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Autore: Lawliet    20/10/2010    1 recensioni
[ Outsider x K.Will ]
K.Will e la velocità non vanno d’accordo.
Ma per Outsider questo non è un problema, anzi.
« … Non ce la faccio più. »
Davvero.
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Quando ho affrontato il nostro addio arrivato senza preavviso, temendo che sarei stato solo, l'ho ignorato.

Outsider leggeva un libro. O meglio, si nascondeva dietro un libro, sorridendo sotto i baffi.
Al momento - una pigra domenica sera solcata da un vento infame - non riusciva a immaginare niente di più appagante che starsene in casa ad ascoltare K.Will che tentava di rappare la sua Loner per l’ennesima volta.
Oh, be’.
Ad Outsider, in effetti, veniva in mente qualcosa di molto più appagante da fare, ma gli piaceva discretamente anche gongolare all’inverosimile vedendo il suo uomo incespicare a ogni sillaba. Sbirciava K.Will da sopra le pagine, abitudine che aveva da sempre e che da sempre gli aveva conferito uno strano atteggiamento da coniglio. Un coniglio pericolosamente sveglio.

-I tempi passati che desidero, anche nei sogni, sperando che tornino da me, ogni notte ho pregato.

Com’era strano, però, sentir ripetere le proprie emozioni in quel modo meccanico. Outsider era sicuro che, dopo la decima volta, K.Will avesse perso il senso delle parole che si impegnava a pronunciare così in fretta.
Decise di lasciar perdere il libro. Lo ripose sul tavolino tra i due divani e si dedicò alla più sfacciata contemplazione di Kim Hyung Soo.

-La freccia dei ricordi, che tese la corda dell'arco e lasciò la mia mano…

Sorrideva, Outsider, e tanto più K.Will era concentrato quanto il suo sorriso diventava più ampio. Oh, come si divertiva, sentendosi metà maniaco e metà feticista: fosse stato per lui, gli avrebbe fatto rappare quella canzone anche prima di andare a letto, per addormentarsi con l’immagine della bocca di K.Will che si muoveva a una velocità assurda per poi fermarsi di botto e distendersi in un sorriso rassegnato.
Si era chiesto spesso, Shin Ok Cheol, se quella non fosse malattia. Era poi arrivato alla conclusione di essere ormai terminale, e nel peggiore dei casi l’avrebbe portato a una morte felice.
Era quasi arrivato al punto in cui incespicava sempre. Outsider si piegò leggermente in avanti, verso l’altro divano dov’era seduto K.Will, trattenendo a stento una vera e propria risata.

-… vola senza fine verso il bersaglio lontano. Ti chiedo di tornare da me, di aggrapparti alla mia mano. Non importa quante volte ti chiami, anche se sen—AH!

Outsider scoppiò in una risata tutto sommato contenuta, che si ridimensionò poco a poco quando l’espressione di K.Will passò dal sorpreso allo sconsolato. Ma che ci poteva fare, lui, se si ritrovava un uke così adorabile?
Quando la vista delle labbra di K.Will gonfiate in un broncio divertito – e scusate se è poco - l’ebbe deliziato a sufficienza, si alzò dal divano senza pensarci due volte. Piegò un ginocchio a terra, si abbassò davanti all’amante e gli prese il viso tra le mani, il tutto con un’espressione quasi totalmente asettica.

-Che c’è?- chiese K.Will, con un sorrisetto confuso ma schifosamente felice. Solo il fatto di essere nelle mani di Outsider lo mandava sempre in brodo di giuggiole.
Shin Ok Cheol lo guardò dal basso verso l’alto per un lungo, lunghissimo attimo. Poi respirò brevemente e, sempre con le mani sul volto di K.Will, disse tutto d’un fiato: -Quando ho affrontato il nostro addio arrivato senza preavviso, temendo che sarei stato solo, l'ho ignorato. I tempi passati che desidero, anche nei sogni, sperando che tornino da me, ogni notte ho pregato. La freccia dei ricordi, che tese la corda dell'arco e lasciò la mia mano, vola senza fine verso il bersaglio lontano. Ti chiedo di tornare da me, di aggrapparti alla mia mano. Non importa quante volte ti chiami, anche se grido senza fine per te. Non c'è risposta da te. Nei miei ricordi, non importa quanto lotti per cancellare la tua esistenza. Ogni notte, nei sogni, lei appare, asciugandomi le lacrime. Cosa dovrei fare? Dire che va tutto bene? Mentire a me stesso…?- Velocissimo. Cristallino. Questa è Loner, questo Outsider.

K.Will lo guardava fisso, intenso, con gli occhi stretti risplendenti di una luce strana. Forse perché sentir rappare Outsider gli faceva lo stesso effetto che il movimento delle sue labbra aveva su Ok Cheol.
Che gran coppia di feticisti. E nessuno dei due se ne vergognava minimamente. Loro sì che sanno come vivere.

