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Autore: eleanor89    19/10/2010    5 recensioni
Questa è la storia degli amici di Cedric, della sua famiglia a Hogwarts. La storia degli eroi di tutti i giorni, con le loro piccole avventure, con i loro amori, le amicizie, i tradimenti, i litigi, i giorni felici e quelli di dolore.
La storia di quelli dimenticati che non hanno mai dimenticato lui, dei tipi strani che tutti notano ma non nominano mai,di quelli che sono diventati famosi con l'Esercito di Dumbledore e di quelli che non hanno mai smesso di lottare senza invece mai mettersi sotto i riflettori. Questa è la storia degli amici di Cedric a cominciare dall'anno del torneo Tremaghi, l'anno in cui si può ancora essere innocenti, l'anno in cui Tu-Sai-Chi è solo una brutta storia che i genitori raccontano a bassa voce.
Ultimo cap:«Posso esserle utile?» domandò cortesemente.
L'uomo lo fissò con quella che a lui parve una punta di disprezzo, ma poi parlò con una voce insicura che lo stupì: «Tu sei... Wayne? O Walter?»
«Wayne.» rispose lui, senza capire.
«Sono il padre di Michael.» disse l'uomo.
Un brivido freddo gli corse per la schiena.
Genere: Comico, Drammatico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cedric Diggory, Tassorosso, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cedric's friends.'
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Note: la protagonista non è Megan Jones, lo sono un po' tutti, per il prologo ho scelto il suo punto di vista perché è quella meno diplomatica. No, non è la tipa che fa la dura, è semplicemente un tantinello brusca, o per meglio dire incredibilmente sincera e incapace di relazionarsi decentemente con gli altri essere umani.
L'anno del torneo Tremaghi e dell'Ordine della Fenice è già stato scritto, perciò potrò pubblicare molto spesso.
Molti nomi sono presi dalle note rese pubbliche dalla Rowling di personaggi che non ha mai nominato, ho seguito le indicazioni del Lexicon, escluse alcune licenze come il fatto che Megan Jones nella mia fanfiction sia Scozzese.
Stebbins e Fawcett sono comparsi anche nei libri della saga come “quelli che erano in atteggiamenti intimi e Snape li ha puniti”.
Chiunque legga 70s students sappia che qui ci sono figli di persone che gli saranno molto familiari!
Metterò uno specchietto coi personaggi più avanti se pensate che possa servire.





Prologo



Dividere la camera con le sue compagne non era affatto facile, e non tanto per la povera Susan che non seccava mai nessuno e si faceva i santissimi fatti suoi, quanto per quella piaga di Sally-Anne che pretendeva il massimo silenzio e soprattutto che nessuno entrasse nel suo spazio vitale che aveva un raggio di circa cinque metri, spaventata forse dall'essere contagiata dalla vitalità delle altre persone presenti. La principessina bionda ci teneva a far valere la propria superiorità anche quando era nascosta dalle mura della loro camera e non mancava di guardarla con disprezzo quando tentava di raccontare ad Hannah le ultime imprese delle Holyhead Arpies, visto che lei in quanto quasi estranea al gioco era alquanto influenzabile e bisognava tenerla in salvo delle stupide idee dei suoi amichetti Ernie e Justin con le loro squadre per pezzenti. Con Georgia non parlava molto, erano entrambe troppo poco diplomatiche, o come diceva Wayne lei era incivile e Georgia non amava farsi sottomettere, per non scontrarsi su ogni argomento, perciò quella passava il suo tempo con Michael e non si parlavano; così finivano i suoi rapporti con le compagne di stanza.
In effetti, si poteva dire che Megan non avesse rapporti particolari con loro, e fin troppo spesso si ritrovava a chiacchierare con Mirtilla Malcontenta che condivideva con lei l'odio per Sally-Anne e una sconfinata ammirazione per Cedric, due anni avanti al loro e uno dei suoi pochi amici.
