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Autore: NonnaPapera    18/10/2010    4 recensioni
La ciurma di Shanks il Rosso era tutta riunita a festeggiare, anche se nessuno ricordava a cosa si stesse brindando.
Ogni scusa e ogni momento erano buoni per fare baldoria, questo era il pensiero comune, che regnava da sempre in quell’equipaggio tanto temuto in tutti i mari. [...]
Occhi di falco se ne stava seduto al bancone, in disparte, con un bicchiere di whisky liscio e fissava con sguardo freddo, distaccato ed anche alquanto disgustato, la ciurma scalcinata del suo amante.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Drakul Mihawk, Shanks il rosso
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le strane strade della vita: ciò che si scopre, quando si crede di sapere tutto

 

Nella taverna la confusione e il rumore sovrastavano ogni cosa.

La ciurma di Shanks il Rosso era tutta riunita a festeggiare, anche se nessuno ricordava a cosa si stesse brindando.

Ogni scusa e ogni momento erano buoni per fare baldoria, questo era il pensiero comune, che regnava da sempre in quell’equipaggio tanto temuto in tutti i mari.

Naturalmente. il fautore primo di questa visione del mondo era appunto Shanks.

Seduto su di una sedia di legno, in mano l’ennesimo boccale di birra ricolmo, era il più rumoroso di tutti.

La sua risata sguaiata e allegra risuonava alta per tutto il locale.

Occhi di falco se ne stava seduto al bancone, in disparte, con un bicchiere di whisky liscio e fissava con sguardo freddo, distaccato ed anche alquanto disgustato, la ciurma scalcinata del suo amante.

Amante che, in quel momento, stava dando sfoggio del peggio di sè –ballando una, alquanto imbarazzante, danza del ventre sopra al grosso tavolo di legno-.

Mihawk lo guardò infastidito, non capiva come fosse possibile che un pirata temuto e rispettato da tutti, la cui fama arrivava fino ai confini conosciuti del mondo –e forse anche oltre- tenesse un contegno tanto imbarazzante.

Sapeva che non era una buona idea fin dall’inizio… ma Shanks sapeva essere petulantemente insistente quando ci si metteva, così per zittirlo, l’aveva accontentato ed era rimasto a bere con loro –ma quella sarebbe stata la prima e ultima volta-.

Si voltò sullo sgabello, dando le spalle a quello stupido ubriaco e si concentrò sui riflessi color ambra che si muovevano nel suo bicchiere.

Erano passati anni dell’ultimo scontro tra di loro.

I duelli e le tenzoni erano automaticamente cessati con la perdita del braccio di Shanks.

Per il rosso non ci sarebbero stati problemi, ma lui si era sempre rifiutato… non sarebbe più stato uno scontro alla pari.

La forza combattiva del pirata non era variata con l’amputazione del braccio –questo lo sapeva bene anche lui- però incanalarla tutta su di un arto solo non era cosa possibile, neppure per un tipo ostinato come Shanks.

Seppur di poco, dopo quell’incidente, le sue capacità di spadaccino erano diminuite.

Per questo motivo –unito al fatto, sebbene non l’avrebbe mai confermato a voce alta con nessuno, che da tempo c’era una forte attrazione fisica latente tra loro-, avevano smesso le armi ed erano diventati amanti.

Ormai erano moltissimi anni che il loro rapporto andava avanti.

Era sempre la stessa storia, si ritrovavano in qualche posto, passavano la notte consumando tutta la passione che li divorava, poi ognuno riprendeva la sua strada.

Ormai era una routine rodata e verificata in ogni suo ingranaggio.

Mihawk strinse la mascella.

No, decisamente non si sarebbe dovuto far convincere a restare per bere in compagnia.

Così facendo si sarebbe risparmiato quell’assordante frastuono e la versione Shanks-indiscusso.sovrano.del.rutto. che era costretto a sorbirsi in quel momento.

Tutto quel pandemonio continuò invariato per circa un’altra mezzora, dopo di che l’orecchio attento del moro percepì un seppur lieve cambiamento.

La festa continuava senza dare segni di voler cessare, però Shanks si stava, via via che passavano i minuti, calmando.

Nessuno fuorché Mihawk si accorse del cambiamento repentino d’umore del rosso, tutti erano troppo presi dai festeggiamenti.

Dopo pochi istanti, il pirata si alzò dalla sua sedia e si diresse verso la camera da letto, che si trovava al piano superiore della taverna.

Occhi di falco si sorprese del gesto… pensava infatti che l’altro stesse male per via dell’alcol e che di conseguenza sarebbe corso nel bagno del’osteria, che si trovava di fianco le cucine.

La scelta di salire le scale lo incuriosì, così dopo pochi istanti si ritrovò a percorrere gli stessi scalini, alla volta della stanza dell’amante.

La porta della camera era chiusa quando arrivò sul pianerottolo.

Senza pensarci su due volte, l’aprì manifestando così la sua presenza al Rosso.

Quello che vide però lo lasciò per un istante incerto sul da farsi.

Shanks se ne stava raggomitolato, come un bambino impaurito ai piedi del letto: le gambe strette contro il petto, il volto sudato e la mascella serrata.

Facendo alcuni passi in avanti però, si rese conto che il compagno non era spaventato, bensì sopraffatto dal dolore.

Si avvicinò maggiormente, osservando con maggiore attenzione la figura accasciata ai suoi piedi.