-… Non ce la faccio più.- Finì Outsider, per attirare subito dopo il viso di K.Will verso di lui, e per incollarselo alle labbra come dio comanda.

Come sono strani, questi due. Come sono così assurdamente fatti per stare assieme, e come tutto tra loro sembra sempre invitarli ad avvinghiarsi l’uno all’altro. Che sia la camicia aperta di Outsider, o il fatto che si sia inginocchiato ai piedi di K.Will come un principe azzurro e – diamine – Kim Hyung Soo adora le romanticherie, o anche i millemila strati di vestiti che K.Will indossa sempre in casa e che per Outsider sono un divertimento unico, perché spogliare il suo uomo è come scartare un uovo di Pasqua.
Coniglio pasquale feticista dei miei stivali.
Anche adesso, il fatto che K.Will si lasci trascinare verso la camera da letto senza dar peso ai dieci centimetri e dieci chili con cui surclassa fisicamente Outsider è una palese, palesissima prova del suo animo da principessa.
Outsider può dominare K.Will non perché è molto più veloce di lui a rappare, né per via dei suoi occhi scuri capaci di spaccare il titanio. Semplicemente, perché è il suo principe azzurro personale.
Si è inginocchiato davanti a lui, e per uno come K.Will non è poco. Si è inginocchiato davanti a lui fin dalla prima volta.
Risultato? Kim Hyung Soo ha issato bandiera bianca, davanti a questo principe dagli occhi di grafite. Così, di punto in bianco, si è arreso: ha alzato le mani e abbassato i pantaloni. Non ci è dato sapere in che ordine.

-Già in piedi?

K.Will, accovacciato a terra con la schiena rivolta alla porta, poteva benissimo percepire il sorriso nella voce di Outsider.

-Volevo preparare qualcosa da mangiare, sto morendo di fame.- Continuò a rovistare a caso tra pentolini e piatti, sperando che Outsider levasse le tende dalla cucina e lo lasciasse in pace. Intendiamoci, adorava averlo intorno, ma a volte desiderava essere… veloce come lui. O che Ok Cheol fosse più lento, comunque. Si sentiva un po’ a disagio, qualunque cosa facesse vicino al suo dongsaeng.
La velocità, infatti, era una prerogativa di Outsider non solo nella musica, ma anche nella vita quotidiana. Faceva tutto rapidamente, parlava in fretta; con quattro gesti veloci ed eleganti sapeva preparare la colazione, piegare i vestiti e riordinare un po’ dappertutto. Hyung Soo si sentiva sempre anni luce indietro.
Non che si sentisse inferiore. Alcune volte, però, avrebbe voluto che frenasse, tanto per stargli vicino. K.Will ci provava, a seguirlo – a seguire un suo dongsaeng, diavolo – ma gli sembrava che il suo accelerare non colmasse la distanza tra loro. Anzi, Outsider ne rideva, come il giorno prima.
Come stava ridendo in quel momento.
Ne era arcisicuro.
In quel suo modo tranquillo, che faceva tanto gentleman e non rapper underground. Le spalle scosse da una risatina sottile, le braccia conserte sul petto come per cercare di trattenersi. K.Will, anche se non poteva vederlo, lo immaginava perfettamente. Ed erano questi, i momenti in cui la principessa diventava un po’ camionista nell’animo.

-Smettila di—

K.Will avrebbe voluto girarsi e dirgli il fatto suo, per una volta – anche se ovviamente l’avrebbe detto in un modo troppo carino e quindi poco credibile – ma non riuscì nemmeno a continuare la frase.
Quella scheggia umana.
Quel conigliastro iperveloce.
Un momento prima era appoggiato allo stipite della porta con nonchalance, e adesso si trovava di fronte a lui, accovacciato sul pavimento nella sua stessa posizione. Le braccia che circondavano le ginocchia e un sorrisone innocente in volto, Ok Cheol lo guardava con quegli occhi che lo perforavano ogni santa volta.
Come faceva a ribellarsi decentemente, se lo fissava in quel modo?

-Di fare cosa?
-Eh?
Outsider sorrise, scoprendo i denti. –Hai detto di smetterla. Smetterla di fare cosa, esattamente?

K.Will si sentiva le gambe molli. Non seppe come, ma cadde all’indietro, come un bambino, e si ritrovò seduto sul pavimento con – molto probabilmente – un’espressione da ebete in faccia.
E dire che, di prima mattina, Outsider non era nemmeno un granché. Sempre stupendo, per carità, ma non rientrava in nessuna delle fantasie di K.Will trovarselo davanti con un pigiama di una taglia più grande – preso in prestito dal suo armadio, ovvio – e che copriva più pelle di quanto si volesse.
Il guaio era che, invece, gli faceva sangue a livelli spaventosi. Quell’esserino.
C’era quasi da incazzarsi.

