1.Cugini, Nemici
e innocenti insinuazioni
Rose percorse
correndo il lungo
corridoio freddo , senza badare ai
malcapitati ragazzini del primo anno che per un pelo non travolgeva.
Scese
rapida le scale, ma sopraffatta dall’eccessiva agitazione
mancò un gradino, rotolando
con poca grazia per gli altri cinque arrivando a toccare col didietro
violentemente il
pavimento.
<<
Miseriaccia! Per le mutande raggrinzite di Merlino
e... Miseraccia… Miseriaccia! >>
Imprecò
con la
consueta poca eleganza che la contraddistingueva e rimettendosi in
piedi
massaggiava la parte dolorante.
<<
Accidenti Weasley, la tua goffaggine è pari solo al
tuo osceno vocabolario! >>
Una
voce estremamente
irritante la destò, ma non ebbe bisogno di voltarsi per
sincerarsi del proprietario
di essa: Scorpius Malfoy, il Serpeverde più insopportabile
su cui i suoi occhi
avessero avuto la sfortuna di posarsi.
<<
La giornata non poteva proseguire in un modo
migliore! >>
Esclamò
sbuffando la
ragazza, nel mentre raccoglieva gli enormi volumi che le erano caduti
dalla
pesante borsa durante il brusco atterraggio. Perché se
c’era una cosa che aveva
ereditato da sua madre, oltre l’indomabilità dei
suoi capelli e una spiccata
intelligenza era la sua totale e indiscussa dedizione ai polverosi
libri della
Biblioteca di Hogwarts e la continua sete di conoscenza.
Rialzò
finalmente lo sguardo sul ragazzo che non accennava a
muovere un passo, ma restava immobile a fissarla dalla sua notevole
statura. Fermo,
con le mani in tasca e il solito ghigno dipinto sul pallidissimo volto,
in cui
si riflettevano due occhi grigi. I capelli più lunghi del
dovuto, ma sempre
fastidiosamente al loro posto erano di un biondo che ricordava la luce
dei
raggi lunari.
Rose odiava
tutta quella perfezione, perché era ben
consapevole di non averne nemmeno una briciola. Era magra, con forme
appena
accennate e sebbene mangiasse più di quanto ad una ragazza
fosse concesso, non
accennava ad aumentare di un grammo. I capelli di un rosso fuoco
ricadevano in
boccoli ribelli, che mai, nemmeno
con
l’accurato aiuto della cugina Dominique riuscivano ad avere
un aspetto
quantomeno decente. Il viso era ricoperto di lentiggini, decisamente
marchio
Weasley come la pelle chiara e il colore dei capelli.
Senza nemmeno
accennare ad un saluto, girò i tacchi e si
affrettò a raggiungere la Sala Grande dove tutti gli
studenti erano intenti a
far colazione. Si diresse spedita al tavolo di Grifondoro, al solito
accanto ai
cugini.
<<
Ben arrivata Rosie!
>>
Salutò
James
affrettandosi a scompigliare la chioma già di per
sé indomabile della rossa.
Sebbene la cugina fosse ormai abituata a quii fastidiosi gesti
affettuosi non
poté fare a meno di sbuffare contrariata rivolgendogli
un’occhiataccia che
reggeva il confronto solo con quelle della bionda Dominique.
<<
Che c’è? >>
Biascicò
James con finta innocenza, riportando all’istante
lo sguardo alla sua destra dove ritornò a confabulare sugli
schemi di attacco
della squadra di Quidditch di cui era capitano, con un malcapitato
compagno.
Rose si
limitò a scuotere il capo e sospirare, salutando con
ritrovato buon umore il resto della famiglia. Hugo e Lily confabulavano
animatamente di qualcosa, di cui Rose non avrebbe voluto sicuramente
saperne
nulla poiché come Prefetto avrebbe di certo avuto il compito
di fermare
qualsiasi stramba iniziativa.
Si
voltò e alla sua destra ciò che vide
peggiorò solamente
la sua preoccupazione. Roxanne, degna figlia di George Weasley
armeggiava con
due o tre ampolle contenenti liquidi dai colori più svariati
e che senza dubbio
avrebbero provocato al malcapitato di turno i capelli di un colore
inimmaginabile o l’alito pestilenziale. Ignara della reale
gravità di ciò che
questo avrebbe comportato, Rox rialzò gli occhi scuri su
Rose rivolgendole il
più radioso tra i sorrisi e al tempo stesso il
più inquietante.
Dominique,dall’altro
lato della panca imburrava una fetta di
pane tostato con la sua solita flemma, lontana da tutto ciò
che le accadeva
intorno. Rose
spostò la sua attenzione a
qualche tavolo più in là, quello della casata dei
Serpeverde dove l’odiato
biondino prendeva posto accanto ad un ragazzo dalla chioma nera e in
disordine,
sul cui volto brillavano due occhi di un meraviglioso e vivace verde:
Albus
Severus Potter, suo cugino.
La ragazza non
potè evitare una smorfia nell’osservare i due
ridere e scherzare amichevolmente, da veri amici quali erano.