La mano destra di Shanks stringeva spasmodicamente la spalla sinistra, esattamente lì, nel punto in cui l’arto sinistro mancava.

Accortosi, solo in quell’istante, della presenza di Mihawk l’altro alzò il volto madido di sudore e atteggiò un sorriso, che però divenne immediatamente una smorfia di dolore mal represso.

-Non è nulla… mi fa solo male il polso sinistro…- mormoro il rosso in un soffio.

Il moro lo fissò come se fosse impazzito.

Il polso sinistro? A Shanks mancavano non solo il polso, ma anche le dita, la mano, il gomito… insomma tutto il braccio sinistro fino alla spalla era mutilato, da anni ormai.

L’altro dovette scorgere la perplessità sul suo viso perché aggiunse una piccola spiegazione.

-Arto fantasma*… mai sentito? Capita che a volte il cervello registri dolore, lì dove le parti amputate non ci sono più! Questo braccio mi crea più problemi ora che non c’è, rispetto a quando ancora l’avevo… divertente vero?-

L’ultima frase, detta nel tentativo di sdrammatizzare la situazione, risuonò molto malinconica alle orecchie di Mihawk.

-Ti capita spesso?- fu l’unica domanda che fece.

-No… non spesso, infatti nessuno lo sa! A parte ovviamente te, che l’hai scoperto ora…-

Il silenzio cadde pesante per alcuni istanti, quando il rosso non riuscì a terminare la frase per via di una fitta più forte delle altre.

Poi a stento, rannicchiandosi ancora più su se stesso riprese:

-… non serve che rimani… passerà, ci sono abituato…-

Lo spadaccino non proferì parola, si limitò solamente a voltarsi e a uscire dalla porta che era rimasta spalancata, richiudendosela poi alle spalle.

Sul volto di Shanks si dipinse un’espressione amara.

In fondo, non si sarebbe potuto aspettare nulla di più da uno come Mihawk  -il semplice fatto che gli avesse chiesto come stava era un’enorme strappo alla regola-.

Strinse maggiormente le dita attorno alla spalla, pregando in silenzio che il dolore sparisse in fretta.

Chiuse gli occhi nel tentativo di regolarizzare il respiro –che via via si stava facendo sempre più affannoso-.

Il rumore di passi e poi lo scricchiolio della porta che si riapriva, lo costrinsero a riaprirli di colpo.

Sulla soglia era ricomparso il moro.

Occhi di falco teneva in mano un pezzo di tela stropicciato e sgualcito, che sembrava fungere da sacchetto.

Arrivato davanti a Shanks si inginocchiò e gli porse lo straccio.

Il Rosso lo fissò senza capire.

-Ghiaccio!- si limitò a dire, posandogli poi quel pezzo di stoffa ricolmo di piccoli cubetti di ghiaccio sul moncherino sinistro.

Quel freddo contatto ebbe l’effetto di resettare il cervello di Shanks, che smise di inviare quegli assurdi segnali di dolore.

Nel giro di alcuni minuti, Shanks poté finalmente tirare  un sospiro di sollievo.

Si asciugò la fronte, ancora bagnata di sudore, con la manica della camicia e poi si alzò.

-Grazie! Non serve che ti dica che deve rimanere un segreto- disse il rosso fissando il compagno nei penetranti occhi gialli.

-Non serve!- sottolineò freddo il moro.

Senza aggiungere altro, si incamminarono nuovamente di sotto e si risedettero ai loro posti.

-Capitano! Allora tocca a te… per cosa beviamo questa volta?-  Urlò piuttosto alticcio Ben mentre tutti levavano i calici.

Shanks si alzò, mise un piede sulla sedia a pronunciò in maniera solenne:

-Agli anni che passano, alle cose che cambiano, ai nemici, agli amici, ai segreti e alle scoperte!-

In un urlo di urrà tutti alzarono i calici, a quello strano discorso di cui nessuno capì il significato… nessuno eccetto Mihawk, che –per la prima volta quella sera- alzò il suo bicchiere di whisky e si unì al brindisi.

 

End

 

 

PICCOLO SPAZIO PRIVATO:

*L’arto fantasma è un problema clinico che si riscontra molto spesso a seguito dell’amputazione di arti. http://it.wikipedia.org/wiki/Arto_fantasma

Può provocare prurito, formicolio, sensazioni di movimento dell’arto amputato ed infine dolore.

Sebbene non sappia quale sia la cura più adeguata per questo tipo di dolore, che è solo una mera proiezione del cervello umano, ho pensato che la soluzione di utilizzare del ghiaccio potesse risultare plausibile e veritiera.

Ed eccomi nuovamente con una Mihawk /Shanks vi ero mancate vero!

In effetti dopo il parring assai insolito di “incontri notturni” l’ultima che ho scritto (non se ne vedono tutti i giorni di Franky Sanji!) tornare sul classico era di dovere!

Partecipante al contest “One Piece Contest” 3° classificato.

Se lo yaoi vi appassiona e vi piacciono anche le storie originali allora siete invitati tutti sul mio forum ( mio e di una mia amica che si chiama Dragona). E' un forum totalmente dedicato alle storie, ai disegni e ai fumetti yaoi e slash originali ( quindi tutto frutto della fantasia degli utenti)
Bhè? che fate ancora qui? correte! Ci divertiremo un sacco
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