Non che fosse possibile non andare d'accordo con Cedric: quel ragazzo, oltre ad essere particolarmente bello, era gentile, leale, simpatico, giusto: l'incarnazione dello spirito Hufflepuff.
Lei lo aveva conosciuto grazie a Wayne, fratello di un compagno di stanza di Cedric, un anno più grande di lei. Wayne tra l'altro le era particolarmente insopportabile, ma non si poteva avere tutto dalla vita.
O evidentemente lei non poteva avere tutto dalla vita.
Trascorreva le sue giornate con Cedric, Michael, Walter, Wayne, Georgia, Quill e Stephen, e andava d'accordo solo col primo, parlava alle volte col secondo per insultarlo, e col terzo, sano di mente, e litigava col quarto mentre raramente scambiava parole con gli ultimi tre.
I suoi voti erano nella media, non era una secchiona come Hannah, Stephen e quello spocchioso di Ernie ma neppure pessima come Quill e gli altri amici di Cedric; non era né invisibile né popolare, insomma, nella sua vita non c'era nulla di eccitante se non il Quidditch, visto che sua cugina Gwenog era il capo delle Holyhead Arpies di cui era una sfegatata tifosa e lei era la battitrice di Hufflepuff. A meno che non fosse considerato popolare il fatto che tutti sapessero il suo nome e la guardassero con sospetto solo perchè non era un esempio di calma.
A volte si trovava a desiderare di vivere una vita pazza come quella di Harry Potter, che si diceva avesse già compiuto grandi gesta di cui probabilmente metà erano inventate ma che perlomeno aveva amici inseparabili e nemici giurati.
Se avesse già avuto diciassette anni sarebbe stato lui il campione di Hogwarts quell'anno, poco ma sicuro.
Intanto lei tifava perché fosse scelto Cedric e sperava che quell'anno fosse un po' più emozionante del solito.
Più tardi avrebbe pianto amare lacrime al solo ricordo, in quel momento si preparava per andare a vedere chi sarebbe stato scelto come Campione.


 Campione di Hogwarts.


«Il campione di Hogwarts è Cedric Diggory!» scandì Dumbledore e Megan Jones scattò in piedi, applaudendo con più forza del necessario. Wayne Hopkins batté le mani alzandosi con immancabile calma e poi sollevò un calice verso Cedric Diggory, che gli fece l'occhiolino mentre raggiungeva gli altri campioni. Tutti gli Hufflepuff si erano alzati e festeggiavano.
«Finalmente anche uno dei nostri si fa notare...» commentò Ernie Macmillan con aria estasiata, e Sally-Anne Perks annuì solennemente.
«Senza contare che è pure un ottimo esempio di bel ragazzo!» esclamò Susan divertita, scoppiando a ridere. Stephen Cornfoot sospirò rumorosamente e batté le mani con meno entusiasmo, mentre gli amici di Cedric ridevano o alzavano gli occhi al cielo.
«E ti pareva...» commentò Walter, dando poi una gomitata al fratello che si era già seduto di nuovo per sorseggiare il succo di zucca, «Wayne! Non puoi mostrarti un po' più felice?»
«Cedric sa che ha tutto il mio sostegno.» ribatté lui flemmatico.
Megan lo fulminò con lo sguardo, continuando ad applaudire e commentando: «Sei sempre la solita nonna.»
L'unica risposta di Wayne fu un inarcarsi di sopracciglia.
«Credo che il preside stia cercando di parlare.» ridacchiò Justin Finch-Fletchley, e Hannah Abbott, come sempre alla sua sinistra, si sporse per vedere meglio.
Rent Summers e Jack Summerby fischiarono e il povero Quill Rivers accanto a loro si coprì le orecchie. Alla fine il preside riuscì a riportare la calma.
«Bene, ora abbiamo i nostri tre campioni. Sono certo di poter contare su tutti voi, compresi gli studenti di Beauxbatons e Durmstrang, perché diate ai vostri campioni tutto il sostegno che potete.
