avvicinando sempre più la canna della pistola alla tempia dell'uomo che ormai tremava di paura.
-Che c'è? La mammina non c'è?-
Lo colpì in faccia con la pistola e l'osservò cadere a terra e strisciare in cerca d'aiuto.
-Hai qualche cosa da dire?-
L'agente mugolò qualcosa.
-Nulla? Nemmeno una sana cristiana preghiera? Una richiesta particolare per il tuo funerale?-
Non gli diede modo di rispondere.
Un solo colpo bastò a farlo cadere pesantemente a terra, facendo sussultare il suo corpo in un lungo spasmo.
Vide la sua mano cercare di afferrare una vecchia radio.
Si fermò tremante qualche centimetro in là, tremante, supplicante.
E poi smise semplicemente di respirare, lasciando che ogni singola cellula si spegnesse, che l'anima che aveva animato quel burattino scomparisse, dissolvendosi nell'aria viziata di quel bunker.
Patricia Liviani sputò nuovamente del sangue, centrando i pantaloni dell'agente.
Sul suo volto era stato disegnato un leggero sorriso.
Nessun rimorso.
Nessun senso di colpa.
Si allacciò meglio la camicia grigia e sistemò la coda di cavallo che teneva dei sporchi capelli biondi.
Cercò nella stanza delle armi con cui difendersi e trovò solamente un fucile della prima Guerra del Golfo.
Quasi le uscì una folle risata dalle labbra.
Si precipitò fuori e quello che vide fu solo una serie di corpi ammassati una sopra l'altro.
All'angolo vi era un uomo con una vistosa cicatrice sul volto.
-Certo che ce ne hai messo di tempo, Pat.- disse spegnendo la sigaretta contro il muro. -Non posso perdere tempo a cercarti in tutto l'Iraq.-
-Che aspetti allora? Andiamo.- rispose lei, avvicinandosi.
-Dove stavolta?-
-Che ne dici del Sud Est asiatico? Belle spiagge, belle donne...-
-Di donne come te, ne ho decisamente abbastanza.- ironizzò lui, toccandole la ferita sanguinante con un dito.
-Ma io sono la Diva. Sono unica.-














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Non so come é nata sta' roba.
Veramente, l'ho buttata subito e non ci ho pensato molto.
Spero vi sia piaciuto.

Sarà il video di Brandon Flowers- Crossfire

Forse XD.

Isyde.






   
 
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