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Autore: linpa88    25/10/2010    3 recensioni
One-shot sulla mia coppia preferita! Il primo incontro di Narcissa e Lucius.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Lucius/Narcissa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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“Non si odia la storia, si odiano le proprie di storie”.

Di tante storie che la nostra famiglia ha sempre cercato di tenere nascoste, ce n’è una che non è mai stata raccontata, eppure segna l’inizio di tutto. La famiglia, l’amore, la gioia e il dolore tutto è partito dal quel giorno del primo settembre di quaranta anni fa, quando come a ogni inizio anno, i miei genitori mi accompagnarono alla stazione di King’s Cross per prendere il treno che mi avrebbe condotta a Hogwarts per l’inizio del mio quinto anno. Il sole era alto nel cielo e sentivo molto caldo mentre aspettavo pazientemente che il treno arrivasse, ero seduta con mia madre su di una panchina; lei premurosa mi rivolgeva sempre mille raccomandazioni; ma non aveva motivo di preoccuparsi: sua figlia era una studentessa modello; mai finita in punizione, che eccelleva in quasi tutte le materie e anche se non lo dimostravano apertamente, i suoi genitori erano orgogliosi di lei. A un tratto però, mentre ero assorta a rassicurare mia mamma, una voce a me sconosciuta pronunciò il mio nomignolo “Cheodiocheodiocheodiocheodiocheodiocheodio” pensai: ero la più piccola delle sorelle Black e solo Andromeda e Bellatrix potevano chiamarmi Cissy, agli altri avrei scartavetrato le corde vocali se si fossero azzardati a umiliarmi in quel modo in casa mia; e peggio ancora in un luogo pubblico come la stazione di Londra. mi voltai per vedere chi era che mi chiamava e non potei essere più sorpresa quando scoprii che il giovane rampollo di casa Malfoy si era avvicinato per salutarmi. La mia mamma ovviamente si sciolse in tanto perbenismo e educazione, succube di tante parole smielate che uscivano da quella bocca. Io? Io ero irritata. Lucius Malfoy di certo non rientrava nelle compagnie che desideravo frequentare, lo trovavo superbo, arrogante, talmente pieno di sé che immaginavo di pungerlo con uno spillo per far uscire tutte quell'aria che riempiva il suo ego e amor proprio. Non avevo mai conosciuto una persona così boriosa, presuntuosa, arrogante, sdegnosa, altezzosa e orgogliosa di se stessa più di quel Malfoy; sempre lì a pavoneggiarsi delle sue nobili origini, di quanto ricca fosse la sua prestigiosa famiglia e di quanto importante sarebbe stata la sua posizione all’interno della comunità magica. Anch’io ero ricca e nobile; “per Salazar io sono Narcissa Black” mi dicevo, non c’era persona su questa terra che potesse farmi sentire inferiore a qualcuno, nessuno si azzardava neanche a rivolgermi la parola in segno di rispetto per il mio rango e per le mie origini, ovunque andassi c’era gente che mi temeva e obbediva ai miei ordini da quando ero nata; eppure davanti a lui io ero niente, riusciva a farmi sentire una poveraccia e una reietta mentre disquisendo con mia mamma, gli elencava i suoi successi fuori e dentro Hogwarts; e nel frattempo pensavo “Merlino reggimi che sto per tirargli un pugno”.