Acclamando il vostro campione, contribuirete in modo molto...» Dumbledore si interruppe e tutti seguirono il suo sguardo.
«Guardate il calice!» sussurrò Michael Stebbins, sovreccitato migliore amico di Cedric.
«È rosso... Un'altra pergamena!» squittì Quill.
Megan assottigliò lo sguardo mentre il preside ne leggeva silenziosamente il nome. Lei e tutta la Sala Grande lo fissavano in attesa.
«Harry Potter.»
Megan spalancò la bocca, inorridita, e si voltò a cercarlo con lo sguardo. Il mitico ragazzo sopravvissuto che aveva salvato molti di loro genitori nati-babbani con la sola esistenza era lì, in tutto il suo splendore di capelli arruffati e occhiali da quattro soldi, impietrito come se non sapesse cosa fare. L'imprecazione le sgorgò di bocca da sola, quando notò che persino Wayne si era voltato a guardarlo con gli occhi spalancati.
«Non è possibile! Ha imbrogliato, ha la nostra età!» protestò Ernie schifato.
«Maledetto, perché sempre a lui la gloria?» ringhiò anche lei, furibonda, «È Cedric il campione!»
«Come osa!» cominciò Sally-Anne, per la prima volta d'accordo con lei su qualcosa. Intanto il preside lo chiamava perché raggiungesse gli altri.
«No, non ci fa niente con loro! È un imbroglione!» gridò Michael, rosso in faccia.
«Perché sempre lui?» ripeté Justin che sembrava folgorato.
Harry Potter cominciò a sfilare tra un tavolo e l'altro dopo essere quasi inciampato nella sua stessa veste.
«Poveraccio.» fu l'unico commento di Wayne, che era tornato a bere. Susan Bones sembrava in qualche modo dispiaciuta, forse perché spesso le capitava di farsi male. Megan sentì un istintivo moto di simpatia per Georgia che lo fissava come se volesse alzarsi e scorticarlo vivo, sentimento da lei condiviso.
Alla fine Harry Potter sparì e tutti cominciarono a vociferare ancora più forte, contro i Gryffindor sempre in mezzo alle pluffe, contro il calice, contro Potter, contro tutta la scuola perché Hufflepuff era sempre la casa più sfigata e contro i professori perché non facevano nulla.
Megan si voltò di nuovo verso il tavolo Gryffindor, che si stava riprendendo. A giudicare dalle loro occhiate non erano a conoscenza della truffa di Potter, e i suoi due amici parlottavano tra loro, il tizio Weasley sembrava contrariato, la Granger parlava senza prendere fiato.
«Gli studenti possono tornare alle loro sale comuni, i campioni vi raggiungeranno a breve.» li congedò la professoressa McGonagall, che non prestava orecchio ai richiami irati degli Hufflepuff.
«Si può essere più parziali?» borbottò Georgia.
«Gryffindor.» rispose semplicemente Sally-Anne, passando una mano tra i lunghi capelli biondi e attirando le occhiate ammirate dei ragazzi come al solito. Megan sospirò, alzandosi.
«Torniamo in sala comune e aspettiamo Cedric, mi sembra il caso di festeggiarlo come si deve.» propose.
«Giuro che quest'anno mi alleo con Malfoy.» ringhiò Ernie, alzandosi bruscamente.
«Su, su...» lo rabbonì Justin, poco convinto.
«Che cavolo... Non parliamo di Potter, pensiamo a Cedric!» esclamò Hannah, ostentando un'allegria che andò in fumo quando Neville Longbottom le finì quasi addosso. «Attento a dove metti i piedi!» abbaiò, evidentemente toccata quanto loro. Megan rise apertamente, cercando di ignorare lo sguardo ironico di Wayne.
Longbottom farfugliò le sue scuse, rosso in viso, e sparì con gli altri Gryffindor.
