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Autore: Lylasly    24/10/2010    6 recensioni
« Sono come te. Sono uno stregone ».
Morgana, statua raggelata di uno stupore che sembrò aumentarle il ritmo del respiro, rimase fredda e crudele tra i riccioli delle lenzuola disordinate e frammenti di vetro.
« E’ troppo tardi ».
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Merlino, Morgana
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Green eyes




Una nota carezzevole, sparsa sulla lunghezza di un filo di seta sospinto dal vento, si frammentava sul mare corvino di cui la Luna attirava i riflessi. Quelle onde scure, riversate su una schiena pallida di neve e pioggia fresca, sfioravano il respiro del velluto rosso ad ammantarla nella regalità che irrigidiva la sua postura. La linea dolce dei fianchi scendeva in colline di balze e pizzi fino alla linea di un pavimento troppo opaco per poterla rispecchiare.
La chioma ondulata sembrava richiamarlo in un canto di cui faticava a discernere le note fantasiose da quelle che la realtà sospingeva in sua direzione. Una mano pallida sferzò la notte incrinandola di tinte fugaci come l’odore del gelsomino che, cullato dal vento invernale sibilante attraverso le finestre, soggiornava nella sua camera come se ormai ne fosse diventato parte integrante.
Parte di lei.
Cuscini profumati, coperte smosse dall’agonia riversata negli incubi che la tormentavano.
Sfiorarli leggermente con il naso, facendo attenzione a non farsi scoprire.
Osservarla rigirarsi nel suo letto prezioso di speranze infrante. Palpitare ad ogni contatto della sua pelle immacolata con i vetri affilati che le imperlavano le lenzuola.
Nel battito di una penombra dorata di notte e polvere di stelle, le palpebre di Merlin si abbassarono lentamente.

« Morgana ».
Sussurro velato, seminascosto dalla leggera seta che lo ricopriva in un guanto intriso di mortificazione e pentimento. Le spalle parvero scuotersi sulla scia di un pugnale dalla lama gelata e qualcosa, forse un battito di ciglia risaltato inutilmente sullo sfondo cremisi sul quale lei era distesa, catturò la sua attenzione.
« Morgana ».
Due smeraldi incastonati in una distesa di neve brillarono nel buio, improvvisamente, come stelle perdute per caso su pittura nera ancora fresca. Lei diresse a vuoto il suo sguardo nei dintorni e, le labbra rosse e tremanti come rose scosse dal vento, lo piantò su di lui trafiggendolo del dolore che Merlin avvertì insinuarsi in quel momento nelle stesse profondità del suo petto.
« Sono come te. Sono uno stregone ».
Morgana, statua raggelata di uno stupore che sembrò aumentarle il ritmo del respiro, rimase fredda e crudele tra i riccioli delle lenzuola disordinate e frammenti di vetro.
« E’ troppo tardi ».
Emergendo dall’ombra gettata dal baldacchino, Merlin tentò di raggiungerla nella disperazione di mani formicolanti e fiato mozzo di sbigottimento e sorpresa.
Morgana si ritrasse, puro disgusto inciso sul bel volto lucente di perle antiche.
« Non toccarmi. - Sibilò fredda. - E’ troppo tardi, ormai ».
« Ti prego. - Le dita affondarono nelle lenzuola ricordate tanto intensamente. - Tutto può ancora cambiare. Posso capirti. Condividiamo la stessa sorte ».
In un bordo sfumato delle fragili illusioni crollate attorno a loro, Morgana sembrò scuotere appena la testa. I suoi occhi si fecero lucidi come gocce d’acqua e sorrise, la bocca piegata in tratti bizzarri, le sopracciglia scure contratte.
« Perché non me lo hai detto prima? - Sussurrò, in un tono così basso da risultare a stento udibile. - Non ti sei fidato di me. Mi hai guardata negli occhi, facendomi credere di essere l’unica al mondo in queste condizioni ».
« E’ stato un errore. Credimi, l’ho fatto in buona fede ».
« Avrei tratto grande consolazione nel saperti uno stregone, Merlin. - Riprese Morgana, ingabbiandolo nel proprio sguardo. - Saresti divenuto importante per me. Saresti stato l’unico il cui abbraccio avrebbe avuto il potere di stroncare tutti i miei incubi ».
Merlin tese una mano nel buio; il sognato tocco della sua guancia, liscia e morbida contro le sue dita, svaporò in menzogna quando Morgana si dissolse nell’aria fredda della stanza. Rimase con il braccio alzato e le labbra ancora socchiuse, secche e pervase di parole che nemmeno il buio si sarebbe mai degnato di ascoltare. Poi il pavimento crollò sotto i suoi piedi in sogni deboli e sbriciolati; e lui si sentì cadere, inesorabilmente e senza alcunché a cui potersi aggrappare, in un baratro profumato di magia e scavato con le proprie mani.

Quando Merlin aprì gli occhi, qualcosa premeva contro il suo petto e il braccio formicolava di sonno e fantasia. Laggiù, di fronte al suo specchio, Morgana si era voltata e lo sosteneva con occhi così freddi da farlo rabbrividire e sussultare di stupore. La ciotola di frutta si sottrasse al suo controllo e finì per inclinarsi sul tavolo; lo sguardo perso in quello di lei, Merlin avvertì il rotolare delle mele rosse sul tavolo e sul pavimento nello stesso, dolce battito di pioggia che aveva preso a risaltare all’esterno della finestra ancora spalancata.
Saresti stato l’unico abbraccio.
Indietreggiando, Merlin si scontrò un’ultima volta con il cremisi impresso nella sagoma che ancora lo fissava. Quegli occhi, unico spettro di compagnia notturna, continuarono a premergli sulla nuca finché non ebbe trovato il coraggio di voltarsi e liberarsi da lei.











Ciao a tutti! Questo è il mio primo esperimento su questo fandom ed è nato, in linea di massima, nel credere che se soltanto Merlin al momento opportuno - e ce ne sono stati tanti - avesse confessato a Morgana la verità, ci saremmo risparmiati tutti un bel po' di guai. :) E anche nella convinzione che, se davvero ciò fosse accaduto, ci sarebbero stati risvolti tutti diversi anche per loro due insieme.
Questa shot è nata dopo aver visto la 3x06, ma potrebbe essere collocata in un qualunque momento della serie.
Spero che vi sia piaciuta, bacioni!

   
 
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