Ovviamente l’antipatia era reciproca perché dentro la scuola Lucius non era proprio l’esempio dello studente perfetto! Sempre intento a combinare scherzi insieme agli altri serpeverde e spesso e volentieri noi ragazze eravamo vittime delle sue angherie; ma mentre io lo trovavo odioso, frotte di oche gli correvano dietro, perché diciamolo, antipatico era antipatico, ma era decisamente molto carino! Accadde così che un giorno mi ritrovai a discutere di questo particolare con una mia coetanea; una certa Lisa Blissinger, un’oca ad estremi livelli che sognava continuamente che il bel Malfoy diventasse suo per sempre! “Povera illusa!” pensavo io “che ci troverà di bello in quel pallone gonfiato”. Ovviamente essere una Black mi dava il diritto di pensare di poter mettere becco in ogni affare che suscitasse la mia attenzione, e nondimeno espressi il mio parere sfavorevole in una loro relazione cosa che a quella papera non andò giù perché interpretò il commento come – testuali parole – un segno di gelosia nei suoi confronti; era il limite; Io: Narcissa Black invidiosa di una pecora come quella? Che va dietro poi al più scalmanato della scuola? Mi bastò una parola per mettere fine alla cosa! Un termine che poco si addiceva alla mia persona ma che le fece piangere amare lacrime. Adoravo calpestare con la mia superiorità gli scarafaggi come lei. Ovviamente Lisa non la prese bene e meditò vendetta, ma di certo in quel momento non mi preoccupavo di lei poiché da quando era cominciata la scuola, non facevo altro che ricevere lettere da uno sconosciuto ammiratore, che dichiarava il suo amore per me! Nonostante l’atto potesse essere tra i più nobili, odiavo che questa persona si nascondesse nell'anonimato, mi dava quasi l’impressione che si vergognasse di dimostrare il suo amore per me! “Come fai a vergognarti di amare Narcissa Black” pensavo io! “tutti dovrebbero amarmi e lodarmi”. Rimaneva che ogni giorno trovavo fiori e lettere sul mio letto nel dormitorio, e ogni giorno quel pallone gonfiato di Malfoy mi sfotteva e mi prendeva in giro perché sosteneva che nessuno poteva innamorarsi di una mozzarella acida come me! Cheodiocheodiocheodiocheodiocheodiocheodio avrei voluto tanto sciogliergli i capelli che teneva raccolti con un nastro e usarlo per strangolarlo; avrei goduto della sua pallida faccia mentre diventava cianotica per la mancanza d’aria; mi trastullavo con questi pensieri dicendomi a me stessa che per troppo tempo ero stata una brava ragazza; era ora di far capire a quell’antipatico chi era Narcissa Black. 

Arrivati a metà anno una sera mentre noi ragazze ci apprestavamo a rientrare nei dormitori, scoprii con mia amara sorpresa che il mio letto e la mia roba aveva subito una visita da parte di qualche ospite indesiderato. La mia parte di stanza era completamente sottosopra e la mia roba in disordine; i fiori ricevuti quel giorno dal mio ammiratore segreto erano sparsi sul pavimento calpestati e rovinati, le lettere erano sparite e i cioccolatini resi immangiabili da qualche strano sortilegio avvelenante! Ero sul punto di mettermi a piangere, ma il mio orgoglio me lo impediva. La tristezza si trasformò in rabbia quando vidi quella gallina della Blissinger gioire della mia sventurata situazione cosa che mi fece ribollire il sangue nelle vene “nessuno può ridere di me” e tutte le altre ragazze si guardavano bene dal farlo! Triste e sconsolata rimisi a posto la camera, anche se ero molto dispiaciuta per le cose che erano state trafugate e oltretutto il mio orgoglio era ferito e provato per un affronto del genere. Il mattino dopo svegliata di buona ora nonostante la nottataccia trovai un bigliettino scritto da una mia amica che recava poche parole che mi fecero subito trasalire “Hanno acciuffato il colpevole! Quel Malfoy adesso ha veramente esagerato”. “Impossibile” mi dissi io Sapevo che non era stato lui, perché avevo usato una cosuccia chiamata legilimanzia e frugando tra i ricordi delle mie compagne scoprii la colpevole, ma non sapevo come dimostrarlo, e la reputazione di Lucius di certo non aiutava a scagionarlo; “dannazione” mi vestii in fretta e furia e corsi nello studio del Professor Lumacorno nella speranza di scagionare Malfoy e consegnare la vera autrice del misfatto, ma una volta arrivata lì non potei fare altro che prendermi una ramanzina per il mio comportamento diffamatorio nei confronti di una mia amica e compagna essendo sprovvista di prove per avvalorare le mie accuse, con il rischio che la mia famiglia venisse a conoscenza di tutta quella storia e peggiorasse la mia situazione già critica!