Alla fine si fermarono tutti in sala comune, alcuni si sedettero davanti alle scale che portavano al dormitorio, altri sopra i tavolini squadrati, alcuni fortunati sulle poltrone; poco dopo li raggiunse Cedric, accolto da un boato pazzesco. Comparvero dopo qualche passamano burrobirre e noccioline e Megan si concesse di abbracciare Cedric insieme agli altri.
«Sei arrossita.» constatò Wayne, orribilmente divertito.
«Fatti i cazzi tuoi.» sbottò lei irritata.
«Sempre una lady.»
Piano piano la sala comune si svuotò e alla fine rimasero i soliti: lei, Wayne, Stephen, Georgia, Quill, Michael e ovviamente Cedric. Walter si era addormentato su una poltrona, come al solito.
«Che ha detto Potter, ci hai parlato?» domandò Michael, appiattendosi i capelli contro la testa.
Cedric fece spallucce.
«Dice che non ha messo lui il nome, ma è impossibile... Credo
«Quell'imbecille fa le cose e poi...» cominciò Megan.
«Deve stare attento, credo che Ernie lo assassinerà a Erbologia.» commentò Wayne, appellando una Burrobirra e armeggiando poi con la bacchetta.
«Che fai?» domandò Georgia, piegandosi verso di lui.
«Lo trasfiguro in succo di zucca.»
«Tu hai seri problemi col succo di zucca, Wayne.» osservò Cedric, sorridendo divertito. Stephen si poggiò una mano sulla fronte con aria esasperata.
«La sua camera sa di succo di zucca, ti rendi conto? E perché Walter collassa sempre in giro?»
«Lo trascino via io...» annunciò Wayne con un sospiro.
«Quest'anno i G.U.F.O., eh, Wayne? Che orrore...» commentò Georgia e Quill annuì, già pallido.
«Non ci posso pensare, so già che avrò una crisi di nervi al giorno!»
«Ti conosciamo, Quill, tu morirai direttamente.» lo rassicurò Stephen a suo modo.
«Grazie, Step.» disse Wayne, sospirando e svegliando il fratello, «Fila a dormire in camera tua.»
«Sono io il maggiore...» gli rammentò stancamente Walter, sbadigliando, «Beato te, Ced, che salti gli esami...»
«Però mi sento stanco anch'io, quindi...»
«Buonanotte, Cedric. Walter...» salutò Megan, ignorando Wayne.
«Ti amiamo, Ced. Anche se non quanto la Chang.» salutò Georgia e Cedric arrossì.
Subito l'attenzione di tutti fu di nuovo completamente rivolta a Diggory.
«Cho Chang? Ravenclaw?» domandò Stephen, incuriosito, «Perché non lo sapevo?»
«Perché sappiamo tutti che non sei davvero interessato alle storie d'amore altrui... Ma non stiamo assieme, ci vediamo ogni tanto...» mormorò lui imbarazzato.
«Sì, come no!» risero gli altri, compresa Megan che si era rassegnata ad ammirarlo come aveva sempre fatto senza alcuna pretesa.
«Hai persino detto "storia d'amore", e la vedi dall'anno scorso!» sghignazzò Michael. «Vado anche io. Cedric, di a Rent che mi manca la sua barba.» disse Georgia, riferendosi alla maestosa barba bianca spuntatagli quando aveva tentato di mettere il proprio nome nel calice. Soltanto Michael non rise, ricordando lo stesso episodio con protagonista la sua fidanzata.
Alla fine tutti si salutarono e Megan si attardò sulla propria poltrona, rimasta sola. Non che fosse una tipa malinconica, tutt'altro, ma quella sera con tutti che festeggiavano e lei che si ritrovava a non sapere con chi parlare si era immusonita. Era l'unica a non interagire coi membri di quello strano gruppo che si era venuto a creare, esclusi Cedric e ovviamente Wayne.
«Megan?» chiamò Georgia, che era tornata di sotto.
«Sì?» domandò stupita, affacciandosi dallo schienale della poltrona.
«Non vieni a letto?»