Sbuffò
rumorosamente, concentrandosi finalmente sulla tanta agognata colazione.
<<
Buongiorno Rose! >>
La voce allegra
di Lisa Baston con cui, assieme alle cugine
condivideva la stanza la fece sobbalzare, rischiando di soffocare col porridge di cui si stava ingozzando.
<<
Oh,scusami! Ti ho spaventata? >>
Sbiascicò
la ragazza,
battendole qualche colpetto sulla schiena. Rose scosse la testa,
accennando ad
un sorriso. E senza che potesse replicare, la vide portare altrove la
sua
attenzione.
<<
Capitano
>>
Si stava
riferendo senza dubbio a James, con cui intavolò da
subito una delle loro discussioni sul tanto odiato sport di cui anche
lei, assieme
a Roxanne, Lily e Hugo erano ossessionati. Del resto, come tutti loro
anch’ella
vantava genitori talentuosi e come amava ripetere, la passione per il
Quidditch
l’aveva nel sangue.
Rose, sebbene
fosse figlia di Ronald Weasley non aveva mai
mostrato alcun interesse per esso, pur essendo cresciuta circondata da
persone
inclini ad averne. Ma l’idea di volare su una scopa, evitando
bolidi non
l’aveva mai stuzzicata.
Si
fermò ad osservare Lisa con spiccato interesse.
L’aveva
sempre considerata carina: aveva lunghi e ondulati capelli castani
anche se le
volte in cui non li aveva visti intrappolati in una treccia o in una
coda erano
davvero poche. Un fisico snello e un viso dolce in cui spiccavano due
grandi
occhi chiari. Era sempre stata convinta che lei e James, allo stesso
anno e che
condividevano così tanti interessi, fossero
una coppia perfetta ma era fermamente rassegnata al fatto che suo
cugino
rivolgesse le proprie attenzioni a ben altro tipo di ragazze, che di
certo
vantavano una grazia più spiccata di quella della Baston.
Sospirò,
allontanando quegli assurdi pensieri dalla sua
mente e riportandoli alla prossima lezione, nonché alla
colazione che ancora
non aveva terminato.
***
Albus Severus
Potter si accasciò con un tonfo poco
aggraziato e per niente silenzioso su una sedia della biblioteca,
attirandosi
le occhiate malevoli di Madame Prince.
<<
Sei in ritardo >>
Sussurrò
Rose al
ragazzo, la testa ancora bassa sull’enorme volume di Antiche
Rune.
<<
Solo di qualche minuto >>
Sbuffò
Al,
divertito.
<<
Gli allenamenti di Quidditch sono durati più del
prevesto… I Grifondoro riceveranno una bella batosta alla
prossima partita. Scorpius
ed io… >>
Ma non ebbe tempo di
dilungarsi nel suo racconto che la cugina gli lanciò la
tipica occhiataccia di
cui si serviva quando le parlavano degli unici due argomenti che
proprio non
riusciva a tollerare: quel dannato sport e quell’odioso
Serpeverde.
<<
Va bene, va bene >>
Al
alzò le mani in
segno di resa, rovesciando il contenuto della sua borsa sul tavolo.
Afferrò una
pergamena bianca, una piuma e dopo averne intinto la punta nella
boccetta
d’inchiostro iniziò il suo tema di Pozioni con
palese indolenza.
Trascorsero
diversi minuti prima che l’arrivo di una terza
persona distrasse entrambi, facendo loro rialzare il capo. Scorpius
scostò una
sedia, accanto a
quella di Al e si
accasciò su di essa per niente interessato
all’espressione truce e stupita
della ragazza di fronte a lui.
<<
Che cazzo ci fai qui Malfoy? >>
Ma non
potè ignorarla a lungo visto che Rose gli rivolse la
parola. Il ragazzo alzò un sopracciglio, rivolgendole
il solito ghigno divertito e
annoiato al contempo.
<<
Vedo che il tuo linguaggio scurrile non ha avuto
miglioramenti di alcun genere Weasley >>
Sentenziò
tranquillo
mentre la rossa iniziava ad innervosirsi ogni secondo di più.
<<
Rose,andiamo.. >>
<<
Zitto Al! >>
La ragazza non
alzò la voce, sebbene la rabbia crescente
glielo imponesse. Si limitò a zittirlo con le sue solite
occhiate, a cui il
cugino si arrendeva ogni volta per niente desideroso di subirsi una
delle sue
solite scenate.
<<
Weasley arrabbiarti non fa bene al tuo visino pieno
di lentiggini, diventi
di un colorito
pericolosamente simile a quello dei tuoi capelli, il che non
è esattamente
piacevole da guardare! >>
Scorpius al solito
si prendeva gioco di lei con una calma disarmante che non faceva altro
che
aumentare l’incontrollabile voglia di schiantarlo.
<<
Va al diavolo Malfoy! >>
Sbiascicò
infuriata, raccolse le sue cose e prima che il
cugino avesse tempo di fermarla o dirle qualcosa si era già
incamminata in
direzione dell’uscita, oltrepassandola spedita senza
accennare ad un
ripensamento. Il
biondo Slytherin
non potè trattenersi dal
sogghignare, incurante dello sguardo seccato del suo migliore amico.