-Scusa se rido, hyung,- riprese Outsider, più serio. –Ma non lo faccio con cattiveria, dovresti saperlo.
-Lo so,- K.Will si passò distrattamente una mano tra i capelli spettinati. –Se lo facessi con cattiveria, me ne accorgerei e non sarei nemmeno qui con te adesso.
-Mi avresti abbandonato?

Non gli piaceva quel tono. E men che meno l’espressione che aveva Ok Cheol.
Poi abbozzò un sorriso e lo guardò negli occhi.

-Non ce l’avrei fatta, credo,- Si dondolava leggermente avanti e indietro, in volto aveva una smorfia compiaciuta come quella di un gatto. –Sarei venuto comunque a riprenderti perché mi saresti mancato troppo. Ma—

Outsider lo zittì baciandolo di sorpresa. Non sentì quasi neanche la lieve pressione della sua mano sul collo.

-Lo sai qual è il vero problema?- Outsider sorrideva di nuovo, ora, e respirava sulla guancia di K.Will. –Tu parli troppo, tanto, e fai discorsi da film, barocchi e romantici. Io parlo velocemente, e dico il necessario, semplice e diretto.
-E questo sarebbe un problema?- domandò K.Will, avvolgendo pigramente le gambe intorno al bacino di Outsider.
-Lo è, quando mi accorgo di avere un debole insano per i tuoi discorsi.- Ok Cheol fece un sorriso tutto denti, scontrando inavvertitamente il naso contro quello di K.Will. –Quindi anche prenderti in giro diventa più difficile e meno incisivo.
-Please, don’t make me cry.- canticchiò Hyung Soo.
-Non sei per niente bravo a fingerti commosso,- ridacchiò Outsider, sfiorando con la nocca dell’indice il labbro inferiore di K.Will. Rimase come in trance per un po’, seduto sul pavimento con l’amante che gongolava tra sé per tutte quelle attenzioni, e poi si alzò di scatto, lasciando K.Will confuso e stralunato per terra. –Volevi preparare la colazione, no? Prego,- sorrise Outsider. Fece per lasciare la cucina, ma si voltò di nuovo non appena arrivato sulla soglia. –Ah. Velocemente, mi raccomando.
L’unica cosa che poterono fare è mettersi a ridere come due idioti.
Ma la cosa che più colpì K.Will è quanto Outsider poteva apparire autorevole anche con un pigiama cascante addosso. L’avrebbe seguito ovunque, oh sì, il suo principe azzurro.
Ci voleva poco, in fondo, per fare felice Kim Hyung Soo. Si mise allegramente a spadellare e iniziò persino a canticchiare Loner senza rendersene conto.

-Quando ho affrontato il nostro addio arrivato senza preavviso, temendo che sarei stato solo, l'ho ignorato. I tempi passati che desidero, anche nei sogni, sperando che tornino da me, ogni notte ho pregato. La freccia dei ricordi, che tese la corda dell'arco e lasciò la mia mano, vola senza fine verso il bersaglio lontano. Ti chiedo di tornare da me, di aggrapparti alla mia mano. Non importa quante volte ti chiami… anche se grido senza fine per te!- sorrise tra sé, mentre un senso di appagamento lo invase per essere riuscito a rappare tutto quel pezzo. Poco importava che avesse fatto una brevissima pausa nell’ultima parte.

K.Will si lasciò scappare una risatina soddisfatta, mentre accendeva i fornelli quasi senza nemmeno sapere cosa stesse effettivamente mettendo in padella. E anche Outsider, rimasto fuori dalla porta, rise silenziosamente, pensando che no, migliori del suo hyung non ce n’erano.

-Saranghaeyo.- sussurrò, prima di allontanarsi sul serio.

In cucina, K.Will si girò nello stesso istante. Dopo il primo spaesato istante, decise di non chiedersi se l’avesse sentito davvero o se fosse solo la sua immaginazione.
Nel dubbio, gli si gonfiò il cuore e sorrise.


























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E la K.Sider è qua *O* Sia K.Will che Outsider sono acquisti relativamente recenti del mio fandom coreano, quindi non so assolutamente se li abbia resi bene o no. So solo che quasi quasi mi viene la sindrome di K.Will, il che dimostra effettivamente quanto sia figo Outsider *ç*
Bon.
Spero che alla GIULIA MARGHERITA 'sta roba piaccia, perché l'ho scritta anche per lei, e detto questo mi ritiro :D
..., A scrivere una 2Min su commissione *cough*

Ja ne <3
  
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