Megan fu tentata di chiederle cosa mai gliene importasse, ma dopo i pensieri poco felici appena fatti si limitò ad annuire e alzarsi stancamente. Georgia per qualche motivo a lei incomprensibile la aspettò davanti alla porta circolare e lei ne incontrò gli occhi scuri.
«Qualcosa non va?» le chiese, sospettosa.
«No. Solo che Sally stava blaterando qualcosa sul fatto che domani ha un appuntamento e sono fuggita.» spiegò Georgia.
«Oh no!» gemette lei, perché sarebbe stata ancora più insopportabile del solito.
«Quell'anima pia di Susy le sta anche dando retta ma credo che Hannah chiederà asilo a Ernie entro qualche minuto.» sospirò l'altra, demoralizzata.
«Non è una cattiva idea, noi potremmo chiederlo a Cedric, lui è abbastanza disponibile da darci persino il letto.»
«È proprio un bravo ragazzo... Chissà cosa dovrà affrontare al torneo...»
«Speriamo non sia pericoloso come dicono...»
«Già.»
Quando entrarono nella loro stanza trovarono Sally-Anne che confabulava con Susan a bassa voce, mentre Hannah dormiva già. Evidentemente quest'ultima l'aveva minacciata di morte per essere riuscita a farle abbassare la voce.
«Miracolo... Buonanotte.»
«Buonanotte.»
Solo al sicuro nelle proprie coperte Megan si rese conto di aver appena avuto la prima conversazione, in quattro anni, con Georgia.

La mattina dopo quando scese a colazione si ritrovò come sempre affiancata da Wayne, che la salutò distrattamente. Poco dopo il suo mantello fu tirato con un leggerissimo strattone da Quill, che usufruiva della sua aura di pericolosità per poter superare indenne il cammino che lo avrebbe portato in Sala Grande, dato che l'altra sua fonte di sicurezza, Stephen, era ancora a letto.
«Buongiorno anche a te, Rivers. Credi di poter camminare senza che io ti tenga la mano?»
Quill arrossì e la lasciò andare.
«Salve, signori e signore! Non è una splendida giornata oggi?» li accolse Michael, già seduto a tavola.
«Stebbins, hai già fumato di prima mattina?» borbottò lei.
«In effetti hai gli occhi stranamente lucidi.» osservò Wayne, coprendo una sbadiglio con una mano.
«È l'amore.» ghignò Michael.
«Per le sigarette?» domandarono in coro Megan e Wayne.
«Adesso parlate anche in polifonia?» domandò Justin allegramente, servendosi del bacon.
«Poli-che?» domandò Wayne interessato, e Megan si estraniò. Viveva coi nonni babbani perché suo padre era sempre via per lavoro e a casa loro vi erano sia manufatti del mondo magico, appartenenti a lui, che del mondo babbano, appartenenti a loro, quindi non aveva bisogno di spiegazioni.
Si voltò verso il tavolo Gryffindor e notò che l'amico di Potter coi capelli rossi, quel Roy o qualcosa del genere, mangiava da solo. Gli altri sembravano tutti immensamente felici invece, sicuramente si erano ripresi dallo sconcerto e avevano festeggiato l'imbecille quattrocchi, ma Megan aveva l'impressione che al rosso fosse andato tutto quanto di traverso.
«Che fissi?» domandò Stephen, interessato.
«La disfatta del Trio, forse.»
«Credo tu abbia ragione, Malfoy sta brindando e credo sia alla faccia di Weasley.» concordò Ernie, prendendo posto accanto a Justin insieme ad Hannah.
«Weasley... Com'è che si chiama?» domandò Megan.
«Ron.»
«Mi stupisco che tu non abbia “E” in tutte le materie con le tue capacità mnemoniche...» borbottò Wayne e soltanto lei lo sentì e rispose con un calcio sotto il tavolo.
