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Autore: NonnaPapera    18/10/2010    9 recensioni
I sette peccati capitali visti dalla parte di personaggi fantastici.
Genere: Dark, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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VITE FANTASTICHE

 

 

INVIDIA

 

(100 parole)

 

Il rumore di un vetro infranto.

Frammenti di specchio e la sua immagine dovunque.

Non voleva più essere.

L’oblio sarebbe stato preferibile a quella assordante perfezione.

Pelle di neve, occhi di cielo, capelli di luna, bocca d’arte dipinta.

L’enorme fardello di generazioni sulle spalle.

Elfo perfetto, elfo etero, elfo ammirato e per questo evitato.

Fissò, con sguardo assente, fuori dalla finestra della sua prigione che, ad occhi inesperti, sembrava una reggia.

Orrendo e deforme, zotico e maleodorante.

Circondato da amici, pieno di vita.

Il sospiro sfuggì doloroso dalle sue perfette labbra.

Perché il destino avverso l’aveva reso elfo anziché orco?

 

LUSSURIA

 

(100 parole)

 

Un lieve sussulto, un leggero sfiorarsi.

La mano corre curiosa, indecisa, insicura.

Danza sulla veste di seta ricamata, scendendo più in basso.

Si ferma, guardandosi guardingo alle spalle.

Ciò che sta facendo non è giusto, lo sa, ma non riesce a fermarsi.

Deve sapere, capire.

Perché è così speciale, per quegli esseri chiamati mortali?

Sono secoli che li osserva tentando di capire.

Sono secoli che il dubbio si insinua, corrode, divora la sua mente.

La mano bianca si intrufola sotto i veli, passa il ventre piatto e si tuffa nell’inguine.

Un boato e una voce

“Indegno di ali, sii maledetto.”

 

ACCIDIA

 

(100 parole)

 

“Ti avevo avvertito, non mi hai ascoltato”

“Non ho fatto nulla” si difese.

“Esatto, è proprio questa la tua colpa”.

Nel disperato tentativo di rimediare, si inginocchiò davanti al mago, con l’intenzione di supplicarlo.

“Inutile e inoperoso, a cosa potresti mai servirmi? Sei spaventoso, ma questo non basta se non ascolti i miei ordini! Un sasso mi sarebbe più utile”

Il volto del mago si illuminò alle sue stesse parole.

Un leggero movimento di dita, poche arcane parole sussurrate.

Rumore assordante e poi silenzio.

La mano del mago batte sulla fredda pietra.

“Decorerai il mio palazzo, mio poco laborioso gargoyle”.

 

GOLA

 

(100 parole)

 

Il sudore correva lentamente sul corpo accaldato.

La mano, con fare vezzoso, tirava indietro i capelli, scompigliati dalla fresca brezza serale.

Il corpo, tornito da un costante allenamento, si muoveva aggraziato.

In molti l’avrebbero definita bella.

La lingua accarezzò le labbra riarse.

Aveva sete.

Silenzioso come il calare della notte la seguì nei suoi movimenti.

Doveva pazientare, aspettare che non ci fosse nessuno, per poterla avvicinare e stringere tra le braccia.

Lei voltò l’angolo.

Finalmente era giunto il momento, era sola.

Nessun rumore, nessun suono, nessuno si accorse di nulla.

Veramente un’ottima cena, pensò soddisfatto, mentre si allontanava in volo.

 

SUPERBIA

 

(100 parole)

 

Sono anni che si narra la triste storia della più invidiata.

La più bella e la più ammirata dalle onde del mare alle profondità dell’oceano .

Il suo nome sulle labbra di tutti i popoli.

Il suo viso, nei cuori di tutti gli esseri.

La sirena più famosa, per il suo canto celestiale.

Un giorno, come altri, un’idea la colpì.

Perché privare quei mortali della sua magnificenza?

Senza ascoltare i moniti si avvicinò ad un litorale.

Trovò la morte sulle spiagge di una terra lontana e dimenticata.

La ritrovarono priva della sua bellezza, riarsa dal sole e consumata dalla salsedine.

 

IRA

 

(100 parole)

 

Lei era da sempre sinonimo di pace e serenità.

