“Non
si odia
la storia, si odiano le proprie di storie”.
Di
tante storie che la nostra famiglia ha sempre
cercato di tenere nascoste, ce n’è una che non
è mai stata raccontata, eppure
segna l’inizio di tutto. La famiglia, l’amore, la
gioia e il dolore tutto è
partito dal quel giorno del primo settembre di quaranta anni fa, quando
come a
ogni inizio anno, i miei genitori mi accompagnarono alla stazione di
King’s
Cross per prendere il treno che mi avrebbe condotta a Hogwarts per
l’inizio del
mio quinto anno. Il sole era alto nel cielo e sentivo molto caldo
mentre
aspettavo pazientemente che il treno arrivasse, ero seduta con mia
madre su di
una panchina; lei premurosa mi rivolgeva sempre mille raccomandazioni;
ma non
aveva motivo di preoccuparsi: sua figlia era una studentessa modello;
mai
finita in punizione, che eccelleva in quasi tutte le materie e anche se
non lo
dimostravano apertamente, i suoi genitori erano orgogliosi di lei. A un
tratto
però, mentre ero assorta a rassicurare mia mamma, una voce a
me sconosciuta
pronunciò il mio nomignolo
“Cheodiocheodiocheodiocheodiocheodiocheodio”
pensai:
ero la più piccola delle sorelle Black e solo Andromeda e
Bellatrix potevano
chiamarmi Cissy, agli altri avrei scartavetrato le corde vocali se si
fossero
azzardati a umiliarmi in quel modo in casa mia; e peggio ancora in un
luogo
pubblico come la stazione di Londra. mi voltai per vedere chi era che
mi
chiamava e non potei essere più sorpresa quando scoprii che
il giovane rampollo
di casa Malfoy si era avvicinato per salutarmi. La mia mamma ovviamente
si
sciolse in tanto perbenismo e educazione, succube di tante parole
smielate che
uscivano da quella bocca. Io? Io ero irritata. Lucius Malfoy di certo
non
rientrava nelle compagnie che desideravo frequentare, lo trovavo
superbo,
arrogante, talmente pieno di sé che immaginavo di pungerlo
con uno spillo per
far uscire tutte quell'aria che riempiva il suo ego e amor proprio. Non
avevo
mai conosciuto una persona così boriosa, presuntuosa,
arrogante, sdegnosa,
altezzosa e orgogliosa di se stessa più di quel Malfoy;
sempre lì a
pavoneggiarsi delle sue nobili origini, di quanto ricca fosse la sua
prestigiosa famiglia e di quanto importante sarebbe stata la sua
posizione
all’interno della comunità magica.
Anch’io ero ricca e nobile; “per Salazar io
sono Narcissa Black” mi dicevo, non c’era persona
su questa terra che potesse
farmi sentire inferiore a qualcuno, nessuno si azzardava neanche a
rivolgermi
la parola in segno di rispetto per il mio rango e per le mie origini,
ovunque
andassi c’era gente che mi temeva e obbediva ai miei ordini
da quando ero nata;
eppure davanti a lui io ero niente, riusciva a farmi sentire una
poveraccia e
una reietta mentre disquisendo con mia mamma, gli elencava i suoi
successi fuori
e dentro Hogwarts; e nel frattempo pensavo “Merlino reggimi
che sto per
tirargli un pugno”.
Ovviamente
l’antipatia era reciproca perché dentro la
scuola Lucius non era proprio l’esempio dello studente
perfetto! Sempre intento
a combinare scherzi insieme agli altri serpeverde e spesso e volentieri
noi
ragazze eravamo vittime delle sue angherie; ma mentre io lo trovavo
odioso,
frotte di oche gli correvano dietro, perché
diciamolo, antipatico era
antipatico, ma era decisamente molto carino! Accadde
così che un giorno mi
ritrovai a discutere di questo particolare con una
mia coetanea; una
certa Lisa Blissinger, un’oca ad estremi livelli che sognava
continuamente che
il bel Malfoy diventasse suo per sempre! “Povera
illusa!” pensavo io “che ci
troverà di bello in quel pallone gonfiato”.