Cedric entrò in Sala Grande e tutti applaudirono di nuovo, ridendo della sua espressione sconcertata. Lui fece finta di tornare indietro per abbandonarli al loro destino ma Jack e Rent furono più veloci e lo presero per un braccio a testa, dirigendolo verso il loro tavolo.
«Cedric, ti amiamo!» strillò Michael in farsetto e Susan e Hannah furono sul punto di seppellirsi sotto il tavolo. Wayne notò per un istante Cho Chang che lo fissava dal tavolo Ravenclaw quasi vuoto e tornò alla propria colazione. Megan sollevò due dita in segno di vittoria.
«Sei disconosciuto come migliore amico, sei una persona orribile.» disse Cedric, prendendo posto accanto a Michael, «Non ti conosco più, Stebbins.»
«Non vorrai spezzarmi il cuore?»
«Sto per andare a dirlo alla tua ragazza.»
Il gufo di Megan le atterrò davanti, con una pergamena arrotolata legata alla zampa. La slegò e cominciò a leggere. Erano i soliti saluti e raccomandazioni da parte dei suoi nonni, nessuna novità. Intanto delle ragazze del sesto anno si erano accalcate intorno a Cedric e sembravano intenzionate a chiedergli un autografo.
«Sono pazze...» mormorò Georgia.
«Abbastanza, sì.» concordò Megan, e Wayne la guardò per un momento, stupito dal sentirle parlare come se fosse normale. Megan lo sfidò a dire qualcosa con lo sguardo, ma lui tornò al succo di zucca.
Passarono i giorni e un lunedì dopo pranzo Ernie si presentò da loro con delle spille.
«Malfoy.» disse, mostrandole con un gran sorriso. Comparve la scritta “TIFATE PER CEDRIC DIGGORY – IL VERO CAMPIONE DI HOGWARTS”, e subito dopo “POTTER FA SCHIFO!”
Com'era prevedibile tutti scoppiarono a ridere e si tuffarono per prenderne una.
«Di classe.» commentò Justin, «Non metterò mai qualcosa di verde addosso, scordatelo.»
Hannah se l'era appena appuntata al petto quando Megan e Wayne notarono che Cedric sembrava a disagio.
«Dai, ragazzi... Non ce n'è bisogno...» tentò di dire, ma la sua voce sparì nel ruggito che era la risata di Rent.
«Io non ho niente contro Potter, non la metterò.» sussurrò Wayne e lei lo guardò sorpresa.
«Come no? Ha imbrogliato!»
«E a me non interessa.» replicò semplicemente lui.
«Dimenticavo che parlo con te... No, grazie.» disse a Jack che le porgeva una spilla.
«E tu com'è che non la metti?»
«Non credo che Cedric sarebbe molto d'accordo.»
«In effetti credo volesse dire proprio questo prima che Jack e Rent lo assalissero.» concordò Stephen sedendosi accanto a lei.
Georgia si voltò per parlare con uno di loro tre e assunse un'aria perplessa.
«Accidenti, sembrate fratelli!» esclamò sorpresa e anche Hannah li squadrò stupita come se li vedesse perla prima volta.
«Non avevo mai notato che anche gli occhi di Megan sono grigi... Dovresti tagliare la frangia!»
«Ehm, sì. Okay.» mormorò inquieta, sentendo fin troppi sguardi su di sé, «Ora se volete scusarmi ho da fare.» disse bruscamente, e fuggì dalla sala comune.
Evidentemente Georgia non l'aveva mai guardata bene in faccia se si accorgeva solo in quel momento che aveva in comune con Wayne e Stephen la carnagione chiarissima, i capelli neri, gli occhi grigi, gli zigomi alti e il naso dritto tipici della loro etnia ormai scomparsa, sebbene lei vivesse in Scozia e avesse un accento fortissimo. Lei era informata di questo soltanto perché la sua famiglia era particolarmente attenta alla tradizione, ma pensava che gli altri avessero notato almeno quelle somiglianze così basilari.
Evidentemente non le prestavano molta attenzione.
O magari era brutta e la gente non la guardava in faccia per questo.