Corsi in camera furente perchè io ero stata accusata ingiustamente di diffamazione e il tutto per colpa di un verme come quella li… “maledetta la strozzo con le mie mani” mentre ero assorta nei miei pensieri una figura quasi mi travolse mentre correva velocemente sotto la pioggia battente verso la foresta proibita, nella corsa perse qualcosa che gli cadde di dosso, incurante andai a vedere cos’era e riconobbi il nastro con cui Malfoy teneva attaccati i capelli, mi sentii male, lo immaginavo correre via da una punizione che non meritava, solo e in lacrime... mi si strinse il cuore tanto che né a pranzo né a cena toccai cibo, ma buttavo sempre un occhio in attesa di vederlo entrare dal portone della sala grande con quel suo sorriso spavaldo. Qualcuno si accorse del mio interessamento per la sua mancanza e mi venne suggerito di controllare nella sala comune dei serpeverde perché era lì che i suoi amici lo avevano visto l’ultima volta; corsi immediatamente senza farmelo ripetere due volte e fu proprio lì che lo trovai, seduto in una poltrona di fronte al fuoco con lo sguardo perso nel lambire delle fiamme; il tocco della mia mano sulla sua spalla lo fece trasalire e spaventare, mi guardò dubbioso poi tornò a guardare il fuoco, a niente servirono le mie parole di conforto oltre ad essere superbo era pure testardo e alla fine finimmo per litigare, “volevo seriamente aiutarti pezzo d’asino!” dissi arrabbiata e la sua scortesia riuscì a far piangere anche me, che corsi verso il dormitorio delle ragazze richiudendomi in camera, non prima di avergli tirato un sonoro schiaffo in faccia. Non capivo perché mi stavo buttando in una causa persa, “in fondo che cos’è lui per me?” pensai, ma la tristezza mi assalì ancora e stavo peggio di prima, sapere che lui stava male mi faceva sentire uno straccio "Perchè dannazione?".

Questo pensiero mi disgustava e m’incuriosiva nello stesso tempo, poi mi resi conto che avevo il nastro ancora attaccato al polso, ma arrabbiata e ferita lo chiusi dentro ad un cassetto, buttandomi sul letto ancora più pensierosa di prima; finché un battito di mani non mi riportò alla realtà… era lì quell’insulsa bamboccia asina di Lisa Blissinger era sulla porta della mia stanza che mi applaudiva, per non so quale diamine di motivo. Non ci vidi più: in due secondi mi ero buttata su di lei bacchetta alla mano desiderosa di farle sputare tutto il sangue che aveva in corpo a suon di pugni. Durante la lotta si era già creata una folla di spettatrici curiose e dopo averla abbondantemente picchiata, riuscii a farle dichiarare tutta la verità proprio nel momento in cui il professor Lumacorno arrivò per separarci. La colpevole e la sottoscritta, furono punite, io fui solo richiamata all’ordine vista la mia perfetta condotta, con un gufo ai miei genitori che suscitò l’ira di mio padre e l’ilarità delle mie due sorelle! Malfoy fu completamente scagionato. Ripresi le mie lettere e corsi dal mio angelo dai capelli lunghi abbracciandolo e baciandolo dopo aver scoperto che era lui il mio ammiratore segreto; smettendo di nascondere a me stessa che in fondo amavo quel pallone gonfiato! E per dovere di cronaca devo dirvi anche che il nastro non gliel’ho mai più restituito lo porto tuttora sulla mia persona allacciato attorno al collo dopo che lui come pegno d’amore lo ha adornato con un bellissimo ciondolo di diamante a forma di cuore... Il suo.

   
 
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