Ovviamente essere una Black mi dava
il diritto di pensare di poter mettere becco in ogni affare che
suscitasse la
mia attenzione, e nondimeno espressi il mio parere sfavorevole in una
loro
relazione cosa che a quella papera non andò giù
perché interpretò il commento
come – testuali parole – un segno di gelosia nei
suoi confronti; era il limite;
Io: Narcissa Black invidiosa di una pecora come quella? Che va dietro
poi al
più scalmanato della scuola? Mi bastò una parola
per mettere fine alla cosa! Un
termine che poco si addiceva alla mia persona ma che le fece piangere
amare
lacrime. Adoravo calpestare con la mia superiorità gli
scarafaggi come lei.
Ovviamente Lisa non la prese bene e meditò vendetta, ma di
certo in quel
momento non mi preoccupavo di lei poiché da quando era
cominciata la scuola,
non facevo altro che ricevere lettere da uno sconosciuto ammiratore,
che
dichiarava il suo amore per me! Nonostante l’atto potesse
essere tra i più
nobili, odiavo che questa persona si nascondesse nell'anonimato, mi
dava quasi
l’impressione che si vergognasse di dimostrare il suo amore
per me! “Come fai a
vergognarti di amare Narcissa Black” pensavo io!
“tutti dovrebbero amarmi e
lodarmi”. Rimaneva che ogni giorno trovavo fiori e
lettere sul mio letto
nel dormitorio, e ogni giorno quel pallone gonfiato di Malfoy mi
sfotteva e mi
prendeva in giro perché sosteneva che nessuno poteva
innamorarsi di una
mozzarella acida come me! Cheodiocheodiocheodiocheodiocheodiocheodio
avrei
voluto tanto sciogliergli i capelli che teneva raccolti con un nastro e
usarlo
per strangolarlo; avrei goduto della sua pallida faccia mentre
diventava
cianotica per la mancanza d’aria; mi trastullavo con questi
pensieri dicendomi
a me stessa che per troppo tempo ero stata una brava ragazza; era ora
di far
capire a quell’antipatico chi era Narcissa Black.
Arrivati
a metà anno una sera mentre noi ragazze ci
apprestavamo a rientrare nei dormitori, scoprii con mia amara sorpresa
che il
mio letto e la mia roba aveva subito una visita da parte di qualche
ospite
indesiderato. La mia parte di stanza era completamente sottosopra e la
mia roba
in disordine; i fiori ricevuti quel giorno dal mio ammiratore segreto
erano
sparsi sul pavimento calpestati e rovinati, le lettere erano sparite e
i
cioccolatini resi immangiabili da qualche strano sortilegio
avvelenante! Ero
sul punto di mettermi a piangere, ma il mio orgoglio me lo impediva. La
tristezza si trasformò in rabbia quando vidi quella gallina
della Blissinger
gioire della mia sventurata situazione cosa che mi fece ribollire il
sangue
nelle vene “nessuno può ridere di me” e
tutte le altre ragazze si guardavano
bene dal farlo! Triste e sconsolata rimisi a posto la
camera, anche se ero
molto dispiaciuta per le cose che erano state trafugate e oltretutto il
mio
orgoglio era ferito e provato per un affronto del genere. Il mattino
dopo
svegliata di buona ora nonostante la nottataccia trovai un bigliettino
scritto
da una mia amica che recava poche parole che mi fecero subito trasalire
“Hanno
acciuffato il colpevole! Quel Malfoy adesso ha veramente
esagerato”.
“Impossibile” mi dissi io Sapevo che non era stato
lui, perché avevo usato una
cosuccia chiamata legilimanzia e frugando tra i ricordi delle mie
compagne
scoprii la colpevole, ma non sapevo come dimostrarlo, e la reputazione
di
Lucius di certo non aiutava a scagionarlo;
“dannazione” mi vestii in fretta e
furia e corsi nello studio del Professor Lumacorno nella speranza di
scagionare
Malfoy e consegnare la vera autrice del misfatto, ma una volta arrivata
lì non
potei fare altro che prendermi una ramanzina per il mio comportamento
diffamatorio nei confronti di una mia amica e compagna essendo
sprovvista di
prove per avvalorare le mie accuse, con il rischio che la mia famiglia
venisse
a conoscenza di tutta quella storia e peggiorasse la mia situazione
già
critica!