Si rifugiò nel bagno di Mirtilla e la trovò che si lamentava tra sé e sé.
«Ehi, Mirtilla!»
«Ciao, Megan! Hai portato Cedric?»
«Er... no.»
Si sedette per terra e il fantasma le giunse accanto.
«Cosa c'è, sei triste?»
«No, sono solo un po' stordita... Oggi hai visto qualcuno di interessante nei bagni?»
Mirtilla si fece pensierosa: «Oh, c'erano due Ravenclaw che spettegolavano ma non mi sono avvicinata perché somigliavano tanto alle ragazze che mi prendevano in giro...»
«Che oche.» commentò sprezzante, «Se dovessi trovarne qui le scaccerei subito. Peccato che tu non possa venire a chiamarmi. Insomma, possibile che debbano sempre farsi gli affari altrui? Non hanno una vita loro?»
Le faceva una rabbia terribile, visto e considerato che alle elementari era lei la "vittima" delle prese in giro dei babbani dato che suo padre l'aveva iscritta dopo il trasferimento perché si facesse nuovi amici, per quanto vittima si potesse considerare una bambina che non aveva alcun interesse nel farsi gli amici e picchiava chiunque la infastidisse. Comunque, se fosse stata interassata, le avrebbero spezzato il cuore o qualcosa del genere. Ora il solo pensiero delle ragazzine snob le faceva ribollire il sangue; motivo per cui detestava Sally-Anne.
«Tu sì che mi capisci...» commentò Mirtilla, tirando su col naso, «Ci sarà sempre un posto per te qui, se morirai giovane.»
Megan sfiorò discretamente il quadrifoglio che portava come pendente su un bracciale e ringraziò a denti stretti.
«Ora che ci penso ho lezione tra qualche minuto, ero passata solo a salutarti... Forse torno dopo, se riesco a liberarmi degli altri.» disse, e Mirtilla si imbronciò.
«Cerca di farcela.»
«Tranquilla...»

Erano alla lezione di Trasfigurazione coi Ravenclaw quando un moccioso Gryffindor bussò alla porta.
«Professoressa McGonagall, Cedric Diggory dovrebbe uscire. Vogliono scattare le foto ai campioni...»
«Diggory?» chiamò la donna, e Cedric si alzò velocemente.
«Devi prendere anche le tue cose!» squittì il ragazzino e Michael lo aiutò a raccoglierle in fretta, sussurrando un: «E ricorda che Potter puzza, non fare le foto vicino a lui.»
Cedric sorrise per un momento e poi salutò educatamente la professoressa e il resto della classe.
L'ora trascorse velocemente e quando uscirono per i corridoi già si chiacchierava di uno scontro prima dell'ora di Pozioni tra Malfoy e la Granger.
«Dicono che le abbia deformato la faccia!» raccontò un'esagitata ragazzina del primo anno.
«E che anche Crabbe e Goyle siano finiti in infermeria!»
«E che c'era pus dappertutto!»
«Che schifo! Ma è vero che Snape ha tolto cento punti a Gryffindor?»
«Non me ne stupirei...»
«Hanno detto che la Granger ha affatturato la Parkirson!»
Michael raggiunse velocemente Megan e Georgia che uscivano assieme dall'aula di Incantesimi.
«Voi ci credete?»
«Metà sono invenzioni.» intervenne Wayne alle sue spalle e Michael saltò per lo spavento.
«E tu da dove diavolo sbuchi?»
«Non avevo ancora lezione, noi del quinto cominciamo ora. Comunque ho incontrato Finnegan di ritorno da Pozioni e pare che alla Granger siano cresciuti i denti per colpa di una fattura e che a Goyle sia partito il naso. I Gryffindor hanno perso cinquanta punti a testa perché Snape ha fatto... il solito Snape e Weasley e Potter gli hanno urlato contro di tutto.» li informò velocemente, «Ora se vi togliete da mezzo al corridoio posso andare a seguire Trasfigurazione anche io.» e detto questo sparì.