***
Il rumore dei
passi svelti di Rose Weasley riecheggiavano
nel corridoio vuoto, che percorreva così spedita e
indispettita da
dare l’impressione di voler fare dei buchi
nel pavimento. Camminò
a lungo finchè si
rese conto di non aveva imboccato nessuna meta precisa, si
appoggiò ad una
delle pareti fredde, respirando piano.
Rialzò
il capo richiamata dalla figura della cugina Roxanne
che correva ridendo come solo una fuori di testa avrebbe potuto,
seguita da un
Lysander Scamander decisamente furioso e Rose dovette sbattere
più volte le
palpebre e guardarlo con attenzione prima di essere sicura del fatto
che i
capelli del Corvonero erano di un verde intenso.
Sospirò
scosse il
capo, sempre più stufa dei comportamenti assurdi della sua
intera famiglia.
Raggiunse la Sala Comune dei Grifondoro dove notò James
seduto sul solito
divano dinanzi al camino, intento a maneggiare delle pergamene. Gli si
avvicinò
sprofondando accanto a lui e sbuffando rumorosamente. Attirò
l’attenzione del
cugino che la osservò con aria interrogativa.
<<
Cos’hai Rosie? Devo schiantare qualcuno?
>>
Chiese fingendo
un tono pericolosamente serio, ma il suo
tipico sorriso canzonatorio lo tradì miseramente.
<<
Tuo fratello e quel decerebrato di Malfoy! >> Replicò Rose
trattenendo un sorriso.
<<
Perfetto, più tardi provvederò! >>
Rispose
prontamente, scompigliandole
i rossi capelli e sostituendo l’interesse che poco fa aveva
per alcune
pergamene su un vecchio libro. Intanto
poco distanti, su due poltrone vicine, due ragazze ridevano e
chiacchieravano, incuranti
del proprio tono di voce.
<<
Anch’io sarei restia a crederci, insomma sappiamo
tutti che Lisa Baston è attraente quanto potrebbe esserlo
uno Spiochiodo, ma ti
ripeto che ero presente anch’io quando quell’
incanto di McLaggen le ha chiesto
di accompagnarla ad Hogsmeade sabato prossimo! >>
Le
parole della
Grifondoro furono seguite dalle risatine isteriche
dell’amica, che scuoteva la
testa e la fissava ansiosa, incitandola a continuare. Ma gli schiamazzi
furono
interrotti dall’improvviso gesto di James che chiudendo
bruscamente il libro
rialzò il capo, fissandole minaccioso.
<<
Non avete altro modo per impiegare il vostro tempo,
voi ? >>
La voce dura di
James impressionò Rose che alternava lo
sguardo da quello accigliato del cugino a quello sconvolto delle due
amiche che
senza indugiare oltre, lasciarono le poltrone su cui sedevano e corsero
su per
le scale del dormitorio femminile borbottando qualcosa.
La giovane
Weasley continuò ad osservare il ragazzo che
intanto aveva ripreso a sfogliare il pesante libro, mantenendo uno
sguardo
imbronciato. Ma
dovette accorgersi delle
occhiate interrogative di Rose perché destandosi dalla sua
lettura la fissò. Il
sorriso della cugina lo confuse
maggiormente e con un gesto la incitò a parlare.
<<
Mi ha solo sorpreso la tua reazione, tutto qui
>>
Fu la repentina
risposta di Rose che, pur sforzandosi, non
riuscì a trattenersi dal sogghignare.
<<
Sono il capitano della squadra ed è
naturale che… >>
Scrollò
le spalle, non terminando la frase convinto che la
cugina ne avrebbe afferrato il senso comunque.
<<
Oh, sarà per questa ragione >>
Concluse la
ragazza, lanciando un’ultima occhiata eloquente al
cugino prima di risalire le scale del dormitorio.
<<
Ehi, che vuoi dire? Rose! >>
James sbuffò, risprofondando
nel comodo divano. Passò una mano sulla fronte, avvertendo
la stanchezza
impossessarsi del suo corpo. Riaprì gli occhi parecchio
tempo dopo,quando un
colpetto al braccio lo ridestò. Lisa Baston era seduta
accanto a lui, gli
sorrideva allegra come suo solito.
<<
Mi dispiace averti svegliato Potter,
ma è piuttosto tardi e ho pensato…
>>
James
scattò in piedi
e a causa del gesto brusco anche il pesante volume che leggeva un
attimo prima
e alcune pergamene ricaddero sul pavimento.
Si piegò per raccogliere il tutto, rimettendolo
con poca cura nella sua
borsa.
<<
Devo aver perso la cognizione del tempo >>
Si
limitò a dire con
un’alzata di spalle. La
ragazza sorrise,
annuendo. Si rialzò stiracchiandosi con poca grazia e
accennò ad un saluto
incamminandosi su per il dormitorio.
<<
Dormi bene Capitano! >>
<<
Anche tu Baston >>
James
la seguì con lo
sguardo prima di passarsi una mano tra i capelli assonnato.