Corsi
in camera furente perchè io ero stata accusata
ingiustamente di diffamazione e il tutto per colpa di un verme come
quella li…
“maledetta la strozzo con le mie mani” mentre ero
assorta nei miei pensieri una
figura quasi mi travolse mentre correva velocemente sotto la pioggia
battente
verso la foresta proibita, nella corsa perse qualcosa che gli cadde di
dosso,
incurante andai a vedere cos’era e riconobbi il nastro con
cui Malfoy teneva
attaccati i capelli, mi sentii male, lo immaginavo correre via da una
punizione
che non meritava, solo e in lacrime... mi si strinse il cuore tanto che
né a
pranzo né a cena toccai cibo, ma buttavo sempre un occhio in
attesa di vederlo
entrare dal portone della sala grande con quel suo sorriso spavaldo.
Qualcuno
si accorse del mio interessamento per la sua mancanza e mi venne
suggerito di
controllare nella sala comune dei serpeverde perché era
lì che i suoi amici lo
avevano visto l’ultima volta; corsi immediatamente senza
farmelo ripetere due
volte e fu proprio lì che lo trovai, seduto in una poltrona
di fronte al fuoco
con lo sguardo perso nel lambire delle fiamme; il tocco della mia mano
sulla
sua spalla lo fece trasalire e spaventare, mi guardò
dubbioso poi tornò a
guardare il fuoco, a niente servirono le mie parole di conforto oltre
ad essere
superbo era pure testardo e alla fine finimmo per litigare,
“volevo seriamente
aiutarti pezzo d’asino!” dissi arrabbiata e la sua
scortesia riuscì a far
piangere anche me, che corsi verso il dormitorio delle ragazze
richiudendomi in
camera, non prima di avergli tirato un sonoro schiaffo in faccia. Non
capivo
perché mi stavo buttando in una causa persa, “in
fondo che cos’è lui per me?”
pensai, ma la tristezza mi assalì ancora e stavo peggio di
prima, sapere che
lui stava male mi faceva sentire uno straccio "Perchè
dannazione?".
Questo
pensiero mi disgustava e m’incuriosiva nello
stesso tempo, poi mi resi conto che avevo il nastro ancora attaccato al
polso,
ma arrabbiata e ferita lo chiusi dentro ad un cassetto, buttandomi sul
letto
ancora più pensierosa di prima; finché un battito
di mani non mi riportò alla
realtà… era lì quell’insulsa
bamboccia asina di Lisa Blissinger era sulla porta
della mia stanza che mi applaudiva, per non so quale diamine di motivo.
Non ci
vidi più: in due secondi mi ero buttata su di lei bacchetta
alla mano
desiderosa di farle sputare tutto il sangue che aveva in corpo a suon
di pugni.
Durante la lotta si era già creata una folla di spettatrici
curiose e dopo
averla abbondantemente picchiata, riuscii a farle dichiarare tutta la
verità
proprio nel momento in cui il professor Lumacorno arrivò per
separarci. La
colpevole e la sottoscritta, furono punite, io fui solo
richiamata
all’ordine vista la mia perfetta condotta, con un gufo ai
miei genitori che
suscitò l’ira di mio padre e
l’ilarità delle mie due sorelle! Malfoy fu
completamente scagionato. Ripresi le mie lettere e corsi dal mio angelo
dai
capelli lunghi abbracciandolo e baciandolo dopo aver scoperto che era
lui il
mio ammiratore segreto; smettendo di nascondere a me stessa che in
fondo amavo
quel pallone gonfiato! E per dovere di cronaca devo dirvi anche che il
nastro
non gliel’ho mai più restituito lo porto tuttora
sulla mia persona allacciato
attorno al collo dopo che lui come pegno d’amore lo ha
adornato con un
bellissimo ciondolo di diamante a forma di cuore... Il suo.