«L'uomo dalle mille risorse...» mormorò Michael.
«Ma dov'è Cedric?» chiese Megan.
«A fare delle foto, sembra.»
«Sta a vedere che lo troveremo nella Gazzetta del Profeta!» esclamò Georgia entusiasta.
«Che lezione abbiamo ora?» domandò Susan, unendosi a loro.
«Io ora buca, che ne dite di farci un giro fuori?» propose Michael, per poi individuare una chioma familiare tra i Ravenclaw, «Sandy!» e così corse via anche lui.
«Quando vede la Fawcett... Però fuori c'è troppo freddo ormai, andiamocene in sala comune!»
Georgia ci pensò un momento, poi guardò Megan.
«E tu che fai?»
«Ho da fare.» rispose lei, cercando di mantenere un tono civile, «Magari vi raggiungo.»
«D'accordo... Andiamo a chiamare Hannah.» disse rivolta a Susan.
«E Sally.»
«Sì, certo...» e la voce di Georgia non poté suonare meno convinta.
Megan ridacchiò tra sé e sé e tornò al bagno di Mirtilla.
Era quasi ora di cena quando si scontrò con Walter, che era alla ricerca di Cedric.
«Ehi! Dove corri?»
«A cena. Cedric invece non si vede ancora?»
«Credo di averlo mancato. Scendiamo assieme?» le chiese, passando una mano tra i capelli castani e ricordandole Michael. Sembrava particolarmente sulle spine.
«Perché no...»
Proseguirono in silenzio per qualche secondo, poi Megan all'improvviso chiese: «Come va con tua madre?»
Walter la guardò sbalordito.
«Cosa?»
«Come va con tua madre?» ripeté lei, «Non avevate litigato prima che tu tornassi a scuola?»
«E tu come lo sai?» domandò lui ancora più sconcertato.
«L'hai detto a pranzo... un mese o due fa. Non è vero che non ho memoria, sono le stronzate di tuo fratello, è solo che non ricordo bene i nomi perché non mi interessano.»
«E invece di me... Voglio dire, di mia madre e me ti interessa?» si corresse velocemente, e lei rispose con un'alzata di spalle, «Beh, ecco... Meglio. Le ho chiesto scusa, con una lettera, sai... Non mi va di passare il Natale a scuola.» farfugliò, arrossendo leggermente.
«Io lo passo a scuola.» disse lei.
Walter arrossì ancora di più, «Beh, in effetti non è male passarlo a scuola con gli amici, dopotutto!»
«Amici...» ripeté Megan, poco convinta. Cedric era sicuramente suo amico e in qualche modo contorto lo era anche Wayne, o meglio, era un nemico ricorrente, ma gli altri? Walter era un buon conoscente e quasi amico, sì, decise, e a malincuore lo era anche Stebbins, per quanto stupido fosse. Con Georgia aveva cominciato, senza motivo, a parlare e aveva deciso che non l'odiava.
Alla fine sorrise, pensando che era sempre meglio di niente.
«Se dovessi decidere di restare festeggeremo assieme.» dichiarò in un insolito moto di sentimentalismo che lasciò di nuovo Walter a bocca aperta.
Poi anche lui ricambiò il sorriso e annuì, con il viso che andava a fuoco. Forse Walter non era molto a suo agio con le ragazze, rifletté lei.
Arrivati in Sala Grande trovarono gli altri già a cena. Wayne le scoccò un'occhiata sospettosa quando gli si sedette affianco.
«Cos'hai fatto a mio fratello?»
«Di che parli?» si meravigliò lei.
Wayne non le rispose, ma scambiò un'occhiata con Cedric, che nascose malamente un sorriso dietro il bicchiere.
«Allora, raccontaci cos'hai fatto oggi, campione!» lo invitò Michael, gettandogli un braccio intorno alle spalle.
«E non sciuparcelo, Mike!» rise Georgia.
Amici.
   
 
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