La bacchetta magica costantemente in una mano, pronta a dispensare felicità e amore.

Il cappello a punta, simbolo di bontà e giustizia.

Ali bianche per volare verso i bisognosi.

Il vestito dei mille colori dell’arcobaleno, per portare allegria anche nei giorni più scuri.

Infine le scarpette…

Quelle scarpette che avrebbero dovuto essere candide ed immacolate.

Quelle scarpette macchiate orrendamente ed irrimediabilmente!

Un urlo di pura rabbia scosse tutto il bosco, mentre la fata si accingeva a cercare il colpevole.

Gli avrebbe inflitto la giusta punizione.

Molto dolorosa, si ripromise sorridendo soddisfatta.

 

 

 

AVARIZIA

 

(100 parole)

 

Non si sarebbe mai stancato di ripeterlo.

Lui stava benissimo da solo.

Il silenzio, la solitudine, gli davano la possibilità di riflettere e pensare.

Gli piaceva farsi lunghe camminate.

Rimanere per ore ed ore immerso nella contemplazione della natura.

Era felice.

Nessuno che gli dicesse come comportarsi.

Nessuno che lo giudicasse per i suoi, a detta di tutti, buffi abiti color verde acido.

Ma, cosa più importante di tutte, nessuno, assolutamente nessuno, che potesse mettere le mani sulla sua pentola ricolma di scintillanti monete d’oro.

Il suo tesoro, l’unico motivo al mondo per il quale valesse la pena vivere.

 

 

 

PICCOLO SPAZIO PRIVATO:

 

Storia partecipante al contest “Fantastico peccato”  1° classificata

E al contest “I sette vizi capitali” 7° classificata e vincitrice del premio Originalità.

 

Per sicurezza ecco alcune spiegazioni alle drabble

 

INVIDIA: L’elfo è per antonomasia l’essere perfetto. Ecco perché ho voluto metterlo come protagonista dell’invidia, lui che ha tutto prova invidia nei confronti di un orco (una delle peggiori creature del mondo magico) perché quest’ultimo, sebbene non abbia nulla, è circondato di amici e di felicità.

 

LUSSURIA: Il protagonista è un  angelo, che spinto dalla curiosità cerca di procurarsi piacere.

Dio che tutto vede e tutto sa lo punisce portandogli via le ali (perché si sa gli angeli sono degli esseri puri che non devono essere toccati dai bisogni carnali degli umani) per punizione.

 

ACCIDIA : L'accidia, è l'avversione all'operare, mista a noia e indifferenza. Nella drabble si parlava del gargoyle(in architettura , un gargoyle è una pietra scolpita grottescamente)che non serviva mai come avrebbe dovuto il suo padrone, perchè era un essere ozioso e poco laborioso.Per punirlo delle sue mancanze il padrone (un mago) lo trasforma in pietra, dichiarando che tanto sia da vivo che pietrificato avrà la stessa utilità, visto che non fa nulla.Diciamo che è come una piccola leggenda sulla creazione dei gargoyle che popolano i tetti di molte cattedrali e castelli.

 

GOLA: incentrata sulla notte di caccia di un vampiro

 

SUPERBIA : la protagonista è una sirena, che non accontentandosi di essere ammirata da tutto il popolo del mare per la sua bellezza un giorno si spinge fino alle coste, con il desiderio di farsi ammirare dagli uomini (e quindi anche da loro ricevere complimenti)Purtroppo la sirena, si sa, è un pesce e senza acqua non sopravvive. Questo la porta a morire su una spiaggia desolata perchè impossibilitata a tornare in acqua.

 

IRA:Anche qui ho voluto giocare sul fatto che generalmente le fate sono sempre rappresentate come buone e gentili.

Perciò ho immaginato la fata alle prese con un problema di poco conto e ne ho esagerato la reazione.

 

AVARIZIA: ho sempre creduto che chi è avaro è solo, ma anche se se ne rende conto tende a giustificarsi con altri motivi. Perciò il leprecauno, giustifica la sua solitudine col fatto di non essere compreso dagli altri che lo deridono… anche se l’unico motivo di questo suo isolamento è che non vuole che nessuno tocchi i suoi soldi.

   
 
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